Popolari UDEUR – Sezione Comunale di Scandicci

Via F.Mangani 2 – 50018 SCANDICCI (FI)

Tel/fax 0552571760 – email: udeurscandicci@tiscali.it

Pagina web: http://web.tiscali.it/udeurscandicci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1° congresso comunale del Partito Popolari UDEUR

Sezione di Scandicci

venerdì 6 maggio 2005

saloncino della Società “AURORA”

P.zza Benini – Scandicci

 

 

 

“NEL CUORE UN PAESE MIGLIORE: NEL CUORE I PROBLEMI DELLA GENTE”

 

 

 

 

 

 

 

RELAZIONE svolta da Marco BECUCCI

 


“L’Olimpo Occidentale è minacciato. I Vecchi dèi -le  potenze statali e sovrastatali- non sono più in grado di dominare il mondo. Lo stesso Zeus Americano è prigioniero dei Titani che hanno dato l’assalto all’Olimpo, i grandi poteri occulti delle multinazionali che si sono spartiti la Terra e la stanno divorando. La loro vittoria coinciderà con la distruzione non solo del mito democratico ma anche dell’ordine giuridico internazionale. Sarebbe ( Sarà ?) la morte di Astrea -la dea della Giustizia- l’avvento del  caos, la sparizione della possibilità di controllo dell’esercizio del potere e della partecipazione comunitaria alle decisioni del Governo.”

 

Questa oscura profezia laica di FRANCO  CARDINI, illustre storico medievalista fiorentino, coglie l’essenza dell’attuale momento storico che vede subordinata la politica al cosiddetto “libero mercato” e ai vari “comitati d’affari” di ogni colore da e che questi hanno generato.

 

Qualcuno potrebbe chiedersi “il” o “i” perchè alcuni amici abbiano sentito il bisogno, anzi la necessità vitale, di costituire una nuova, per Scandicci, formazione politica come la nostra dei POPOLARI-UDEUR, quando anche la destra, la novità è stata “annunciata” dal Presidente del Consiglio Berlusconi nel discorso “programmatico” alla Camera e poi al Senato in occasione della richiesta della fiducia del suo nuovo Governo, meglio noto come “Berlusconi-bis”, propende e mira al partito “unico”.

 

Innanzitutto per una questione di identità:

identità che alla fine della DEMOCRAZIA CRISTIANA nel 1990 si è andata stemperando e si è fatta meno visibile, con la diaspora, la dispersione, dei cattolici democratici nei vari partiti dei due schieramenti di Centro-Destra e Centro-Sinistra.

Per libera scelta stiamo nel centro sinistra, scelta maturata al Congresso Nazionale di Napoli lo scorso mese di febbraio al quale abbiamo partecipato, perchè il nostro è un partito “di centro che guarda a sinistra”, con lo spirito critico di chi privilegia le idee e i programmi alle poltrone.

 

Il nostro partito si sceglie le alleanze e non le subisce! A tutti i livelli.

 

GORE VIDAL, un grande intellettuale dissidente americano, paragona  e definisce i Democratici e i Repubblicani le due ali destre della democrazia americana” perchè non v’è ombra alcuna di una sinistra che possa funzionare da terzo partito:

temiamo che il Centro Destra e il Centro Sinistra attuali in Italia, scimmiottando la politica d’oltre oceano, assomiglino ai due partiti statunitensi.

 

Il Centrodestra, in politica economica, favorisce la liberalizzazione selvaggia ed incontrollata del  mercato, la globalizzazione, la precarizzazione del lavoro e sbandiera una riduzione delle tasse forse avvenuta per i redditi più alti.

Il Centrosinistra lotta anch’esso per il libero mercato e la globalizzazione, mantiene un’adeguata pressione fiscale e sopratutto è per la “concertazione”, termine che sta ad indicare un consenso di tutte le parti sociali alla riduzione delle spese per lo stato sociale e alla riduzione dei posti di lavoro.

 

Ambedue, una volta al Governo, hanno fatto la loro brava guerra:

il Centrosinistra contro la Ex Yugoslavia, per motivi umanitari; il Centrodestra contro l’Iraq, per motivi umanitari, violando in entrambi i casi la nostra Costituzione....

