U.L.E.V. Loris Andrioli
Questa Conferenza dei veneti d’Europa, si caratterizza non solo come incontro di cittadini veneti emigrati dal Veneto nei diversi Paesi Europei, ma anche come una consistente rete di relazioni e presenza veneta e italiana, da qualche tempo riconosciuta, soprattutto da parte dell’imprenditoria, come una risorsa.
Sulla consapevolezza che le nostre Comunità di veneti emigrati nei diversi
Paesi del mondo, non erano una questione residuale del Veneto del passato, ma
forza dinamica al punto che la
sua presenza nel mondo era da considerare, una ricchezza da valorizzare nel
rapporto con il Veneto e con l’Italia. Per le Associazioni è sempre
stata una certezza e la ragione principale per la quale sono sorte, promovendo
l’attenzione e l’impegno delle Regioni, fino dalla loro nascita
e delle altre istituzioni. Le limitate risorse finanziarie impegnate e le insufficienti
sinergie operate a livello istituzionale, risultano ancora insufficienti e poco
incisive, soprattutto se messe a confronto con i cambiamenti e la crescita che
hanno interessato le nostre Comunità, in Europa, e ai processi costitutivi
della Unione Europea .
I cambiamenti in ambito Europeo che ci riguardano tutti come cittadini dell’Unione Europea o prossimi a diventarlo, ma che nello specifico, devono ancora essere rimossi una serie di svantaggi , disagi e discriminazioni che riguardano la condizione di lavoratori comunitari; (dal diritto di residenza in uno stato della U.E. che non sia legato al lavoro o all’esercizio di alcune- professioni- alla assistenza- al riconoscimento e alla equiparazione dei titoli di studio- alle pari opportunità . Generazioni queste, che hanno vissuto tutte le tappe della costruzione dell’Unione Europea vivendola anche come opportunità di superamento delle diverse forme di discriminazione , e delle tentazioni di assimilazione. I processi di integrazione, hanno avuto come fondamento il lavoro, la qualità di lavoratori in cui si sono distinti e il loro impegno diretto nella vita sociale legata al mondo del lavoro. Processi di integrazione che non vengono automaticamente o a seguito delle direttive della U.E. , ma vanno sostenuti investendo sulle nostre comunità. Investimenti in primo luogo di carattere culturale per consentire alle nostre comunità di essere riconoscibili in quanto tali anche nei valori da affermare e competitive nella caratterizzazione dei contenuti che si vuole affermare, partecipando come entità culturale definita e riconoscibile. Ma riguardano anche il coinvolgimento e le garanzie per i veneti all’estero, in termini di opportunità di partecipazione allo sviluppo sociale e culturale della propria regione .
Più volte è stata ribadita l’opportunità di non
perdere l’occasione che nella definizione dello statuto regionale siano
definiti e garantiti i diritti dei veneti all’estero, che lo statuto stesso
sia permeato della presenza di questa “risorsa” tale da concorrere
alla stessa definizione della identità Veneta. Purtroppo le due proposte
di statuto presentate, sono desolatamente carenti sotto tutti i punti di vista
dal recepirne l’esigenza, pertanto devono continuare le sollecitazioni
e le proposte al riguardo.
Questa esigenza è estremamente evidente se vogliamo essere parte attiva
nella nostra regione nel quadro più vasto dell’Europa impegnata
a darci nei tempi brevi l’identità di cittadini europei attraverso,
in cui si colloca la carta dei diritti fondamentali della Unione Europea