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Prodotti tipici

Il pane

Pane grano tenero

Ambrogiano

Bastone

Bovolo

Ciabatta

Cioppa (Cioppetta)

Monta su

Pan biscotto

Pane azimo

Pane scaferò

Rosette

Spaccatine

Trionfi (emergente)

Zoccoletti

Pane di segale

Puccia di Cortina

Pane di mais

Pane di mais

Zaeti

Pane di avena

Pane arabo

 

Pane grano tenero

Ambrogiano

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, uova (3 x kg. di farina), malto, strutto, lievito naturale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la massa del pane, dopo lunga lavorazione manuale, viene fatta fermentare per almeno 7 ore. Vengono poi formati dei panini lunghi del peso di 40/50 gr., che assomigliano alla ciriola romana, solo che a differenza di questa sono lisci. Ogni panino viene passato con il malto assumendo un aspetto liscio e lucido. Viene cotto al forno.
Area di produzione: Mestre, in provincia di Venezia.
Note: era il pane che solennizzava un tempo la festa di S. Ambrogio da cui deriva il nome. La consuetudine di arricchire i pani rituali con uova, grassi, miele e altri ingredienti è documentata fin dal IV millennio a.C. Anche il termine "panino" citato da molti autori greci ("era solito mangiare panini e miele e bere del buon vinello") indicava un pane da forno grossolanamente ovoidale - come è appunto l'Ambrogiano - o rotondo con tagli per favorire l'uscita dei gas dovuti alla fermentazione o alla cottura. L'Ambrogiano, per la sua accurata lavorazione, è un pane con un alto valore aggiunto che conserva bene le sue qualità di morbidezza anche dopo qualche giorno che è stato fatto. (Cfr. E. Battaglia, Artos: Il lessico della panificazione nei papiri greci, Milano, 1989).

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Bastone

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, grasso di maiale, lievito acido, lievito di birra, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina viene impastata con lievito, acqua, sale e grasso di maiale fuso. Quando l'elaborato è omogeneo, si lascia lievitare e si formano dei pani lunghi a mo' di bastone, del peso di circa 500 grammi. Dopo breve riposo vengono cotti al forno.
Area di produzione: Padova.
Note: nell'arte bianca il bastone differisce dal filone perché più lungo e meno alto. A queste differenze di forma si aggiungono nel Veneto differenze tecnologiche. Infatti il bastone fa ricorso ad un tipo di impasto detto bastardo perché né duro né morbido, mentre il filone, detto anche ciapa - parliamo sempre del Veneto, non di altre parti d'Italia - esige un impasto duro. Il pane padovano è particolarmente lodato da Ortensio Lando nel "Commentario delle più mostruose e memorabili cose ch 'abbia l'Italia", Venezia, 1553, riedito da Pendragon, Bologna, 1994.

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Bovolo

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, sale, lievito naturale e di birra.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina viene impastata a lungo con il lievito e l'acqua tiepida nell'impastatrice. Quando l'impasto ha raggiunto una giusta consistenza si divide in grossi pezzi che si lasciano lievitare a lungo in appositi contenitori. Successivamente si reimpastano e si formano tante pagnottelle del peso di 150 gr. a cui viene data la forma di chiocciola. Pane oblungo con le due estremità circolari. Si inforna e si cuoce.
Area di produzione: tutto il Veneto.
Note: il nome deriva dalla forma di chiocciole - lumache - che in dialetto veneto si chiamano bovoli. La caratteristica della pasta dura è quella di avere una bassa percentuale di umidità, quindi impastare la farina diventa cosa molto faticosa, tant'è che in passato, prima dell'impastatrice elettrica, si utilizzava una macchina di legno girata a mano. Dove anche la macchina era un lusso, nelle case contadine più povere e in quelle operaie, la farina si impastava con i piedi utilizzando un paio di zoccoli fatti apposta per questa operazione. Si segnala che anticamente anche a Roma c'era un panino che assomigliava al bovolo chiamato "ciumachella", piccola chiocciola, che oggi non c è più.

