STRALCIO DELLA RELAZIONE CONGRESSUALE DEL PARTITO
POPOLARI UDEUR DI SCANDICCI DEL 6 MAGGIO 2005
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Qualcuno potrebbe chiedersi “il” o “i”
perchè alcuni amici abbiano sentito il bisogno, anzi la necessità
vitale, di costituire una nuova, per Scandicci, formazione politica
come la nostra dei POPOLARI-UDEUR, quando anche la destra, la novità
è stata “annunciata” dal Presidente del Consiglio
Berlusconi nel discorso “programmatico” alla Camera e
poi al Senato in occasione della richiesta della fiducia del suo nuovo
Governo, meglio noto come “Berlusconi-bis”, propende e
mira al partito “unico”.
- Innanzitutto per una questione di identità:
identità che alla fine della DEMOCRAZIA CRISTIANA nel 1990 si
è andata stemperando e si è fatta meno visibile, con la
diaspora, la dispersione, dei cattolici democratici nei vari partiti
dei due schieramenti di Centro-Destra e Centro-Sinistra.
Per libera scelta stiamo nel centro sinistra, scelta maturata al Congresso
Nazionale di Napoli lo scorso mese di febbraio al quale abbiamo partecipato,
perchè il nostro è un partito “di centro che guarda
a sinistra”, con lo spirito critico di chi privilegia le idee
e i programmi alle poltrone.
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Noi non siamo frà coloro che hanno brindato
alla dissoluzione della D.C. ed alla diluizione del suo elettorato
e che, di conseguenza, predicano con furore la diaspora dei cattolici
nelle varie formazioni politiche italiane.
Non siamo neppure frà gli integralisti che predicano il Partito
Unico dei Cattolici: non lo è mai stato nemmeno la DC.
C’è una terza categoria di cattolici, quella dei fatalisti,
che dicono:”Ormai è così:o di quà o di
là”.
E’ chiaro che non ci sentiamo rappresentati neppure da questi.
Ma se non ritroviamo, tutti interi i nostri valori ed ideali, né
di qua né di là vorremo appartenere ad un partito “di”
cattolici democratici e laico riformisti, che si ponga al centro della
vita politica. Il “centro” adotta la “temperanza”
come stile, come filosofia politica; il centro non osteggia le sagge
riforme; il centro ha un suo programma politico originale.
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E’ su questi temi che proponiamo, anche quì
a Scandicci, l’idea della Federazione di Centro fra le forze
laiche moderate e cattolico democratiche che si trovano disperse nei
vari schieramenti. Bisogna indirizzare i nostri sforzi in questo senso
se vogliamo dare un futuro a questa nostra democrazia: ammesso che
questa sia ancora una democrazia o non piuttosto una “plutocrazia
postdemocratica”.
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Piano Strutturale di Sir Rogers a Scandicci o dietro
il “nuovo quartiere di Castello”che, bloccato venti anni
fà dall’On.Occhetto allora gran capo del PCI, verrà
costruito fra Firenze e Sesto Fiorentino con gli immancabili centri
commerciali .Guardando oltre ai bei discorsi notiamo come gli attori
economici siano sostanzialmente gli stessi e trasversali a tutti gli
schieramenti politici e si capisce allora come nel caso di Castello
in venti anni non si sia riusciti ad allungare la pista dell’aeroporto
Vespucci di soli 150 metri! Con il Piano Rogers si pensa di dare un
moderno assetto definitivo alla città di Scandicci mentre in
pratica si cementificherà la piana con ogni tipo di edilizia,
compresa quella popolare, non si sa accessibile da quali tasche. A
Badia a Settimo prima di edificare si è pensato a costruire
un fognone e a non rovinare la bonifica fatta dai monaci benedettini
cistercensi?
Quale tipo di viabilità, per migliorare la mobilità
dei cittadini, è prevista per collegare le due Scandicci che
si verranno a creare quando sarà costruita la prima linea della
tramvia, quando sarà scomparsa la rotonda di fronte al Palazzo
Comunale e sarà completata la pedonalizzazione di Via Pascoli?
