LA DEBUTTANTE
Martina Stella in scena: «Il canto mi spaventa»
«Mi preparo per "Aggiungi un posto a tavola" ma il vero incubo
è sostenere gli esami al liceo»
ROMA - Martina Stella vuole crescere. Altro che «stellina».
O «Bardot» dell'Impruneta. «Essere bella non mi basta,
vorrei
diventare bravissima. Come Jessica Lange che in "Frances" era folle
e
irrequieta», dice la diciassettenne attrice toscana. Lei, che
bionda
faceva girare la testa a Stefano Accorsi nell'«Ultimo bacio»
di
Muccino, e mora era la figlia scatenata di Abatantuono in «Amnèsia
»
di Salvatores, esordirà in teatro. Sarà Clementina in
«Aggiungi un
posto a tavola». La famosissima commedia musicale di Garinei
e
Giovannini, regia di Pietro Garinei, con le musiche di Armando
Trovajoli, debuttò nel'74, con Johnny Dorelli (protagonista
anche
delle altre due edizioni) nel ruolo di Don Silvestro che ora è
di
Giulio Scarpati. Nel cast anche Chiara Noschese e Max Giusti. Lo
spettacolo andrà in scena il 17 dicembre al Nazionale di Milano,
a
febbraio all'Augusteo di Napoli, e l'11 marzo al Sistina di Roma.
«Mi innamoro - dice Martina - del parroco che deve salvare i
compaesani dal diluvio universale. Il colore di capelli ancora non
l'ho scelto, mi sa che sto meglio bionda».
Ha paura di questo debutto?
«No. Cioè sì, un po'. E se dimentico una battuta?
Non posso rifare
tutto, come al cinema. Meglio non pensarci».
Ha accettato subito?
«Quando me l'hanno proposto ero contenta, ma volevo dire di no.
Troppo difficile. Poi ho trovato un bravo insegnante di canto. E ho
fatto il provino».
Come è andato?
«Due canzoni davanti a Garinei e a Trovajoli. Ero convinta che
non mi
avrebbero chiamata, ma lo pensavo anche quando ho fatto il provino
per Muccino».
Cos'è che la spaventa di più?
«Il canto. Non credo di esserci portata, anche se la musica mi
piace.
Ascolto i Doors, i Red Hot Chili Peppers, i Nirvana».
Le piace il teatro?
«A otto anni i miei genitori mi portarono a vedere "Il mago di
Oz".
Dopo quello spettacolo ho iniziato a recitare chiusa nella mia
camera, alle feste, davanti a cugine, parenti e amici. Finché
mia
madre, esasperata, mi mandò a scuola di recitazione. Adoro questo
lavoro, però ho ancora da imparare, finora l'ho buttata sulla
spontaneità».
Le pesa studiare?
«Per carità, sono fortunata, ho tante soddisfazioni. Solo
la
popolarità mi mette in imbarazzo. Quando mi chiedono gli autografi
o
mi riconoscono per strada, mi sembra esagerato».
I pettegolezzi le danno fastidio?
«No, vengo da un paesino, ci sono abituata. Ho letto che starei
per
sposarmi, ho riso da morire».
Cosa sta preparando?
«Continuo a studiare canto, dizione e recitazione, con il mio
agente
stiamo guardando dei copioni, ma anche la mamma mi dà consigli».
Grazie.
«No, aspetti, parlo tanto e dimentico le cose importanti. Ho
girato
un film che forse va a Venezia, "Nemmeno in sogno", il soggetto è
di
Paolo Virzì, la regia è di Gianluca Greco. Non cerco
solo registi
famosi e, se posso, aiuto gli amici. Quando ho iniziato non mi
conosceva nessuno, venivo da un paesino, ma ho incontrato gente che
mi ha capita».
E adesso si diverte?
«Macché, l'anno scorso sono stata bocciata, così
sto cercando di
passare due anni di liceo in uno. Studiare va bene, ma a volte è
un
incubo».
Sandra Cesarale
dal Corriere della Sera - 1 giugno 2002
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