Sul
sorprendente Bormida
Il
fiume che tutti definiscono "il più inquinato d'Italia" è, in realtà,
ricchissimo di pesce. Nella sua parte
alta, poi, in uno scenario stupendo, si rivela particolarmente pescoso
Il Bormida ha la triste fama di essere un fiume inquinato a causa degli scarichi di alcune aziende chimiche locali. La realtà, fortunatamente, è molto diversa e i pesci che vivono in queste acque sono veramente numerosi, anche a valle della famigerata ACNA di Cengio. C'è però da fare una precisazione: innanzitutto non bisogna mai generalizzare. Nelle vallate tra Liguria e Piemonte non si sentirà mai parlare di fiume Bormida, ma delle Bormide. Sono quattro i fiumi che portano questo nome: il Bormida di Millesimo, quello di Spigno, di Pallare e di Mallare. Ognuno ha sue caratteristiche specifiche e uno solo (quello di Millesimo) è stato interessato dai residui ferrosi della contestata fabbrica di Cengio. Una volta fatta questa fondamentale distinzione c'è da dire che anche il Bormida di Millesimo, a valle dell'ACNA, è pieno di pesci. Basta affacciarsi da qualsiasi ponte per contare le ombre di centinaia di cavedani e carpe muoversi appena sotto la superficie. Certo l'acqua di questo tratto non è bella e presenta il tipico colore rossastro, ma a quanto pare i pesci hanno imparato molto bene a convivervi. Nel suo tratto alto, infine, da Millesimo a Calizzano Il Bormida è uno dei più bei fiumi di tutta l'Italia settentrionale, con acque pulite, chiare e ricche di trote che scorrono in uno scenario stupendo dove sicuramente i denigratori (a tavolino) di questo fiume non sono mai passati.
Bassi dislivelli
I pescatori di trote e
temoli, abituati ai grandi salti d'acqua dei torrenti alpini o appenninici, non
troveranno mai nel Bormida queste condizioni. Ciò che si rivelerà sarà
piuttosto un fiume che score tranquillo, senza apprezzabili dislivelli, ma non
per questo meno interessante. Qui
si pratica una pesca di tutto riposo che non richiede particolari doti
alpinistiche, ma la capacità di operare in una continua serie di correntine e
lame lunghe e piatte dal fondo prevalentemente ghiaioso e solo saltuariamente
interrotto da grandi massi a centro fiume.
Tutto questo fa del Bormida una palestra ideale per la pesca a mosca e a
spinning. Dove la sponda è infrascata,
si può comodamente pescare a centro fiume, anche senza ricorrere ai waders.
La risalita, comunque, è sempre agevole e poco faticosa. Ma il fattore più importante e che
favorisce, più di altri, queste due tecniche di pesca è legato alla temperatura
dell'acqua: qui neve e ghiacciai non sono di casa e gli scarti termici sono
molto limitati. Da ciò trae giovamento
la crescita di tutta la microfauna acquatica.
Basta osservare il fondo del fiume durante la pesca per accorgersi delle
generose dimensioni dei portasassi e di tutte le larve acquatiche presenti in
gran quantità.
Pescando a mosca
Viste le condizioni ambientali sono ottime, in tutti i sensi, le prospettive per chi pesca con la mosca artificiale. E non solo con il classico sistema all'inglese, bensì anche con la più "povera", ma altrettanto produttiva moschera. t importante adottare imitazioni molto piccole e, possibilmente, sorrette da monofili parimenti sottili. Le catture non mancheranno, anche nelle ore non canoniche della tarda sera. Anche perché, nel Bormida, c'è una gran quantità di pesce piccolo: trote appena di misura, da rilasciare in acqua con cura, ma che riempiranno la battuta di pesca di frequenti emozioni. Fra loro fa spesso la sua comparsa un bel soggetto sul mezzo chilo se non più grande. Non sono numerose le trote da record, ma questo non è poi così importante: una sera trascorsa pescando a mosca è, sul Bormida, decisamente piena di begli incontri con trote impegnative. Senza contare i numerosi (e grandi) vaironi e qualche cavedano risalito dal tratto più basso.
A spinning
Il discorso per la pesca a
spinning è simile a quello per la mosca.
Ottime le possibilità, specialmente con artificiali ultráleggeri,
pescando a risalire. Non bisogna
dimenticare che la maggior parte dei pesci del Bormida sono autoctoni e quindi
rende molto di più la pesca da valle a monte, curando al massimo la precisione
e i lanci dell'artificiale, a filo di
tutte le possibili tane. Sono presenti,
nel fiume, anche pesci di allevamento, ma sono pochi e provenienti, quasi
tutti, dalle gare di pesca. Con questi
può anche rendere bene la pesca a discendere, in corrente. Nella scatola delle esche basta avere
qualche rotante dai 3 ai 5 g e qualche minnows
nelle misure di 3 e 5 cm. Con
questa dotazione si può tranquillamente affrontare un'intera giornata di pesca
sul Bonnida.
I
tratti migliori
Da Acquafredda a Calizzano si alterDnano moltissimi punti buoni, uno più bel lo dell'altro. Difficile fare una classifica: già ad Acquafredda ci sono alcune buche molto belle, ma, ancora meglio, è il tratto fra Murialdo e Isoletta. Qui il Bormida è gestito dalla FIPS e le acque sono classificate come "pregiate" e indicate con il bollino rosso. Una visita merita anche il tratto a monte del comune di Isola Grande: le trote più grosse, di solito, provengono proprio da qui. Risalendo ancora si arriva ai comuni di Caragna e Calizzano. Questo tratto di fiume è gestito dalla Provincia di Savona e le possibilità di pesca, fino a Bardineto, sono buone, ma non come nella parte bassa. Troppo forte, infatti, è l'influenza delle captazioni idriche: nei periodi secchi il fiume è ridotto proprio male. Specialmente a valle di Calizzano, dove, comunque, c'è un lunga zona di ripopolamento.