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MMA AWARDS 2002
(ovvero i miei personalissimi premi Oscar per le mixed martial arts)

Il 2002 è stato sicuramente un anno importante per le MMA, negli eventi di tutto il mondo si è assistito ad una crescita del livello tecnico ed un importante sviluppo in termini di pubblico.
Proverò a dare i miei simbolici premi, a quegli atleti che, a mio modesto avviso, si sono messi particolarmente in luce.

Miglior Fighter 2002

In questa categoria ci sono pochi dubbi, Rodrigo Minotauro Nogueira sicuramente merita il premio.
5 incontri 5 vittorie, tutte prima del limite. Enson Inoue, Sanae Kikuta, Semmy Schilt e Dan Henderson sono stati degni avversari ma nulla hanno potuto contro la tecnica e la potenza della superstar brasiliana. Ma è stata soprattutto la vittoria contro Bob Sapp a conferire a Minotauro il prestigio e l’attenzione dei media che meritava. In quella battaglia contro un avversario molto più pesante, Nogueira ha dato sfoggio di grandissimo cuore sopravvivendo a 15 minuti in cui Bob Sapp ha fatto veramente di tutto per mettere in crisi il campione, e riuscendo alla fine a prevalere grazie ad una tecnica come sempre eccellente. All’orizzonte non si vedono obiettivamente fighter in grado di batterlo, forse Emilianenko Fedor ha qualche chance, e quindi anche per il 2003 aspettatevi un Nogueira ancora imbattuto.

Nella foto, Nogueira finalizza Bob Sapp

Nominations anche per Matt Hughes, che ha difeso per tre volte il titolo UFC dei welter, contro Hayato Mach Sakurai, Gil Castillo e Carlos Newton; ed anche per Chuck Liddell, che molti considerano il vero campione UFC dei mediomassimi (nonostante Tito Ortiz si sia ottimamente comportato nella sua vittoria contro Ken Shamrock a novembre).

Rivelazione 2002

In questa categoria ho riflettuto a lungo prima di esprimere un verdetto, ma considerando tutti i fattori ho deciso di assegnare il premio virtuale a Bob Sapp. L’ex giocatore di football americano ha fatto la sua comparsa sui ring giapponesi, dapprima come un fenomeno da baraccone, quasi fosse un gigantesco e curioso animale da mostrare al pubblico, poi però si è dimostrato un fighter vero.
Certo la sua tecnica è quanto meno approssimativa e basa ancora quasi tutto sulla prepotenza fisica e sulla enorme potenza, però contro Nogueira ha sicuramente dimostrato di avere discrete capacità di tenuta, contro Hoost (il re del k-1) è stato capace di vincere 2 volte subendo dei colpi piuttosto brutali, e proprio l’ultimo dell’anno, ha battuto Takayama (certo non un fenomeno) con un armbar.
Questo per dire che Bob Sapp ha ancora enormi margini di miglioramento e sicuramente il lavoro con Maurice Smith e Matt Hume potrà dare grandi risultati, sempre che le sirene (e gli yen) del Puroresu non lo tolgano definitivamente dalla scena MMA.
Menzione d’onore per Hideiko Yoshida, medaglia d’oro nel Judo alle Olimpiadi di Barcellona, che ha fatto il suo ingresso nelle MMA battendo prima Royce Gracie in un controverso match di grappling (era vietato colpire), poi Don Frye (destando qualche sospetto di work) ed infine il non trascendentale Satake.

Nella foto, Bob Sapp demolisce Tamura

Miglior Incontro 2002

Anche qui molto materiale tra cui scegliere, sicuramente i già citati Nogueira vs. Sapp e Tito Ortiz contro Ken Shamrock (quest’ultimo anche per la carica emotiva e per l’imponente battage pubblicitario), una menzione speciale va anche al bellissimo Murillo Ninja Rua vs Mario Sperry, nel Pride 20, una vera guerra tra gli esponenti della Chute Boxe e del Brazilian Top Team, da sempre grandi rivali, che ha visto il giovane Rua imporsi sul vecchio leone Sperry.
Ma a mio parere il match più bello e spettacolare del 2002 è stato quello tra due giovani star nel corso dell’UFC 37, ovvero l’incontro tra Robbie Lawler e Aaron Riley. Questi due ragazzi si sono dati battaglia per 3 round scambiandosi terrificanti colpi in piedi e dando vita ad un incontro ad altissima tensione che ha visto Lawler prevalere di misura solo ai punti. Sicuramente risentiremo parlare di entrambi nel 2003.

Nella foto, Lawler colpisce Riley

Delusione 2002

Sicuramente Vitor Belfort, il tanto annunciato ritorno nell’UFC dell’ex bambino prodigio (ce lo ricordiamo appena 18enne distruggere Vanderlei Silva in un vecchio UFC) aveva dapprima subito uno stop per un infortunio al braccio nella preparazione al match con Tito Ortiz (mai disputato). In seguito, per esigenze televisive, ha affrontato Chuck Liddell, uscendone maluccio con una netta sconfitta ai punti. Intendiamoci, perdere contro Liddell non è affatto un disonore, ma da un fighter del calibro di Belfort, che sembrava destinato a dominare la scena delle MMA ci si aspettava qualcosa di più.
Menzione di (dis)onore per Igor Vovchanchin per cui il 2002 è stato un anno non felice, due soli incontri e due sconfitte ad opera di Heath Herring (discutibile la decisione dei giudici) e di Quinton Rampage Jackson (infortunio ma Jackson stava vincendo). Sicuramente nulla di trascendentale, ma per chi ha negli occhi l’impressionante macchina da pugni ucraina di qualche anno fa, un po’ di delusione è inevitabile.

Nella foto, Un high kick di Belfort su Liddell

Claudio Freschi

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