Il disco è nato da un forte impulso emotivo e da un moto di responsabilità
non dovuta. Avrei dovuto sentirmi a posto come semplice cittadino, con
i miei contributi e il mio sostegno morale. Invece ho voluto fare
qualcosa di più. Era una cosa che sentivo, che dovevo fare. E' stato un
gran lavorare, tutto di corsa e tutto di fretta; dovendo curare anche
i minimi dettagli, perché in casi del genere è un attimo venire
fraintesi. Alla fine si è deciso di impersonare nel testo qualcuno
diverso da noi, che è un'operazione che in generale non mi piace fare
perché è sempre a rischio di retorica. Però è sembrato il modo migliore
per affrontare questo argomento. Ognuno si è scritto la sua strofa,
ognuno si è preso la sua libertà. E' venuto un pezzo abbastanza crudo e
forte, lontanissimo dai vari "We Are The World"; per niente "buonista".
Io non so a cosa porterà questa canzone. So che dovevo farla.