Comune di Grottammare
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Continuando a salire lungo Via Beata Lavinia Sernardi, si passeggia per il viale
alberato con essenze mediterranee, tra cui spicca il pino d'Aleppo, e si giunge
alla Chiesa di Santa Maria dei
Monti.
La chiesa, facente originariamente parte di un convento, si trova sulla sommità
della collina, a circa 400 metri ad ovest dall'antico borgo. L'ex complesso
conventuale è oggi conosciuto con il nome di "Oasi di Grottammare".
La costruzione del convento, risalente agli inizi del 1600, si deve a padre Nicola da Monteprandone dell'ordine dei frati minori riformati, che propose l'insediamento di una comunità religiosa, alla quale furono favorevoli sia il vescovo di Ripatransone, Mons. Poggi, che le autorità comunali. Il giorno 8 aprile 1603 papa Clemente VIII concesse l'autorizzazione.
Sebbene Padre Nicola avesse individuato subito il luogo per l'edificazione del convento (nell'area in cui sorgeva già dalla fine del Trecento un piccolo santuario mariano eretto contro la peste intitolato "la Madonna dei Monti"), egli poté prendere possesso della chiesetta e del terreno circostante solo il 14 luglio 1614; a lui fu affidata la direzione dei lavori e fu subito costruita una parte dell'abitazione per i religiosi, che vi si stabilirono, iniziando ad officiare nella chiesetta esistente. Completato il convento, fu costruita la nuova chiesa, facendo in modo che l'immagine della Madonna dipinta sul muro dell'antica chiesetta potesse essere conservata; in seguito, a causa di un incendio, buona parte dell'affresco andò distrutto, ma si salvò l'immagine della Madonna col Bambino, che è tuttora nell'abside sopra l'altare maggiore.
Davanti alla porta del convento e della chiesa furono costruiti due portici, quindi l'intera struttura, compresi gli orti, il prato e l'ampio giardino, fu circondata da un alto muro. Le spese per la costruzione del convento e della chiesa furono ripartite tra il Comune, la curia vescovile, i signori Domenico Gentili, Antonio Toni, Nicola Patriarca e il popolo. Nel 1641 morì padre Nicola, che fu sepolto nella chiesa.
Verso la metà del XVIII secolo la chiesa fu soffittata e restaurata. Il 15 maggio 1810, dietro decreto di soppressione emanato da Napoleone Bonaparte, la chiesa fu requisita ed annessa alla parrocchia di quel territorio, il convento fu messo all'asta e acquistato dal sindaco apostolico del convento stesso, Giambattista Giammarini, che lo dette in affitto a frate Leonardo da Montedinove. Non appena Pio VII ritornò in possesso dello stato pontificio, il Giammarini, dietro rimborso del denaro speso, restituì l'edificio alla Provincia dei minori riformati che tornarono nel convento il 2 giugno 1816. Il 21 settembre 1864, in ottemperanza alla legge sulla soppressione delle Corporazioni religiose, il convento e la chiesa furono chiusi ed assegnati al Comune di Grottammare; dopo alcuni anni, nel convento fu eretto il collegio-convitto Peretti. Questa situazione si protrasse fino al 1937, quando il convento, la chiesa ed il terreno annesso furono riconsegnati al Provinciale dell'ordine, padre Ferdinando Parri da Monterubbiano, uomo di cultura e di grande prestigio, che sistemò la chiesa e il convento, ridotti in pessime condizioni dopo un lungo abbandono; l'operato del Parri è ricordato in una lapide posta nella chiesa nel 1987, quando il suo corpo fu traslato da Monterubbiano nel convento.
Durante l'ultima guerra il convento accolse gli sfollati provenienti da S. Benedetto, sottoposta ai bombardamenti. Agli inizi degli anni Cinquanta padre Agostino Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, venuto a conoscenza della tranquillità e bellezza del luogo, chiese ai superiori dell'ordine francescano di poter usufruire del convento almeno due volte l'anno per tavole rotonde, esercizi spirituali, vacanze da parte di uomini di studio e di cultura, di professori, di studenti provenienti da ogni parte d'Italia. I frati acconsentirono e, da quel momento, il convento cambiò il nome in "Oasi di S. Maria ai Monti dei Frati Minori" divenendo così meta di associazioni, sacerdoti, suore, privati cittadini che vogliono ritemprare lo spirito, la mente ed il corpo.
L'interno della chiesa è arricchito da varie opere d'arte. Nel coro è presente un affresco del Pacchiarotti, allievo del Perugino; nell'abside, sopra l'altare maggiore, l'antica immagine della Madonna col Bambino (XIV secolo), tuttora oggetto di profonda venerazione e, situato in alto tra i due altari laterali di sinistra per chi entra dalla porta principale, un quadro di notevole pregio rappresentante S. Francesco, attribuito al celebre Guercino da Cento (1591-1666). Sul primo altare di destra è collocato un dipinto raffigurante quattro illustri personaggi dell'ordine francescano: S. Giacomo della Marca di Monteprandone, S. Pacifico da S. Severino, S. Benedetto Scativoli (vescovo di Osimo) e S. Bonaventura da Bagnoregio. In una nicchia si può ammirare la Madonna della Pace, scultura lignea realizzata da Francesco Santori, autore anche del nuovo altare maggiore.
Nella chiesa si trova anche la tomba della beata Lavinia Sernardi, di cui Padre Nicola fu padre spirituale, nata a Grottammare il 2 giugno 1588. Morta all'età di 35 anni nella notte tra il 14 e 15 settembre 1623, fu sepolta nella chiesa di S. Maria ai Monti e la sua tomba divenne subito meta di pellegrinaggio. Il processo di beatificazione di Lavinia, che dedicò la sua generosa vita agli altri, sia con opere di misericordia che con l'insegnamento e la carità praticate in modo concreto, fu portato a termine nel 1634.
A seguito di alcuni restauri la chiesa ha subito una radicale trasformazione e sono scomparsi l'antico oratorio, le epigrafi sui muri e i dipinti di frate Lorenzo Bonomi che nel XVII secolo aveva affrescato il chiostro con episodi della vita di S. Francesco. Nel chiostro sono state collocate le stazioni della Via Crucis dell'artista Ubaldo Ferretti.