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Caso angio N°27: Termoablazione + Chemioembolizzazione in HCC

Uomo di 55 anni con residuo vitale in nodulo di 8 cm dell'VIII° segmento epatico, già trattato
con Chemioembolizzazione "semplice" (Farmorubicina + Lipiodol + Spongostan).

Le scansioni TC senza mcd dell'ultimo controllo evidenziano il deposito incompleto

della miscela lipiolodata somministrata nella precedente chemioembolizzazione.
Dopo mdc l'enhancement in fase arteriosa conferma
la vitalità delle aree del nodulo non impregnate dal lipiodol
L'angiografia evidenzia ancora la presenza di almeno due grossi rami diretti al nodulo.
La procedura inizia con una nuova embolizzazione (particelle di spongostan in frammenti) per creare una ipossia tissutale locale.
Subito dopo si procede alla centratura ecografica del nodulo
riconoscibile anche dalla iperecogenicità delle "zolle" di lipiodol.
Viene introdotto il primo ago con filo guida
che successivamente porterà la sonda.
Il controllo radiologico conferma la completa apertura del ricciolo distale.
Inizia il riscaldamento dell'estremità distale della sonda
[Fogazzi - Generatore RF 100W]
che dura in media 45 minuti.
(il paziente è in anestesia peridurale)
In questo fase della metodica l'incremento dell'iperecogenicità è l'unico segno (indiretto) della necrosi cellulare.
Le sonde sono dotate all'estremità di un ricciolo o di una "gambetta" per incrementare la distribuzione del calore
potendo così raggiungere un volume di azione di 3-4 cm
[Fogazzi - Miras].
Per coprire il volume complessivo del nodulo sono servite diverse applicazioni.
Solamente tra alcuni giorni sarà possibile (con un nuovo controllo TC) demarcare l'esatta area di necrosi...

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