Sul Limentra di Treppio

 

Nato sull'Appenníno toscano, al confine tra Emilia e Toscana, il Limentra è un torrente particolarmente pescoso e complesso, nel quale si distinguono vari rami e zone.

 

Meta del nostro itinerario è il Limentra di Treppio. La distinzione è necessaria poiché in questo complesso idrico si trovano anche il Limentra di Sambuca e quello di Moscona.  Il Limentra di Treppio ha la caratteristica unica di offrire due ambienti completamente diversi ma al tempo stesso altrettanto interessanti per il pescatore. La zona  si può raggiungere da Firenze sia da Bologna, proseguendo sulla statale 64, detta la Porrettana, e quindi svoltando a Ponte Venturina. A questo punto bisogna però decidere quale tratto del Limentra scegliere per la battuta di pesca. Le due zone hanno infatti caratteristiche assolutamente differenti: la parte finale, che incomincia dopo il grande bacino artificiale di Suviana e finisce alla confluenza con il fiume Reno a Riola di Vergato in Emilia, è soggetta quotidianamente a regolari quanto improvvise piene alimentate dall'apertura parziale delle paratoie del bacino di Suviana.  La parte superiore, a monte dell'invaso, ha invece acque abbondanti ma regolari e presenta l'aspetto classico dei torrenti appenninici.

Il Limentra alto

Cominciamo dal Limentra alto, il tratto cioè che scorre prima del grande lago artificiale di Suviana, a sua volta interessante teatro di pesca.  Acque limpide con un colore verde di fondo, con una portata sempre più cospicua, dato l'apporto in tutto il tratto di ben sette torrentelli, chiamati "fossi", e di un laterale più grande, il Limentrella.  Fossi e laterale sono ben popolati di belle fario e possono costituire un'alternativa di pesca rispetto al torrente principale, per chi ama la solitudine e la pesca di ricerca eseguita dietro ogni sasso al tocco.  Il tratto specifico che consigliamo nel Limentra alto è quello che va dalla confluenza con il Limentrella vicino a Treppio fino all'immissione nel bacino di Suviana.  Il corso è molto vario, caratterizzato da una costante portata d'acqua, tratti a forte corrente, ghiareti, lame e salti d'acqua tra le rocce.  Le sponde sono basse e accessibili, anche se in alcuni punti diventano alte e piuttosto difficili a causa della folta vegetazione.  In questo caso conviene, dove si può, procedere in acqua per evitare lunghi e faticosi aggi ramenti.  Ci sono anche alcune grandi lame tranquille in successione, proprio a  valle di pittoresche cascate tra rocce  ferrigne.  Le tecniche di pesca sono quelle tipiche da corrente: spinning leggero, con cucchiaini rotanti argentati o  minnows non troppo grandi, soprattutto ai  piedi delle cascatelle e all'inizio delle lame, tenendosi quand'è possibile fuori vista, o la pesca al tocco con lombrichi o larve di friganea o camole, senza dimenticare che il regolamento locale impone l'uso di ami del n. 2 e la cattura di un massimo di 6 salmonidi. Va bene una canna fissa .di 4 o 5 metri, con monofilo piuttosto robusto perché si possono fare catture di grossa taglia, specialmente nelle vicinanze dell’immissione nel lago.

Il Limentra a monte

Passiamo ora all'altro Limentra, quello a monte del bacino di Suviana. Questo tratto di fiume è sottoposto a un  regime tutto particolare: ogni giorno c'è  una piena, che ha orari precisi, diversi a seconda delle stagioni.  E’  molto importante informarsi bene sugli orari, che possono essere richiesti all'ENEL, perché il momento in cui il livello di Limentra aumenta improvvisamente può esse re pericoloso per chi si trovi in acqua in quel momento.  Le sponde sono fittissi me di vegetazione e quindi è spesso indispensabile procedere attraverso il letto del fiume per spostarsi durante la pesca. Ci vogliono stivali alti,  possibilmente i waders, e molta prudenza, soprattutto se si cede alla tentazione di raggiungere gli isolotti che emergono in mezzo all'alveo del Limentra e che si possono raggiungere solo con l'acqua bassa e in deflusso.  Queste piene ricorrenti hanno a quanto pare condizionato anche il comportamento delle trote, fario e mormorate, che vivono numerose in questo tratto, perché diventano attive e si spostano proprio quando l'acqua aumenta, a volte in maniera considerevole.  In compenso le piene non piacciono a molti pescatori, che non conoscono le abitudini dei pesci locali, e questo fa sì che il basso Limentra sia meno frequentato.  Qui le trote sono mediamente più grandi che nella parte alta e la tecnica più redditizia è lo spinning medio, eseguito facendo lavorare l'artificiale dal centro della corrente verso riva, a valle,            per poi farlo risalire lentamente (anche a causa della violenza della corrente che deve contrastare) lungo i rami e i cespugli sommersi che contornano la sponda.    Altra tecnica utilizzata è quella a fondo con un grosso lombrico e una piombatura discreta e canna anche superiore ai 6 metri. Un particolare importante da non dimenticare: difficilmente le trote abboccano prima della piena.

Il lago di Suviana                    

Tra i due tratti del Limentra di cui abbiamo appena parlato c'è il grande bacino artificiale di Suviana, un invaso circondato dai colli appenninici coperti dal verde ininterrotto dei boschi.  Una visione panoramica dell'intero lago si può avere da Badi, poi si può scendere e cercare un'ansa in cui iniziare la pesca.   Data l'ampiezza dell'invaso non ci sono posti migliori di altri, anche se i conoscitori del lago frequentano la zona vicino alla centrale dell'ENEL oppure la parte nei pressi della diga.  In ogni caso, questo lago offre moltissime possibilità perché ospita praticamente tutte le specie d'acqua dolce: trote, persici, cavedani, carpe, tinche, savette, alborelle, lucci.  Per questo motivo vi si può pescare tutto l'anno, naturalmente rispettando i periodi di chiusura per le varie specie. Un'altra particolarità del lago che può essere fastidiosa per la pesca è la presenza quasi costante di venti piuttosto sostenuti, che richiedono qualche accorgimento per adeguare la tecnica prescelta in modo che l'azione non risulti diminuita.   Per questo si vedono molti che pescano all'inglese.  Lo spinning non incontra problemi particolari.  A fondo bisogna aumentare un poco la piombatura abituale, e lo stesso vale per chi pesca con il vivo.  Ottima soluzione è quella di pescare vicino alle legnere dove si trovano numerosi e bei persici, appunto per evitare che l'azione del vento sul filo sposti la lenza troppo velocemente e in punti non voluti.  Il vivo, che ci si può procurare sul posto data l'abbondanza di alborelle, è una delle tecniche preferite in questo lago, perché permette di fare catture differenziate, dai persici ai lucci, dalle trote a qualche grosso cavedano.