Risposte qua e là
"Cerco di comunicare il disagio del vivere quotidiano"
Da 30 canzoni che mi sono
portato da casa, e che poi sono scese a dodici. Ma senza un tema conduttore. In
questi anni, ho affrontato il dilemma fra sogno e realtà, poi la resistenza
umana, il rapporto con iconografia e mitologia del rock, la crisi d'identità.
Questa volta mi affido a 53 anni minuti di musica, che sono tanti per come la
gente la ascolta adesso.
Eppure, dall'iniziale "Nato per me", spunti e
provocazioni non mancano.
Ma non sono legati insieme. "Nato per me" parla di un'insoddisfazione cronica che
aggredisce anche chi fa beneficenza: si è preoccupati di non aver mai fatto
abbastanza. C'è un bel libro, "Fight Club" di Chuck Palahniuk dal quale
hanno tratto il film con Brad Pitt, che lo spiega. Anche chi ha intenti più
nobili è travolto da una domanda: dove porta la tua identità? Credo che capiti
anche ai missionari. Ma è un disagio pericoloso.
Lo è anche sgomitare per imporsi.
Sì, è la sindrome "in prima classe ci vado io".
Tutto l'opposto di un sentimento religioso.
Evidente.
L'ho affrontato in "Tu che conosci il cielo." Io sono stato catto-comunista,
e per la verità non so bene cosa sono adesso. Però ho maturato un certo
distacco dalla religione. Ho sempre sofferto l'idea di un rapporto con Dio
dominato dal timore, dal senso di sacrificio e di colpa. Entrare in chiesa e
avvertire dolore e afflizione: mi sento schiacciato e troppo piccolo per essere
sereno nel mio rapporto con Dio. Così immagino di raggiungerlo attraverso una
persona che lo conosce meglio di me.
E del comunista cos'è rimasto?
Continuo
ad essere di sinistra, ma penso di essere rimasto fregato da certi valori che,
per tutta la vita, sono una compilation di sensi di colpa e dovere. Io cerco di
trasmettere il disagio del nostro vivere quotidiano, dello spiazzamento sociale:
non credo che la gente possa dirsi felice. Voglio ancora credere a soluzioni più
giuste per tutti. Certo, a volte sono riflessioni impopolari. Quando ho dedicato
un intero album, "Miss Mondo", ai valori effimeri del successo, che ti
risolve molti problemi ma te ne crea altrettanti, molta gente non ha capito:
avrai anche ragione, ma prima fallo provare anche a me.
Certe canzoni, però, possono far pensare a inni
girotondini.
Lo escluderei.
Anche nei miei percorsi di ricerca politica, sono sempre stato molto solitario.
Non frequento l'ambiente. Mai stato testimonial di nessuno. Quando
non ho cantato per il Papa, con il Vaticano è quasi scoppiato un incidente. Ho
sempre parlato a nome mio, e se una canzone raggiunge tante persone penso ch'è
stata pura fortuna.