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Ma diamo i numeri?!
Si per fortuna !!!!
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PRESAGI
D'AMORE E FORTUNA COI BERSAGLIERI
Si
racconta che la parola lotto derivi da un rituale tedesco di
estrazione effettuato con un disco, per l’appunto lotto o dal
Francese Lot che sta per sorte. I giochi per estrazione e in generi
i giochi aleatori erano presenti da secoli nei popoli, con modalità
diverse. Nel 16° secolo a Genova si scommetteva sui personaggi che
dovevano essere eletti, come d’altronde si fa adesso in molte sale
gioco di Gran Bretagna. Solo nel 1576 però il gioco divenne legale
nella Repubblica Marinara della Lanterna col nome di gioco del
seminario (dall’urna o palazzo in cui venivano fatte le estrazioni).
Sui 120 papabili (eleggibili), ne venivano scelti però solo cinque.
Le prime giocate erano quindi solo a nome secco. Per rendere la
formula più complessa e più appetibile si cominciò a prevedere le
combinate, gli ambi, terni etc... Il gioco un secolo dopo migrò
anche a Napoli.
Per
la cronaca la prima estrazione avvenne il 24 aprile del 1657 e
furono estratti i seguenti numeri: 18, 36, 41, 46 e 70. I numeri
avevano quindi già sostituito i nomi o tutte le altre diavolerie che
si erano inventate scendendo a 90 col totalizzatore. Le prime
notizie sul gioco del Lotto a Venezia risalgono al 1734, quando il
gioco compare per la prima volta sotto l'egida del Governo della
Repubblica (cioè gestito dallo Stato).
Nello Stato Pontificio il gioco fu a lungo bandito e nel 1728 il
Papa Benedetto minacciò perfino la scomunica a chi vi partecipasse.
Vi erano indubbi risvolti morali o immorali a seconda dei punti di
vista. Tre anni dopo, il nuovo Pontefice Clemente XIII riammise il
lotto, concedendo i proventi come dote alle ragazze indigenti a
parziale remissione delle remore. Nel 1785 Pio VI destinò i guadagni
alle opere pie. A Napoli correva l'anno 1734 e il re Carlo III di
Borbone era deciso ad ufficializzare nel Regno il gioco del Lotto
che, se mantenuto in ambito clandestino, avrebbe sottratto entrate
alle casse dello Stato. A ciò si opponeva il frate domenicano
Gregorio Maria Rocco che argomentava "...così ingannevole ed
amoral diletto..." in un paese in cui si cercava sempre di
rispettare gli insegnamenti della chiesa. Alla fine però Carlo III,
facendo presente che il lotto se giocato di nascosto sarebbe stato
più pericoloso per le povere tasche dei sudditi, riuscì a spuntarla
ad un patto però, che il gioco del lotto per le festività del Natale
si sospendesse. In quei giorni il gioco non poteva distrarre il
popolo dalle preghiere e cerimonie tradizionali del clero, suo
principale nemico.
Ma il popolo orfano del divertimento e della benefica sorte pensò
bene di organizzarsi in proprio. I novanta numeri del lotto furono
messi in "panarielli" di vimini e, per divertirsi in attesa della
mezzanotte, ciascuno provvide a disegnare numeri sulle cartelle che
venivano poi coperti da ceci o fagioli. Era nata la Tombola, dalla
forma cilindrica del numero impresso nel legno e dal capitombolo che
fa lo stesso numero nel cadere sul tavolo dal panariello. Ad ognuno
dei novanta numeri della tombola fu attribuito un simbolo
(significato) diverso da regione a regione. I simboli della tombola
napoletana sono quasi tutti allusivi, alcuni anche con riferimenti
piuttosto scurrili (lo si declamava ad alta voce all'atto
dell'estrazione anche per far divertire la gente). Analfabeti o no i
numeri li conoscevano tutti.
Si può, dunque, affermare che la tombola è figlia del lotto, ma
soprattutto della fantasia del popolo napoletano. Le estrazioni non
avevano però ancora cadenza settimanale e solo nel 1817 arrivarono a
50 (mancavano ancora le natalizie ?). Le ricevitorie iniziarono da
allora a diffondersi nei più lontani angoli del Regno. Lo stesso
Garibaldi, all'indomani del suo ingresso a Napoli (1860) lo
soppresse. Ma Garibaldi aveva altre forme di divertimento. Con
l’Unità d’Italia il lotto si gioca su 6 ruote, che diverranno 8 dopo
il 1870. Le estrazioni settimanali (Cagliari e Genova assenti) dal
1871. |
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MOVIMENTO,
PREMONIZIONE O SOGNO |
N°
IN GIOCO |
INTERPRETAZIONE |
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B. (bersagliere)
di
guardia |
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Amore
corrisposto |
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Cappello
da B. |
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B. che suona,
che comanda |
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B. acquartierati
(al campo) |
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Vedere o sognare
la bandiera |
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Bersagliere e
basta |
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B. che passeggia |
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B. in chiesa |
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B. ammalato |
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B. in prigione |
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Reggimento di B. |
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B. in battaglia |
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Reggimento
in marcia |
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Crocchio di B. |
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B. in ospedale |
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B. che corre |
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B. con i gradi |
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Vedere un B. |
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Con
lo sviluppo del lotto, si diffuse l'oniromanzia, cioè l'arte di
prevedere il futuro in base ai sogni con la corrispondenza, ad ogni
elemento di esso, di un determinato numero da giocare.
Il gioco, al di là del successo, continuava ad essere visto
come immorale e quindi subiva di volta in volta gli umori, gli alti e bassi dei
governanti con relative revoche e concessioni e le prediche in chiesa per la
dissipazione di fortune mal riposte. Non mancano critiche dal mondo
intellettuale con Giustino Fortunato e Matilde Serao, che vedono
nel gioco del lotto una evidente immoralità, http://www.enzocarro.it/Tombola.html
"più si è poveri e più si corre al
lotto. Lo stato è colpevole perché attraverso il gioco accumula denaro dai più poveri incrementando la miseria popolare e
perché incoraggia il
vizio di un gioco che alimenta la superstizione e la speranza illusoria d'un
miglioramento che deve essere invece realizzato col lavoro e il risparmio".
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Battaglione di
B. in caserma |
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B. in caserma |
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all'indice delle curiosità
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Cappello
da B. |
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B. che suona,
che comanda |
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Lettere da lontano |
B. acquartierati
(reggimento al campo) |
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Vedere o sognare
la bandiera |
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Bersagliere e
basta |
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B. che passeggia |
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B. in chiesa |
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B. ammalato |
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B. in prigione |
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Superficialità di parenti |
Reggimento di B. |
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B. in battaglia |
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Sfiducia nel prossimo |
Reggimento
in movimento, in marcia |
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Crocchio di B. |
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89 alternativo |
B. in ospedale |
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B. che corre |
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Arresto di un affare |
B. con i gradi |
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Vedere un B. |
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Avrete una vita serena,
affetti sinceri e duraturi, |
Battaglione di
B. in caserma |
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B. in caserma |
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