LA DEVOZIONE DEI PATERNESI VERSO S.BARBARA, PATRONA DELLA CITTA'
 

 

 


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l 22 luglio del 1576, é la vigilia di Santa Maddalena che viene venerata nella chiesetta ai piedi del borgo,dove si recano per pregare le pie donne, molto devote, tra l’altro, alla  Madonna Bambina.Il Simeto continua a scorrere nella piana; mentre.....la peste!

 

Chiesa Santa Barbara (foto Anicito)

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a peste!... Basta solo nominarla e la gente fugge per paura del contagio; e nel fuggire, cade per terra, dove lamenti  incrociano con altri lamenti. L'epidemia scoppia nel quartiere dell’Itria (Santa Caterina) Fa caldo a luglio! Per chi ci vive non è una novità! .....All'improvviso si sparge la notizia che un certo Pettinicchio e due figli di Antonio Taverna detto,"Magnifico" perché notaro, si  accorgono, toccandosi le mani..., e il collo..., e le spalle..., e poi il petto..., di avere la peste!

 

 Santa Barbara (foto Anicito)

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ello spazio di qualche ora, l'antico castello sente i lamenti che provengono da ogni quartiere. Dall'Itria, da San Marco, da San Paolo,giungono invocazioni d’aiuto. I frati del convento di San Domenico, costruito di fresco, e quello dei Cappuccini all’Acqua Grassa, ascoltano i lamenti dei malati. I Giurati danno l'ordine di approntare degli ospedaletti nella Chiesa di Gesù e Maria (S. Antonio Abate), in un salone nel quartiere Falconieri e un altro nell'oratorio dell'Annunziata fuori le mura. I sanatori, cioè gli “spitali” si riempiono di appestati che vi sono ricoverati non tanto perché lì ci sono dei medici e delle medicine, che tra l'altro non sono, ancora, state scoperte, ma soprattutto per mettere insieme i malati e toglierli dalla circolazione per evitare  nuovi contagi.

 Candelora (foto Anicito)

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l nostro cronista(il notaro) certifica tutto, scrive i nomi dei morti più importanti:la N.D.(Nobil Donna) Margaritella Moncada, il guardiano e il vicario dei Cappuccini, Pettinicchio, due figli di Antonio Taverna detto "Il Magnifico". Degli altri, chissà perché, nessuna notizia. Solo il numero complessivo dei morti: settanta! I poveretti non possono fare molto! Non c'è una legge sanitaria o il vaccino. Il Re spagnolo non si occupa di queste cose,e, se non se ne occupa lui, che titolo ha il Viceré di Sicilia a occuparsi del problema? Cose simili avvengono frattanto a Catania,Palermo, a Milano dove Renzo Tramaglino è alla ricerca di Lucia Mondella. Frattanto arriva,  dopo qualche giorno, da Pietraperzia arriva un  guaritore che mastica qualcosa di medicina! Un monaco benedettino che era stato a Milano, e a Venezia, era riuscito a procurarsi delle reliquie di  Barbara, la ragazza di Nicomedia, che era stata torturata dal padre Dioscuro perché si era rifiutata di rinnegare la fede cristiana.

< Piazza S.Antonio Abate il 4 Dicembre

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 pensarci bene, di Santa Barbara, a Paternò, se ne parlava da un bel pò; la chiesa di San Nicolò dei Lombardi sulla collina ospitava una tela ed una reliquia, portata a Paternò dai Cavalieri Teutonici. A Paternò un frate cappuccino pensa di organizzare una preghiera di gruppo,vi partecipano gli uomini più coraggiosi e le donne più ricche di fede alla Beata Barbara. Sono le Quarant’ore:durante le quali le Confraternite,dandosi il turno, ascoltano i Salmi.Il Francescano prende in mano  le reliquie e i lamenti vengono sommersi dalle implorazioni corali alla Santa...."E tu Vergine Barbara,proteggi la nostra Paternò...e facci guarire da questa malattia..." Il corteo di preghiera è veramente sentito e si ripete ogni giorno tra le chiese vicine ai conventi."Chiedete e vi sarà dato”E il popolo minuto continua, a suo modo, a pregare:Santa Barbara supra lu munti stava,di lampi e trona non si scantava,.. purtava i libbra sutta a scidduzza sapeva leggiri, … timpesta,i piscaturi preìunu ‘ppi vui,quannu veni la vostra festa….facìti cascari li trona luntanu di casa me!….Santa Barbara gluriiusa,siti Patruna di ‘sta  Città,..scanzàtini e liberàtini!Santa Barbara, Vergine Madre,spusa di Cristo, mannàtici a paci…(Anonimo-Raccolta da A.Cunsolo e B. Rapisarda - Ass. G. Crimi 4/12/ 1982).