 

Noi non siamo frà coloro che hanno brindato alla dissoluzione della D.C. ed alla diluizione del suo elettorato e che, di conseguenza, predicano con furore la diaspora dei cattolici nelle varie formazioni politiche italiane.

Non siamo neppure frà gli integralisti che predicano il Partito Unico dei Cattolici: non lo è mai stato nemmeno la DC.

C’è una terza categoria di cattolici, quella dei fatalisti, che dicono:”Ormai è così:o di quà o di là”.

E’ chiaro che non ci sentiamo rappresentati neppure da questi. Ma se non ritroviamo, tutti interi i nostri valori ed ideali, né di qua né di là vorremo appartenere ad un partito “di” cattolici democratici e laico riformisti, che si ponga al centro della vita politica. Il “centro” adotta la “temperanza” come stile, come filosofia politica; il centro non osteggia le sagge riforme; il centro ha un suo programma  politico originale. Che male c’è a chiamarsi nuovamente democristiani abbiamo detto al CONGRESSO NAZIONALE  di Napoli nel Febbraio scorso?

 

E a quel Congresso abbiamo riproposto le idee forti della nostra grande stagione: non la battaglia contro un comunismo che esiste ormai solo nei sogni schizofrenici del Cavalier Berlusconi e di qualche leghista!

 

Il NO risoluto ad ogni forma di guerra che non sia quella di difesa della nostra Italia da invasioni straniere. Il Centrosinistra ha fatto guerra alla Ex-Yugoslavia ma dobbiamo ancora capire il perchè: Clinton disse per difendere gli interessi vitali dell’America.

Il Centrodestra ha fatto la guerra all’Iraq, alleato fedele e succube dell’America.

C’è da domandarsi se l’Italia sia un paese a “sovranità limitata” o se queste due guerre siano tappe di avvicinamento alla Cina, dopo aver ridotto al ruolo di subpotenza la Russia.

 

Il NO ad un sistema basato  sulla cosidetta “efficienza”  e sul cosidetto “libero mercato”.

 

J.K.GALBRAITH,illustre economista americano, ha recentemente dimostrato come la parola “mercato” in economia ed anche in altri ambiti  sia una truffa e come il mercato non sia affatto libero. Sempre J.K.GALBRAITH  dimostra che la parola “sistema di mercato” è stata sostituita  a “sistema  capitalistico” dopo i danni che questo aveva provocato in America ai tempi del crollo di Wall Street e della Grande Depressione. Ma mercato e capitalismo non sono la stessa cosa, donde la truffa non del tutto innocente. Noi POPOLARI-UDEUR siamo per una economia di mercato ma senza concentrazioni capitalistiche.  Il SI ad una democrazia partecipata, che privilegi il suffragio elettorale e non la cooptazione, e quindi SI al cambio del sistema elettorale: siamo per la proporzionale con lo sbarramento al 4% da riproporre dalle elezioni del Consiglio di Quartiere fino alle Elezioni Europee,con il voto di  preferenza. Il SI al ripristino della  nostra grande ,vecchia Costituzione Repubblicana e non a quella nuova che disegna la Repubblica della Loggia P2., la  cui data di nascita si può collocare proprio al 9 Maggio 1978, l’assassinio di Aldo Moro, di cui fra 3 giorni ricorre il 27 anniversario. E poi  per battezzarla sovietica ci vuole proprio fantasia e malafede: ve li immaginate DE GASPERI, SARAGAT, FANFANI nelle vesti dei “perfidi bolscevichi”?

 

Il SI ad un ritorno di un sano e massiccio intervento pubblico nell’economia anche locale. Vogliamo dare un futuro a questa società con il lavoro, quello vero; non vogliamo più un lavoro di sussistenza e che a mala pena riesca a far sopravvivere: lavorare per vivere e non vivere per lavorare!

 

Il SI ad una scuola e ad una  istruzione per tutti:occorre investire più risorse pubbliche anche locali nell’istruzione.

 

Il SI ad una  sanità decorosa, accessibile e gratuita per tutti.

