Nel
linguaggio internazionale dellarte, dire Veneto equivale a dire colore.
Una intera cultura figurativa costruita sul colore. Così scoprire i luoghi e
larte del Veneto significa spaziare nelle sfumature del colore,
nellarmonia della luce e negli equilibri delle forme. Una sensibilità,
quella dei veneti, determinata forse proprio dalle caratteristiche
atmosferiche, dalla varietà dei toni e dalle gamme di questa terra.
Unattitudine che si sviluppa in questa regione, nel corso dei secoli,
attraverso linfluenza di tante civiltà ricche di storia e di cultura: dal
paleolitico alle società preromane e romane, medievali dal rigore
delleuforia rinascimentale, dallinventiva seicentesca, ad un Settecento
dorato, dalle atmosfere mitteleuropee dellOttocento fino alle espressioni
della cultura moderna e contemporanea.
Un racconto artistico di estrema ricchezza sparsa nelle grandi città del
Veneto come nei piccoli centri, nelle campagne, anche in luoghi ameni e
sperduti, ma non dimenticati dallingegno e dalla sensibilità di illustri
artisti e di artigiani operosi.
Un immenso tesoro, da ammirare e da apprezzare in ogni piccolo dettaglio,
luoghi da scoprire e dove trovare nei più nascosti meandri sorprese
artistiche di enorme valore e di grande soddisfazione per lanima e lo
spirito.
Larte nel Veneto è ovunque un enorme patrimonio dedicato a tutti coloro che
vorranno apprezzarlo ed amarlo.
A
Venezia,
città darte per antonomasia, è sognata in tutto il mondo come meta di un
fantastico viaggio; ma sono molte nel Veneto le città da scoprire. E non
solo la
Padova
di Giotto e Mantegna, la
Verona romana e
romanica, la
Treviso di Tomaso e Lorenzo Lotto, la
Vicenza di
Palladio.
Ci sono inoltre tanti centri, minori solo per dimensioni, non certo per il
fascino che ispirano: Montagnana, Este, Monselice, Arquà Petrarca,
Cittadella, Asolo, Possagno, Conegliano, Chioggia, Vittorio Veneto, Feltre,
Marostica, Bassano, Soave, Peschiera, Oderzo, Portogruaro, Castelfranco,
Concordia Sagittaria, Adria, Lendinara.
Questi e tanti altri luoghi in cui sarà meraviglioso riscoprire i colori e
le atmosfere di Bellini, Giorgione, Cima e Tiziano, Canova, Palladio,
Tiepolo e tanti altri artisti.
Le Ville Venete |
Verso la metà
del 500 molte famiglie patrizie veneziane decisero di investire le grandi
ricchezze accumulate nei commerci con lOriente nella realizzazione di
grandi imprese agricole da amministrare direttamente. Fu allora che i
Corner, i Barbaro, i Badoer, gli Emo, i Grimani, i Foscari, detentori del
potere economico e politico, ma anche grandi studiosi di filosofia e cultori
darte, trovarono in Andrea Palladio il loro interprete ideale.
Nasceva così la villa veneta, una tipologia abitativa e produttiva
assolutamente originale, che ebbe un grande successo poichè rispondeva nello
stesso momento ad esigenze estetiche e funzionali. Essa recepiva alcuni
caratteri morfologici e strutturali di derivazione romana imperiale che
Palladio aveva potuto conoscere sui testi antichi e nei diversi viaggi a
Roma in compagnia del suo pigmalione, lumanista Gian Giorgio Trissino.
Se la villa quindi, fatto senza precedenti, assumeva forme di tempio
classico, non dobbiamo tuttavia dimenticare che nelletà dellumanesimo il
tempio non aveva tanto un significato religioso, quanto piuttosto la
funzione di marcare una differenza culturale: i segni della classicità
riassumevano un intero sistema di valori antropologici, etici ed estetici,
basati sul sapere ereditato dai greci e dai romani e riscoperti dagli
umanisti.
Ed ecco allora
sorgere, accanto al corpo centrale destinato allabitazione del signore, le
tipiche barchesse, le stalle, le colombare, le abitazioni per i coloni.
