La Pasturazione
La pesca alla carpa necessita di una buona dose di pasturazione preventiva. E una fase importante che permette di incrementare le già alte possibilità di catture.
La regola base della pasturazione nel carp-fishing è che non è assolutamente necessario pasturare esclusivamente con ciò che poi si mette sull'amo (o, meglio, sull'hair rig). Questo in parte smentisce una comune credenza secondo cui la pastura deve essere eseguita solo con l'esca per "abituare" il pesce a un dato cibo. Il moderno carp-fishing è fatto di attenti studi, così come la pesca tradizionale è legata a credenze quasi mai basate su fondamenti realmente provati. Credere che esca e pastura debbano coincidere significa ritenere che il pesce non è in gra o di riconoscere se si tratta di cibo o meno ciò che gli si presenta davanti. Ovviamente questo non è vero: il pesce sa perfettamente quando si trova di fronte del cibo grazie ai sistemi sensitivi di cui dispone. Il problema è che spesso un pesce che si ciba tranquillamente deve affrontare ostacoli d'ogni tipo: altri pesci predatori, animali anfibi e pescatori. Naturalmente un pesce non sa cosa sia un pescatore, ma è altrettanto certo che, grazie alla memoria genetica, esso riesce a collegare un dato cibo con una minaccia. Questa capacità è particolarmente sviluppata nelle carpe e tanto maggiore è la mole del pesce tanto più forte è il suo istinto di sopravvivenza e, dunque, la sospettosità. Immaginiamo allora che un banco di grosse carpe si imbatta in una zona fortemente pasturata. E chiaro che il primo approccio non sarà mai l'avventarsi sul cibo, ma saranno tanti veloci avvicinamenti e altrettante rapide fughe. Solo col tempo i pesci perderanno la diffidenza e si avvicineranno al cibo in modo sempre più convinto. Questo, in estrema sintesi, è il fine della pasturazione: non solo attirare i pesci, ma vincere la loro diffidenza. Da ciò si capisce come non sia necessario impiegare solo la stessa esca che poi si metterà sull'amo. Se si vuole andare a colpo sicuro è meglio accompagnare le boilies con del mais.
Un'esca alternativa: le particles
Pesca alla carpa non significa solo boilies. Esistono infatti molti modi di catturare grosse carpe, tra cui le particles. Queste sono esche a base di granaglie, soprattutto chicchi di mais, che unite alla tecnica di innesco con l'hair rig si rivelano assolutamente efficaci. Ma il mais non è la sola granaglia che rientra tra le particles, anzi ormai si conoscono ben 75 diversi tipi di granaglie con cui è stato possibile catturare carpe: ceci, fagioli di vario tipo, semi di girasole, mandorle, noci, lupini, arachidi, fave, semi di canapa, frumento, orzo, piselli e molti altri ancora. Va ricordato che queste granaglie non sono che semi e che se lasciate in acqua a lungo senza una preventiva preparazione danno vita a una vegetazione non originale e dannosa senza dubbio allecosistema acquatico. In Inghilterra questo fenomeno ha già causato molti danni evidenti in diverse acque, portando alla proibizione di pasturazioni non controllate e limitate in quantità. Inoltre, la carpa non ha un apparato digerente in grado di lavorare come quello dell'uomo, poiché non possiede lo stomaco. Ciò significa che alcune sostanze non vengono digerite e permangono nell'apparato digerente fino alla fermentazione che, come noto, produce ingenti quantità di gas. In caso di cibo eccessivo si giunge fino alla morte del pesce! Serve dunque preparare le particles con grande scrupolosità, distinguendo i due momenti di bollitura e fermentazione. Per la bollitura si utilizzerà una normale pentola o, meglio ancora, una pentola a pressione e vi si immergeranno i semi secchi in acqua già bollente per almeno 30 minuti. I semi tenderanno a gonfiarsi, raddoppiando il loro volume. In certi casi (come con