L'ufficiale qui raffigurato è il Capitano Camillo Liberanome dei reparti ciclisti. Nel 1910 fu assegnato all'8° e compose parole e musica dell'inno dei ciclisti (all'armi) mentre era in servizio a Verona nel 1914. Promosso maggiore ed assegnato al 15° morì il 1 novembre 1916. L'ufficiale porta il maglione girocollo ma non la tipica giubba aperta . I ciclisti al posto delle terribili fasce gambiere ai polpacci, avevano i gambali di cuoio, anche per non sporcarsi con la catena. Il moretto è coperto da un telino grigio (roccia) di protezione, per preservarlo dalla polvere e renderlo meno visibile (mascheramento). Alla bicicletta è appesa la borraccia ultimo modello. | ||
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In
Italia i primi studi per una uniforme mimetica furono avviati da Luigi
Brioschi, del Club Alpino Italiano di Milano, proprio in considerazione
della efficacia raggiunta dalle armi da fuoco. Gli esperimenti con il
colore grigio-creta furono attuati nell’estate del 1905 presso
il battaglione Morbegno del 5° Alpini. Gli ottimi risultati
consentirono, l’anno successivo, di vestire in grigio-creta quaranta
alpini: il cosiddetto “Plotone Grigio”. Il fatto destò molto
interesse in campo internazionale e dette il via a innovazioni per le
maggiori potenze europee (gli Stati Uniti avevano seguito la via del
kaki inglese nel 1903). Ulteriori studi e perfezionamenti tra il 1907 e
il 1908 condussero ad una definitiva versione di uniforme in colore
grigio-verde, ritenuto ottimale in relazione alle tonalità
dell’ambiente naturale italiano, che venne adottata il 4 dicembre 1908
per la fanteria, i bersaglieri, gli alpini e l’artiglieria, il 3
febbraio successivo per la cavalleria. Il grigioverde era la divisa da
campagna e da fatica, mentre continuava ad essere distribuita la divisa
Blu notte del 1907. Ufficiale di picchetto ancora in tenuta di servizio tradizionale con mantellina. |