Sull'alto Aveto
Tra Emilia e Liguria scorre
il primo tratto di questo torrente. Il
suo corso stretto attraversa paesaggi che ricordano i canyon e le sue buche
ospitano fario di dimensioni non trascurabili.
Nato sull'Appennino Ligure
in due rami, uno dei quali scende dal Monte Ramacelo (1345 m), l'Aveto sfocia
in Emilia nel Trebbia, nel territorio dei comune di Marsaglia. In questa sua prima parte scorre molto in
basso rispetto alla strada che ne costeggia la riva destra, incassato
profondamente tra i fianchi delle montagne, con ghiareti, lame e correntini che
risalendo lasciano posto alle prime profonde buche e a tratti in cui l'acqua
spumeggia tra le rocce. E una zona
popolata soprattutto da ciprinidi, primi fra tutti cavedani e barbi, da temoli e anche da trote. Non facile da raggiungere, costringe a una
salita ripida e faticosa per tornare nuovamente sulla strada. La portata d'acqua in questa parte può
variare a seconda delle piogge e della stagione, e soprattutto a causa di uno
sbarramento che forma un piccolo bacino artificiale in località Boschi, a monte
di Salsominore. Quando vengono aperte
le paratoie per lasciare defluire l'acqua troppo abbondante o per lavori, tutta
la parte dell'Aveto a valle della diga diventa un grigio fiume di sabbia e fango. Dalla diga in su, invece, si può avere la
sicurezza di trovare acque limpide e regolari nel loro flusso.
Tra Emilia e Liguria
Da questo punto, tra
l'altro, l'Aveto cessa di essere un fiume emiliano per diventare ligure e lo
sarà per tutto il resto del suo corso fino alle sorgenti. Appena oltre la diga
ancora una volta il torrente corre in basso, tra due pareti coperte da un bosco
fitto che rende Piuttosto faticoso il passaggio, anche se, quando si arriva
finalmente all'acqua, si è ripagati. Grandi buche profonde alimentate da
cascatelle, tratti di corrente veloce tra rocce: un torrente ideale per pescare
al tocco, o a spinning. Sono anche
acque ideali per la mosca, ma ci vuole una bella abilità per evitare di lasciare
la lenza sui rami che delimitano le sponde. La pesca a mosca non è possibile se
non dall'acqua, e nella stagione calda o a fine primavera, quando, verso sera,
ci sono schiuse davvero copiose di ninfe e larve. Qui si pescano belle fario locali, e temoli dall'alta pinna
dorsale azzurra. Da Ponte Pievetta c'è
un tratto destinato a zona di ripopolamento, dove la pesca è vietata, fino al
bivio per Santo Stefano d'Aveto. In
tutto il corso del fiume ci sono cinque o sei di queste zone, secondo una politica
di gestione territoriale intelligente, mentre tut il resto è libero alla pesca,
sia in territorio emiliano sia in quello ligure. A monte del bivio l'Aveto s'infossa nuovamente, con
caratteristiche torrentizie marcate, punteggiato delle grigie rocce dell'Appennino. L'accesso diviene più facile e comodo a
Farfanosa, dove dalla strada si vede il colore chiaro di quest'acqua ricca,
trasparente su un fondo vivo di microflora acquatica, indice sicuro di buon
accrescimento del pesce. Rezzoaglio è il punto di partenza del nostro
itinerario. Da qui a Cabanne il
torrente è sempre facilmente raggiungibile, e raggruppa le diverse
caratteristiche del suo corso, in un susseguirsi di ambienti adattissimi a
diverse tecniche di pesca. Nella
frazione Molini ci sono alcune grandi buche, con una discreta profondità e
alimentate da corrente veloce che forma a ridosso dei roccioni ritorni d'acqua
e piccoli gorghi, ai margini dei quali e in profondità stazionano le grosse
fario in attesa del cibo trasportato dall'acqua. Qui si può pescare a fondo, al tocco, con larve di friganea,
vermi e camole, facendo in modo che l'esca raggiunga l'acqua più tranquilla ai
margini dei gorghi come portata dalla corrente. Una tecnica di sicuro risultato è anche lo spinning, con
cucchiaini rotanti del numero 1 o 2, meglio se argentati, lasciati affondare
inizialmente sotto le cascatelle e recuperati lentamente fino ai margini delle
pozze. Vanno anche molto bene i
minnows. Una cosa da ricordare: le acque di questo magnifico torrente sono molto
limpide, ed è opportuno, specialmente per chi fa una pesca di movimento, non
farsi vedere troppo, tenendosi al riparo di folti cespugli. Cosa che invece non può fare chi pesca a
mosca, che non ha altra scelta se non entrare in acqua e lanciare a monte,
tenendosi ai limiti delle correntine.
Acque limpide nelle buche
Più a monte, dopo un ponte
che conduce a una frazione, sulla destra della strada per chi sale, c'è circa
un chilometro di zona di ripopolamento.è il tratto dell'Aveto che più ricorda i
torrenti alpini, con numerosi salti
e rocce, zona ideale (dopo
la zona di protezione, naturalmente) per chi pesca al tocco. A Cabanne il paesaggio si apre in un'ampia
vallata pianeggiante, dove il torrente scorre tra vasti prati, in qualche
tratto allentandosi dalla strada, ma sempre facilmente raggiungibile. Lunghe lame di acqua limpidissima e poco
profonda si alternano a qualche buca.
La corrente è costante e moderata, la pendenza molto lieve dà a questo
tratto di torrente l'aspetto di un "chalk stream", perfetto teatro
per pescare a mosca all'inglese. Ci
vogliono lanci lunghi se si pesca dall'acqua, che è la posizione più comoda,
tenendosi quasi al centro della corrente, oppure lateralmente nei punti in cui
la riva è sgombra. La mosca deve essere
posata con garbo sul pelo dell'acqua, ma si può essere sicuri, in una giornata
climaticamente normale, che quasi a ogni lancio ben riuscito si avrà
un'abboccata. Belle fario, nate in
queste acque e non Ammesse artificialmente, se pure presentano a volte proprio
per questo misure ridotte, danno sempre soddisfazione a chi pesca. in una sola
mattina di giugno, limpida e calda, uno dei nostri inviati ha pescato ben 22
trote, di cui soltanto due superavano i quindici centimetri (una era di 35),
subito liberate, naturalmente. E un bel temolo, che non è abbondante sopra
Rezzoaglio; qualche bell'esemplare si fa ogni tanto vedere. Anche con un cucchiaino n. 1 e un
piccolissimo minnow le abboccate sono
frequenti. La presenza di tanti
salmonidi è un chiaro indice della ricchezza dell'Aveto, ed è un patrimonio
naturale di gran pregio che merita di essere rispettato da tutti. Oltre Cabanne la portata d'acqua diminuisce,
per le molte diramazioni che si perdono nella campagna, in alcuni punti
oleograficamente inglese, con pascoli che scendono al torrente, in un paesaggio
dolce. Sono rami laterali da non
trascurare, a patto che si peschi con lanci precisi, sia a spinning sia a
mosca, tenendosi nascosti e lontani dalle sponde. E in queste acque, che all'apparenza possono ospitare soltanto
trotelle, può capitare l'improvvisa emozione di una sagoma scura che si
precipita sull'esca artificiale, una bella fario di oltre mezzo chilo di
peso. Risalendo ancora verso le
sorgenti, che vengono da due rami distinti, si trova ancora qualche pozza, ma
davvero in questo caso bisogna essere invisibili per riuscire a pescare, e la
portata dell'acqua diminuisce molto.