Ligabue, un torrente in piena
"Non
fa dichiarazioni assurde e non pretende di possedere la verità.
Luciano Ligabue è una persona normale, nonostante il successo
che gli è piovuto addosso.
Probabilmente è in questo momento il cantante di maggior successo."
"Nelle mie canzoni solo domande"
Davanti a un vero e proprio "colosso" industriale
sorprende la persona di questo rocker: è normale.
Il rock è
sicuramente un canale di energia che può anche essere distruttiva.
L’immaginario collettivo vuole che il cantante rock sia dipendente
dalla droga, protagonista di sfrenate imprese sessuali, di vizi incredibili, di
scorribande notturne. Sono quadri di grande tristezza che, almeno nel mio caso,
non corrispondo affatto alla realtà. Sono sempre stato contro le droghe e sono
felicemente sposato. Se essere un rocker significa vita spericolata,
andate da qualcun altro, perché vuol dire che non sono un rocker. Se
volete che dica che scrivo solo di notte o "in particolari condizioni", non
sono il tipo giusto. Nella mia vita è tutto molto naturale, senza forzature.
Quindi le mie storie, come la mia vita, sono quelle di tutti. Certo sono un
produttore instancabile di sogni. Mi piace più l’America dei libri di
Kerouac che quella vera, insomma. Mi piace essere così ingenuo da pensare di
cambiare il mondo. A proposito di America, mi viene da ridere quando mi
paragonano a Springsteen. Vorrei sapere che cosa c’entra il New Jersey con
Correggio, il mio paese natale. Sono cliché a cui non credo.
Come è possibile non lasciarsi completamente travolgere
dai meccanismi della commercialità più smaccata?
Sarà che tutto per me è
cominciato per caso, quando non credevo che fosse più possibile fare il
cantante. In tanti anni che canto ho riflettuto molto su questo tema, perché è
accaduto tutto così velocemente. Oggi sono nella fortunatissima posizione di
poter fare quello che mi pare. E’ un grande privilegio che devo saper
sfruttare al meglio. Posso fare un libro, mille concerti, dischi "live".
All’inizio della carriera non avevo certo queste opportunità e so benissimo
che ci sono ottimi autori e cantanti che meriterebbero molto più spazio. Per
questo mi sento responsabilizzato a far bene il mio mestiere, a cantare con
onestà.
Piacciano o non piacciano le sue canzoni, Ligabue è un
artista con il quale bisogna fare i conti.
Non so che cosa i giovani
cercano nelle mie canzoni e, onestamente, non mi deve neppure riguardare. Non
scrivo infatti per qualcuno, ma per me. So però che cosa i ragazzi non trovano
nei miei brani. Non trovano mai risposte, perché io ho solo domande da porre,
ho solo dubbi da seminare. In definitiva ho solo storie da raccontare. E mi
piacerebbe farlo sempre in modo nuovo. Ecco perché ho scritto un libro. (NdA. Fuori
e dentro il borgo, edito da Baldini & Castoldi) Non mi interessa
affermarmi come scrittore. Ancora una volta racconto storie, solo che qui non
c’è la musica a sostenerle. Ho raccontato storie di provincia. Mi pare una
realtà molto normale, poco chiassosa, sicuramente migliore di tante altre che
vengono continuamente proposte all’attenzione generale. Sono molto attaccato
alla vita di provincia e in particolare quella del mio paese: E’ un rapporto
talmente intenso che, anche volendo, non potrei neppure montarmi la testa. Se un
giorno vado in piazza a farmi fotografare, tutti mi prendono in giro: ecco il Liga
che viene a menarsela... Ho raccontato proprio questo. Ho raccontato il mio
paese, perché lo conosco bene. Spero di avere la possibilità di continuare a
scrivere come ho fatto finora, cioè senza l’assillo del business.