Sull'Adda
medio-basso
Un
importante fiume lombardo, immissario ed emissario del lago di Como e infine
affluente dei Po. Nel suo corso
medio-basso, all'uscita dal Lario, si pescano pighi di buone dimensioni.
Nato da alcuni laghetti
vicini al passo di Alpisella, a 2285 metri, nelle Alpi Retiche, l'Adda è
immissario del lago di Corno al suo apice settentrionale, poco sopra Colico. Ne
esce dal ramo di Lecco, formando, grazie allo sbarramento di Olginate, il lago
di Garlate. Su un corso di complessivi
313 chilometri, nel tratto fra il lago e il Po l'Adda è un classico fiume di
pianura, con una buona portata d'acqua e corrente non troppo veloce, che
disegna ampie anse nella bassa Padana.
Il tratto che questa volta prendiamo in considerazione è quello subito a
valle dello sbarramento di Olginate, perché proprio in questa zona vive, in
colonie numerose, un pesce che ha origini esotiche, e che nelle acque dell'Adda
raggiunge dimensioni interessanti: il pigo.
Si tratta di un pesce che non esiste in molti fiumi, presente
praticamente soltanto nella Pianura Padana (altrove si sono fatti tentativi di
immetterne con ripopolamenti ma i risultati non sono ancora ben definiti), dove
pare che i primi esemplari siano arrivati in epoche glaciali dal bacino del
Danubio. Questo pesce ha bisogno di
acque profonde e con un regime costante, poco inquinate, e pare che i pighi
migrino durante il periodo della riproduzione, dalle acque dei grandi laghi ai
fiumi. L'Adda, nel tratto che costituisce
l'oggetto questo itinerario, è famoso appunto per i suoi pighi, che tra l'altro
sono pescabili anche, e soprattutto, nella stagione fredda. Questa è una zona da pighi grazie al fatto
che il lago, subito a monte, garantisce una portata d'acqua abbondante e
costante. Le rive sono basse ma la
profondità è notevole, altra caratteristica importante. Infine, in questa parte dell'Adda
l'inquinamento viene mantenuto entro limiti molto bassi. Le sponde sono facilmente raggiungibili. e
il paesaggio, classico della pianura con salici, ontani, pioppi, platani e canneti vicino all'acqua
verde-azzurra, è piacevole anche da vedere.
La zona migliore si trova a qualche chilometro a valle dello sbarramento
di Olginate, e vi si può pescare dopo avere acquistato il permesso giornaliero
del comune di Brivio, reperibile anche nei bar e nelle trattorie del
posto. In questo tratto il fiume fa
parte del comprensorio del "Parco Adda Nord" di recente istituzione,
con il lodevole intento di preservare intatto un tipico ambiente di
pianura. Dalla diga di Olginate fino ad
Airuno, nell'Adda si possono catturare, oltre i pighi, anche grossi cavedani,
tinche, persici trota, savette e alborelle e in casi non rari qualche
anguilla. La tecnica di pesca più
adatta al luogo e quindi più usata, è la classica passata con canne bolognesi
piuttosto lunghe, anche di sette/otto metri, per poter lanciare a distanza con
successo. Monofili dello 0,12,
piombatura con pallini n. 10, una decina a distanza regolare, galleggiante
adeguato. Si deve pescare dove il fondo
sia pulito, poiché questa è la zona preferita dai pighi. La corrente non è molto forte, ma spesso
giova la trattenuta per avere una ferrata più pronta. Il regolamento impone di non avere più di mezzo chilo di
bigattini, ma molti pasturano con il semplice pane, ottenendo buoni risultati.
Bisogna poi tenere presente che se i pighi raggiungono dimensioni notevoli
quando il loro peso è di 1500 grammi, nell'Adda è anche facile agganciare
cavedani superiori al chilo.