Prede della pesca a mosca

La trota è veramente la regina della pesca a mosca, la preda più ricercata e, allo stesso tempo, la più difficile da catturare. Ma all'amo finiscono anche temoli, cavedani, lucci e biack-bass.

Tra le numerose possibilità di cattura offerte dalla pesca a mosca, la trota rappresenta la preda di gran lunga più ricercata da ogni pescatore a mosca. Il comportamento del salmonide, in riferimento alla tecnica di pesca adottata, è improntato alla massima razionalità ed è per questo motivo che la migliore tattica sarà obbligatoriamente basata sulle circostanze e i fattori ambientali tipici dell'habitat di vita del pesce. Appare quindi logico dovere distinguere il comportamento della trota a seconda delle caratteristiche morfologiche del corso d'acqua, del periodo stagionale e delle possibilità alimentari presenti. Parlando di mosca secca, le possibilità di cattura sono essenzialmente legate alla predisposizione della trota a salire in superficie e bollare, una predisposizione che non è immutabile nel tempo ma è legata a fattori specfflci, il più importante dei quali è la maggiore o minore convenienza a cibarsi a pelo d'acqua. E come se la trota ragionasse così: non vale la pena muoversi troppo per lanciarsi su una preda il cui apporto energetico è inferiore all'energia consumata per catturarla. Come già detto, le condizioni non sono costantemente presenti e questo spiega il motivo per cui, a momenti di massiccia attività superficiale, fanno da contraltare altri in cui risulta praticamente impossibile convincere la trota a salire sull'artificiale. Sono periodi caratterizzati da una scarsa presenza aerea degli insetti, situazioni nelle quali è assai più facile e redditizio per il pesce scendere più in profondità, dove può cibarsi di ninfe e insetti non ancora del tutto trasformati nella fase adulta, più raramente di coleotteri o piccoli invertebrati accidentalmente trascinati in profondità. Potendo osservare la trota nell'intento di cibarsi sott'acqua, la si vedrà sostare in vicinanza del fondo, al riparo dalla corrente dietro un masso, un tronco o un qualunque altro ostacolo. Essa compirà, con una certa frequenza, leggeri e brevi scarti laterali per raggiungere gli insetti che passeranno nelle vicinanze. Il tutto in un areale ben definito e, in genere, mai molto ampio, al di fuori del quale il boccone verrà lasciato passare con assoluta noncuranza, proprio per quella convenienza energetica accennata in precedenza. Al contrario, quando sul fiume si realizza una schiusa di insetti (o "fioritura", come dicono i pescatori) piuttosto consistente, il comportamento del salmonide evidenze notevoli differenze e sarà assai facile che esso si disponga nella posizione più adatta per bollare con buona frequenza. Le trote più piccole manifesteranno la loro voracità tentando di afferrare il maggior numero di insetti e compiendo vistosi salti fuor d'acqua. Dove le caratteristiche del corso lo permetteranno, invece, le più grosse, dotate di una tecnica più raffinata e redditizia, si disporranno in prossimità della superficie e, sostando in prossimità di una vena d'acqua che trascini il cibo con regolarità, si limiteranno ad aprire la bocca e a risucchiare l'insetto con una cadenza assai più regolare.