Nellarco di tre secoli varie centinaia di ville furono edificate nella
campagna dellentroterra Veneto e lungo i principali corsi dacqua, ma la
nuova concezione socio economica testimoniata dalla villa veneta si diffuse
ovunque, arrivando anche molto lontano e perfino nel Nuovo Mondo, nelle
grandi piantagioni del Sud degli Stati Uniti dAmerica.
Oggi, percorrendo le strade del Veneto, capita spesso di incontrare qua e là
ville dallinconfondibile impronta.
La più nota tra queste è certamente Villa Barbaro, progettata ed edificata
da Palladio nel 1560 a Maser nel trevigiano per i fratelli Marcantonio e
Daniele Barbaro, rappresentanti del ricco e colto mondo umanistico veneziano
dellepoca.
Famosa universalmente per le meravigliose decorazioni a fresco eseguite da
Paolo Veronese, annovera nel Giardino Segreto diverse sculture di Alessandro
Vittoria.
A pochi chilometri da Maser, a Fanzolo di Vedelago, troviamo un altro
gioiello palladiano, Villa Emo, circondata da un grande parco e decorata
interamente dagli affreschi di Giovan Battista Zelotti.
Ancora abitata dalla famiglia Emo, anche questa villa è aperta al pubblico.
Molto interessanti sono anche: Villa Corner a Piombino Dese, realizzata con
doppia facciata e pronao a due ordini, fatto assai poco frequente tra le
ville palladiane per Alvise Corner; Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo nel
vicentino, caratterizzata dal portico a bugnato rustico che richiama quello
di Palazzo Tè a Mantova; Villa Badoer a Fratta Polesine che, con i suoi due
portici ad ala curva sui lati, produce un notevole effetto scenografico; per
finire, Villa Sarego a Santa Sofia di Pedemonte nel veronese stupisce,
invece, per la genialità dimostrata da Palladio nellattuare soluzioni
sempre originali, come linusitato ordine rustico gigante di ispirazione
manierista.
Celeberrima ed inconfondibile per le sue particolarità è senza dubbio la
Villa Almerico Capra detta la Rotonda, opera della piena maturità di
Palladio. La sua peculiarità più evidente è nella pianta, simmetrica su due
assi ortogonali, come nella croce greca. La villa presenta quattro facciate
uguali, ognuna con un pronao esastilo in stile ionico. Allinterno, una sala
centrale a pianta circolare coperta da una cupola raccorda le quattro ali
delledificio.
Tutte le ville palladiane furono realizzate nel terzo quarto del
cinquecento. In questa prima fase della diffusione della villa veneta, gli
aspetti piacevoli della vita a contatto con la natura rimanevano in secondo
piano rispetto alla scelta, tutta economica, di orientare gli investimenti
verso unagricoltura di tipo intensivo. Successivamente, e con sempre
maggiore decisione col passare dei decenni, la villa prese ad assumere
principalmente il carattere di luogo di delizie ed anche una specie di
status symbol. La villeggiatura, cioè il soggiorno in villa, che tendeva
di norma a concentrarsi in coincidenza con i due principali periodi di
raccolto dellannata agricola: la mietitura, tra metà giugno e fine luglio e
la vendemmia, dai primi di ottobre a metà novembre, iniziò ad assumere nel
Settecento un carattere mondano e di distinzione sociale per la ricca
borghesia veneziana, fregiatasi, nel frattempo, anche di titoli nobiliari.
Questa moda, tipicamente veneziana, costituì la materia prima per quella
Trilogia della Villeggiatura in cui Carlo Goldoni seppe magistralmente
rappresentare levoluzione della società del suo tempo.
Le ville si
diffusero in tutto lentroterra veneto lungo i corsi dacqua, poichè questi
costituivano allora la più comoda, sicura ed economica via di comunicazione.
Il più famoso tra questi è certamente il Naviglio di Brenta che collega
Venezia con la città di Padova, lungo il quale, tra il Cinquecento ed il
Settecento, furono edificate varie decine di ville, dando luogo a quel
grande complesso idrografico, urbanistico e monumentale noto in tutto il
mondo come Riviera del Brenta.