E’ mai possibile disegnare e costruire le città, le strade
ed i quartieri solo in funzione dei centri commerciali che si andranno
a costruire? Ed il piccolo commercio che fine farà? Quali vantaggi
porterà alla viabilità e all’economia locale la
costruzione della 3° corsia dell’Autostrada A1?
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Ora, se è vero che a Scandicci ci sono 600
appartamenti vuoti. perchè non intervenire con un Programma
CASA che tenda ad acquisire la gran parte di questo patrimonio per
poi poterlo immettere sul mercato a prezzi calmierati? Occorre intervenire
con un Programma Casa, senza ricorrere all’esproprio, che miri
ad una “Offerta Pubblica di Acquisto” sulla grande proprietà
speculativa di questi seicento appartamenti vuoti, dopo essere ricorsi
a tutti gli strumenti che la legge ci consente di adoperare per gli
appartamenti inutilizzati.
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E’ ora di pensare a ripubblicizzare gran parte
o almeno la metà della nostra economia,inventando anche a livello
locale meccanismi ed organismi per finanziare, innovare, rilanciare
tutti i settori dell’economia: industria, commercio, artigianato,
agricoltura.
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La Scuola locale soffre per la nefasta riforma Moratti
ma anche perchè sull’onda della privatizzazione dei servizi,
Scuolabus e mense scolastiche sono stati ridotti, il personale scolastico
ed il corpo insegnante è demotivato sia per le mansioni sia
per gli stipendi, sia per la riduzione delle ore di insegnamento,
sia pure perchè sul piano locale non piacciono certi accorpamenti
di scuole e l’incertezza e i ritardi di certe ristrutturazioni
dei plessi scolastici
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Oggi siamo alla fase della Società della Salute.
Seppur sperimentale sembra sia la soluzione alle moderne e sempre
più pressanti esigenze della Salute dei cittadini: ci sono
dentro tutti. Proprio tutti: dall’immancabile megadirettore
alle amministrazioni pubbliche, dai sindacati agli assistenti sociali;
ci sono anche tutte le associazioni di volontariato; ci sono i farmacisti
e per bontà dei politici anche i medici. Per quanto la Sanità
Toscana sia per molti aspetti migliore che in altre Regioni sempre
lunghe sono le attese per usufruire dei servizi e prestazioni che
sembra offrire.
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Chi controlla l’energia, attualmente per quasi
totalità derivata degli idrocarburi, favorisce la crescita
come la fine di ogni paese e di ogni civiltà. Non ci illudiamo:
a breve gli idrocarburi finiranno.
Occorre quindi pensare fino da ora a nuove forme di energia, anche
qui a Scandicci. La dissennata ed incontrollata urbanizzazione degli
anni 60 ha prodotto la costruzione di palazzoni il cui tetto piano
è detto “lastricato solare” adattissimo all’installazione
di pannelli fotovoltaici e solari che così hanno una resa massimale.
Si raggiungerebbe quindi un duplice obbiettivo:la produzione di energia
e calore senza inquinamento e l’abbattimento della temperatura
dei palazzi e dell’ambiente! Perché, dunque, non favorire
la installazione in ogni casa, in ogni ufficio, in ogni industria
di pannelli solari e di quelli con cellule fotovoltaiche, a partire
dal Palazzo Comunale, come premessa alla nuova energia che si basa
sulle “celle a idrogeno”; idrogeno ricavato mediante scissione
dell’acqua con fonti rinnovabili di energia; idrogeno a sua
volta riserva e produttore di energia e di nuova acqua? Tante minicelle
a idrogeno rendono autosufficienti abitazioni, palazzi, uffici, magazzini,
industrie; tante minicelle a idrogeno formano quella che è
stata definita la “microgenerazione distribuita”, che
stà alla base della vera democrazia energetica, della libertà
e dell’indipendenza di ognuno di noi dai signori del petrolio
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