Sui Laghi Azzurro e Santarini
Due bacini artificiali, a
pochi chilometri da Rimini, dove la natura si è riappropriata di ciò che era
suo e ha cancellato le opere di scavo.
Tra i canneti sono tornati cavedani, lucci e tanti biack-bass.
Il fenomeno "laghetto" sta assumendo in Italia proporzioni che non possono più essere trascurate. Difronte alla sua estensione le critiche dei puristi della pesca, che non ne apprezzano il lato "venale" e la facilità con cui si fanno le catture, contano ben poco. Esiste infatti, nel nostro paese, un grandissimo numero di bacini artificiali o naturali che hanno preso il posto un tempo occupato da cave di estrazione della ghiaia. In molti casi l'attività estrattiva è sospesa da anni, in altri prosegue solo in parte del bacino, ma in ogni caso le possibilità di buone catture per i pescatori sono spesso eccellenti. In molti di questi bacini (come anche nei due oggetto di questo itinerario), la natura, pian piano, ha avuto di nuovo il sopravvento sui lavori di scavo e ha ricoperto buona parte delle sponde con una ricca vegetazione. Le mete di questo itinerario, però, non sono i soliti laghetti da trote, dove si pesca pagando un tanto all'ora. Il Lago Santarini e il Lago Azzurro sono tutt'altra cosa. Qui, in un ambiente molto bello dal punto di vista del paesaggio e della conservazione ambientale, si incontrano ciprinidi a volontà e, soprattutto, discreti lucci e black-bass: un vero paradiso per gli amanti dello spinning, specialmente in quelle stagioni in cui i vari regolamenti regionali impediscono la tanto diffusa pesca con gli artificiali metallici in tutti gli altri corsi d'acqua.
Sul
Lago Santarini
Tutto il perimetro del
bacino del Lago Saltarini è facilmente percorribile a piedi. In alcuni punti la sponda è molto alta, in
altri occorre entrare con gli stivali in acqua per pescare a filo dei
canneti. Nel fare questo occorre porre
molta attenzione al fango "traditore": sembra infatti che il fondale
sostenga il peso del pescatore, ma, in qualche punto, una sosta prolungata fa
lentamente affondare il piede con un fenomeno molto simile (anche se di minore
entità) alle più esotiche sabbie mobili.
E comunque sufficiente tastare bene il fondo prima di appoggiare lo
stivale e non si corre alcun rischio di sprofondare. Tecniche di pesca più usate sono quella a fondo e lo
spinning. Tralasciamo la prima, che si
svolge con i metodi classici per carpe e cavedani. Per quanto riguarda lo spinning, invece, vi sono buone
possibilità, anche se inizialmente si può essere disorientati dall'apparente
uniformità dell'ambiente: difficile,
infatti, localizzare i punti in cui stazionano i pesci. Sono però sufficienti poche ore per
familiarizzare con i luoghi e azzeccare i lanci "giusti". Rimane, comunque, una pesca di ricerca e di
movimento, una vera e propria "caccia" molto vana e interessante.
Proprio per questo motivo, l'entrata in acqua, fatta con molta cautela, può
portare a sondare zone del lago non raggiungibili in altro modo. Per quanto riguarda gli artificiali migliori
è difficile fornire una ricetta
universale. Specialmente quando abbiamo a che fare con pesci
imprevedibili come lucci e persici trota.
Per gli esocidi funzionano sempre molto bene i classici tandem a lenta
rotazione. Per i black-bass sono ottimi
i minnows e i verinoni in silicone
manovrati in modo da farli apparire vivi.
Buona la presenza di lucci, alcuni anche di ottima taglia; non sono
state segnalate catture da record (oltre i 7-8 kg), ma in compenso sono
presenti molti esemplari giovani che fanno ben sperare nel futuro del
lago. Raccomandiamo vivamente di
reimmettere in acqua questi esemplari, anche quelli un po'oltre la taglia
minima consentita per legge (35 cm).
Assai più numerosi sono i persici trota, o black-bass. La taglia media (fenomeno molto comune in
questi ambienti) è molto piccola (15-20 cm); ma se si batte con insistenza il
bordo dei canneti e i rifugi sommersi, usando artificiali un po' consistenti,
si potrà fare una certa selezione: un minnow
da 9 cm o un cucchiaino da 15 g procureranno abboccate numericamente
inferiori, ma di qualità e, peso superiori. Se poi si concentra la ricerca nei
punti più profondi dei lago, adottando artificiali affondanti, le gradite
Sul lago Azzurro
Questo bacino è più piccolo
del precedente, ma decisamente più selvaggio e "difficile". Molto varia la sponda, alta in alcuni punti
e ricca di vegetazione in altri. Nei
periodi piovosi può accadere che si formino zone semipaludose e questi sono
momenti da sfruttare a dovere perché, in questi acquitrini, trovano rifugio
lucci e persici trota. Per quanto
riguarda la pesca valgono tutte le indicazioni fornite per il Santarini. Qui,
però, siamo in presenza di una popolazione di lucci più consistente, che ha
origine in un appassionato (e segreto) lavoro di ripopolamento curato da
pescatori locali alcuni anni fa. Gli ecocidi trovano nel Lago Azzurro
condizioni veramente ottimali di vita e di riproduzione, inoltre non subiscono
una forte pressione di pesca. Per questi motivi, e per mantenere a lungo queste
acque pescose, non ci stancheremo mai di raccomandare un grande rispetto per
l'ambiente, ricordando che, qui più che altrove, il catch and release è molto utile e ben accetto. Anche nel Lago
Azzurro, seppure in minor misura, bisogna fare attenzione ai fondali fangosí.
D'altronde, le precauzioni nell'entrare in acqua favoriscono molto
l'avvicinamento a pesci estremamente diffidenti e selettivi. Se ci si arma di artificiali galleggianti
per le zone basse e affondanti per quelle più profonde, di canne da spinning
pesante (da 2,50 m in su) ben difficilmente le aspettative andranno deluse,
soprattutto se si effettuano tantissimi lanci in tutti i punti del lago.