 

E’ su questi temi che proponiamo, anche quì a Scandicci, l’idea della Federazione di Centro fra le forze laiche moderate e cattolico democratiche che si trovano disperse nei vari schieramenti. Bisogna indirizzare i nostri sforzi in questo senso se vogliamo dare un  futuro a questa nostra democrazia: ammesso che questa sia ancora una democrazia o non piuttosto una “plutocrazia postdemocratica”.

 

Quì si inserisce il ruolo e l’essenza dell’Amministrazione Comunale. Così com’è  strutturato dalla legge, il Comune pare più una “corporation”  con il Sindaco  in veste di Presidente del Consiglio di  Amministrazione che nomina e revoca  i Consiglieri del Consiglio di Amministrazione, quali gli  Assessori, e con un Consiglio Comunale che ratifica, come l’Assemblea degli Azionisti, ciò che è stato deciso altrove.

 

Ma che c’entra questo con l’aspirazione ad un paese migliore e con i problemi reali della gente?

Se il Comune è un’azienda allora vuol dire che i problemi reali della gente restano fuori dai suoi programmi e che vengono magari  privilegiati  gli interessi dei poteri forti che si celano dietro al Piano Strutturale di Sir Rogers a Scandicci  o dietro il “nuovo quartiere di Castello”che, bloccato venti anni fà dall’On.Occhetto allora gran capo del PCI, verrà costruito fra Firenze e Sesto Fiorentino con gli immancabili centri commerciali .Guardando oltre ai bei discorsi notiamo come gli attori economici siano sostanzialmente gli stessi e trasversali a tutti gli schieramenti politici e si capisce allora come nel caso di Castello in venti anni non si sia riusciti ad allungare la pista dell’aeroporto Vespucci di soli 150 metri!  Con il Piano Rogers si pensa di dare  un moderno assetto definitivo alla città di Scandicci mentre in pratica si cementificherà la piana  con ogni tipo di edilizia, compresa quella popolare, non si sa accessibile da quali tasche. A Badia a Settimo prima di edificare si è pensato a costruire un fognone e a non rovinare  la bonifica fatta dai monaci benedettini cistercensi?

 

Quale tipo di viabilità, per migliorare la mobilità dei cittadini, è prevista per collegare le due Scandicci che si verranno a creare quando sarà costruita la prima linea della tramvia, quando sarà scomparsa la rotonda di fronte al Palazzo Comunale e sarà completata la pedonalizzazione di Via Pascoli?

 

E’ mai possibile disegnare e costruire le città, le strade ed i quartieri  solo in funzione dei centri commerciali che si andranno a costruire? Ed il piccolo commercio che fine farà? Quali vantaggi porterà alla viabilità e all’economia locale la costruzione della 3° corsia dell’Autostrada A1?

 

Il Piano Strutturale qualcuno l’ha definito come un potente strumento di sviluppo di Scandicci, forse perchè pago di qualche Assessorato al Comune e alla Regione: ma lo sviluppo ci sarà solo per pochi.

 

Non sentiamo più i vari Comitati che si opponevano a questo Piano Strutturale. Forse non c’è più opposizione  perché “tutti”, compresi i pseudo ambientalisti,  in qualche modo sono stati accontentati. E’ il concretizzarsi, in piccolo, di un “governo sinarchico”,cioè di tutti , che in Toscana ha prodotto la nuova legge elettorale e il nuovo  Statuto e che forse prefigura la nuova maggioranza di Governo!

Si dice  che i giovani si attardano in casa con i genitori e non si formano una famiglia: ma come fanno a formarsi una famiglia se non hanno un lavoro ? E se non lavorano e non guadagnano come faranno a costruirsi una casa, visti i prezzi folli e fuori mercato delle abitazioni? Non è detto che i vari PEEP  riescano a far abbassare i prezzi del mercato.

 

Ora, se è vero che a Scandicci  ci sono 600 appartamenti vuoti. perchè non intervenire con un Programma CASA che tenda ad acquisire la gran parte di questo patrimonio per poi poterlo immettere sul mercato a prezzi calmierati? Occorre intervenire con un Programma Casa, senza ricorrere all’esproprio, che miri ad una “Offerta Pubblica di Acquisto” sulla grande proprietà speculativa di questi seicento appartamenti vuoti, dopo essere ricorsi a tutti gli strumenti che la legge ci consente di adoperare per gli appartamenti inutilizzati.

