Il cantante presenta «Un amore perfetto»
girato con Martina Stella, una storia dedicata ai ventenni
«Il film è la mia vita senza i Lùnapop»
Cesare: ora torno sul palco e ad aprile esce il nuovo cd, forse
si chiamerà «Bagus»
ROMA
- Jules e Jim in salsa romagnola. Con Martina Stella (la biondina dell’«Ultimo
bacio») contesa fra due amici: il guascone Ceghe - interpretato da
Cesare Cremonini, il cantante dei Lùnapop al suo debutto cinematografico
- e il più responsabile Berni, con il volto di Denis Fasolo, che
aveva debuttato al Festival di Venezia in «Questo è il giardino»
di Maderna. «Un amore perfetto» di Valerio Andrei, prodotto
da Lierka e Rita Rusic uscirà in 200 sale il 25 gennaio. «Un
omaggio ai vent’anni e ai ventenni - dice il regista - una storia di amicizia,
amore e leggerezza, che nella seconda parte diventa quasi un "action movie"».
Il film, costato sette miliardi di lire, è destinato ai giovani.
E infatti il protagonista è Cesare, che con i Lùnapop ha
venduto un milione di copie dell’album «Squérez». «Il
successo è come una gran bella donna con la cellulite, se guardi
bene non è tutto meraviglioso - dice criptico il ventiduenne bolognese
-. Ho voluto fare questo film per vedere se ho davvero del talento. Per
me recitare è più facile e divertente che cantare: serve
meno concentrazione».
Abbandonati (per il momento) i panni della popstar, Cesare sul grande
schermo è un giovane «allergico alle regole, leggero ma non
superficiale, un po’ come me. Ceghe è il ragazzo che sarei stato
se non avessi deciso di cantare». Sempre insieme alla fidanzatina
e al suo migliore amico, progetta un colpo milionario per un sogno di libertà.
Vita da ragazzi inquieti sullo sfondo della riviera romagnola, fra spinelli,
serate in discoteca e spensierate corse in macchina. «C’è
qualcosa di autobiografico nel mio personaggio, molte frasi che dico nel
film le pronuncio anche nella vita reale. E il ruolo di Bernie è
ispirato al mio più caro amico, Barba».
Con la sua partner Martina parla di un «approccio fatale»,
anche se confessa che girare con lei una scena di sesso (non troppo osé)
è stato difficile. «Intorno a me - ricorda - c’erano sette
persone che mi dicevano cosa fare, era imbarazzante. E non ho avuto reazioni
fisiche, così Martina è rimasta tranquilla».
La diciassettenne Lolita del film di Muccino annuisce divertita e sfoggia
un colore corvino sui capelli, una scelta imposta per girare il film di
Gabriele Salvatores, «Amnesia», dove interpreta la figlia di
Diego Abatantuono. «Ho girato "Un amore perfetto" perché volevo
lavorare con ragazzi della mia età. Il mio personaggio, però,
non mi assomiglia molto. Lei è una ragazza abituata ad arrangiarsi
da sola, ma vuole una sicurezza affettiva che a me non interessa. L’amore
ideale? Non l’ho ancora incontrato». Poi l’«esplosiva»,
come la definisce Cesare, Martina conferma di essere fra le candidate vallette
di Baudo per il prossimo Festival di Sanremo: «Sono stata contattata,
è vero, ma non ho saputo ancora nulla. A me piacerebbe moltissimo,
sarebbe davvero una bella occasione».
Nel film non vengono fatte concessioni alle doti musicali di Cesare.
«Non volevo passare per un cantante anche al cinema - spiega - c’è
solo una vecchia canzone dei Lùnapop nella colonna sonora: "Niente
di più"».
Nonostante ci siano voci sempre più forti, Cremonini smentisce
una sua carriera da solista. «Se mi dicessero che i Lùnapop
resteranno fino al 2036, io sarei sempre il loro cantante e leader. L’importante
è che ognuno conosca i propri limiti. Io avevo bisogno di mettermi
alla prova al cinema, i miei compagni no. È giusto che si concentrino
sulla musica, mentre io faccio altro».
Rassicura i fan: il nuovo album dei Lùnapop uscirà ad
aprile. «Ci saranno la canzoni che ho composto negli ultimi cinque
anni, sarà un lavoro ricco. Il titolo? Avevamo pensato a "Fast food
for your hungry libido", ma ci sembrava adatto per un "best of". Per il
momento l’ipotesi più probabile è "Bagus", una parola indonesiana
che vuol dire "va bene" o "tutto quello che è buono"». E fra
i prossimi impegni mette al primo posto i concerti. «Ormai è
più di un anno che non salgo su un palco. E mi manca. Ma questo
non vuol dire che non sono deciso ad andare avanti anche nella mia carriera
di attore, anzi mi piacerebbe scrivere un film e dirigerlo. E non mi fa
paura un insuccesso perché sono sicuro del mio talento: con il tempo
e l’esperienza ho imparato a cantare, posso imparare anche a recitare».
Sandra Cesarale
dal Corriere della Sera - 16 gennaio 2002
|