La trota in torrente

I1 torrente è un luogo multiforme in cui le regole, a prima vista, sono incentrate su una razionalità abbastanza difficile da comprendere e tale da indurre a pensare che questi luoghi siano dominati dal caos più completo. In realtà, anche qui, il comportamento del pesce è quanto di più razionale e redditizio si possa pretendere. Il torrente è spesso caratterizzato da una forte turbolenza e velocità dell'acqua e le schiuse, pur non raggiungendo l'intensità di altri ambienti, sono dilatate in un periodo giornaliero molto grande e presentano una varietà insetticola assai più ampia. t quindi chiaro che, dove la profondità non sia eccessiva Guoghi in cui la trota si ciba quasi esclusivamente in profondità) e le condizìoni climatiche non siano avverse, il pesce èfavorevolmente incline ad alimentarsi in superficie per gran parte della giornata. Il grande dispendio di energie necessane a sopravvivere in queste acque fa sì che il pesce non manifesti particolari esigenze alimentari, dimostrando, logicamente, una maggiore attenzione al volume dell'insetto che non alla sua qualità. In torrente, la trota non può perrnettersi il lusso di un "palato fine", dovendo altresì alimentarsi quanto più le è possibile, indifferentemente sopra o sotto il pelo dell'acqua, senza sottilizzare troppo o scartando quep l'insetto in favore di una varietà più appetita. Quindi, tranne momenti particolarmente ostici, tipici del periodo estivo con livelli assai bassi, scarsa ossigenazione e luce eccessiva, la trota potrà essere cacciata a mosca secca con piena soddisfazione. In presenza di situazioni rientranti nella norma, in torrente dovrà essere necessariamente privilegiata la cosiddetta pesca "in caccia" con imitazioni abbastanza corpose e ben visibili anche dal pescatore. Tra le migliori, la Royal Wulf, la Bivisible, la March Brown, la Pheasant Tail, le Devaux 699 e 700, le imitazioni di Sedge e di Stone Fly. Da ricordare, inoltre, una categoria di insetti spesso, e a torto, dimenticati, i Terrestiial: sono artificiali che imitano piccoli e medi invertebrati che possono accidentalmente cadere in acqua come grilli, coccinelle, cimici, api, vespe e cavallette. Con questi si dovranno sondare quei luoghi in cui sarà più facile riscontrare la presenza dell'animale in attesa: nei rigiri di corrente immediatamente successivi ai sassi affioranti, sul limitare delle correnti principali , nei rigiri d'acqua e in prossimità delle sponde o degli anfratti che offrono un sicuro riparo alla trota. Riguardo la tattica, inutile tergiversare e ripetere concetti già lungamente espressi: silenzio, mimetismo e massimo controllo del dragaggio dell'artificiale.

La trota di fondovalle

Man mano che il torrente scende verso valle alle caratteristiche montane si sostituiscono progressivamente quelle del fiume del piano: il torrente di fondovalle deve essere considerato l'anello di congiunzione tra queste due tipologie d'acqua. Qui la trota assume modelli comportamentali difficilmente schematizzabili. Si dimostra sicuramente assai più abitudinaria nell'alimentazione che la trota di torrente delle quote più elevate, pur non raggiungendo i livelli di specializzazione e di selettività di quelle di chalk-stream. Nei torrenti di fondo valle le schiuse si presentano maggiormente cadenzate e concentrate in specifiche fasce orarie, secondo l'andamento e l'epoca stagionale: nelle ore più calde, durante il periodo invernale, in quelle più fresche e meno luminose, con l'avanzare della bella stagione; in estate, le schiuse avvengono solo al crepuscolo e proseguono nell'oscurità. In questo ambiente, le trote prestano maggiore attenzione all'insetto di cui si cibano, sia in merito alla taglia sia alla qualità e, invece di consigliare- specifiche imitazioni, è utile ricordare l'importanza dell'impiego di artificiali montati con sistemi più rispettosi delle forme dell'insetto reale, diminuendo il numero delle hackles (i peli che imitano le ali) o privilegiando il sistema di costruzione parachute e thorax. La tecnica di pesca può essere assai varia. Benché sia necessario rispettare i soliti consigli di massima attenzione e silenziosità, si deve aggiungere che le trote di fondovalle tollerano assai meglio delle altre i lanci ripetuti e il più ampio numero di falsi lanci. Ai minori problemi di dragaggio, conseguenti alla minore velocità e turbolenza delle acque, si affiancheranno le difficoltà insite nei lanci più lunghi, dato che, non di rado, gli esemplari più belli bolleranno a maggior distanza dalla postazione di pesca. Sondare i sottoriva, magari infilando la mosca sotto la vegetazione che dalla riva si protende in acqua, sarà garanzia di successo. Per tali ambienti, potranno usarsi attrezzature mediamente potenti: canne da 8' a 9', code del n. 5 o del n. 6; ma canne e code dovranno essere valutate di volta in volta, secondo le necessità del caso.

