Quando la fotografia era appena
nata, le attrezzature e le tecniche avevano un notevole ingombro
il che restringeva la cerchia di persone che la potevano
utilizzare ad un ristretto gruppo di professionisti. Gli anni
Venti videro l'introduzione delle pellicole a rullo e
di macchine più compatte, contribuendo ad una maggiore
diffusione. Oggi sono disponibili una grande varietà di
apparecchi e accessori sia per amatori sia per professionisti e
addirittura, soprattutto dal punto di vista tecnologico, il
divario tra i due ambiti si è molto ridotto. La macchina
fotografica e l'obiettivo
sono essenziali per fotografare. Dell'obiettivo
se ne parla sul capitolo a lui dedicato. La macchina fotografica
non è altro che una camera oscura che conserva la pellicola al
riparo dalla luce finché non avviene lo scatto. In quel momento
l'apertura di una tendina permette alla luce di raggiungere la
pellicola che viene così impressionata. Nell'attimo in cui la
luce attraversa l'obiettivo ed arriva alla pellicola, la macchina
fotografica non è altro che una scatola vuota. Esistono diversi
tipi di macchine fotografiche anche se oggi le più usate sono le
reflex con un solo obiettivo, detta monobiettivo o SLR (dall'inglese
Single-Lens Reflex). Le fotocamere si dividono essenzialmente in
base al formato della pellicola che utilizzano. La maggior parte
utilizzano il formato 35 mm, detto anche formato LEICA, che
producono un negativo di 24X36 mm., mentre il medio formato
utilizza pellicole 120 o 220 mm. producendo un negativo 60X60 mm.
o 45X60 mm..
Questa categoria e caratterizzata da un
sistema di visione a mirino galileliano, un mirino che utilizza
due semplici lenti. Il fotografo guarda in un mirino posto di
lato alla macchina fotografica; l'obiettivo è posto al centro
della stessa. Questa soluzione non permette di vedere con
precisione quello che vede l'obiettivo e quindi non è possibile
verificare l'esatta messa a fuoco o la profondità di campo. Un'altro grave problema è causato dall'errore di parallasse, che consiste nello sfasamento tra l'immagine
effettivamente inquadrata dall'obiettivo e quella inquadrata dal
mirino di visione. Questo problema è maggiore se si inquadrano
oggetti posti a distanze sotto il metro e mezzo. Esistono anche
dei mirini con incorporato un telemetro che permette una
messa a fuoco precisa, facendo sfasare le immagini non a fuoco.
questo macchine fotografiche usano diversi tipi di pellicole che
vanno dal 110 o 126 ma anche il 35 mm. Negli ultimi anni sono
state prodotte molte macchinette compatte con tecnologia avanzata.
Sono macchinette che usano molti automatismi dall'esposizione all'autofocus
al motore per far avanzare la pellicola, al suo riavvolgimento e
sono dotate anche di zoom motorizzati. la facilità d'uso di
queste macchine compatte ne permette l'utilizzo a tutti, anche se
completamente a digiuno di fotografia.
Il banco ottico, o macchina a soffietto, viene usata
soprattutto dai professionisti ed è quella che, nella forma, più
si avvicina ai primi apparecchi fotografici. Nonostante le
possibilità uniche di questo strumento, vi sono altri tipi che,
per la loro grande versatilità, sono più comunemente usati sia
dagli amatori che dai professionisti. Le macchine a soffietto
sono generalmente più grandi e pesanti di quelle destinate al
medio e piccolo formato, sono perlopiù utilizzate in studio, per
i paesaggi e per le foto di architettura; impiegano pellicole di
grande formato che producono negativi e positivi con risoluzione
molto maggiore rispetto a quella ottenibile con il piccolo
formato. Gli apparecchi a soffietto hanno una base di metallo o
legno, il "banco" che dà il nome allo strumento, con
una scala graduata sulla quale scorrono due telai di metallo,
detti standarte, in posizioni opposte e uniti da un soffietto. La
standarta anteriore regge l'obiettivo e l'otturatore, mentre
quella posteriore sostiene una lastra di vetro smerigliato
innanzi alla quale si inserisce il portapellicola.
Le reflex, monobiettivo e biottica, sono
dotate di specchi che riflettono nel mirino la scena inquadrata.
Le biottica sono a forma di scatola, con un mirino che consiste
di un vetro smerigliato orizzontale collocato alla sommità dell'apparecchio.
