Sul Simeto
Inquinamento e interventi
dell'uomo stanno rovinando il fiume più importante e bello della Sicilia. Per trovare prede interessanti si deve
risalire fino al punto in cui questo corso d'acqua ha origine.
Sul versante occidentale
dell'Etna scorre il fiume più importante della Sicilia, il Simeto, che ha la
sua foce a sud di Catania dopo un percorso di 88 km. Pare che un tempo lontano,
ma neppure troppo, fosse un bellissimo corso d'acqua, che nella parte più bassa
si allargava in mille ramificazioni attraverso la grande palude della piana di
Catania, in mezzo a folti canneti, papiri e ninfee. Era anche un fiume particolarmente ricco di pesci. A poco più d'un secolo da allora, la palude
è stata bonificata e ricoperta da cemento e condomini. Alla foce il Simeto scorre tra due argini
artificiali contro i quali le canne continuano a lottare per crescere, e buona
parte del corso medio e basso, se non tutto, è soggetto a un inquinamento di
proporzioni preoccupanti. Rimangono
tratti, prima di Adrano, in cui si riesce ancora a pescare carpe e tinche,
black-bass di recente immissione, pesci gatto, triotti e una specie locale, gli
"alburni". Questa è una parte
di fiume pianeggiante, con corrente lenta, adattissima per la pesca a
fondo. La portata d'acqua risente in
maniera visibile dei vari prelievi e della siccità, anche se a monte è in
genere buona, e nelle annate piovose diventa addirittura notevole. La vera tragedia di questo fiume rimane
comunque l'inquinamento, sia industriale, sia agricolo. E pare che, nonostante in Italia esistano
finalmente leggi precise al riguardo, ne manchi ancora l'applicazione.
Dove ha origine il Simeto
La meta del nostro
itinerario nel Simeto è comunque più in su, dove il fiume ha origine da una
serie di affluenli che scendono dalle alture contrapposte alla grande
massa dell'Etna. Si prosegue oltre Adrano verso Bronte, con sulla destra una
veduta incantevole delle pendici del vulcano.
Il Simeto scorre a sinistra, lontano, e non è sempre visibile, nascosto
tra contrafforti hasaltici che in alcuni punti formano veri e propri canyon
irraggiungibili. A Bronte, punto d'arrivo e di partenza per la pesca, si prende
la prima strada a sinistra andando verso Cesarò e dal ponte si scende
comodamente all'acqua. Si può scegliere
fra un tratto a valle COsteggiato dalla strada e il pezzo a risalire, che non
presenta difficoltà. L'acqua qui è
limpida, con salti sPumeggianti e lunghi pezzi tranquilli, lame dove,
accostandosi, è facile vedere i cerchi concentrici di una bollata. Intorno a Bronte
il Simeto è meno inquinato che in tutto il resto del corso, e il paesaggio è
inconsueto, con le evidenti tracce vulcaniche nei massi e nelle rocce e la
rigogliosa macchia mediterranea che fiancheggia le lame. Un torrente che
ricorda acque mitologiche e che all'improvviso si trasforma in un magnifico
torrente di montagna. Ma, dal momento
che siamo in Sicilia, è un torrente che ospita specie in genere difficili da
trovare insieme. Nelle buche formate
dalle grandi rocce ci sono trote, comprese le iridee che sono state ammesse
pochi anni fa, e poco più in là tinche, alborelle e triotti. Per un pescatore non c'è che da scegliere:
spinning e mosca per i salmonidi, fondo con il lombrico e anche pesca con il
galleggiante. Chi volesse procurarsi
esche naturali che hanno un effetto sicuro, può rifornirsi di gamberetti nella
parte bassa, a valle di Adrano.