Le trote di chalk-stream

Il chalk-stream, croce e delizia di ogni pescatore a mosca, rappresenta la massima esaltazione della difficoltà e della cura del particolare. Qui niente deve essere lasciato al caso. Il corso si presenta come un'unica lama d'acqua, lunga, regolare e profonda, interamente ricoperta di vegetazione che, salendo verso la superficie, ondeggia ritmicamente, accarezzata da una corrente costante. L'abbondante vegetazione e le condizioni assai regolari che si osservano durante ogni periodo stagionale (livelli e temperatura dell'acqua restano pressoché uguali durante tutto l'anno), permettono la presenza di determinate specie di insetti che schiudono con una regolarità e un'abbondanza impressionanti. In tali favorevoli condizioni è ovvio che il pesce acquisisca caratteristiche di spiccata abitudinarietà e selettività. Tentare di farlo salire in assenza di schiuse si rivelerà una pratica capace di minare la volontà più ferrea, il sistema nervoso del più calmo dei moschisti. Di contro, con la schiusa in atto, il chalk-stream si trasforma e le bollate delle trote più piccole si susseguono senza soluzione di continuità. Le trote di taglia, invece, sono solite alimentarsi con cadenza più lenta e regolare. Individuata la bollata ritmica di un grosso esemplare, si renderà necessario un attento studio della situazione. Importantissima, ai fini della cattura, è l'osservazione della cadenza con cui il pesce sale sull'insetto, stabilita la quale si dovrà lanciare la mosca quando l'intervallo tra le bollate sarà prossimo alla scadenza. In questi luoghi, a differenza del torrente dove il boccone appare al pesce improvvisamente, la trota può permettersi di osservare l'insetto con la massima tranquillità. Per tale motivo essa si dimostrerà assai selettiva, cibandosi esclusivarnente di quegli insetti appartenenti a specie ben determinate, e quindi salendo sulle imitazioni di insetti realmente presenti al momento. Di conseguenza si renderanno necessarie imitazioni assai realistiche, sia nella taglia sia nella qualità, che vanno posate con delicatezza, utilizzando finali quanto più lunghi, fini e silenziosi possibile. La costanza della corrente può indurre a ritenere che nei chalk-streams il problema del dragaggio sia poco importante, ma è un errore. La vegetazione in continuo movimento che lambisce la superficie crea impercettibili giochi di corrente, capaci di far derivare l'artificiale, e la trota, sfruttando ogni elemento a sua disposizione per cautelarsi dalle sorprese, sarà assai suscettibile a qualsiasi mutamento di rotta. Si dovranno impiegare artificiali assai realistici, realizzati su ami molto piccoli. Effimere, chironomi e sedge saranno le imitazioni di più largo utilizzo, particolarmente apprezzate quelle costruite in cul de canard. Riguardo l'attrezzatura più sarà leggera, maggiori saranno le possibilità di cattura e divertimento.

Il temolo

Più che un pesce, il temolo dovrebbe essere considerato un vero rompicapo. La morfologia, la disposizione e la callosità della bocca di questo interessante timallide sono la prova della sua innata predisposizione a grufolare tra i fondali ciottolosi, luoghi in cui staziona costantemente. Eppure, il temolo è il pesce da mosca secca per eccellenza. Sale su tutto, ma allo stesso tempo rifiuta quasi tutto; il minimo dragaggio o il finale posato sulla testa lo terrorizzano, ma poco dopo eccolo riapparire e ricominciare a bollare come se nulla fosse successo. Il temolo deve essere insidiato con le mosche più piccole contenute nel proprio corredo, ma si stia pur certi che il pescatore accanto lo catturerà con una sedge montata su un amo del n. 14, forse ancora più grosso. Di sicuro questo pesce bolla salendo dal fondo e cattura l'insetto molto più a valle della posizione di partenza. Un simile comportamento gli permette un attento esame della mosca che, sovente, rifiuta. Più l'acqua sarà profonda e maggiormente necessario sarà un lungo lancio verso monte, con il risultato di incrementare in modo esponenziale le possibilità di dragaggio. I campioni prediligono i lanci curvi e trasversali alla direzione della corrente, nel tentativo di impedire il passaggio della lenza, prima dell'arrivo dell'artificiale. Le piccolissime imitazioni di effimere in genere si dimostrano bene accette. A torto, sono spesso sottovalutate le sedge, delle quali il temolo si dimostra particolarmente goloso. Benché istintivo e individualista, il temolo ama anche la vita in gruppo e pertanto, catturatone uno, èbene insistere nella stessa zona, dove stazioneranno, senza dubbio, altri individui. Ottimo lottatore, può venire ricercato con attrezzature leggere. Lo si slami con cura, senza sollevarlo dall'acqua e senza stringerlo tra le mani, poiché resiste pochissimo al maneggiamento.

