-STORIA DI COPERTINA-
LIGABUE
La mia Woodstock
lambrusco e gnocco fritto.
Duecentocinquantamila gli spettatori previsti, quattro palchi, 1.400
addetti e la diretta su internet. Al campovolo di Reggio Emilia si
consumerà il primo concerto globale italiano. Qui il teorico del "si
viene e si va" anticipa il disco settembrino e confessa di avere
scoperto le donne.
(di Stefania BERBENNI)
Femmina è un termine desueto, per coerenza ai tempi che di femmine ne
annoverano poche. Sorprende sentire Luciano Ligabue citarlo di frequente,
dire per esempio che il nuovo album settembrino è "femminocentrico", che
"femmina è molto più di una parola", anche se finisce per trattarla come
tale, accoppiandola ad altre in un esercizio di stile alla Raymond Quenau;
succede in Il giorno dei giorni, primo singolo annunciato per il
2 settembre, base rock, dura, tagliata.
E' il primo botto di un album di pancia, in uscita il 16 settembre. Fra il
singolo e il cd c'è lo spettacolo monster, la Woodstock gnocco fritto e
culatello, in un aeroporto per velivoli privati, il Campovolo di Reggio
Emilia, fino a 250 mila gli spettatori previsti. E' lo spettacolo globale,
il concerto della dismisura, con quattro palchi, 150 mq di superficie,
trasmesso in diretta e in esclusiva su internet (da Rosso Alice), sponsorizzato
da radio, giornali, marche di jeans. Considerato un evento da chi lo produce
rischiando qualche milione di euro (la Barley Arts) e da chi pensa sia il
primo caso italiano di spettacolo multimediale.
Un unico soggetto in scena, in quattro declinazioni: rock duro (con la
vecchia band), acustico (solo con chitarra), sound contemporaneo (con il
nuovo gruppo) e canzone-teatro con Mauro Pagani. Ovunque megaschermi per lo
sciame di teste danzanti. E nel frattempo il teorico del "si viene e si va"
inaugura la propria radio, Liga Channel ("Ma il nome non l'ho scelto io").
Ligabue ha 45 anni, un matrimonio archiviato, un figlio di 7 anni e una
bambina di 10 mesi nata dalla nuova compagna che un tempo lo seguiva in
tour in qualità di massaggiatrice, ora di grande amore. "Liga", il fenomeno,
ha 15 anni, 6 milioni di copie dei suoi dieci dischi vendute, oltre 600
concerti; ha scritto due libri (Fuori e dentro il borgo, La neve
se ne frega) e qualche piccolo capolavoro in note (Ho messo via,
Certe notti), ha diretto due film Radiofreccia e Da zero
a dieci. Ora il concerto esagerato.
Dieci settembre, un'autocelebrazione...
Un po' lo è, siamo sinceri. Se uno non avesse un ego come si deve
non salirebbe su un palco.
Dopo questo, la musica live italiana non sarà più la stessa?
Il Campovolo ha a che fare con lo spreco. E' una superpera di emozioni.
E' come un mandala: per anni un monaco tibetano compone il disegno con
sabbia di diversi colori. D'imporvviso, una manata e non c'è più niente.
E che ne ha fatto della mistica del mediano, fatica e non
protagonismo?
Una vita da mediano è stata una delle mie canzoni più fraintese.
Mi hanno anche detto: "Se non sei cannoniere tu! Vaffanculo, io sono in
officina tutto il giorno..."
E allora?
Ero sconvolto quando l'ho scritta. Sconvolto dall'eccesso di successo.
Mi son detto: dov'è il trucco? Da buon ex ragazzo cattocomunista, i sensi di
colpami rovinano sempre la festa. Non riuscivo a godermela, come quello che
vince l'Enalotto e nasconde la schedina per non pagare le tasse e non avere
la gente che gli chiede soldi. Temevo che mi vedessero come uno stronzo, un
furbo. E che la gente si domandasse: ci fa o ci è?
Risposta?
Un esempio: dicono che io sia un trombatore micidiale, che non me ne
faccio sfuggire una.
Vero?
No. Ma non è neanche vero che sia un santo. Bisogna accettare la
composizione di una realtà, non siamo una cosa sola.
Tante donne. E ora sono entrate in scena le femmine?
Al disco sto lavorando da un anno e mezzo. Alla fine ci si butta dentro
quello che si vive. L'amore ti arriva alle spalle, non c'è modo di beccarlo
quando vorresti tu. Ora sono in contemplazione della femmina.
In quel senso là?
Ho fatto in tempo a conoscere delle stronze epiche, ho sofferto per
amore e fatto soffrire, ma non ho mai fatto la partita doppia. Dopo
Radiofreccia mi hanno dato del misogino.
E invece?
Gli uomini hanno il freno a mano tirato, le donne hanno una maggior
tolleranza alla sofferenza, sono sensibili riescono a leggere le cose.
