A Porlezza sul Lago di Lugano
Diviso tra Svizzera e Italia, il Lago di Lugano offre ai pescatori la possibilità di fare catture numerose e molto varie: dagli agoni alle trote, dalle anguille alle bottatrici.
Lago pittoresco e tranquillo, in molti punti dall'aspetto ancora selvaggio, il Lago di Lugano, detto anche Ceresio, ha una forma articolata in modo da snodarsi a cavallo del confine italo-elvetico in maniera alternata, ora addentrandosi nel territorio lombardo, ora in quello svizzero, altrove segnando nel mezzo la linea di frontiera tra i due paesi. In territorio italiano, il Ceresio è a sua volta suddiviso fra due province: quella di Varese a sud-ovest, da Porto Ceresio a Ponte Tresa (da cui esce l'emissario che sfocia nel Lago Maggiore), e quella di Corno a nord-est, da Porlezza fino a Oria, su una sponda, e fino a Santa Margherita, sulla sponda opposta. Il tratto che interessa questo itinerario di pesca è il ramo dei Lago di Lugano che penetra nella provincia comasca e che, facendo capo a Poriezza, si dirige lungo la sponda settentrionale fino al confine. Non va tuttavia ignorata dall'appassionato la sponda meridionale dei Ceresio, presso la località di Osteno, né la vicina alternativa rappresentata dal piccolo Lago del Piano.
I punti "caldi"
La strada che da Porlezza va a Lugano è piuttosto stretta e corre un po' alta rispetto alla riva lacustre, che qui è rocciosa e verticale. Più avanti la sponda si fa meno aspra e accoglie gli abitanti che costituiscono la località di Val Solda (Cima, San Mamete, Oria). Questa è la zona più pescosa del ramo italiano del Ceresio. Già a Porlezza si pesca ottimamente dai punti che si protendono verso il lago, come i pontili e i moletti, ma i risultati migliori si hanno soprattutto alle foci del Cuccio e del colatore del Piano. A Cima i punti di accesso al lago sono numerosi e anche qui si hanno i soliti approdi, pontili e arenili che danno su fondali sufficientemente profondi. Presso le rive verticali rocciose e profonde si trovano cavedani, persici e (di notte) bottatrici; più avanti, dove le rive si fanno più accessibili, aumenta la presenza di persici trota. Chi ne ha l'esperienza potrà insidiare gli agoni, soprattutto presso la foce del Solda, a San Mamete. Questi pesci sono presenti più o meno lungo tutto il perimetro del bacino e a Porlezza vi sono punti in cui si avvicinano di molto alla riva. Punti buoni per la pesca si hanno anche lungo la riva che va a Osteno.
I
pesci e le tecniche
La pesca degli agoni rende
di più se la si effettua dalla barca, noleggiabile anche in luogo. Partendo da Porlezza si bordeggi la riva settentrionale già
descritta, cominciando dalla zona prospiciente la cittadina poco più al largo
delle boe di ormeggio delle imbarcazioni.
In giornate particolari, all'approssimarsi di un temporale o subito
dopo, si possono avvicinare più facilmente i banchi di agoni che sono quasi in
superficie, lanciando al loro interno le lenze multiple con le speciali esche
artificiali e si consiglia di acquistare a Porlezza. Si tratta di piume avvolte da piattina argentata, montate su
grossi ami. Usando la barca si
hanno altre possibilità: per esempio la pesca ai persici trota che paiono
abbastanza numerosi (ma un tempo erano addirittura abbondanti) con esche
artificiali come grossi minnows o plugs, da
lanciare presso le boe, sopra le erbe della corona o nei pressi della riva
rocciosa, facendole lavorare in profondità o appena sotto il pelo
dell'acqua. Si possono naturalmente
usare le esche vive, come le alborelle, per catturare cavedani, persici e persino
qualche trota. Queste ultime sono più
probabili soprattutto presso le foci dei torrenti (il Telo" l'Osteno, il
Cuccio, il Rezzo e il Solda), ma per catturarle occorre un permesso speciale. Può capitare anche la cattura di qualche
luccio, quando lo si cerchi in profondità e nelle zone molto inerbate, mentre,
nel tratto di Val Solda, sono presenti le tinche.