Sui canali dei Maccarese
Pescare
nel Tevere non è possibile: le acque sono troppo inquinate. Ma i romani hanno a disposizione, a pochi
passi dalla loro città, un mondo d'acqua tutto da scoprire.
Fino all'inizio degli anni Ottanta era praticamente impensabile andare a pescare in un tratto di fiume che attraversasse una grande città. Troppo inquinamento, in primo luogo, e spesso assenza quasi totale di pesce. Poi le cose sono cambiate, anche se non nella stessa misura dappertutto. Il caso più famoso è quello dell'Arno a Firenze, che proprio in città presenta i tratti più pescosi di tutto il suo corso. Analogo discorso si può fare per il Po a Torino, ritornato pulito e ricco di pesce, e per l'Adige a Trento e a Verona. Purtroppo, uno dei fiumi più carichi di storia del nostro paese, il Tevere, ancora negli anni Novanta è uno dei corsi d'acqua più inquinati, sia prima del suo ingresso in Roma, sia in tutto il suo percorso attraverso la città. Forse il Tevere vedrà giorni migliori in un futuro non troppo lontano. Infatti, finalmente si sono presi seri provvedimenti per restituirgli le acque di un tempo; intanto da anni il Tevere non è più meta di pescatori. Comunque, gli sportivi romani che non possono permettersi di fare lunghi tragitti per andare a cercare acque decenti hanno a loro disposizione dei buoni sostituti, poco lontano da casa.
A due passi dalla capitale
AIle porte di Roma esiste un vasto comprensorio, costituito da un certo numero di canali, chiamato Maccarese. Le acque di questi canali sono pulite e ricche di pesce. Ma vediamo nei particolari questo itinerario che si può definire appena "fuori porta". La superficie ricoperta da questa zona è molto vasta e comprende le opere idriche, iniziate nel 1884, per la bonifica della foce del Tevere. Lo scopo iniziale era quello di sconfiggere la malaria, malattia un tempo endemica, e per far questo era necessario creare una fitta canalizzazione per convogliare le acque stagnanti delle numerose paludi in un canale principale che sfociasse in mare. Usando le idrovore si prosciugarono i pantani, si scavarono i molti canali e canaletti e i terreni malarici divennero fertili e coltivati. Molto più tardi, verso la metà degli anni Sessanta, fu anche'costruito nella zona un aeroporto, quello di Fiumicino. Abbiamo quindi un teatro di pesca che dista al massimo, nei suoi punti più lontani, una trentina di chilometri dalla città e che ha la caratteristica rara, se non unica, di essere spesso sorvolato da aerei in fase di decollo o di atterraggio (forse l'unico altro luogo di pesca vicinissimo a un aeroporto è il milanese Idroscalo). Agli aerei si può fare l'abitudine, non disturbano più di tanto. Quello che invece conta è la particolare pescosità di questi corsi d'acqua.
Oggi
sono acque per tutti
Un tempo c'erano soprattutto
carpe e tinche, inoltre cefali e spigole vicino al mare, che però non si potevano pescare perché l'intero
comprensorio era una concessione privata per la vendita del pesce; oggi, con
l'acquisizione da parte della FIPS di queste acque, le specie ittiche sono
aumentate. Sono stati immessi carassi,
che si trovano in gran numero, e cavedani.
Rimangono parecchie carpe, moltissime anguille, scardole e persici sole,
e nei punti dove l'acqua è salmastra i cefali sono numerosi, così come le
spigole a volte risalgono i corsi d'acqua per un bel tratto durante la loro
caccia alle prede e si trovano in gran numero in tutti i canali. A questo punto
bisogna fare una sommaria distinzione tra i vari tipi di canale. Sostanzialmente sono due. Quelli la cui funzione è la raccolta e la
filtrazione delle acque piovane sono stati realizzati in epoca più antica. Questi canali sono scavati nel terreno,
hanno sponde naturali normalmente ricoperte di vegetazione e ricchissime di
canneti, che costituiscono l'ambiente ideale per molti pesci. I canali più recenti, e di maggiore portata,
hanno le sponde in cemento, dove il pesce si mantiene non sottoriva, vista la
mancanza di ripari, ma verso il
centro, nel cuore della corrente.
Un'altra particolarità è che non tutti i canali si trovano allo stesso
livello, e per questo motivo spesso si creano dislivelli e abbassamento
d'acqua, specialmente durante i periodi più asciutti, cosa che influisce sul
comportamento generale dei pesci. Un abbassamento delle acque di mezzo metro è
importante soprattutto nei canali scavati nella terra, che hanno una profondità
media intorno al metro.
Sul canale più ricco
Il canale principale, nel
tratto in cui riceve l'acqua del
Tevere dall'impianto di Ponte Galleria, è il punto più ricco di pesce di tutto
il Maccarese. Qui, alla fine degli anni
Ottanta, ha fatto la sua comparsa il lucioperca, che si è acclimatato alla
perfezione e sta incominciando a diffondersi anche negli altri canali. Purtroppo il canale principale, la cui
funzione primaria è quella di irrigare i campi circostanti, soffre di notevoli cali d'acqua nei periodi di
maggior prelievo. In compenso il
sistema di chiuse per far scorrere le acque da un canale all'altro serve anche
a far spostare interi banchi di pesci che seguono il deflusso, raggiungendo
così altre zone. Un pescatore che non conosca questa rete di canali può
incontrare qualche difficoltà a raggiungere i punti desiderati, ed è quindi
consigliabile che si procuri le informazioni necessarie (soprattutto per quanto
riguarda calendari e regolamenti) alla locale sezione FIPS. Un altro posto buono per la pesca è il
Collettore Generale delle Acque Basse, che parte dall'idrovora di Focene e
prosegue per diversi chilometri perpendicolarmente alla linea della costa. Lo si raggiunge seguendo le indicazioni per
Fiumicino fino al viale delle idrovore con lo stesso nome. In alcuni tratti di questo braccio d'acqua
si svolgono regolarmente gare di pesca.
Per arrivare invece al Canale Principale di Irrigazione, che è quello
con maggiore portata d'acqua, conviene prendere come punto di partenza Ponte
Galleria, attraverso la via Portuense o la Magliana. Di qua, a parte il tratto di cui abbiamo parlato prima, che
praticamente va fino alla chiusa nota con il nome di "Latte Sano",
conviene spingersi fino all'idrovora della Botte da dove si suddivide in tre
diramazioni. Sono tutte comode da
percorrere con strade sul terrapieni e hanno una buona estensione: più di 12 km
il Canale Principale d'Irrigazione F, oltre 5 km il Canale Allacciante di Maccarese
(che poi si reimmette nel Canale Principale F) e poco più di 3 km il Canale
delle Acque Alte (che entra nel lago di Focene, riserva del WWF). Sono i canali
in cui maggiore è la presenza di pesce, ma non sono certo gli unici a poter
offrire buone soddisfazioni. Il bello
dei canali del Maccarese è che si può scegliere a piacimento e la varietà è
davvero notevole. E questo torna
particolarmente utile quando il tratto d'acqua scelto presenti un'eccessiva
variazione di livello; basta cambiare teatro di pesca, dato che i livelli dei vari canali sono spesso
indipendenti. C'è poi il fascino della
scoperta dei fossi minori, che però possono regalare prede d'eccezione e sono
comunque meno frequentati, proprio perché meno noti. 1 migliori sono il Canale
Coccia di Morto, lo Sferracavallo e il Collettore di Levante.