Le donne lo sanno, ho intitolato così una canzone del nuovo cd. La
frase dice tutto.
Da giovane, era timidissimo. Anche impacciato con le ragazze?
Piaciucchiavo anche da giovane, a dire il vero. Potevo contare sul
fatto che si facevano avanti loro. Non selezionavo.
Oggi ammette di essere innamorato. Anche ottimista?
Mica tanto.
Allora?
Sono abituato a faticarmela la speranza.
Ma gli ideali li ha riposti in cartoni come cantava in "Ho messo
via"...
Ho fatto in tempo a pensare che la politica potesse cambiare qualcosa.
Che migliorasse il mondo.
Ancora convinto?
E' un po' infantile, un po' utopico, ma non voglio chiudermi nella
disillusione politica. Continuo a pensare che gli italiani si meriterebbero
una classe politica migliore.
Popolo di mediani o di "gente che vuole viaggiare in prima", per
citarla?
L'italiano ha il sogno di ricchezza, vuole la poltrona comoda. Se gioca
è un panchinaro o un fantasista. Fare il mediano è anche una rottura di palle,
portare via il pallone agli altri, faticare. Non so se c'è da noi questo
gran senso della squadra. Guardi le due coalizioni, ognuno fa il proprio
gioco.
E lei in che squadra gioca?
Non ho ben capito.
Politicamente è di sinistra...
Ho fatto in tempo ad essere rigido con persone che votavano a destra,
pensando che non meritassero la mia attenzione. Fortunatamente ci sono degli
intelligenti a destra e degli stupidi a sinistra. E' una questione di
timing, sono diventato più cosciente, tollerante.
Chi le piace fra i nostri politici?
Walter Veltroni. Se non altro non si dimentica della cultura e sa di
spettacolo. Che sono due dei nostri beni.
Ma fuori come va, sempre per citarla?
Non troppo bene.
Sette luglio: perché?
Non è possibile che il 10 per cento dell'umanità goda del 90 per cento
delle risorse. Deve esserci un equlibrio.
Faccia il guru...
Scherza? Non mi va neanche di dare consigli né li voglio. Non c'è
nessuno là fuori che mi possa dire cosa devo fare, pensare. Quando dicevo
che mi sono faticato la speranza... io non ho mai indorato la pillola a
nessuno.
Però lei è il bravo ragazzo del rock di casa nostra.
Sì, forse perché il rock deve essere sempre maledetto. Io invece ho
messo fra le mie priorità il suggerire un senso di speranza.
Scrittore, regista, musicista e il 10 si mette anche a far
canzone-teatro: in'idra a molte teste.
Alla fine preferisco essere un rocker. Non c'è nulla di più straordinario
che vedere le gente sotto il palco che canta con me.
Al Campovolo, la gente non mancherà.
E saranno cazzi, perché non possiamo provare. Spero che il pubblico
mi perdoni gli eventuali errori.
Si spende sempre di più per i concerti e meno per i dischi.
Puoi urlare, ballare, sfogarti a un concerto. Ti sfiguri. Il disco deve
essere bello.
In che senso?
Ciccio, la tua polpa ce la devi far vedere, ti dicono silenziosamente
i tuoi fan. In questo Vasco Rossi è ammirevole, mostra la pancia, i
difetti.
Non sta facendo troppo il signore con il suo "rivale dichiarato"?
Mi piacciono le persone che non si risparmiano. Il confronto fra noi
viene fatto, siamo a poche decine di chilometri, sempre di rock si tratta.
Due galli in un pollaio...
Non mi vanno le gare.
Fabrizio De Andrè, Paolo Conte: più di una volta li ha citati,
perché?
De Andrè è i lpiù grande di tutti. Conte, da buon piemontese, manda
avanti i suoi personaggi. Beh, se uno può non darsi limiti, tirerei in ballo
anche Bob Dylan. Ma è di Lucio Battisti che vorrei essere l'erede.
Cosa c'entra lei?
La mia massima aspirazione è fare canzone popolare di qualità, di quelle
che gli intellettuali fischiano e che gli altri cantano felici.
Testa e testosterone: lei è uno dei pochi che li fa convivere.
Alla fine, la gente è attratta da una sensazione molto primitiva.
Luci fantasmagoriche, tecnologia, lo "sprec", e alla fine sarà la
sua fisicità a trascinare tutti a Reggio?
Ai maschietti non so quanto possa interessare. Sono grato di avere una
voce che mi assomiglia.
Com'è?
Irruente, ruvida, emotiva. E non mi preoccupo che sia sempre
intonatissima.
Lo sa che lei qualche anno fa in uno dei suoi due libro, "Fuori
e dentro il borgo", si dava della puttana?
Quel racconto parlava di lutti. Era in qualche modo autobiografico: la
gente mi chiedeva autografi e io mi sentivo a disposizione di tutti, mentre
avrei avuto biosgno di intimità.
E ora?
Se sono una puttana, sono una puttana di lusso.