Sul Po a Crescentino
Un
fiume della lunghezza dei Po presenta una grande quantità di ambienti diversi e
ospita nel suo corso praticamente tutte le specie ittiche che si possono
trovare in acque correnti.
L’itinerario di cui ci occupiamo riguarda il corso
medio iniziale del Po, il tratto, cioè, che
scorre nella zona del comune di Crescentino, in Piemonte. A poca distanza da Torino, raggiungibile
dalla strada che costeggia la
collina torinese oltre Chivasso,
sorge l'abitato di Crescentino, che si trova sulla sponda sinistra del nostro
fiume maggiore. Punto di partenza di questo itinerario può essere considerato
il ponte che attraversa il fiume nei pressi di questo comune da cui prende
anche il nome. Ai fini della pesca,
l'interesse di questa zona del Po è dato dal fatto che, in uno spazio
relativamente ridotto, il fiume riceve le acque di tre importanti torrenti
alpini: l'Orco, il Maione e la Dora Baltea.
Si ampliano così le possibilità di pesca e, oltre ai soliti ciprinidi,
si trovano anche salmonidi, trote e temoli, oltre a grossi lucci e persici
trota in una combinazione non comune e molto allettante.
Dove confluisce la Dora
Baltea
Un primo tratto interessante
è rappresentato da quello a monte di Crescentino che va dalla confluenza della
Dora Baltea con il Po fino a circa un chilometro a valle del ponte. Qui le
acque sono stabilmente ed eccezionalmente pulite, anche perché cinque
chilometri a monte è in funzione il grande impianto di depurazione torinese
che, senza dubbio, a partire dalla fine degli anni Ottanta ha dato un grosso
contributo al miglioramento radicale delle condizioni del Po che, in questa
zona ricchissima di industrie, un tempo riceveva numerosi scarichi. Il livello delle acque è solitamente costante,
salvo che nel caso di piene, grazie a una fitta rete di canali, tra i quali il
più importante è il Cavour. Questa è
anche una delle ragioni per cui in questo tratto, oltre alla popolazione di
ciprinidi tipica di questo ambiente, si trovano anche i salmonidi, che hanno
bisogno di acque pulite e ben ossigenate.
Dalla confluenza con la Dora fino al ponte, il Po scorre con corrente
abbastanza veloce, con fondali non troppo profondi e ha le @ponde che finiscono
con ampi ghiareti. E il classico
ambiente per la pesca al barbo, alla savetta e al cavedano. Dopo il ponte, proseguendo verso valle, ci
sono su entrambe le sponde due lunghe prismate: sono i posti migliori, perché
sovrastano i punti più profondi, intorno ai
3-4 metri, e offrono un habitat perfetto per i più grandi esemplari di
cavedano, per le trote e per i lucci.
Per gli appassionati dello
spinning
Dai ghiareti però, oltre a
cavedani, barbi e savette, si possono pescare anche le trote e i temoli che, in
verità, non sono numerosissimi. Le tecniche più usate sono le stesse, con
qualche logica preferenza per la camolera, ma ottimi risultati li può dare
anche lo spinning medio-pesante, con artificiali dai 6 ai 9 grammi di peso. Le
trote che possono abboccare sono grosse marmorate di ceppo locale e sono stati
catturati alcuni esemplari che superavano ampiamente i 5 chilogrammi di taglia.
In questo tratto di Po c'è un punto molto interessante per chi ama praticare lo
spinning: la sponda sinistra della Dora Baltea poco prima dell'unione tra i due
fiumi. Per anni chiusa ai pescatori, in quanto riserva privata, questa zona dal
1989 è stata aperta alla pesca. La grande ricchezza di trote presenti in questa
ex riserva, con esemplari da primato, è diventata un grosso richiamo. Chi lo
vuole , può anche risalire per un tratto la Dora fino al primo ponte: è una
zona abbastanza battuta, ideale da percorrere a spinning, che attira molti
pescatori proprio per la sua ricchezza di pesce.
