Il progetto "Radiofreccia" si mangia parte del ’97 e quasi tutto il ’98.
A Liga resta poco tempo per il resto. Lo spende per lo più in rari concerti,
eventi insoliti e "fuori formato" che in qualche modo guariscano le turbe
del dopo-San Siro. Uno cade a settembre del ’97 ed è il raduno del Fan Club a
Modena, nell’arena del festival dell’Unità. A febbraio del ’98 c’è un
piccolo tour europeo di sette date che tocca Germania, Svizzera, Belgio e
Lussemburgo. Ligabue sa che l’Europa è un traguardo quasi impossibile, che la
sua lingua perde di forza quando esce dai confini, ma gli piace lo stesso. Non
tutte le difficoltà vengono per nuocere: all’estero per esempio può suonare
nei club, una dimensione intima che gli piace moltissimo e che in Italia gli è
vietata ormai dai giorni di "Lambrusco coltelli rose & pop corn". Prima
del mini tour europeo, però, due mesi prima, Liga e la sua banda hanno tenuto
uno strano concerto che vale la pena di ricordare, forse il pezzo più pregiato
di questa collanina di date sciolte. E’ stato al Teatro Valli di Reggio
Emilia, il 10 dicembre 1997, un benifit per una comunità di recupero di
tossicodipendenti. Immaginate "Unplugged", la fortunata trasmissione di MTV
incentrate su performances acustiche, e visualizzate i ragazzi non in
giro per il palco a saltellare, ma comodamente seduti al proscenio ("Non siete
gli unici una volta tanto a stare comodi", ci scherza su Liga). Ecco, una cosa
così, nello splendore di due ore di concerto. E’ bello e curioso scoprire
brani celebri con vestiti nuovi e più leggeri rispetto agli originali. Luciano
si diverte un sacco, parla volentieri e in scaletta si è lasciato andare.