La concentrazione di ville si fece tanto elevata da determinare una
trasformazione radicale della fisionomia della riviera che divenne una sorta
di naturale continuazione del Canal Grande.
Molte di queste ville, comè ancor oggi visibile, richiamano caratteri
tipologici e decorativi delle architetture veneziane, dotandosi delle
strutture necessarie alla produzione agricola (stabbi, barchesse, colombare,
ecc.) La facciata principale guardava sempre verso il canale, dove
transitava il traffico commerciale e da diporto. Sul canale passava anche
effettuando un vero e proprio servizio di collegamento quotidiano tra
Venezia e Padova, il Burchiello, un grosso battello ben attrezzato e dotato
di ogni comfort, trainato sulle alzaie da cavalli o buoi.
La prima villa che si incontra, imboccando il canale della Laguna, è un
ulteriore capolavoro di Palladio: Villa Foscari, detta La Malcontenta.
Una leggenda
narra che una dama della famiglia Foscari vi sarebbe stata reclusa per
infedeltà coniugali; in realtà il nome trae origine dalla località che,
prossima alla laguna, era spesso soggetta ad inondazioni.
Costruita nel 1555 circa, la villa presenta due facciate opposte molto
diverse tra loro. Quella sul Brenta colpisce per la monumentalità del
pronao, avanzato e rialzato su di un alto basamento, mentre quella rivolta
alla campagna è fortemente caratterizzata dalla grande finestra termale, che
dà luce al salone, e dalle pareti murarie decorate a bugnato. Linterno è
decorato da affreschi di Gian Battista Zelotti.
Superata la Malcontenta, lungo la riviera del Brenta si snoda una
meravigliosa fila di ville, una più affascinante dellaltra, che sembra non
finire mai. Nella località di Mira, troviamo la splendida Villa Sceriman
Widmann Rezzonico Foscari, realizzata nel 700 dal Tirali ed oggi proprietà
della Provincia di Venezia.
Risalendo la corrente, sempre a Mira, troviamo sulla destra la
cinquecentesca Villa Alessandri, impreziosita da una bella foresteria
barocca.
Molto più a monte, nelle vicinanze di Strà, incontriamo sulla riva sinistra
la tardo barocca Villa Lazara Pisani che presenta un singolare sviluppo
orizzontale.
La Riviera del Brenta culmina a Strà, con la favolosa Villa Pisani, ma più
che una villa è una vera e propria reggia. Costruita nella prima metà del
700 dalla famiglia del Doge Alvise Pisani, tradisce, nella grandiosità e
nellarticolazione scenografica della struttura, finalità principalmente di
rappresentanza. Edificata su progetto di Girolamo Frigimelica, che curò
personalmente la costruzione delle scuderie e di altre opere nel giardino,
venne ultimata dallarchitetto castellano Francesco Maria Preti, che
tuttavia rimase fedele al progetto originale.
Come una grande reggia,
limpianto consta di 35 spaziose sale, tutte decorate di stucchi ed
affreschi dei più importanti artisti del tempo.
Sul soffitto del Salone da Ballo, che ha sede nel corpo centrale della
villa, possiamo ammirare il grande affresco con la Gloria della Famiglia
Pisani, ultima opera dipinta da Giovan Battista Tiepolo prima di partire per
Madrid, luogo da cui non farà più ritorno.
Pochi decenni dopo il completamento della costruzione, la Serenissima crollò
di fronte allavanzare delle truppe di Napoleone; questultimo pensò,
qualche anno dopo, di acquistare la villa per farne dono al cognato Eugenio
Beauharnais, allora vicerè dItalia. Con il Congresso di Vienna, però, la
proprietà passò allImperatore dAustria ed infine, nel 1866, al Re
dItalia. I Savoia, ventanni dopo, la cedettero allo Stato Italiano che,
dopo alterne vicende, la dichiarò Monumento Nazionale.
Oggi, nella buona stagione, sulla Riviera del Brenta rivive un intenso
servizio di navigazione turistica con il Burchiello, per volontà dellEnte
del Turismo di Padova fin dal 1960. Le escursioni durano una giornata intera
con partenza a giorni alterni da Padova o da Venezia e necessitano di
prenotazione.
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