Savette eccezionali
La tecnica che rende di più
in questo tratto, soprattutto per i
ciprinidi, è la classica passata
eseguita con canne bolognesi, indispensabili
per contrastare la velocità della corrente e per la presenza a una certa distanza dalla sponda di
profondi gorghi che altrimenti sarebbero
irraggiungibili se si disponesse di una
canna priva di mulinello. Gli appassionati della canna fissa hanno
bisogno di canne molto lunghe, intorno almeno ai 9 metri, mentre è sconsigliata
la roubaisienne, a causa della corrente.
Sui ghiareti del primo tratto, prima del ponte, si pratica anche la
pesca a camolera con il piombo lungo rivolta a barbi, trote e temoli. Qui conviene fare una pesca di battuta,
spostandosi e cambiando postazione anche quattro o cinque volte nel corso della
giornata, cosa che le sponde consentono comodamente. L'esca più utilizzata per
i ciprinidi è senz'altro il bigattino, che alcuni innescano anche sulle
imitazioni della camolera pescando i barbi e che a volte attira anche qualche
trota. Un pesce che in questa zona è
largamente presente e richiama molti appassionati è la savetta, apprezzata per
la sua carne (nelle trattorie tra Crescentino e Trino si possono gustare in
carpione, una specialità locale). E una
preda che si pesca con il pane, oltre che con la larva di mosca carnaria, e la
sua cattura può dare emozioni soprattutto quando, dopo la ferrata, si produce
in lunghe fughe da contrastare con cautela, dal momento che in questa parte del
Po, le savette raggiungono dimensioni di tutto rispetto, fino a 1 kg di peso.
Lucci nella lanca
I lucci costituiscono
un'ulteriore attrattiva di questo tratto di Po, insieme ai persici trota di più
recente immissione. Questi due predatori convivono con gli altri pesci,
nutrendosene, e i punti migliori per pescarli si trovano nella parte a valle,
presso le due prismate, che offrono loro tane comode e sicure. I lucci, in particolare, godono di una buona
fama per le loro dimensioni. Si possono
catturare con il vivo o, in estate e all'inizio dell'autunno, a spinning usando
i grandi ondulanti e i minnow. Un altro
posto da lucci è una lunga lanca, ormai separata dal corso principale del
fiume, che si trova appena a monte del ponte di Crescentino sulla sponda
destra. Sempre con un buon livello
d'acqua che filtra dal Po e che affluisce direttamente da un braccio laterale,
questa lanca è lunga un paio di chilometri, circondata da canneti e con una
rigogliosa vegetazione acquatica.
L'acqua ferma rappresenta l'habitat perfetto per i lucci, che sono molto
numerosi e che ora dividono la lanca con una nutrita colonia di black-bass. Lo spinning qui va molto bene, anche se le
ninfee rendono a volte problematici i recuperi, mentre la tecnica che
senz'altro procura maggiori soddisfazioni è quella con il pesce vivo. Sono stati catturati nella lanca lucci fino
a 14 chilogrammi e ciò spiega la presenza abbastanza costante di
pescatori. Per chi ama la varietà e ha
voglia di muoversi, la nostra proposta è questa: lasciata l'automobile sotto il ponte di Crescentino (dove c'è un
ampio spiazzo per parcheggiare) si può pescare a passata nel Po, magari risalendolo, oppure arrivando fino alle prismate. Una volta giunti li, si può passare allo
spinning e continuare risalendo l'intera lanca. Se poi si ha la fortuna di capitare sul posto dopo una piena che
ha creato nella lanca un ricambio naturale e massiccio d'acqua, si possono
incontrare anche grossi cavedani, arrivati dal Po, che diventano molto
sospettosi in questo ambiente e si possono pescare bene soprattutto con il
sambuco, nella stagione in cui questo frutto è maturo.