i semi di canapa) inizierà una sorta di germogliatura. La stessa acqua di bollitura servirà poi per la fermentazione. Si pone tutto a raffreddare all'aria aperta per un periodo di almeno 2 giorni. L'acqua assumerà una colorazione marrone e, se mossa, sprigionerà un odore vagamente alcolico. Sarà questo il segnale che la fermentazione è iniziata e che l'esca può essere usata senza problemi. Soprattutto in presenza di semi di colore bianco può essere interessante provare a colorare le particles in colori vivaci. Per far ciò le si immerge in una bacinella contenente qualche millilitro di acqua e dei normale colorante per boilies. Analogo procedimento si deve compiere per aromatizzare le particles a proprio piacimento. Ora le particles sono pronte e possono essere trattate come le boilies, utilizzando quindi l'hair rig. Per l'occasione sarà bene affidarsi a degli hair rigs più lunghi affinché sia possibile inserire con l'ago più particles. Va bene sia quello venduto in confezioni destinate alla pesca sia quello acquistabile in grossi sacchi presso ogni consorzio agrario. In quest'ultimo caso sarà opportuno preparare con grande attenzione il mais, mettendolo a bollire per almeno trenta minuti e lasciandolo poi fermentare nella stessa acqua di bollitura per qualche giorno. Ciò che si otterrà è una vera prelibatezza per il pesce, soprattutto se arricchito da qualche centinaio di boilies. Vediamo ora due problemi legati alla pasturazione: la quantità e il lancio. Per quanto riguarda la quantità, l'ideale è sempre quello di creare una sorta di "tappeto" di cibo che copra un'area di una decina di metri intorno al punto di pesca. Non si deve mai pasturare a casaccio poiché si ridurrebbero le possibilità di radunare il pesce nel punto voluto. Si può stilare una sorta di programma di pasturazione che nel giro di qualche giorno porti all'effetto desiderato. La dimensione del luogo di pesca è importante ai fini della quantità, anche se è possibile individuare delle quantità di riferimento da aumentare a piacimento quando si avranno di fronte bacini molto grandi. In totale, il lancio di 5/6 kg di chicchi di mais, sommati a un paio di chilogrammi di boilies nello spazio di un paio di settimane, è sufficiente a preparare il luogo di pesca. In linea di massima il programma ideale sarebbe quello del lancio giornaliero di modiche quantità, ma spesso non è possibile dedicare così tanto tempo a questa attività. Anche 4 o 5 uscite settimanali consecutive riesce comunque a portare buoni risultati soprattutto quando si concentra la pastura in pochi settori validi. Veniamo al lancio. Per poter raggiungere buone distanze l'ideale è disporre di una piccola imbarcazione, ma questa tecnica non è adattabile a tutti i luoghi. Tutto sommato con una buona fionda si riescono a coprire con efficacia una ventina di metri di distanza. Esiste un ingombrante accessorio, detto "lanciagranaglie", che in cambio di una certa scomodità di trasporto permette buone gittate. Ma esiste anche un piccolo accessorio della Gardner, il bait rocket, un piccolo contenitore dalla forma aerodinamica che contiene le granaglie durante il lancio. Questo sarà effettuato con una canna potente munita di shock-leader almeno dello 0,55 che garantirà contro perdite e rotture. In una decina di lanci si porterà anche oltre i 70 m il carico di pasture. Per lanciare le boilies non si può fare a meno del Cobra, un tubo ricurvo che permetterà lanci di grande precisione anche oltre i 100 m. Lavvertenza è quella di lanciare una o due boilies per volta per poter avere un'elevata precisione. Spesso, le boilies tenderanno a esplodere in aria dopo pochi metri di volo. Ciò è dovuto a un'eccessiva secchezza dell'impasto; sarà sufficiente inumidire con acqua l'interno del Cobra per diminuire di molto le rotture.