Sul Lago di Talvacchia
Su
questo bacino artificiale, nato dallo sbarramento dei torrente Castellano, si entra in luoghi di rara bellezza. Al confine
fra Marche e Abruzzo, il Talvacchia è ricco di ciprinidi di buona taglia.
La prima cosa che colpisce chi arriva al Lago di Talvacchia è lo splendido paesaggio che circonda lo specchio d'acqua. Ma le sorprese non finiscono qui: avvicinandosi alle sponde, ci si trova davanti ad acque limpide, di un verde intenso, nelle quali si riflette la vegetazione circostante. A completare il quadro di questo luogo che non è eccessivo definire "unico", si aggiunge una notevole presenza di pesci, in prevalenza ciprinidi di taglia, che ne fanno un ottimo itinerario di pesca.
Acque interessanti, ma poco
frequentate
Le difficoltà che si incontrano per Lraggiungere il luogo e per scendere fino alla riva fanno del Lago di Talvacchia un posto non eccessivamente frequentato dai pescatori, tanto meno dai turisti e bagnanti, che non vi si trovano neppure nei caldi mesi estivi. Lo specchio d'acqua, tuttavia, è uno dei più interessanti campi di gara dell'Italia centrale. Fortunatamente questa prerogativa non incide assolutamente sulla pescosità in quanto tutto il pesce catturato durante le competizioni viene rigorosamente reimmesso in acqua vivo. L'unico giorno dell'anno in cui il Talvacchia è inaccessibile è il l° agosto, data in cui si svolge il famoso Trofeo della Quintana, una gara di pesca abbinata a una caratteristica manifestazione folcloristica in costume che si tiene ad Ascoli.Per tutto il resto dell’anno, il lago è solo dei pescatori e di coloro cui piace praticare il proprio hobby lontano da ciminiere e inquinamento. Il verde che circondaquesto angolo d'Italia, fra i Monti della Laga e gli inaccessibili Sibillini, meriterebbe da solo tutti i chilometri percorsi. Ma non c'è solo il verde: ci sono anche i pesci e in buon numero. Cavedani, carpe, triotti, scardole e alborelle, in particolare, mentre i carassi, per buona sorte, non hanno ancora invaso questo specchio d'acqua. Rare le tinche e i barbi che ricordano le origini "fluviali" del bacino.
Nessuna tecnica tradisce il
pescatore
Questa straordinaria varietà ittica apre il campo a una grande quantità di tecniche. Praticamente, sul Lago di Talvacchia c'è solo l'imbarazzo della scelta: dallo spinning alla pesca a fondo, dalla pesca all'inglese alla canna fissa, tutte le tecniche danno buoni risultati. La canna fissa, alternata alla roubaisienne e alla bolognese, è però la tecnica più usata su questo lago che, in questo, rivela la sua tradizione agonistica. La scelta della canna e della montatura è in diretta relazione con la tipologia della sponda da cui si opera. Sul Talvacchia esistono due sole alternative. La prima è quando si opera da un punto della riva che digrada lentamente in acqua: qui si pesca con canne non eccessivamente lunghe (da 4 a 8 m) e si imposta tutto sul pesce di taglia medio-piccola che risponde in quantità e immediatamente alle pasture leggere. La seconda è la pesca dai punti della sponda che scendono a picco sul fondo; a poca distanza da riva si ha già una profondità di 8 m e si impone l'uso di canne dai 9 m in su o di bolognesi con galleggiante scorrevole. E’ ovvio che, nella seconda ipotesi, si ferrano i pesci migliori. Cavedani che superano abbondantemente il chilogrammo e frequenti carpe da record che, nella maggior parte dei casi, riescono ad aver ragione dei monofili sottili, dopo lotte che possono durare anche parecchio tempo. Ogni tanto capita qualche bella trota sui 6-7 etti. La limpidezza delle acque e la nota diffidenza dei pesci che vivono in lago impongono l'adozione di lenze molto leggere e di monofili capillari. Pescando a canna fissa o con la bolognese, si rischia di vedere pochissime abboccate quando si usi un finale superiore allo 0,12.
Un'occhiata
alle esche
Il parco delle esche
efficaci è molto vasto. Si va dalla
classica larva di mosca carnaria (il bigattino, che sul Talvacchia è permesso)
al granoturco. Quest’ultimo oltre ad essere
molto gradito a carpe e cavedani, risulta essere selettivo se si vuole evitare
che la minutaglia si avventi sull'esca.
Per questo stesso motivo, nel lago rende moltissimo la pesca con il caster (Larve di mosche carnarie in
avanzata fase di mutazione). Esistono,
tuttavia, molte alternative. Fra queste la pesca a fondo con le boilies, possibilmente preceduta da una
pasturazione specifica e localizzata. Non sono
ancora molti i pescatori che di dedicano al carp-fishing sul Talvacchia
e questa è una ragione in più per
sfruttare una palestra naturale così bella e ricca di carpe da foto
ricordo. Nel lago è anche in voga un
metodo particolare, la pesca con il vivo, non solo rivolta alle trote ma anche
ai grossi cavedani del bacino. Ci si
rifornisce senza problemi di qualche alborella direttamente sul posto, la si
innesca per la bocca e la si fa "lavorare" a mezz'acqua, con una
bolognese dai 4 ai 5 m. E una tecnica estremamente redditizia e selettiva nel
Talvacchia, forse in virtù della relativa scarsezza di cibo disponibile, in
rapporto al numero di pesci.