- SPETTACOLI -

Ligabue agli studenti:
"Prendetevi il vostro tempo"

Il rocker alla Sapienza: "Amare l'Italia costa sempre più fatica"


(di APCOM)


Roma, 19 mag. - Il cielo e l'Italia, la definizione di rock, l'amore e Giorgio Gaber. Un pomeriggio pieno di spunti quello di Luciano Ligabue nell'aula magna del rettorato dell'università La Sapienza di Roma. Si presenta in jeans e maglietta nera il rocker emiliano, nell'incontro con gli studenti moderato da Gino Castaldo. La folla lo accoglie nel solito delirio e tra un'ovazione e l'altra il 'Liga' si racconta. Si comincia dall'attualità, e dal nuovo corso legato agli arrangiamenti di Corrado Rustici: "Ho imparato a delegare, a fidarmi degli altri e ho rinunciato a un po' di presunzione", ammette. Le domande, almeno quelle che riescono ad arrivare a destinazione, toccano i temi più disparati. Come quando una ragazza dalla galleria gli urla, parafrasando il suo secondo film: "Da zero a dieci: zero la vita ti ha fatto andare dove voleva lei, dieci l'hai fatta andare dove volevi tu". Lui sorride e risponde: "Ho capito una cosa, che più di tanto la vita non la puoi spingere. Quindi fate, studiate, provate, ma rilassatevi. Ogni tanto fate fare a lei".

E' uno dei tanti momenti un po' paterni ("sono un genitore, e le mie paure sono tutte per i miei due figli") della lunga chiaccherata. Come quando, sul tema fidarsi o meno della musica, dice convinto: "Ho capito che siete costretti a vivere in maniera sempre più frenetica, per tanti motivi. L'unico consiglio che vi do è quello di prendervi il vostro tempo, il tempo che vi serve con una canzone, un libro, un film". Alle domande più classiche, il cantautore emiliano trova il modo di sorprendere. La definizione di rock? "La mia è non avere alcun pudore per le tue emozioni". Perché, come spiega rispondendo a un bambino arrivato fino in prima fila, "io canto soprattutto perché ho da dire delle cose". Un ragazzo gli fa presente che nelle sue canzoni la parola cielo è quasi un must, e Liga ne approfitta per parlare del suo lato spirituale: "E' qualcosa su cui sto ancora lavorando molto. Sono stato cattolico ma ora fatico a praticare una religione. Però ho bisogno di credere che ci siano delle regole stabilite da qualcuno".

Si parla del prossimo tour estivo, per cui promette "una scenografia balorda, che vi spiazzerà", ma anche della questione-Italia: "Se nasci in questo Paese è impossibile che non lo ami, ma questo amore costa sempre più fatica. Nell'ultima campagna elettorale nessuno ha avuto la faccia tosta di promettere un futuro. Ora questo Paese sembra aver bisogno di una botta di culo enorme, ma ricordiamoci anche che la responsabilità è di ognuno di noi, non deleghiamo soltanto". C'è ancora tempo per l'idea di un best con le "canzoni nascoste", quelle preferite dai fan ("bella idea, raccogliete le firme e portatele alla Warner") e, infine, per citare Giorgio Gaber quando un ragazzo gli chiede dei suoi sogni. "C'è una canzone che io consiglio a tutti - replica Liga prima di salutare - ed è 'Qualcuno era comunista'. Lì c'è una frase che descrive bene quello che penso, ed è: qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri".


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