Sul Volturno a Capua

 

Ecco un altro fiume che smentisce la convinzione secondo cui tutte le acque scorrenti in una città sono inquinate e quindi prive di pesci e senza interesse per i pescatori.

 

Il Volturno, fiume campano, presenta la sua zona più pescosa nel tratto che scorre a Capua.  Qui il bel torrente appenninico si trasforma in un fiume di pianura, con larghezza intorno ai 70 metri e con un livello garantito dalla presenza di uno sbarramento a monte della città, che regola il flusso a seconda della quantità d'acqua. La grossa differenza tra il Volturno e i fiumi del nord consiste nel fatto che questo fiume risente dei fattori atmosferici stagionali quasi fosse un torrente, tanto che, da un giorno all'altro, l'altezza dell'acqua può variare di parecchio, anche più di mezzo metro.  Pare comunque che questo fenomeno, siccome avviene regolarmente, sia ben tollerato dai pesci e quindi non costituisce un problema serio per i pescatori.  La profondità del Volturno a Capua varia dai due ai cinque metri e la corrente è abbastanza regolare e non troppo veloce, tranne che in corrispondenza di ostacoli e salti d'acqua, dove si ricreano situazioni comuni al tratto alto del fiume.

Carpe e cavedani in città

Come abbiamo accennato, i pesci che vivono nelle acque del Volturno sono numerosissimi, primi fra tutti i cavedani, seguiti dal carassi, che stanno moltiplicandosi in maniera sorprendente, e dalle carpe, che nel punti dove l'acqua rallenta e il fondo si abbassa possono raggiungere una buona taglia. 1 punti migliori per la pesca sono due: il primo si trova tra i ponti che portano a Capua e quello della ferrovia; il secondo tratto è più a monte, dove il fiume compie una larga curva.  In tutti e due questi punti non ci sono problemi di accesso ed entrambe le sponde sono comode e permettono di sistemarsi piacevolmente per una lunga battuta di pesca.  P- importante non sottovalutare il vantaggio offerto dalla vicinanza della città per chi vuole gustare la saporita cucina locale, senza dover interrompere troppo a lungo la pesca.  La sponda sinistra è più ricca di vegetazione e in molti punti si può pensare di essere su un qualsiasi bel fiume della pianura campana, perché Capua diventa invisibile e la presenza della città non si fa mai sentire in modo negativo.  Per raggiungere alcune buone postazioni nel primo tratto basta imboccare la strada sterrata che passa sotto il ponte della ferrovia.  Ci si può arrivare con l'automobile.  C'è vegetazione, ma non tale da rendere problematico un recupero, anche se un bel guadino a manico lungo è indispensabile.  In questo punto il Volturno scorre diritto e la corrente è piuttosto sostenuta, cosa di cui bisogna tenere conto quando si preparano le montature.  Il fondo, a una certa distanza da riva e verso il centro del fiume, raggiunge i 4,5 m.  In ogni caso, questo è un posto perfetto per la passata e ci sono generalmente due tendenze: quelli che non rinunciano per nessun motivo alla canna fissa, anche se devono usare attrezzi dai 7 metri in su, e quelli che sono sostenitori a oltranza della "bolognese", ossia della canna con anelli che presenta indubbiamente alcuni vantaggi pratici, pur essendo forse meno sensibile e quindi meno divertente.  Questione di gusti.  Quello che veramente importa, qui, per fare buone e numerose catture, è la pasturazione, che dev'essere accurata e ben calibrata.  Bisogna tener conto della forza e della velocità della corrente, per cui l'uso generico degli sfarinati ha come risultato quello di attirare numerosissima minutaglia a mezz'acqua, che può anche divertire ma non può essere l'obiettivo di un pescatore che miri a qualcosa di più concreto.  Se si usano impasti di confeziolie casalinga, conviene farli abbastanza compatti e pesanti, in modo che possano lavorare in profondità e non si disgreghino immediatamente.  Ottimamente adatte allo scopo sono le piccole palle di larve di mosca carnaria incollate.

Un fiume per garisti

I1 tratto di cui stiamo parlando è spesso teatro di gare di pesca.  Si è perciò creato anche qui quel singolare effetto di richiamo sui pesci che, ormai abituati a una grande abbondanza di cibo, si riuniscono numerosi e stazionano quasi sempre nei medesimi punti. Il Volturno non fa eccezione e ci sono giornate in cui, dopo ore passate a ferrare e recuperare, la nassa trabocca di una gran quantità di cavedani.  Ci sia consentito allora dare un consiglio: innanzi tutto, anche a causa della temperatura di questa regione, a meno che non si sia nel cuore dell'inverno, è assolutamente indispensabile mantenere il pescato ben vivo in acqua.  Liberarlo alla fine della battuta, secondo i moderni dettami del "catch and release", è solo una questione di sportività.  Con questo non intendiamo assolutamente condannare chi voglia portarsi a casa un po' di pesce per la propria tavola, ma in genere in queste acque le catture sono davvero cospicue e ci pare insensato portar via troppi pesci che potrebbero ritornare in libertà e contribuire a mantenere su buoni livelli la popolazione ittica locale.  Un fatto che può  capitare durante una giornata di pesca è che vengano aperte più del solito le paratie dello sbarramento sopra la città, con un improvviso aumento del livello dell'acqua e anche della velocità della corrente.  Il fenomeno è in genere talmente evidente che non può sfuggire a un pescatore attento, il quale immediatamente adeguerà alle nuove condizioni la sua azione di pesca, se vuole continuare a ottenere buoni risultati. Anche la pasturazione va mutata in funzione delle nuove condizioni: dopo una decina di minuti di quiete, i cavedani ricominceranno la loro attività.  E questo vale anche per i carassi, anche se in questo tratto i cavedani sono senza dubbio i pesci più numerosi e attivi. Il secondo tratto, prima del ponte, forma un'ampia curva e scorre lungo un insieme di ambienti diversi. Qui la corrente è minore nella parte esterna dell'ansa e ci sono punti di maggiore profondità dove il costante flusso dell'acqua ha scavato alcune buche; i fondali sono generalmente più bassi che nel tratto a valle del ponte.

Continue ferrate

Proprio a causa della corrente ridotta, pescando in questo tratto bisogna ridurre al minimo la piombatura; anche la pastura deve essere un poco più leggera.  Le palle di bigattini vanno però benissimo anche qui.  Ci troviamo sul tratto più bello dal punto di vista del paesaggio e qui si hanno più possibilità di catturare belle carpe. C'è chi si dedica specificamente a insidiare questo pesce, soprattutto nel punti in cui la corrente si attenua.  I risultati sono quasi sempre eccellenti.  Naturalmente non è escluso che anche in questa zona si verifichi nel corso della giornata un'improvvisa variazione del livello dell'acqua.  Una considerazione generale infine che vale per tutto questo itinerario: se avete fatto una pasturazione corretta e avete il finale giusto può capitarvi per un paio d'ore di non fare una sola passata senza che il galleggiante sprofondi nell'acqua.  Anche se non sempre la ferrata corrisponde a una cattura.  Poi, però, le abboccate si diradano fino a diventare casuali.  Basta allora arricchire la pastura con bigattini (senza mai esagerare in quantità) e ridurre la sezione del filo: le abboccate riprenderanno numerose.