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Ciabatta

Composizione:
a. Materia prima: farina integrale di grano tenero tipo 1, acqua, lievito naturale, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina di frumento "tipo Italia" viene a lungo impastata con lievito naturale, un po' di olio, sale e acqua tiepida. L'impasto deve risultare morbido e vellutato e, dopo una lievitazione che dura oltre 12 ore, la pasta viene modellata nella forma classica, lunga e schiacciata, incisa con tagli longitudinali e cotta al forno.
Area di produzione: un tempo tipica di Como, l'epicentro della sua produzione si è ora spostato ad Adria, in provincia di Rovigo, ma la versione industriale, con brevetto e farine dei mulini adriesi, viene prodotta in tutte le città italiane ed entra nella catena della grande distribuzione in buona parte dell' Italia settentrionale.
Note: l'attuale versione della ciabatta nasce nel 1982 da una ricetta di Arnaldo Cavallari che, abbandonato il mondo delle corse automobilistiche, decide di dedicarsi all'attività della famiglia, proprietaria dei "mulini adriesi", ossia di Adria, in provincia di Rovigo, capitale del Polesine. In un'Italia colpita dalla concentrazione dei molini, dalle nuove mode dietetiche e dall'abbandono delle lievitazioni acide, Cavallari mise in produzione la farina "tipo 1 Italia" caratterizzata da un alto contenuto di glutine, che si prestava bene alle lunghe fermentazioni. Questo tipo di lavorazione garantiva un prodotto gustoso e fragrante, ma con una percentuale di umidità molto più elevata rispetto a quella delle michette o delle baguettes francesi. Per promuovere l'impiego delle farine, il dr. Cavallari ha realizzato presso i mulini adriesi un piccolo laboratorio di panificazione dotato di bilancia impastatrice, madia per il lievito naturale e per la lievitazione, spezzatrice e forno di cottura. I panificatori, selezionati secondo particolari criteri, vengono invitati a piccoli gruppi ad un corso di specializzazione gratuito presso sale laboratorio. Alla fine del corso, impostato in gran parte sulla sperimentazione pratica, una buona parte degli allievi aderisce al programma di diffusione della "ciabatta Italia": in sostanza l'allievo accetta di approvvigionarsi di "farina integrale" presso i mulini adriesi e in cambio riceve una targa da apporre nella vetrina del negozio con una scritta del tipo "Qui è in vendita la ciabatta Italia".

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Cioppa (Cioppetta)

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, lievito acido, sale, lievito di birra.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: alla sera farina, lievito e acqua in quantità inferiore a quella adoperata per l'impasto morbido vengono impastati nell'impastatrice. Si lascia lievitare per diverse ore fino a raddoppiare il volume. Poi si aggiunge altra farina, si reimpasta, si confezionano le pagnotte nei diversi formati e si lasciano riposare. Il peso delle forme varia dal mezzo etto ai 4 etti; le incisioni nella parte superiore possono essere trasversali o a croce nelle forme rotonde. A cottura ultimata la mollica è compatta e si può tagliare a fette. Si cuoce per circa un'ora al forno a legna.
Area di produzione: tutto il Veneto.
Note: il termine "cioppa" sta soprattutto per pagnotta rotonda, anche se con questo nome si identificano pani come il "corno padovano" certamente non di forma rotonda. Con lo stesso impasto e delle stesso peso vengono fatte le "foglie", panini di piccole dimensioni a forma, appunto, di foglia, e le "giraffe" trevigiane, pagnotte attorcigliate sull'allungato che ad Asolo vengono chiamate "corni". "Cornetto" o "montasù" sono invece la stessa cosa. Nella regione, comunque, le tipologie di pane più diffuse sono proprio le cioppe.

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Monta sù

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, sansa di olive, strutto raffinato inodore, lievito naturale, lievito di birra, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina e gli altri ingredienti vengono impastati nell'impastatrice. Si lascia lievitare la pasta e quando si è alzata si porziona in tanti pezzi a cui viene data la forma triangolare montata a torciglione. Si lasciano riposare ancora e si cuoce in forno caldo. Ne risulta un prodotto dal colore dorato friabile, mollica compatta, sapido.
Area di produzione: tutto il Veneto e altre regioni della Padania: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna.
Note: di dimensioni variabili, per la sua friabilità è molto gradito appena sfornato e un pezzetto tira l'altro, come per le ciliege, finché non si finisce, tanto che nella dispensa raramente rimangono tozzi. Il nome deriva dalla sua particolare forma, che è comune a tutta la Valle Padana, mentre il peso varia notevolmente e va dai 60 gr. della Lombardia fino ai 500 gr. del Piemonte. Nel Veneto si oscilla dai 50 ai 100 grammi.

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Pan biscotto

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero semintegrale, acqua, olio (o strutto, lievito di birra, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: farina, acqua e sale vengono impastati e lavorati a lungo e si formano dei panini a forma di banane. Si lascia lievitare per un'oretta e si fa cuocere a forno non troppo caldo (160/170 °C) per circa un'altra ora. Si toglie dal forno e, a freddo, si rimette nel forno che nel frattempo è ancora sceso di temperatura, lasciando per 12 ore. Si conserva in luogo asciutto anche per oltre sei mesi.
Area di produzione: Veneto.
Note: viene fatto in tutto il Veneto. Era il pane di riserva per quando finiva il fresco. Esso si consumava al mattino col caffelatte o alla sera con salumi e formaggi. Ogni famiglia teneva come scorta una quota di pan biscotto mancando il quale in alternativa c'era solo la polenta.

