Sul Lago di San Pietro

 

Visitiamo uno splendido bacino artificiale, incastonato nell'Appennino campano, che riceve le acque dei torrente Osento ed è popolato da grossi ciprinidi.

 

Il primo impatto visivo con il Lago di San Pietro è eccezionale: una gemma di acqua limpida incastonata nel tipico paesaggio collinare di questa zona.  La colorazione del lago, particolarmente nelle giornate di sole, è molto intensa e cangia da un verde brillante a un azzurro molto carico.  Nella parte più vicina alla strada d'accesso la sponda è bassa e digrada dolcemente in acqua; sull'altra sponda scendono nel lago alcune grandi pareti rocciose, sovrastate da una fitta vegetazione; in fondo, il grande sbarramento fa ricordare di essere sulle sponde di un bacino artificiale.  Se non ci fosse questo elemento, il paesaggio sarebbe identico a quello di un lago naturale.

Pesca all'inglese

L’aria che si respira sulle sponde del Lago di San Pietro è limpida e tersa, anche se ci troviamo a un'altitudine di soli" 470 m sul livello del mare. Il motivo di questa particolare situazione climatica è dovuto alla costante presenza di vento che batte quasi ogni giorno la zona. Naturalmente questa caratteristica meteorologica ha effetti negativi sulle possibilità di pesca.  Praticamente, si può pescare bene nelle giornate meno luminose o nelle prime ore del giorno e a tarda sera.  Per ovviare a questo fenomeno o si attendono le giornate con relativa calma di vento (ma il fenomeno è attutito anche all'alba e a tarda sera) oppure si ricorre alla pesca all'inglese, tecnica nata proprio per contrastare l'azione di disturbo del vento.  Sulle sponde del Lago di San Pietro i pescatori locali pescano immancabilmente a fondo, principalmente con gli impasti casalinghi, dedicati alle carpe.  Questo non è un esempio da seguire rigorosamente: meglio provare a pescare all'inglese con il galleggiante scorrevole.  Per raggiungere le posizioni migliori sono sufficienti 8-10 g di piombo.  Comodamente seduti sulla sponda, con il cimino della canna in acqua e in barba alle onde che increspano l'acqua, il galleggiante segnalerà molte abboccate: principalmente grandi cavedani e carpe, ma anche tinche, carassi e (purtroppo) pesci gatto.  Se questi invadenti frequentatori delle acque dolci non sono graditi, si alzi di pochi centimetri il fondo: le loro abboccate diminuiranno drasticamente.

Proviamo col carp fishing

Il Lago di San Pietro è famoso per le sue carpe, grosse e numerose, ma diffidenti e "selvatiche".  E non potrebbe essere altrimenti in acque così pulite.  Quasi tutti i pescatori le insidiano con le tradizionali tecniche di pesca a fondo.  Le esche più in uso sono il mais (da queste parti chiamato "granone"), il verme e gli impasti a base di polenta.  Anche la larva di mosca carnaria (il bigattino), il cui uso è permesso in queste acque, dà buoni risultati  e amplia il numero di specie che si possono catturare. Ma, tornando alle carpe, nessuna di loro ha mai visto, né annusato le boilies in queste acque.  E, da quanto risulta, non si è mai visto alcun pescatore dedito al moderno carp fishing.  Per tutti questi motivi, questa nuova tecnica di pesca può rivelarsi un'arma vincente nelle acque del Lago di San Pietro.  Non dimenticando, fra l'altro, che l'esca usata (Le boilies, appunto) è estremamente selettiva e non è gradita ai pesci gatto.  Al massimo si può avere la gradita sorpresa di qualche bella tinca.  Da questo punto di vista l'invaso di Monteverde può rivelarsi un vero hot-spot, assolutamente vergine per gli appassionati di questa pesca.  Resta sempre e comunque valido il rilascio finale del pesce catturato.  Se, poi, si ha la possibilità di effettuare più giorni consecutivi di pesca, abituando quindi i pesci ad una certa pastura regolare e nello stesso punto, le possibilità aumentano di molto.

Lo spinning per i cavedani

Il secondo valido motivo per visitare questo lago è rappresentato dai cavedani: grossi, spesso visibili a galla, ma molto, molto furbi.  Vento permettendo, due chicchi di mais innescati su un amo piccolo sostenuto da monofili capillari possono aver ragione della loro diffidenza.  Ma anche un piccolo pesciolino vivo, alborella o triotto, può convincere le prede da record presenti nel lago.  Chi ha detto che lo spinning per i cavedani è meno "sportivo" di quello indirizzato alle trote?  Si provi a percorrere le sponde del Lago di San Pietro armati di una corta canna di 2 m e di una scatolina di minnows e minirotanti.  I lanci a vuoto saranno numerosi, ma quando si indovinerà il punto giusto e si riuscirà a rendere "viva" l'esca artificiale non mancheranno gradite sorprese.  L’esca più consigliabile è il minnow, il più gradito in queste acque, solo però nella misura più piccola, quella da 3 cm.  La colorazione che ha fatto catturare più di un cavedano, anche di oltre 1 kg di peso, è quella che imita la sanguinerola.  Buona anche la classica imitazione con ventre argenteo e dorso scuro.