Il cavedano

Bistrattato in ogni dove, apostrofato come "iniquo" dai pescatori dell'Italia settentrionale per la sua inarrestabile diffusione, il cavedano è un pesce che, al contrario, dovrebbe essere rivalutato per la sportività della pesca e la combattiva opposizione in cui si produce dopo essere stato allamato. Costantemente proteso in frenetica alimentazione, è sempre ben disposto ad alimentarsi in superficie; nelle ore più calde, sin dall'inizio dell'anno, è possibile tentarne con successo la cattura. Di bocca buona, il cavedano è un istintivo per natura, ma, lasciandogli il tempo di osservare la mosca, sara capace di ingannare il più abile dei pescatori. Presentandogli l'artificiale a distanza, infatti, lo studierà a lungo, colpendolo iipetutamente con il muso e dando l'impressione di esserne stato persuaso: ma il tutto si risolverà ancora in una ferrata a vuoto. Potere osservare e valutare l'insidia è la principale'arma di difesa del cavedano, lo si dovrà pertanto combattere proprio su questo campo. Il segreto della pesca a questo ciprinide consiste nel risvegliarne l'istinto con una battuta improvvisa della mosca a pelo d'acqua sopra la testa, magari subito dopo averlo visto bollare su un insetto vero: scatterà fulmineo e aggressivo, mordendo con vigore. Contrariamente a trote e temoli, il cavedano non viene particolarmente spaventato dal dragaggio dell'artificiale, anzi, in taluni periodi stagionali o con la sedge, questo è un espediente favorevolmente impíegabile nella cattura. Da aprile a settembre inoltrato il cavedano è costantemente presente in superficie e costituisce una valida alternativa alle prede più pregiate nei difficili mesi caldi e siccitosi.

Il black-bass

Estremamente curioso e "lunatico", il black-bass (o persico trota), una volta ferrato, concederà la difesa più entusiasmante che un pescatore possa augurarsi. Trarlo a riva, soprattutto se di buona pezzatura, è prova di sicura abilità. Uaver concesso una tale soddisfazione merita un premio: il rilascio immediato, cosa da fare con tutti gli altri pesci catturati. Il black-bass vive Principalmente in acque lente o ferme, nei iagni o nelle anse dei fiumi, tra i canneti e le piante acquatiche, in perenne agguato e in difesa del suo areale. E' davvero l'aggressività impersonificata, basta risvegliare tale istinto per averlo praticamente già catturato. Il rumore della caduta in acqua dell'artificiale non lo spaventa affatto, anzi lo induce a interessarsi al fenomeno. Per questo motivo, i popper, le esche più largamente usate per la cattura con la mosca secca, sono concepiti per provocarne in abbondanza, durante il recupero a strappi. Sovente, gli esemplari più grossi stazionano nell'immediato sottoriva, in attesa che qualche malcapitato avannotto gli capiti a tiro. Sono questi i luoghi da sondare più attentamente, magari recuperando l'esca da riva verso il largo, pescando dalla barca o dalla ciambella.

Il luccio

I1 luccio è forse il pesce meno insidiato con la mosca, ancor più difficilmente con quella secca. A differenza del blackbass, con il quale spesso condivide l'habitat e, solo apparentemente, anche alcune caratteristiche di vita, il luccio non agisce mai per pura aggressività, ma per un reale bisogno d'alimentarsi che, data la mole cui può giungere, non.è mai esiguo. Anche per il luccio i migliori artificiali da secca risultano essere i popper, le grosse imitazioni di cavallette o di libellule, ma ben maggiori risultati si possono ottenere con la pesca a streamer, utilizzando imitazioni di pesciolini, recuperati a strappi irregolari a imitazione di un individuo malconcio e morente. Una volta allamato il luccio oppone una resistenza breve, ma assai intensa, aiutato dalla mole. Subito dopo si lascia trascinare verso la barca (indispensabile in questo tipo di pesca), riservandosi un ultimo e imponente tentativo di fuga non appena giunge nelle vicinanze. Volendo praticare il no-kill, è necessario munirsi di un paio di robuste pinzette con cui estrarre dalla bocca l'artificiale. Negli esemplari di buona taglia, la robustissima dentatura sconsiglia l'impiego delle mani nude. Uattrezzatura, come per il black-bass, deve essere garanzia di assoluta sicurezza, le canne potenti e sufficientemente leggere da non affaticare troppo in fase di lancio. Buone nelle misure da 91 a 101611 per code non inferiori alla n. 7, meglio se del tipo shooting taper. Finale corto e commisurato alla grandezza dell'artificiale e alla dentatura.

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