 

E come intervenire sulla speculazione degli affitti dei fondi commerciali che strangola, assieme alla grande distribuzione, il piccolo commercio?

 

Anche a Scandicci abbiamo i nostri SUD: ormai  tutti sanno che si perderanno prima o poi 1000 posti di lavoro con tutto l’indotto che questa perdita comporta; pochi  forse ammettono che ci troviamo, se non proprio alla fine dell’industria manifatturiera, in piena recessione economica che abbraccia tutti i settori .Nessuno produce più niente e la tendenza è quella a importare beni e prodotti, a delocalizzare industrie. La globalizzazione, la privatizzazione mostra ormai il proprio completo fallimento. Ormai abbiamo privatizzato tutto, persino la guerra!

 

E’ ora di pensare a ripubblicizzare  gran parte o almeno la metà della nostra economia,inventando anche a livello locale meccanismi ed organismi per finanziare, innovare, rilanciare tutti i settori dell’economia: industria, commercio, artigianato, agricoltura.

La Scuola locale  soffre per la nefasta riforma Moratti ma anche perchè sull’onda della privatizzazione dei servizi, Scuolabus e mense scolastiche sono stati ridotti, il personale scolastico ed il corpo insegnante è demotivato sia per le mansioni sia per gli stipendi, sia per la riduzione delle ore di insegnamento, sia pure perchè sul piano locale non piacciono certi accorpamenti di scuole e l’incertezza e i ritardi di certe ristrutturazioni dei plessi scolastici.

 

Anche a  Scandicci la gestione dei servizi sociali e dell’assistenza sanitaria ha vissuto le alterne vicende del Servizio Sanitario Nazionale da quando è stato istituito nel 1979. E, premettendo che si è trattato di una buona riforma, anzi la migliore al mondo, siamo passati da un Servizio che passava tutto a tutti, forse anche a chi non ne aveva bisogno, alla fase aziendalistica, nella quale per scimmiottare un efficientismo mai dimostrato sono stati messi a capo delle ASL  Direttori onnipotenti, che per il risparmio e l’efficiecientismo hanno tagliato tutto il tagliabile intascando gli utili e poi  dopo poco tempo se ne sono andati.

 

Oggi siamo alla fase della Società della  Salute. Seppur sperimentale sembra sia la soluzione alle moderne e sempre più pressanti esigenze della Salute dei cittadini: ci sono dentro tutti. Proprio tutti: dall’immancabile megadirettore alle amministrazioni pubbliche, dai sindacati agli assistenti sociali; ci sono anche tutte le associazioni di volontariato; ci sono i farmacisti e per bontà dei politici anche i medici. Per quanto la Sanità Toscana sia per molti aspetti migliore che in altre Regioni sempre lunghe sono le attese per usufruire dei servizi e prestazioni  che sembra offrire. La Società della Salute nata dal presuppusto che la salute non è solo assenza di malattia, ma presenza di molte altre cose come la socialità, lo svago, la cultura e i divertimento ha fatto un brutto esordio a Scandicci  con il  “Social Party” del 28/12/2004. Non sappiamo quanto sia costato: certamente sono fondi, anche se non i soli,  che potevano essere meglio impiegati nel potenziamento dei servizi sanitari e sociali.

Se sono rose, fioriranno, recita l’adagio.

Non vorremmo che la Società della Salute divenga un “circolo” dove si riuniscono personaggi riciclati e si finanziano, più o meno direttamente, tutte le associazioni di volontariato presenti, senza che migliorino i benefici per gli assistiti!

 

Ed in ultimo, ma non ultimo perchè il più importante , il problema dell’ ENERGIA.

 

I Governi della Repubblica, a qualsiasi maggioranza appartenessero, sono stati degli emeriti stolti quando, nel clima euforico e schizofrenico delle privatizzazioni si sono “liberati” del controllo, della produzione e della distribuzione di energia. Chi controlla l’energia, controlla l’economia, la politica, in definitiva la vita di ognuno di noi.

Attualmente solo poche mega-azienede sovranazionali controllano il flusso dell’energia e quindi controllano il mondo in modo assolutamente verticistico.