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Pane azimo

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano duro, acqua.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina viene impastata con il solo ausilio dell'acqua. Dopo breve riposo viene spianata con il "mattarello" speciale che lascia l'impronta di numerosi forellini. Viene tagliata in rettangoli del peso variabile dai 30 ai 50 gr. Si cuociono al forno in grossi testi o teglie.
Area di produzione: Venezia e provincia.
Note: anche gli azimi (a-zumos, ossia senza fermento nel mondo greco-latino) appartengono alla categoria dei pani ed hanno origine per solennizzare la Pasqua ebraica. Durante la settimana di Pasqua nelle case dell'antica religione non doveva rinvenirsi neanche una briciola di lievito. All'epoca di Cristo, comunque, il lievito era molto diffuso e se ne fa di frequente cenno (cfr. G.Gandi, "Pistores", Firenze 1931). Viene consumato durante il periodo pasquale con i cibi tradizionali.

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Pane scafetò

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, lievito acido, lievito di birra, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: farina, acqua e lievito vengono lavorati fino ad ottenere un impasto né troppo duro, né troppo morbido. Dopo la lievitazione vengono confezionati dei pani a forma di foglia del peso di circa 70 gr. Prima il pane viene cotto e poi biscottato.
Area di produzione: Padova e provincia.
Note: è un pane che si mantiene anche 6 mesi. La gente di campagna, un tempo, lo acquistava una volta ogni tanto, conservandolo nello scafetò, una specie di scaffale in cui i contadini custodivano granaglie, farine e dunque anche il pane. Lo scafetò è simile al pan biscotto.

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Rosette

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, strutto, acqua, olio, chiara d'uovo, lievito acido e di birra, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici: pizzico di zucchero.
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: alla farina viene aggiunto il lievito acido, di birra sciolto in acqua, lo strutto, l'olio, un pizzico di zucchero. L'impasto viene lavorato fino a quando l'elaborato non risulti omogeneo ed elastico. Si lascia lievitare per qualche ora fino a che non raddoppia di volume. Si taglia poi in tanti pezzi ai quali viene data, tramite abili manipolazioni, la forma di rosetta. Si lascia alzare per altro tempo e si cuoce in forno caldo.
Area di produzione: le rosette, tipiche in tutto il Veneto, sono fatte manualmente solo nella zona di Venezia.
Note: rispetto alle rosette industriali, quelle veneziane artigianali hanno l'interno pieno. Questi panini o piccoli pani, fatti con burro o strutto, hanno origine nelle regioni settentrionali dell'Italia romana. Secondo Plinio (N.H., XVIII, 105) essi potevano essere fatti solo da gente pacifica, che aveva molto tempo da perdere e non doveva più pensare alla guerra. Nella cucina romana il burro, che Plinio chiama "cibum lautissimum barbarorum", cibo molto nutriente dei barbari, era infatti assente, così come non si conosceva l'uso dello strutto nella panificazione. Lo stesso manufatto a Firenze prende il nome di "Semelle".

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Spaccatina

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, lievito acido e di birra, sale,
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: farina e lievito vengono lavorati fino ad ottenere un impasto dalla consistenza morbida. Dopo la lievitazione si formano dei piccoli pani rotondi del peso di 50/100 gr. che vengono profondamente incisi nella parte superiore. Dopo aver completato la seconda alzata vengono infornati.
Area di produzione: Padova e provincia.
Note: l'impasto morbido, nell'area veneta - dove il pane più consumato è quello a pasta dura - viene chiamato "pasta bastarda" con la quale viene confezionata sia la "cioppa" o "cioppetta" che lo "scafetò"
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Trionfi (emergente)

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, grasso, lievito di birra, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: l'impasto viene fatto lievitare per circa 24 ore. Si formano dei panini, del peso di circa 70 gr., di forma ovoidale, un po' gonfia nella parte centrale. Si cuociono nel forno e a cottura ultimata il prodotto risulta morbido al tatto e dolce di sapore.
Area di produzione: Bassano del Grappa.
Note: la lunga lievitazione fa sì che questi panini al momento della cottura per effetto del calore espandono la pasta che, così dilatata, "trionfa": da cui il nome. Adatti per preparare tartine e antipasti, si accostano bene a qualsiasi alimento.

