29 aprile 2003
Con il concerto...
Vi abbiamo visti da vicino nei club.
Vi abbiamo visti "epici" a S. Siro e all'Olimpico.
Vi abbiamo visti scatenati negli altri stadi.
Vi abbiamo visti rendere ancora più bella l'arena di Verona.
Vi abbiamo visti compassati, emozionati, seduti come noi nei teatri.
Vi abbiamo visti cercare di tirare giù i palasport.
Vi abbiamo visti stare ore sulle neve o sotto la pioggia o sotto un sole
impietoso per esserci.
Vi abbiamo visti.
Era impossibile non vedervi.
E sempre di più risuona quella parola semplice e breve ma così tanto
d'effetto che non si capisce perché la si usi così poco.
E' una parola di sei lettere che tanti di voi ci hanno detto specialmente
dopo i concerti a teatro dove la condivisione delle emozioni, più intima,
toccava forse corde più nascoste.
Succedeva proprio così: ci avvicinavate e ci dicevate quella parolina.
Solo quella.
Oppure ce la urlavate dall'altro lato della strada o delle transenne quando
ci allontanavamo in macchina.
Oppure ce la mostravate su dei fogli su cui l'avevate scritta.
Oppure ce la facevate leggere dal vostro labiale.
La parola era sempre e comunque: "grazie".
E ora che per la prima volta da quando canto, proprio perché abbiamo fatto
tanti concerti diversi, ho una sensazione di sana sazietà (tanto nel giro di
un mese soffrirò già di "astinenza")
ora che aspettiamo che le bocce si fermino del tutto
ora che vedremo maturare nel tempo quello che "mi uscirà" dopo
a nome di Mel, Fede, Robby, Rigo, Fabry, D Rad e Mauro
permettetemi di dirvi
"grazie".
In chiusura, visto il rapporto di onestà che cerchiamo di mantenere fra di
noi, vi devo dare una notizia personale.
Come ben sapete non mi piace parlare del mio privato e ho sempre cercato in
merito di proteggere mia moglie che ha sempre rifiutato fortemente di
apparire come "la donna di.".
Abbiamo sempre chiesto rispetto per questa nostra volontà di riservatezza.
Ora proprio perché quel bisogno di rispetto è rimasto inalterato, sono
costretto a dirvi una cosa importante:
io e lei siamo in fase di separazione.
Da alcuni mesi ognuno di noi sta vivendo vita propria.
Vi chiediamo di non essere "morbosi" rispetto ai motivi che portano a una
decisione così grossa.
Vi chiediamo di non emettere sentenze troppo facili.
Vi chiediamo di capire che in momenti così si soffre tutti e che il lavoro
che stiamo facendo per proteggere il nostro rapporto futuro e per le nostre
responsabilità di genitori non ha certo bisogno della "cultura" del
pettegolezzo gratuito.
Grazie per il rispetto che vorrete portare al nostro momento più difficile.