sei sul sito di Giovanni Fraterno
L'ultimo quarto, è la quarta fase lunare, con il disco illuminato a metà.
Dodici cicli completi della Luna, dunque, all'incirca, corrispondono alle quattro stagioni, e proprio questo calcolo potrebbe essere alla base della suddivisione dell'anno tropico in 12 intervalli (12 mesi). Cercare, però, di far conciliare Sole e Luna, non è semplice. Il tempo impiegato, infatti, dalla Luna, per descrivere la propria orbita attorno alla Terra e ritornare nella sua posizione originale (mese lunare), non è un divisore di un anno tropico. Il calendario dei Babilonesi, dei Greci e dei Sumeri era di tipo lunare, nel senso che si basavano sul mese lunare, e per conciliarlo con le stagioni, erano previste delle macchinose correzioni. Non è certo, ma ai Babilonesi viene in genere fatto risalire la divisione del giorno in 24 ore. C'è infatti chi ritiene che i Babilonesi, fanatici di astrologia, abbiano diviso il dì e la notte in 12 ore ciascuno, il cui numero è appunto quello dei segni zodiacali, e poi sommato le une alle altre, per giungere al giorno, con ciò, di 24 ore. Gli Egizi furono i primi uomini, di una civiltà antica, a scegliere il Sole come riferimento del loro calendario. Seimila anni fa gli antichi Egizi, così, già calcolavano che l'anno solare avesse una durata assai vicina a 365 giorni. Si giunse così ad un calendario fatto di 12 mesi di 30 giorni ciascuno, oltre 5 giorni supplementari che venivano aggiunti all'anno. Circa quattromila anni fa, poi, gli Egizi si resero conto che, in realtà, l'anno solare era di circa 1/4 di giorno più lungo, ma a causa dell'opposizione dei sacerdoti, che controllavano il vecchio calendario egizio, fatto di 365 giorni, quest'ultimo non fu modificato, nemmeno quando, nel 516 A.U.C., Tolomeo III (governò dal 508 al 533 A.U.C.) ordinò che fosse istituito un sistema che comprendesse un anno bisestile, che doveva ottenersi aggiungendo un giorno supplementare ogni quattro anni.