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Zoccoletti

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, lievito naturale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: è la stessa lavorazione della ciabatta (vedi scheda). Cambia solo la forma, che è quella di un piccolo panino irregolare, dal peso di 120 gr., dall'interno quasi cavo, croccante.
Area di produzione: in tutto il Veneto e altre parti d'Italia, dove viene fatta anche la "ciabatta Italia".
Note: fruisce della stessa tecnologia della ciabatta. Essendo più piccolo della ciabatta, viene detto "zoccoletto", termine usato in passato per indicare un tipo di scarpa. Questa terminologia oggi è quasi in disuso.

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Pane di segale

Puccia di Cortina

Composizione:
a. Materia prima: farina di segale, farina di grano tenero (30%), erba aromatica, lievito naturale e di birra.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: le due farine vengono lavorate bene fino ad ottenere un elaborato omogeneo e compatto. Poi si formano delle pagnottelle piatte dal peso di 250 gr. l'una che si lasciano lievitare per un'oretta, durante la quale i pani si alzano di circa 2/3 cm. Vengono poi cotti al forno.
Area di produzione: Cortina d'Ampezzo, in provincia di Belluno.
Note: "puccia", nel dialetto locale, si dice di una cosa venuta male: "questa torta è venuta come una puccia", significando che non si è "alzata" o lievitata bene. Questi pani vengono consumati in gran quantità nei rifugi alpini, farciti con i prodotti tipici locali e scaldati prima del consumo. Ciò che li rende particolari è la presenza di un'erba aromatica detta localmente "zigoinr" (una varietà di origano selvatico) che cresce solo in quella zona. Il nome puccia, comune in tutto il meridione, e dal significato di focaccia, alcuni etimologi del passato lo farebbero derivare da "pupja" o da "pucciledda", bambola. In Ladinia centrale ha il significato di pizza, o pagnotta rotonda fatta in casa. Il Vidossi non stabilisce un nesso fra queste voci settentrionali e quelle del Mezzogiorno

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Pane di mais

Pane di mais

Composizione:
a. Materia prima: farina di mais e frumento, lievito naturale, sale, zucchero.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: le farine di mais e di frumento, unitamente al lievito stemperato in acqua e ad un pizzico di sale e zucchero, vengono impastate a lungo. Si lascia lievitare per diverse ore. L'impasto viene ripreso e lavorato ancora sulla spianatoia infarinata, dividendolo poi in tante parti uguali, alle quali viene data sia la forma rotonda che quella allungata del filone. Dopo breve riposo vengono infarinate e cotte.
Area di produzione: tutto il Veneto.
Note: nell'Italia settentrionale, soprattutto in Lombardia e nel Veneto, dove il consumo di polenta è stato più marcato; non in tutte le località, sia di pianura che di montagna, il pane era alimento abituale. Solo negli ultimi decenni, con la progressiva modernizzazione dello stile di vita, c'è stata una sua maggiore diffusione. Un tempo nei piccoli paesi di montagna della regione il pane, quello bianco e più ambito, si faceva arrivare da grossi centri e le rare volte che i montanari facevano il pane, lo facevano con il mais. Forse è per una questione di nostalgia o di affezione se in questa regione il pane di mais trova tanti estimatori. In verità, trattandosi di una miscela, sarebbe più corretto chiamarlo pane al mais. Ma l'uso è quello accolto nella denominazione della scheda.

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Zaeti

Composizione:
a. Materia prima: farina di mais, pinoli, uvetta, burro, uova, acqua.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina di mais viene impastata con tutti gli ingredienti. Quando l'impasto è ben amalgamato si formano manualmente dei cilindri che vengono tagliati in tanti pezzi di circa 4/5 cm. che a loro volta vengono appiattiti con le mani lasciando le estremità a punta. Si cuoce a temperatura superiore a quella richiesta per la farina di cereali.
Area di produzione: zona di Bassano del Grappa, e in tutto il Veneto centrale.
Note: "Zaeti" in dialetto significa gialletti, dal colore della farina di mais.

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Pane di avena

Pane arabo

Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, farina di avena, acqua, olio extravergine di oliva, lievito di birra, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: le due farine vengono impastate bene con l'acqua e gli altri ingredienti. Si formano dei pani sottili, tipo piadina, del peso di circa 90/100 gr.; si lascia lievitare e si cuoce per 4/5 minuti soltanto nel forno ben caldo, ma anche su i carboni ardenti.
Area di produzione: Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso.
Note: è una ricetta di origine araba. L'elaborato è ottimo da farcire e cuocere alla griglia perché diventa subito croccante. Abitualmente si consuma in alternativa al pane accompagnato da salumi e formaggi locali. La crescente presenza di immigrati dai paesi arabi nel nostro paese moltiplica elaborazioni di questo tipo. Esse fioriscono a Roma, attorno alla moschea di recente apertura.

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