 Festa di S.Barbara (foto Anicito)

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a pestilenza continua sino al 4 agosto, il giorno della Madonna della Neve.Ad un certo momento, la peste non si propaga più. Molti si accorgono di essere avviati alla guarigione! All’improvviso, una scrosciante pioggia di mezz’agosto, particolarmente abbondante, rinfresca l'aria e il caldo si attenua ...,vista la ricorrenza ci manca poco che .....cada la neve. In questo periodo diminuiscono i furti, le razzie dei briganti che imperversavano a Paternio, Adernio,in  Sicilia, a Milano. I 75 fanti e i dodici cavalieri, i “criati” dei Moncada non hanno avuto grossi impegni di ordine pubblico!

 

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'otto settembre è vicino: la Madonna Bambina è la Patrona della città; è la festa più importante dell'anno; è un giorno straordinario per Paternò: i contadini vengono dalle campagne, dalle contrade più lontane; i pescatori non vanno al Simeto, le masserie si svuotano di massari, capochiurma e  villani per partecipare alla festa della Madonna che si tiene a S. Maria dell’Alto e alla processione dietro un quadro della Santa. I ragazzi, contenti e giulivi anche se scalzi e con le mani callose e la schiena curva per le fatiche del lavoro, scorazzano vocianti dietro la processione.

 

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 Cappuccini orgogliosi, i Frati Minori, guidano la processione precedendo i Benedettini, e i Domenicani, e gli altri; pregano in latino. E il Popolo tutto si, proprio tutto, dietro le reliquie e il quadro di Barbara, segue la lunga e interminabile processione orante che si snoda tra le viuzze strette e sinuose della collina fino ad arrivare alla Chiesetta dei Falconieri troppo "stretta" e malandata dell’Itria, costruita vicino alla torre merlata e poi all’Ospedaletto, a S, Maria di Gesù(l’altro Spitali) fino ad arrivare in contrada S. Barbara (Piazza Purgatorio)e poi, ancora, si fermano a S. Giovanni, e all’Annunziata fuori le mura, dove vengono condotti i malati in via di guarigione, perché lì vi soffia la”oria”. La Processione  torna poi a Piazza Canali(P. Indipendenza), acquitrinosa, per via dei ruscelli perenni che vi scorrono, per risalire, attraverso le irte salite delle viuzze medievali, a S. Maria dell’Alto.

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 giovani,”..tutti vestiti a festa..”(saranno chiamati “cantanti”), con una palma in mano, recitano canti e preghiere e preparano  “luminarie” con legni e fascine( daranno origine alle  varette) per illuminare il buio percorso; il fuoco, richiama ai giovani i lampi e i tuoni che fanno tanto, tanto rumore, in cielo! I Laici delle Confraternite, precedono la processione. Il quadro, le Reliquie, portate da Guardiano cappuccino  sono attorniate dai  Domenicani del Convento di Piazza  dei Canali e dai Benedettini di S. M. della Valle di Josafat.E’ una processione tutta la maschile!Le donne davanti l’uscio di casa, inginocchiate, invocano la Santa. I Giurati, in pompa magna e il popolo tutto seguono le reliquie. Non c'è il vescovo di Catania Giovanni Orosco di Toledo,… perché morto di peste. Nel cuore di questi uomini, cominciano ad essere dimenticati "il crollo di tutti i beni" (la roba) e il terrore della morte! (E’ pronta al via la Fiera di Settembre…della Bambina. )

 

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a speranza rigenera il Senato e il Popolo che, grato per il miracolo, decide di proclamare Barbara- vergine di Nicomedia, Santa protettrice della città. I Giurati, molto attenti al consenso della gente, adocchiano un pezzo di terreno, adibito ad orto, per la costruzione di una grande chiesa da dedicare alla Compatrona e, …per attivare il consenso, decidono di dare cent’ onze per la festa annuale di S. Barbara. Nel 1580 la Madonna appare ad una pastorella. Frattanto a Palermo Ludovico Paramo, Capo dell’Inquisizione scrive al Re di Spagna:” ..i Siciliani sono stanchi della dominazione spagnola…” Nel 1582 la ”Civitas paternionis ornavit…”scrivono nella teca d’argento contenente una reliquia di S. Vincenzo Martire, proclamandolo, forse in polemica con gli Alessi e con la maggioranza dei piccoli nobili, compatrono di Paternò. Nasce una sottesa polemica, anche perché è iniziata la lunga causa per l’autonomia della Città !.Alle soglie del terzo millennio, la Processione pasquale della speranza continua  a navigare lungo le rive del Simeto!

 

Nino Tomasello