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Turrida villaggio sperduto sulle rive del Tagliamento e dimenticato (?) dalla storia ufficiale dal XVI sec. (anno più anno meno). Seguendo la SS 463 che da Gemona porta al ponte della Delizia e parallela al Tagliamento e alla più nota Pontebbana voi attraverserete Turrida, restando colpiti dallo strano campanile, falsamente fiorentino che sulla vostra destra (o sulla sinistra se viaggiate nella direzione opposta) si ergerà possente e merlato a salutarvi con all'orizzonte le montagne friulane e se il cielo sarà sereno anche le dolomiti. Turrida appunto, ecco che il campanile diventa simbolo del paese, voluto dai nostri nonni che lo hanno costruito dal 1920 al 1925, la spiegazione visiva per il mondo del nostro villaggio.
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MA IL NOME INNANZITUTTO…
Il nome Turrida deriva certamente dal latino, ma non è escluso che già prima dei romani, popoli celti o galli si fossero stanziati sulle rive del fiume proprio in queste zone. Far derivare il toponimo dalle genti antiche che abitando la Sarmatia, sulle sponde del fiume Tùras e che erano appunto chiamati Turitai sembra veramente troppo. Le ipotesi più probabili vengono dagli insediamenti romani che occupavano i precedenti villaggi gallo-celti e che possono avere diversi significati: Villa turrita, semplice campagna abitata e fortificata; Cohors o Curtis turrita, gruppo di abitazioni in un luogo circolare recinto; Praedia turrita, podere o fondo fortificato in particolare in prossimità dei guadi o dei fiumi per tenere a bada i gallo-celti; Statio turrita, stazione o posto di guardia a protezione del guado; Mansio turrita, albergo o posto di fermata in prossimità del guado; Castra turrita invece come posto militare. Sono tutte ipotesi plausibili , riferendosi all'epoca della conquista e colonizzazione romana avvenuta dopo la fondazione della colonia di Aquileja a partire dal 181 a.c.
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E ANCHE UN PO' DI STORIA…
Turrida, quindi posta a guardia di un prezioso guado, caratterizzato da acque basse e un letto ghiaioso che ne facilita l'attraversamento, ha tratto vantaggio nel tempo da questa posizione, fino al tardo medioevo. I resti romani affiorano numerosi, ma nessuna campagna di scavo è stata finora intrapresa. Di queste antiche presenze sono testimoni i resti di una villa romana databile con molta probabilità dalla metà del I sec. a.c. al II sec. d.c., e ancora da portare alla luce, e numerosi altri reperti ora custoditi presso i musei di Cividale , Udine e San Daniele.
Sebbene si trovi sulla riva sinistra del Tagliamento e quindi in provincia di Udine, Turrida è appartenuto da sempre alla diocesi di Concordia Sagittaria ora provincia di Pordenone che esercitava la sua giurisdizione spirituale e temporale sui territori della riva del fiume. Nel 1186 una bolla di Papa Urbano III nomina per la prima volta la Plebs de Ripis, appartenente alla diocesi di Concordia, che gli studiosi hanno concordemente attribuito a Turrida. Il vicino villaggio di Rivis ne riporterebbe ancora il nome. È da quel tempo che i due villaggi si contendono la titolarità della Pieve e ancor oggi la discussione è ampiamente aperta ad ogni contributo. Rivis, infatti è più a sud di Turrida per 1,5 Km. Ma è sempre stato ecclesiasticamente sottoposto alla pieve di Turrida, che a sua volta si era staccata dalla più antica matrice di San Giorgio della Richinvelda tuttora al di la del Tagliamento. Ma bisogna aspettare il 1227 per documentare in maniera esplicita il nome di Turrida in una causa per il possesso della Pieve.
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Quindi se nel 1174 il nostro villaggio era ancora dipendente dalla pieve di San Giorgio e nel 1227 invece è ormai autonoma, ecco che la data del 1186 coinciderebbe con quella di effettiva separazione di Turrida dalla matrice San Giorgio; e avrebbe ricevuto provvisoriamente il titolo di Plebs de Ripis in attesa dell'attuale dedica a San Martino di Tours.
Tuttavia, considerato alcuni dei reperti ritrovati, anteriori e databili al periodo longobardo e anche la dedicazione a San Martino, comune al periodo della dominazione Franca, si può dedurre che esistesse una chiesetta già presente da tempo sulla riva sinistra del fiume che successivamente è diventata l'attuale pieve. Resta comunque il dilemma di dove si trovasse tale edificio, se presso Rivis o presso Turrida. Gli abitati comunque anticamente si trovavano altrove, e per Turrida quasi certamente più a ovest ed in corrispondenza dell'odierno alveo del fiume. Una disastrosa alluvione (una delle tante) verificatasi alla metà del XVIII sec. lo distrusse ancora una volta, rimanendo a memoria soltanto un pezzo di muro di quella casa costruita più in alto di tutte le altre e che oggi è cantina. Il paese che vedete oggi è stato completamente ricostruito dopo quest'ultima alluvione.
