sei sul sito di Giovanni Fraterno
- o dicono la cosa che reputo assurda perfino per gli uomini dell'età della pietra, e cioè che gli Antichi conteggiavano il tempo da 1, e ciò semplicemente perchè ai tempi di Dionigi non era ancora stato inventato un simbolo per il nulla, il nostro attuale 0 (zero)
- o dicono che Dionigi il Piccolo ha fatto partire la cronologia con gli Anni Domini da 1 per convenzione, il che è storicamente falso oltre che da stupidi, dato che Dionigi è praticamente certo che sapesse contare gli anni della cronologia A.U.C. con le dita delle mani, e non si spiega perchè dovesse affidarsi ad una stupida convenzione
- o dicono entrambe le cose.
Dionigi il Piccolo, nel 1285 A.U.C., contò come contava gli anniversari della sua nascita, e cioè con le sue dieci dita delle mani, gli anniversari dell'incarnazione di Gesù, e contò 532 anniversari a partire dal 753 A.U.C., e senza usare 532 volte le sue dita.
Con ciò includendo nella cronologia con
gli Anni Domini, l'anno 753 A.U.C., l'anno
che noi oggi chiameremmo anno zero,
e che Dionigi il Piccolo, implicitamente e
semplicemente, designò in
modo non numerico nel modo:
"anno dell'incarnazione di Gesù".
Oggi siamo nel 2754 A.U.C., e avendo Dionigi collocato l'incarnazione di Gesù nel 753 A.U.C., così conterebbe gli anni della sua cronologia, quella corrente con gli Anni Domini:
utilizzerebbe cioè due dita per i due primi millenni, ed un dito per l'anno che segue, che è poi quello in corso.
E mentre scattano le dita direbbe: 1753, 2753, 2754, e quindi 2001 anni.
Per Dionigi sarebbero dunque trascorsi 2001 anni della sua cronologia, mentre per gli storici moderni solo 2000 anni.
Come ancora oggi facciamo quando, in modo primitivo ed istintivo, conteggiamo con le dita la nostra età, per ridesignare gli anni di una cronologia che si intendeva abbandonare, i cronologi dell'epoca (Marco Terenzio Varrone e Dionigi il Piccolo) si affidarono alle loro dita, contando gli anniversari che li separavano da un avvenimento della loro storia.
Per Dionigi il Piccolo quello in corso è l'A.D. 2001 o A.D. 2001°, perchè il 25° giorno di marzo di quest'anno è sopraggiunto l'anniversario numero 2001, o 2001° anniversario dall'incarnazione di Gesù, da lui fissato il 25° giorno di marzo del 753 A.U.C. .
Mentre dall'istante di inizio della sua cronologia, l'alba dell'anno tropico 753 A.U.C., ad oggi, sono trascorsi 2001 anni, 8 mesi e quasi 8 giorni.
Con l'alba del terzo millennio della cronologia con gli Anni Domini che dunque concide con l'inizio dell'A.D. 2000.
Concetti come il nulla e le grandezze continue e discrete sono istintivi e primitivi. E infatti io ho scoperto non uno, ma almeno 3 anni nulla, ovvero 3 anni zero, nella storia della nostra cronologia.
Del numero zero gli Antichi non sapevano che farsene. Nel loro sistema di numerazione, infatti, costituiva solo un peso morto.
Tutto ciò poggia su di un documento storico: una lettera scritta di pugno da Dionigi il Piccolo al vescovo Petronio.
Da quest'ultima, infatti, si evince un anno di partenza della cronologia con gli anni di Diocleziano (il 1037 A.U.C., l'anno in cui Diocleziano stesso fu eletto), distinto dall'anno diocleziano 1 (il 1038 A.U.C.) .
Il che prova pure un anno di partenza nella cronologia con gli Anni Domini (il 753 A.U.C.), distinto dall'A.D. 1 (il 754 A.U.C.).
Si tratta di una prova schiacciante sia del fatto che gli Antichi avessero il concetto del nulla, sia del fatto che avessero un anno di partenza nelle loro cronologie, distinto da quello che loro chiamavano indifferentemente, anno 1 o anno 1°.
Anno di partenza che loro designavano in modo non numerico, dato che non avevano introdotto il numero zero.
Il primo anno così della cronologia cristiana fu da Dionigi designato semplicemente nel modo: anno dell'incarnazione di Gesù.
Per Dionigi era tutto implicitamente
ovvio, e siccome le questioni della scadenza
dei millenni e della datazione di eventi
più antichi della fondazione di Roma,
sarebbero sopraggiunte molto più tardi,
egli non ritenne di dover essere più preciso
di quanto in realtà fu, quando cioè sulle sue
Tavole della Pasqua scrisse:
"anni Domini Nostri Jesu Christi 532-627".
Come ancora oggi facciamo quando, in modo primitivo ed istintivo, conteggiamo con le dita la nostra età, nel 1285 A.U.C. Dionigi, avendo collocato l'incarnazione di Gesù nel 753 A.U.C., contò con le dita delle mani gli anni della sua cronologia, come contava gli anni della sua età, e non come contava i suoi libri.
Utilizzò cioè 5 dita per i primi cinque secoli, 3 dita per i tre successivi decenni, e 2 dita per i restanti due anni, in totale solo 10 dita.
E mentre faceva scattare le dita diceva:
853, 953, 1053, 1153, 1253,
1263, 1273, 1283,
1284, 1285
e quindi 532 anni.
Ed è assurdo pensare che Dionigi il Piccolo non fosse in grado di fare ciò. E la lettera al vescovo Petronio è la prova evidente di tale assurdità.
Questo ed altro è il contenuto di questo sito web.
Buona lettura a tutti.
Ciao da Giovanni.
sabato 8° giorno di settembre 2001