Chi controlla l’energia, attualmente per quasi totalità derivata degli idrocarburi, favorisce la crescita come la fine di ogni paese e di  ogni civiltà. Non ci illudiamo: a breve gli idrocarburi finiranno.

Occorre quindi pensare fino da ora a nuove forme di energia, anche qui a Scandicci. La dissennata ed incontrollata urbanizzazione degli anni 60 ha prodotto la costruzione di palazzoni il cui tetto piano è detto “lastricato solare” adattissimo all’installazione di pannelli fotovoltaici e solari  che così hanno una resa massimale. Si raggiungerebbe quindi un duplice obbiettivo:la produzione di energia e calore senza inquinamento  e l’abbattimento della temperatura dei palazzi e dell’ambiente!  Perché, dunque,  non favorire la installazione in ogni casa, in ogni ufficio, in ogni industria di pannelli solari e di quelli con cellule fotovoltaiche, a partire dal Palazzo Comunale, come premessa alla nuova energia che si basa sulle “celle a idrogeno”; idrogeno ricavato mediante scissione dell’acqua con fonti rinnovabili di energia; idrogeno a sua volta  riserva  e produttore di  energia e di nuova acqua? Tante minicelle a idrogeno rendono autosufficienti abitazioni, palazzi, uffici, magazzini, industrie; tante minicelle a idrogeno formano quella che è stata definita la “microgenerazione distribuita”, che stà alla base della vera democrazia energetica, della libertà e dell’indipendenza di ognuno di noi dai signori del petrolio.

 

Sarebbe la fine degli oligopoli, fine della geopolitica guerrafondaia del petrolio, fine dell’inquinamento ambientale che ci sta uccidendo assieme alla Terra, fine degli “ecomostri” come sono stati definiti i tralicci dell’alta tensione che deturpano la piana e le nostre magnifiche colline.

E visto che siamo in argomento vorrei dire che non è stata una gran trovata  avere definito “una vittoria al 90%” lo spostamento o l’interramento di qualche traliccio. Forse sarà stata una vittoria  per chi in quella zona “pedecollinare” in futuro potrà concretizzare interessi edilizi.Di certo almeno uno dei tralicci dovrà essere “riposizionato” per costruire la terza corsia.

 

Torno a chiedere nuovamente: dove sono finiti  i vari movimenti ambientalisti  di lotta contro gli ecomostri?

 

E che fine ha fatto l’applicazione della LEGGE RUTELLI che prevedeva per ogni nuovo nato un nuovo albero piantato nel territorio comunale? Forse sono daltonico e mi pare di avere scambiato il verde con un altro colore o forse qualcuno si è accontentato con un Assessore al Comune e uno alla Regione.

 

Mi sia perdonato questo spunto eccessivamente critico, quasi polemico, ma non ho mai potuto concepire la politica svincolata dalle idee e dai programmi, come la lotta per la poltrona per la poltrona  e quindi fine a se stessa!

 

Cari amici occorre “il ritorno” alla politica, segnato dall’imporsi  nei confronti dei prestidigitatori della finanza, dell’economia e dell’informazione virtuali.

Ma bisogna agire presto.

 

“Il tempo si va riducendo.” Così ci ricorda l’illustre storico fiorentino citato all’inizio della relazione.

 

Per noi il “ritorno” alla politica consiste nel tradurre le grandi idee, i grandi programmi, anche negli atti amministrativi locali in benefici collettivi per la nostra gente.

 Se questo non dovesse essere straremo nel centro con lo sguardo a sinistra, non solo con lo spirito critico, ma anche come opposizione.

 

Noi POPOLARI-UDEUR, il ritorno alla politica, vorremmo farlo da cristiani con lo spirito dell’ABBE’ PIERRE: “Dobbiamo dire anche quello che non si dice. Certo, mi hanno detto un giorno, tutto quello che dici è vero, ma....sono cose che non si dicono!

Credetemi, bisogna denunciare a voce più alta che mai le miserie che non si dicono.”

 

Marco Becucci  a nome Coordinamento POPOLARI-UDEUR di Scandicci.

 

Scandicci 6 maggio 2005