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HOOST VINCE IL K-1 !!!

Ernesto Hoost ha vinto Sabato scorso la finale del K-1 Grand Prix, il più importante torneo di kickboxing del mondo, per la quarta volta.

Sicuramente però questa è stata la sua vittoria più fortunata per una incredibile serie di eventi che l'hanno caratterizzata.

Andiamo con ordine, innanzitutto Ernesto Hoost non avrebbe dovuto partecipare a questa finale, in quanto nelle semifinali tenute il mese scorso, aveva perso per Ko contro Bob Sapp. Un infortunio a Semmy Schilt, faceva però rientrare il campione olandese, che quindi aveva la possibilità di affrontare Bob Sapp in una attesa rivincita.
Ma andiamo con ordine e vediamo gli incontri della serata.

Nel primo dei quarti di finale Ray Sefo batteva ai punti uno spento Peter Aerts, che ormai sembra aver imboccato decisamente il viale del tramonto.

Nella foto, Sefo colpisce Aerts

Il secondo incontro era la tanto attesa rivincita tra Sapp ed Hoost, ebbene il primo round è stato dominato da Hoost, con i suoi low kicks che martoriavano il gigante americano al punto tale da limitarne di molto la mobilità. A questo punto Hoost iniziava a portare anche dei micidiali pugni al corpo che segnavano Sapp il quale finiva il round con estrema difficoltà.


Nel secondo round Hoost commetteva di nuovo l'errore di un mese fa, invece di continuare la demolizione, accettava gli scambi a centro ring, cosa non sempre saggia quando si affronta qualcuno che pesa 60 kg in più.
Hoost incappava così in un destro che letteralmente lo sollevava da terra, nonostante il conteggio in piedi, non riusciva a riprendersi, e Sapp lo portava così all'angolo dove portava una serie di jab devastanti che costringevano l'arbitro a fermare l'incontro.

  

Nelle foto, Sapp distrugge Hoost

Nel terzo quarto di finale il campione uscente Mark Hunt aveva di fronte il tedesco Stefan Leko. Hunt ha iniziato subito con la sua proverbiale aggressività a portare colpi di pugno, che il tedesco nel primo round controllava abbastanza bene, portando anche efficaci controattacchi.
Nel secondo round la musica non cambiava, ma ad un certo punto un destro dritto di Hunt faceva crollare al tappeto Leko, rompendogli il naso ed impedendogli di continuare.

Nella foto, una fase match

Il quarto incontro si preannunciava come il meno equilibrato, il favorito della serata, il francese Jerome LeBanner affrontava l’avversario meno quotato del lotto, il giapponese Musashi.
A onor del vero, va dato merito a Musashi di aver tenuto testa ottimamente al francese per quasi tutto il primo round, con efficaci combinazioni di low kicks e diretti. Verso la fine del round però LeBanner prendeva il controllo mettendo a segno una combinazione di pugni che atterrava il giapponese. Nel secondo round LeBanner aumentava la pressione, e dopo un altro ko inflitto all’avversario, l’angolo di Musashi gettava la spugna ponendo fine al match.

  

Nelle foto, Lebanner colpisce Musashi e lo manda KO

Al termine dei quarti di finale il primo colpo di scena, il capo arbitro saliva sul ring per annunciare che Bob Sapp si era fratturato la mano nel corso del suo incontro e non era in grado di proseguire, dopo un attento esame medico veniva così riabilitato Ernesto Hoost.

Nella prima semifinale Ray Sefo si trovava quindi di fronte il miracolato Ernesto Hoost. Purtroppo per Sefo però non era certo la sua giornata, infatti dopo pochi scambi il neozelandese portava un low kick alle gambe di Hoost e crollava al tappeto in preda al panico ed al dolore. Un esame medico ha evidenziato infatti che nell’impatto Sefo aveva riportato la rottura di un legamento della caviglia.
Quindi incontro sospeso e vittoria per Ko tecnico assegnata ad Hoost.

  

Nelle foto, Hoost esegue un kick su Sefo, e l'infortunio di Sefo (a destra)

La seconda semifinale è stata una battaglia tra Mark Hunt e Jerome LeBanner. I due hanno iniziato a scambiarsi colpi terrificanti dal suono del primo gong. Il primo durissimo round vedeva forse prevalere di poco LeBanner per la maggiore precisione. Nel secondo round LeBanner prendeva il sopravvento, scaricando su Hunt una pioggia di combinazioni, potenti pugni seguiti da calci alti e bassi, solamente il granitico Hunt poteva resistere a tanta furia.
Nel terzo round la musica non cambiava, con LeBanner a scaricare i suoi colpi su Hunt che malgrado cominciasse a risentire della stanchezza, non rinunciava a portare qualche contrattacco di pugno. Proprio uno di questi, nel finire del round, faceva sedere al tappeto LeBanner. Purtroppo per Hunt la fine del round era troppo vicina e LeBanner riusciva così a finire la ripresa e ad aggiudicarsi il match ai punti.

  

Nelle foto, due fasi del match

Si arrivava così, seppur in modo funanbolico, alla finale che molti si aspettavano.
Nonostante LeBanner arrivasse da una dura battaglia contro Hunt, appariva subito più fresco del suo avversario. Nei primi due round Hoost appariva sicuramente il più lento e il meno preciso dei due, ma la sua fortuna non l’aveva abbandonato.
All’inizio del terzo round infatti un calcio di Hoost veniva parato con il gomito da LeBanner che subito girava la schiena urlando di dolore. LeBanner veniva contato in piedi e subito dopo cercava di riprendere il match, ma un altro colpo di Hoost sul braccio lo faceva desistere, un altro conteggio e LeBanner riprendeva, ma solo per abbandonare definitivamente poco dopo. La diagnosi dei medici è stata di frattura di un osso del gomito.

  

Nelle foto, due fasi del match

Hoost incassava così i 400.000 dollari di premio, vincendo la finale del Grand Prix per la quarta volta, probabilmente la meno meritata considerando il ruolino di una sconfitta e due vittorie per infortunio.

Claudio Freschi

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