Montate verticalmente sul pannello frontale della macchina vi
sono due obiettivi: uno serve per la ripresa vera e propria,
mentre l'altro funge da mirino. Gli obiettivi sono accoppiati, in
modo da ottenere una messa a fuoco sincronizzata tra le due
ottiche. L'immagine formata dall'obiettivo superiore, ossia il
mirino, viene riflessa sullo schermo di messa a fuoco da uno
specchio fisso inclinato di 45 gradi. Il fotografo focheggia e
compone l'immagine guardando nello schermo. L'immagine prodotta
dall'ottica inferiore viene messa a fuoco sulla pellicola posta
nel retro dell'apparecchio. Come le macchine a telemetro, anche
le biottica sono soggette all'errore di parallasse. Nella reflex
SLR un solo obiettivo viene impiegato sia per osservare la scena
che per la ripresa. Uno specchio sollevabile, situato tra l'ottica
e la pellicola, riflette l'immagine attraverso un prisma a cinque
facce, fino a un vetro smerigliato collocato sopra la macchina.
Non appena l'otturatore si apre, una molla solleva
automaticamente lo specchio dalla traiettoria fra ottica e
pellicola. In virtù del prisma, l'immagine registrata
corrisponde in modo sostanzialmente esatto a quella che l'obiettivo
della macchina "vede", senza alcun effetto di
parallasse. La maggioranza delle reflex SLR sono strumenti di
precisione dotati di otturatori situati sul piano focale. Molte
hanno dispositivi di controllo automatico dell'esposizione ed esposimetri incorporati e la maggior parte dei
moderni apparecchi può contare su otturatori azionati
elettronicamente; anche le esposizioni possono essere eseguite
elettronicamente o regolate manualmente. Le autofocus utilizzano
circuiti elettronici e una CPU (Central Processing Unit) per
misurare automaticamente la distanza tra la macchina e il
soggetto, e determinare l'esposizione ottimale. Alcune fanno
rimbalzare dal soggetto una luce infrarossa o delle onde
ultrasoniche (sonar) per individuare la distanza e regolare il
fuoco di conseguenza; altre, come le Nikon F, usano sistemi di
autofocus passivo, che, invece di emettere raggi o onde, mettono
a fuoco automaticamente sulla base di sensori che individuano l'area
di maggior contrasto in un bersaglio rettangolare posto al centro
dello schermo del mirino. Comparazione di tipi Dei tre tipi di
macchine fotografiche più usati, la reflex monobiettivo è certo
la più diffusa sia tra i professionisti che tra gli amatori. Il
suo grande vantaggio è che l'immagine osservata nel mirino è
virtualmente identica a quella messa a fuoco dall'ottica dell'apparecchio.
Inoltre è generalmente facile e veloce da usare ed è fornita di
una maggiore varietà di obiettivi intercambiabili e di accessori.
Le macchine a telemetro, usate tempo addietro dai fotogiornalisti
per le dimensioni compatte e la facilità d'utilizzo (rispetto al
grande, lento formato 4 x 5 pollici - corrispondente all'attuale
lastra da banco ottico 10 x 12 cm - utilizzato dalla generazione
precedente), sono state largamente rimpiazzate dalla SLR. Gli
apparecchi a telemetro, d'altra parte, dispongono di un sistema
ottico più semplice e di un numero inferiore di parti in
movimento e per questo sono intrinsecamente più robuste delle
reflex monobiettivo, oltre a essere più silenziose e a pesare di
meno. Per queste ragioni alcuni fotografi professionisti
continuano a usarle. Rispetto agli altri tipi, le reflex biottica
dispongono di un sistema di messa a fuoco relativamente lento.
Come per le macchine a telemetro, è disponibile un numero
inferiore di ottiche intercambiabili, eppure le biottica
continuano a essere largamente utilizzate. Da esse si ottiene un
negativo più ampio rispetto alla maggioranza degli apparecchi
monobiettivo e a telemetro, con il vantaggio di ottenere un buon
dettaglio sulla stampa finale. Per questo, alcune prestigiose
marche, come Hasselblad (gli astronauti dell'Apollo la
utilizzarono sulla Luna), Mamiya, Bronica e Rollei, hanno
costruito modelli che combinano i vantaggi del monobiettivo con
quelli del medio formato, riducendo ulteriormente il mercato
delle biottica. Alcune macchine sono concepite soprattutto per
gli amatori: sono semplici da usare e forniscono immagini
accettabili per il comune fotografo di istantanee. Molti
apparecchi in commercio sul mercato amatoriale impiegano oggi
sofisticate tecnologie, con funzioni di autofocus e di controllo
dell'esposizione che semplificano le procedure di ripresa e
garantiscono perlopiù foto di buona qualità, limitando tuttavia
l'intervento del fotografo.