Sul Lago d'Iseo
Il
Sebino è un lago non molto esteso, ma profondo e contenuto tra sponde spesso
difficilmente raggiungibili. Le sue
acque sono una grande riserva di pesca, in parte ancora incontaminata.
Il Lago Sebino, detto anche
Lago d'Iseo, è alimentato dal fiume Oglio che scende dalla Val Camonica e ne
rappresenta anche l'emissario. La linea mediana del lago segna per tutta la sua
lunghezza il confine fra le province di Bergamo e di Brescia. Si tratta di un bel bacino lacustre, fra i
maggiori di quelli prealpini e notevolmente profondo (vi sono punte massime di
251 metri), dall'aspetto molto suggestivo e forse un po' severo, con molti
tratti selvaggi e poco abitati, come è il caso della sponda bergamasca (quella
occidentale) che, per buona parte, si presenta dirupata con strapiombi
verticali che scendono a picco nelle acque profonde e dove la isobata dei 200
metri corre vicinissima alla riva. Le rive sono
generalmente basse e caratterizzate da fitti canneti solamente in pochi punti:
nel tratto inferiore, quello attorno al comune di Iseo e fino all'uscita del
fiume, in sponda orientale e all'estremità settentrionale, in cui l'Oglio fa il
suo ingresso nel lago. Inoltre la sponda orientale bresciana, da Sarnico a
Pisogne, è meno dirupata rispetto a quella opposta bergamasca, salvo qualche
tratto attorno a Marone. Questo itinerario presenta proprio la sponda orientale
del Lago d'Iseo, dove moltissimi punti sono accessibili a chi pesca da terra.
Esplorando le torbiere
La cittadina di Isco, che ha
dato il nome al lago, è il punto di partenza da cui proseguire fino a
Pìsogne, percorrendo la S.S. 510 o
servendosi della ferrovia che costeggiando il lago giunge fino a Edolo. Intorno a Iseo la sponda è pianeggiante, ma
verso nord si fa collinosa, benché le rive restino sempre accessibili, con
molti punti di vario genere su cui appostarsi, come imbarcaderi, moli, approdi
eccetera. Se invece si preferisce procedere verso ovest fino a Clusane, si
troveranno rive basse, paludose, coperte da canneti. Questa è la zona che
confina con le molte e pescose torbiere.
Le migliori sono quelle che si trovano nei pressi di Provaglio, che
dista circa 3 km da Iseo. Ma altre
ottime torbiere sono quelle presso i comuni di Cremignange e Timonile. Attenzione, però: non tutte le acque delle
torbiere sono libere. Alcune sono in
concessione e occorre richiedere un permesso di pesca (comunque di costo non
elevato), per cui è sempre meglio informarsi in loco prima di iniziare a
pescare. Si consiglia, inoltre, l'uso
di un'imbarcazione a remi, che è possibile noleggiare. A questo proposito ricordiamo che, non
essendo permessa la pesca con barca in movimento, il natante è utile soltanto
per poter raggiungere i punti meno accessibili e, una volta ancorato il mezzo
con una punta contro la sponda, si potrà pescare più agevolmente da bordo che
da terra; inoltre, si ha la possibilità di esplorare più punti dei vari specchi
d'acqua che formano le torbiere. Si può
però pescare anche da riva, naturalmente.raggiungendo un minor numero di punti.
La zona di Pisogne
All'estremità settentrionale
del lago, dove fra Lovere e Pisogne entra l'Oglio, la sponda è coperta da
canneti. t una zona tipica da persici trota e da tinche, che nel basso fondale
ricco di flora palustre trovano l'habitat ideale. Vi sono anche persici, lucci, anguille e la minutaglia bianca,
con in testa le scardole. Per avere i migliori risultati, ci si deve aprire un
varco tra i canneti, oppure si può tentare in uno dei numerosi canaletti
dell'entroterra. Ma c'è ancora
un'alternativa: è il tratto che fronteggia Monte Isola, l'isola lacustre più
vasta d'Italia. Questo tratto di sponda
va da Marasino a Marone; le sue rive sono un po' scoscese, pur offrendo molti
punti di accesso.
I
pesci e le tecniche
Cominciando dal basso lago,
si trovano tinche, persici, persici trota e lucci, soprattutto nelle torbiere,
dove prevalgono i black bass e i lucci unitamente a una quantità di scardole e
di pesce bianco, tinche e carpe. Si
possono perciò praticare varie tecniche, ma le principali sono due: lo spinning
e la pesca col vivo. Il vivo rende
sempre, ma è specialmente in stagione fredda che dà maggiori risultati,
soprattutto se praticato a fondo per il luccio. In tarda primavera è meglio ricorrere alle esche artificiali da
superficie (minnows, plugs, poppers)
per ingannare il persico trota. A
inizio autunno è invece preferibile portare l'insidia sul fondo e qui sembrano
molto redditizi lo spinnerbait o il
vermone artificiale, dai colori vivaci.
Sono esche con le quali si possono catturare anche i lucci, con
risultati migliori di quelli offerti dagli artificiali metallici ondulanti e
rotanti. Per tinche, ed eventualmente
carpe, bisognerebbe avere la fortuna di incappare in qualche punto già altre
volte pasturato a polenta o mais. Se si
scende verso Clusane, si possono pescare boccaloni, tinche, scardole, cavedani,
qualche luccio e le immancabili alborelle.
Non solo, ma in stagione adatta vi sono anche gli agoni e, procedendo
verso Sarnico, si ha addirittura la possibilità di catturare qualche trota.
Pescando da Iseo verso monte, per gli alborellisti c'è sempre molto da fare,
mentre cominciano a essere più numerosi i persici e i cavedani. Inutile suggerire tecniche ed esche, che
vanno da quelle leggere (larve, pane o vermi) per alborelle, scardole, triotti
sotto riva, tinche e cavedani, a quelle più pesanti per i persici (esche vive o
vermi di fango). Nel tratto fra
Marasino e Marone sembrano prevalere più che altrove fitti banchi di alborelle
e numerosi grossi persici. Chi si dedica a questi ultimi Con lo spinning è bene
che disponga di esche artificiali di vario tipo, anche perché non è difficile,
in superficie, catturare qualqhe grosso cavedano con i minnows. E’ anche
importante potersi disporre in prossimità della foce di qualche torrentello,
dove è sempre presente qualche trota.
Vermoni in silicone, spinnerbaits
o plugs sono gli artificiali più
adatti per insidiare i persici trota nella zona dei canneti, fra Pisogne e il
fiume Oglio, dove i suddetti pesci abbondano.
Il vivo può allettare qualche luccio, i persici e gli stessi
boccaloni. Pescando con il
galleggiante, si fanno indubbi bottini di cardole e altra minutaglia. Con la pesca a fondo non mancheranno anguille
e bottatrici.