- SOTTO I RIFLETTORI -
L i g a b u e
Di cosa parlano gli uomini quando parlano di donne? Di sesso?
Sbagliato: d'amore.
"Però se non fai il poeta o la rockstar mica lo dici".
(di Raffaele PANIZZA)
La mia promessa onesta ma grossa è stata quella che ho pronunciato il giorno del mio matrimonio. Ma a dire
il vero io e la mia ex moglie non c'eravamo mai detti "per sempre". C'eravamo detti "magari!" se mai, quello sì.
L'amore conta, ed è di questo che parliamo, tra uomini. Di quello che le donne hanno in testa e noi pure. Ma
se non fai il poeta, o il cantante rock, mica lo dici.
Luciano Ligabue appare in un doposcuola di primavera, davanti alla sala prove di Correggio dove sta perfezionando la scaletta delle canzoni che porterà in 13 stadi italiani dal prossimo 19 maggio. C'è ancora da lavorare sodo, per quanto la notizia di Roma e Milano già completamente esauriti metta in circolo una bella energia. Al momento, comunque, le luci sono tutte per Lenny, il figlio di otto ani, nato dalla lunga storia d'amore con Donatella, la prima moglie. Mentre stasera sarà la volta di tornare a casa da Linda, la bimba di un anno e mezzo nata dalla relazione con Barbara. E questo non è per dire "guardate un po' signori, ecco a voi un uomo normale". Ma è che certe volte succede davvero quello che si canta nelle canzoni: l'amore conta. Appunto.
Una canzone che parla di un amore finito dopo tanti anni passati insieme. Si sopravvive ed è anche
questa una scoperta dolorosa, non trovi?
A suo modo sì. Però c'è anche un segnale di speranza, l'idea che dopo un amore importante ci sia per tutti
un'altra possibilità.
Dedicare una canzone così intensa alla propria ex moglie non è un modo tutto maschile di trascinare
all'infinito storie che sappiamo concluse?
Non credo. Sentimentalmente vivo un momento molto chiaro, ed è ormai da tempo che sto bene con la mia ex
moglie. Però lo stesso sentivo la voglia di scrivere questa canzone, e dire esattamente quella cosa lì: conosci
un altro modo per fregar la morte?
E' una domanda retorica.
Secondo me sì. Io non ne conosco. E non ho ancora trovato qualcuno che mi abbia saputo dare un'altra
risposta.
Come si chiama il sentimento che rimane vivo con la donna che abbiamo amato per anni, e che ci ha
dato un figlio?
Non so. Si usa dire tenerezza, ma non mi piace. Si potrebbe chiamare affetto, che poi è l'amore al netto di
gran parte della complicità. Ma alla fine, amore è sempre la parola giusta. Mi rendo conto però di non poterla
usare, è una parola che verrebbe fraintesa.
Una donna avrebbe mai potuto scrivere una canzone così?
Perché me lo chiedi?
Perché dici "grazie per le cose fatte assieme", ma anche "è andata come poteva". Un colpo al cerchio e
uno alla botte.
E' una canzone virile, da uomini, questo non si discute. Lo è a partire dal titolo. Dire "l'amore conta" è
diverso da dire "l'amore è importante". Vuol dire mettere un freno, usare un po' di pudore. A qualcuno magari
potrà sembrare riduttivo, ma è ciò che volevo esprimere.
Le donne vengono ai tuoi concerti, amano il tuo mondo fatto di bar, cosce, zanzare, l'idea della vita
che in fondo ognuno si deve smazzare da sé.
Credo, anzi sento di avere un lato femminile molto sviluppato, ma il punto di vista che voglio portare
avanti è sempre quello di un uomo. Mi piace che il maschio faccia il maschio, e la donna la donna, chissenefrega
se è uno stereotipo. Eppure, nonostante questo, ci sono canzoni mie, "Piccola stella senza cielo", "Viva" o
"Quella che non sei", che riescono a parlare alle donne, a toccare corde profonde. Così sembra, almeno.
"Quella che non sei" è una canzone sulla difficoltà di confrontarsi coi modelli femminili
dominanti.
E' un limite enorme, figlio di un'incapacità di accettarsi che ormai è diventata cronica. Sai una cosa? Credo
di non aver mai conosciuto una donna che fisicamente si piacesse davvero. Questo crea una reazione a catena,
perché una donna che non si piace vede il mondo con il filtro distorto di chi non si ama.
Sembri deluso.
Il fatto è che per anni le ho idealizzate. Mi sono sempre aspettato qualcosa di più, ne ho sopravvalutate tante,
innamorandomi centinaia di volte solo di una proiezione, di un'idea.
Almeno una proiezione non ti fa le corna. Ora sei guarito.
Non posso dire che mi sia passata completamente. Mi rimane addosso una fascinazione pazzesca verso il mistero
che la loro biologia si porta dietro, verso la loro capacità percettiva.
Non sarà che continuare a dire "le donne superiori" è il nostro modo paraculo per continuarle a
tenerle ai margini?
Può darsi, ma io lo penso davvero. Penso che le donne siano capaci di un contatto inspiegabile con quello che
soffia nell'aria. Questo le rende molto esigenti, mentre noi uomini soffriamo, ci sentiamo irriducibilmente
inadeguati.
Cito a memoria: "Tu che ti giri sul tuo seno / mentre mi chiedi del futuro / io ti rispondo solo quel
che sai / cioè, non si sa mai". Ecco il tipico discorso onesto che però una donna non vuol sentire. Mi immagino
lei, a letto, che piomba nel silenzio.
Ma l'importante è leggere quel "non si sa mai" in tutte le sue possibilità. Non c'è scritto da nessuna parte
che tu non possa vivere tutta la vita con la stessa persona. O che tu possa star bene cambiando donna ogni
settimana. L'importante è non avere l'ansia del futuro, perché se cerchi di far girare le cose per forza in un
certo modo, tutto crolla.
Però le donne ti portano da quella parte, chiedendoti un "per sempre" detto occhi negli occhi.
Scusa la brutalità, ma secondo me viviamo la sessualità in modo molto diverso: noi siamo spinti da una
pulsione che ha ben poco a che fare con la delicatezza, mentre loro - anche solo per il fatto di accoglierci
fisicamente - devono mettere in gioco qualcosa che ha molto a che fare con la fiducia. Nella mia testa rimane
sempre l'idea che nella donna ci sia la necessità di accompagnare al sesso qualche forma di sentimento, che
non necessariamente deve essere l'amore.
Però ha sempre a che fare con il "dopo". Questo, ammettilo, è un po' soffocante.
Mi rendo conto. Credo però che per alcune donne questa apertura sul futuro sia meglio, molto meglio del
sesso.