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E C'ERA PURE UN CASTELLO All'inizio del sec. XIII in questo piccolo villaggio stazionava un presidio di soldati di Alberto, conte del Tirolo, poi ceduto dallo stesso Alberto al Patriarca. Poi Turrida, che quel tempo possedeva sicuramente un castello, ora del tutto scomparso, passò ai signori di Spilimbergo-Cuccagna (sec. XIII), quindi a nobili di Castello (sec. XIV). A testimoniare l'importanza del paese in questi secoli, è certamente il guado sul Tagliamento, che dividendo in due la Patria del Friuli rendeva non facili le comunicazioni fra i possedimenti del Patriarca. Se avrete occasione di visitare i musei vaticani noterete sicuramente su un affresco cinquecentesco, raffigurante la carta del Friuli, che anche Turrida è rappresentata come importante punto della Patria. Dopo le lotte intestine dei feudatari friulani, il villaggio, più volte assediato da opposte fazioni, passò nelle mani dei signori di Savorgan fino al periodo veneziano (sec. XV-XVIII). Senza le guerre devastatrici, in questi periodi di pace, le baruffe fra paesi per i pascoli erano frequenti, ma ci pensarono le calamità naturali a mettere a dura prova la nostra gente, finché nel 1797 Turrida si ritrovò di nuovo in guerra a causa della prima campagna napoleonica. Con Napoleone finì anche l'autonomia politica del nostro villaggio che, abolita la Vicinia, fu aggregato insieme ad altri paesi nell'attuale Comune di Sedegliano, con capoluogo Sedegliano stesso. Successivamente, nel 1818, la Pieve venne staccata dalla diocesi di Concordia e annessa come ancor oggi all'arcidiocesi di Udine.
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E OGGI? L'attuale abitato si è notevolmente espanso agli inizi del '900 ma resistono le vecchie strutture settecentesche tipicamente friulane. In particolare alcune case sono rimaste pressoché intatte nella loro architettura e rusticità dalla seconda metà del '700, cioè dall'ultima ricostruzione del paese dopo la già ricordata alluvione. L'attuale chiesa plebanale, anch'essa ricostruita dopo il 1756 su di una chiesetta votiva già esistente e dedicata a San Valentino e ora diventata la attuale sacrestia. Dell'antica chiesa si sono salvati dalla furia del fiume soltanto quelli che oggi sono gli stipiti della porta maggiore, scolpiti nel 1516 da Antonio Pilacorte e il battistero all'interno, ricavato da un'acquasantiera sempre del Pilacorte e del 1506. L'architrave della porta maggiore invece è il resto della chiesetta precedente e reca scolpito lo stemma Savorgnan, a cui apparteneva probabilmente la chiesetta.
Se si vuole invece fare qualche passo in più il Tagliamento è disponibile a dare pace e tranquillità alle vostre passeggiate a piedi o in bicicletta, in mezzo alla natura ancora abbastanza selvaggia e intatta, seppur a contatto con coltivazioni. Il parco delle acacie dove si tiene a giugno l'annuale "sagre dai cais" (sagra delle lumache - specialità locale) è poi attrezzato per delle scampagnate, da concordare con la locale Pro-loco.
A 500 m. a nord di Turrida, Redenzicco, ancora più piccolo ma con altrettanta storia parallela a Turrida, può offrirvi una chiesetta che potrebbe risalire al IX - X sec. anche se rovinata nel '700, ma contente all'interno uno splendido ciclo d'affresco (sec. XIV - XV). Un km. più a sud invece si trova Rivis che nel cimitero custodisce un'altra antica chiesa (del XV sec.?) anch'essa contenente degli affreschi che richiamano quelli di Redenzicco, ma sono ancora parzialmente coperti e di cui si spera una prossima scopritura. Sulla facciata rivolta al fiume invece si può ancora vedere un enorme San Cristoforo dipinto a protezione dal fiume.
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A est di Turrida la sede amministrativa del Comune, Sedegliano vi può offrire uno dei più conservati castellieri preistorici ora adibito a campo sportivo e la chiesetta dei Santi Pietro e Paolo con opere del XVI sec. del Pilacorte.
A nord-est di Turrida e a 1 km. da Sedegliano, il paese di Coderno ha visto i natali di p. David Maria Turoldo e la casa natale del poeta è aperta al pubblico per visite e ospita diverse manifestazioni culturali e naturalmente è la sede dell'associazione a lui stesso intitolata.
Restano ancora due paesi nel Comune, San Lorenzo e Gradisca in cui ci sono altri resti di un altro castelliere (siamo vicini a quello di Sedegliano) che se vorrete potrete visitare. Per chiedere informazioni o la cartina del territorio, presso il palazzo comunale a Sedegliano.
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Questa pagina è stata redatta dal gruppo di animazione culturale Paolo Pressacco di Turrida, si ringrazia per averla visitata e venite a Turrida.
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Le notizie qui contenute si possono approfondire in Turrida di p. Antonio Pressacco (biblioteca o municipio di Sedegliano); Castelli del Friuli di Tito Miotti; San Martino a Rive d'Arcano relazioni, soprintendenza per i beni ambientali archittetonici archeologici artistici e storici del FVG. Altre su altri libri letti o visti e di cui non ricordo il titolo. Altre da idee nostre anche se non contano nulla.
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