UN PO' DI STORIA
Non vorrei partire da troppo lontano, ma penso che la loro storia abbia inizio con l’esigenza naturale dell’uomo ad avere un riferimento al "tempo".

All’inizio il riferimento era forse dato dall’alternarsi del giorno e dalla notte, il giorno era il "tempo" della caccia, la ricerca degli alimenti e la notte era il "tempo" del riposo.

Successivamente l’esigenza di datare celebrazioni di riti, feste propiziatrici ha spinto l’uomo ad osservare con più cura momenti e luoghi astronomici significativi come i punti di levata e tramonto del Sole e della Luna.

Nacquero quindi i primi strumenti per l’osservazione del moto degli astri.

Si possono ricordare gli allineamenti e le geometrie dei megaliti della Bretagna, di Stonehenge in Inghilterra, stiamo parlando di 5000 anni fa.

L’aumento della complessità della vita sociale poi, rese necessaria una divisione più precisa del "tempo" ed in particolare la misura delle ore del giorno. Il problema fu risolto con la costruzione degli Obelischi che sembra fossero già noti agli egizi nel terzo secolo A.C.

Vere e proprie Meridiane cominciarono a funzionare al tempo dei Greci. Essi svilupparono la gnomonica su basi scientifiche, migliorando le norme per la costruzione degli orologi solari non solo su piani orizzontali, ma anche su piani inclinati rispetto all’orizzonte o rispetto al meridiano, nonchè  su superfici coniche, cilindriche e sferiche.

I nostri romani ereditarono queste scoperte e si limitarono a razionalizzare e descrivere le tecniche relative alla loro costruzione.

Dopo la caduta dell’impero romano e per tutto il Medio Evo, le conoscenze della misura del tempo si tramandarono tramite due diverse culture, quella Monastica e quella Islamica.

Le rigide regole Monastiche che imponevano un particolare rispetto di regolari intervalli di tempo per il lavoro e la preghiera richiedeva una rielaborazione dell’orologio solare.

Il quadrante costituito da un semicerchio con uno gnomone ad esso perpendicolare era diviso in parti uguali da raggi riportando l’indicazione dei momenti della preghiera.

Questi orologi solari si diffusero per tutto il territorio e costituirono l’unico riferimento temporale per le popolazioni oltre naturalmente al ciclo del Sole.

Furono comunque gli Arabi i veri eredi e continuatori della gnomonica classica nel contesto di un più’ generale fervore di attività riguardanti la matematica la fisica e l’astronomia.

I livelli raggiunti dalla gnomonica araba nel XIII secolo saranno ripresi ed eguagliati dalle scuole occidentali solo nel 1500/1600 quando in Europa vi fu la riscoperta della cultura classica latina e greca.

Si diffondono in questo periodo nei centri abitati i grandi orologi murali verticali che coesistevano con gli orologi meccanici; questi a causa della loro scarsa precisione erano corretti usando come riferimento l’orologio solare.

In questo periodo se ne costruiscono di ogni tipo, dai portatili alle grandi meridiane pavimentali, dette a camera oscura, delle grandi Cattedrali. Quella di Bologna in San Petronio e’ una delle più  famose.

I secoli seguenti e in parte il 1800 sono definiti i secoli d’oro della gnomonica, l’arte e la scienza si fusero in maniera mirabile, e si raggiunse il vertice non tanto per la precisione che ovviamente continuò a progredire ma come splendore delle realizzazioni.

Lo sviluppo tecnologico che seguì a questo periodo, i trasporti sempre più veloci, il telegrafo resero necessaria la sostituzione dell’ora locale con una fittizia, un’ora media comune per tutto il territorio.

Come in uso in altri paesi che adottarono le ore "Nazionali" facendo riferimento al meridiano delle capitali, anche in Italia con una legge del 1866 si stabilì l’adozione del tempo medio del meridiano di Roma.

Il passo successivo verso l’unificazione a livello internazionale della misura del tempo fu l’adozione del Tempo Universale riferita ai fusi orari. Fu stabilito che quello di Greenwich doveva essere quello principale.

Quindi dal 1893 fu adottato il Tempo Medio dell’Europa Centrale.

Tutto questo, sommato alla maggior precisione e semplicità d’uso degli orologi meccanici decretarono per gli orologi solari un lento declino e sono poi rimasti nell’oblio per circa un secolo prima di essere di nuovo riscoperti in questi ultimi tempi.

Oggi le meridiane sembrano andate in pensione, molte sono state cancellate dal tempo altre rovinate o distrutte da interventi fatti senza che se ne sia pensata la conservazione.

Nell’opinione comune le Meridiane sono considerate strumenti molto approssimati, difficili da leggere, inutili, e comunque roba di altri tempi, da 15/20 anni a questa parte comunque, sembra che sia rinato un crescente interesse per la gnomonica e la conferma e’ proprio quella che siamo qui a parlarne.

Da: Meridiane nelle Marche : Don Albero Cintio

Orologi Solari d’Italia : Giovanni Paltrinieri

LeMeridiane : Gian Carlo Pavanello – Aldo Trinchero

Meridiane: Enrico Del Favero