- SPETTACOLI -

Ligabue: nelle poesie la mia cupezza
"Con la musica sento più forte il bisogno di infondere speranza"

Il rocker ha debuttato a Verona con lo show in cui alterna le sue canzoni ai testi appena pubblicati in un libro.


(di Mario LUZZATTO FEGIZ)


VERONA - "Vinco le parole al fiato / lacero le fibre necessarie / sanguino il sanguinabile / giro il cannocchiale / verso di me". Versi di A quanto pare mia madre non dovrebbe avermi abortito, una delle tante (77) poesie della raccolta Lettere d'amore nel frigo appena pubblicata da Einaudi che Luciano Ligabue ha recitato ieri nel corso del nuovo spettacolo acustico-teatrale partito dal Teatro Filodrammatico di Verona.
"L'intensità delle poesie e il pessimismo cinico-ironico che le domina - spiega Ligabue - derivano dal periodo in cui sono state scritte: tre anni fa quando ho perso un mio cugino, è morto mio padre e mi son sperato da mia moglie". E leggendo Avviso per i non atei che offre ritratti di personaggi (dal dentista al donatore di seme, al... rigiratore di pollici), siamo immersi in qualcosa che sta a cavallo fra Spoon River e La domenica delle salme di De Andrè. "Non mi sembre una brutta collocazione - scherza Ligabue -. Sentivo il bisogno di scrivere senza fare i conti con la musica che è di per sé una limitazione. Nelle canzoni bisogna essere chiari e accessibili, popolari. La poesia consentiva ben altre libertà. E così ho scritto. Solo che subito dopo, di getto, è nato il romanzo. E allora gli editori hanno accantonato il progetto più ostico per quello più facile. Quanto ai contenuti della mia poesia succede come nelle canzoni: preferisco cantare come vedo gli altri, direttamente, visti fisicamente non attraverso i media".
Liga non è l'unico cantautore che a un certo punto ha pensato di liberarsi dalla forma canzone per proporre poesia pura: libri di poesie sono stati pubblicati da Bob Dylan, Patti Smith, PJ Harvey, Suzanne Vega, Leonard Cohen, Roberto Vecchioni.
Ma per Liga "poesia e canzoni rimangono due forme espressive separate, tranne, almeno in Italia, in due casi: Fabrizio De Andrè e Francesco De Gregori". Sono qui per l'amore è la canzone che apre il nuovo spettacolo, seguita da Sogni di Rock and Roll. E, dopo Il giorno dei giorni, la prima lettura poetica di Gli anni in cui eravamo distratti, che recita: "Sentivamo le canzoni / ci abituavamo alle peggiori / le ricantavamo forte / per non sentire notizie davvero vere".
"Ecco scrivo senza punteggiatura e il ritmo se lo deve cercare chi legge. La verità è che il mio divertimento preferito è mettere nei guai chi mi vuol definire". Certo è che nel nuovo spettacolo acustico in cui è affiancato da Mauro Pagani emerge un contrasto fra un certo pessimismo delle poesie e un certo ottimismo delle canzoni. "In queste ultime io sento un bisogno personale di infondere speranza. La poesia può essere oscura, la canzone è una riduzione della realtà a melodramma ad uso della gente". Ligabue confessa che nel periodo poetico ha fatto una scorpacciata di letture. "E il mio preferito è risultato Bukowski per la sua rudezza".
Fra le poesie più significative del libro Ce lo vedi Mick Jagger morire a 27 anni? nella quale vengono esaminate una serie di morti famose e premature, da Hemingway a Cobain, da Morrison a Hendrix, da Elvis Presley a James Dean. Morti eroiche, mitiche? "Sì, ma come spiegare a qualche miliardo di umani che soffrono che la loro disperazione è di serie B?".


Torna indietro