"A che ora è la fine del mondo?"
Nell'LP, infine, anche una versione live di "Urlando
contro il cielo", un pezzo scritto in collaborazione con i Negrita
("L'han detto anche gli Stones") ed uno con i Rats ("Fuoritempo").
L'album, venduto a prezzo speciale, riscuote molto meno successo dei precedenti,
ma per l’album nuovo, per la grande rivincita, non bisognerà aspettare molto.
""A che ora è la fine del mondo?" fu un mini
album di schegge sparse, lo chiamammo così, in cui mi divertivo a fare degli
esperimenti (volli provare a vedere se era ancora possibile fare qualcosa con il
gruppo). Il singolo "A che ora è la fine del mondo?" era una cover, e io
non ho mai bazzicato troppo le covers, intendo pubblicamente; e poi c’erano un
paio di brani suonati non con il mio gruppo, una rarità per me; e ancora
"Cercami il cuore", l’unica canzone che io abbia mai scritto con un altro,
in questo caso Gianfranco Fornaciari. Volevo vedere che effetto faceva scrivere
a quattro mani.
La prima versione di "A che ora è", quella con i
ClanDestino, era loffia. Non è l’unica cosa molle del disco, a essere
sinceri. Lì, secondo me, si rivelò che non c’era futuro con i miei ragazzi;
erano ormai presi dal progetto ClanDestino, che li vedeva protagonisti con un
album tutto loro. Presi atto della cosa e usai appunto il disco per provare
nuove strade. Registrai quindi un pezzo con i Negrita e, soprattutto,
riregistrai "A che ora è la fine del mondo?" con dei professionisti, perché
a quel pezzo ci tenevo."
Nel frattempo, Liga si prende una pausa e prova a
divertirsi. Va in studio e si inventa produttore, curando il disco di Stefano
Belluzzi. Ligabue si appassiona, ma
fatica a "starci dentro". In breve la cosa diventa più grande di lui e
prende anche una piega diversa, "più imprenditoriale, non solo artistica".
Alla fine, Luciano molla e torna a guardare da lontano quella nuova scena
italiana che, da quando lui ha cominciato, è cresciuta di parecchio.