L'Evancon a
Brusson
Nella
valle di Champoluc scorre l'Evangon, un torrente che ospita belle iridee e che
offre più di una interessante postazione di pesca per chi pratica il tocco o lo
spinning.
Contrapposta alla valle di Champorcher, sulla sinistra orografica della Dora, si distende la valle di Champoluc. Questa valle è percorsa in tutta la sua lunghezza del torrente Evancon, il cui ramo principale scende dagli oltre 4.000 metri del ghiacciaio del Castore. Date le sue origini, il torrente nella sua parte alta è quasi sempre ricco di acque di neve, bianche e impetuose. Dalla confluenza con la Dora Baltea fino ad Archesas, l'Evancon scorre in una valle molto stretta e profonda, lontana dalla strada, molto difficile da raggiungere. Giunto nel comune di Brusson, invece, il torrente attraversa un piano ampio e aperto e forma un bacino artificiale costituito da una diga di sbarramento dell'ENEL. Questo è anche il limite di una riserva turistica che, oltre al bacino stesso, comprende il tratto dell'Evancon cha va dall'ingresso del torrente nel lago fino alla sua confluenza con il Ru de Thoules. Qui, come nelle altre riserve turistiche valdostane, si può pescare tutti i giorni durante il periodo stabilito dalla Regione, con la possibilità di catturare fino a 8 trote se si ha il permesso giornaliero normale e fino a 15 se si possiede quello speciale. I permessi si possono ottenere nell'albergo che sorge sulla riva del lago. Le trote sono per la maggior parte iridee, con qualche sporadica apparizione di farlo di taglia minore.
Nel torrente e nel lago
La caratteristica più interessante di questa riserva è la possibilità di praticare diverse tecniche di pesca. Chi , riferisce la pesca nel lago, ha la possibilità di trascorrere una giornata rilassante e anche fruttuosa; chi ama una pesca più dinamica e di movimento può risalire il torrente dal punto in cui questo entra nel bacino. Per quanto riguarda l'invaso artificiale, i punti migliori da cui pescare sulla spiaggia (guardando a monte verso l'immissario) sono quelli verso il fondo, nei pressi della diga. Questa è la sponda più comoda da raggiungere, poiché è fiancheggiata dalla strada ed è costituita da una riva larga su cui sono state piazzate alcune panchine. In questo punto sfocia anche un cataletto e, come sempre avviene nei laghi, l'apporto di un flusso d'acqua continua e ossigenata costituisce un forte richiamo per i pesci. Buone sono anche le postazioni sul grande roccione che arriva fino alla diga, dove la profondità dell'acqua diventa subito considerevole. In questi punti si pesca a fondo, usando come esche vermi di terra e camole, anche se spesso i migliori risultati li danno le uova di salmone. Bisogna tener presente che l'acqua del bacino non è mai limpida e l'esca deve quindi essere "sentita" dal pesce, più che vista. La sponda opposta è più tranquilla e meno frequentata. Anche da questa parte i punti migliori sono quelli vicini alla diga oppure all'ingresso dell'emissario, unico tratto in cui, verso sera e con acqua normale, si può pescare a mosca. Anche lo spinning medio, movendosi lungo le sponde, dà buoni risultati sia qui, sia nelle acque rapide dell’Evancon, prima che questo entri nel lago. L'acqua di neve rende infruttuosa la pesca a mosca, anche se l'ambiente, tranne che nei punti infrascati, è sicuramente adatto. Si provi a settembre, nell'unico periodo, cioè, in cui queste acque sono più limpide e quindi adatte alla mosca.