PICCOLE STORIE - DIARI MINIMI
Corti sembra mimetizzarsi dietro il personaggio di Michele Tintori, oriundo di Nova Milanese, il quale s'iscrisse all'università Cattolica del Sacro Cuore pochi mesi prima dell'entrata in guerra italiana: e nell'ambiente universitario a lui inusuale, incontrava il rettore padre Gemelli, una giovane Nilde Jotti ancora fervente dell'Azione Cattolica, padre Bertrando intento a elogiare il fascismo (pseudonimo di padre Davide Turoldo), Baget Bozzo e altri. Michele poi partirà per il fronte russo, come Ambrogio e Stefano.
Particolarmente riuscita è la figura di Stefano Giovenzana, giovane contadino della Nomanella al quale la cartolina del precetto militare chiama alle armi nel 3° reggimento Bersaglieri. Stefano attraversa la narrazione nel solo primo segmento, simile a una meteora nel cielo stellato. Per lui, l'autore si produce in una delle sue pagine più commoventi, all'interno della lunga e circostanziata descrizione dei
giorni fatidici del 19 e 20 dicembre 1942, nella pianura tra Mescoff e Calmicov. La descrizione che Corti fa della fine di questo bersagliere tocca persino gli animi insensibili, e segue i moti dell'animo dal ferimento alla paura al dolore sino alle soglie misteriose della morte. Andrea Sciffo
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Stefano è morto! Oh, povera me, povera me, povera me. -
Come? Cosa… cosa dici? Ferrante allungò un braccio, cercò la peretta della luce, ne premette il
pulsante..... (pp. 322-323) Un altra pagina di Corti http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri42.htm Eugenio
Corti nasce a Besana in Brianza il 21 gennaio 1921, primo di dieci figli. Il
padre Mario è un industriale del tessile che si è comprato la fabbrica da
operaio. Frequenta il collegio San Carlo di Milano (ginnasio e liceo classico):
nonostante i genitori avessero stabilito per lui studi di ragioneria (per
lavorare nella ditta familiare). La guerra interrompe anche per lui la scuola.
Agli inizi di febbraio 1941, Corti si presenta alla caserma del 21° Reggimento
Artiglieria Divisionale a Piacenza per un primo addestramento di sei mesi.
Seguiranno altri sei mesi alla Scuola allievi ufficiali di Moncalieri, dove
diventa sottotenente. Nel frattempo inoltra la richiesta di essere destinato al
fronte russo, così motivata: "Avevo chiesto di essere destinato a quel fronte
per farmi un'idea di prima mano dei risultati del gigantesco tentativo di
costruire un mondo nuovo, completamente svincolato da Dio, anzi, contro Dio,
operato dai comunisti.". Corti arriva in Russia con l’Armir in tempo per essere
protagonista della disfatta del dicembre ’42. Questi 28 giorni sono i più
drammatici della vita di Corti, narrati ne “I più non ritornano”: solo la sera
del 16 gennaio riesce ad uscire dall'accerchiamento russo con pochi altri
superstiti. Viene ricoverato prima a Leopoli, base italiana di transito, poi a
Merano. L’armistizio lo coglie nel Lazio da dove riesce ad aggregarsi dopo una
lunga marcia ai reparti del nuovo esercito “Gli ultimi soldati del Re”. Nel
dopoguerra si laurea in legge e pubblica il primo libro sulla Russia. L’impegno
del lavoro in azienda non gli impedisce di scrivere e da alla luce “Processo e
morte di Stalin, scritto tra il 1960 e il 1961, sulla tragedia russa. I tempi
non sono propizi per attacchi riservati solo alle caste di partito e Corti viene
emarginato dal mondo della cultura. Agli inizi degli anni '70, Corti matura la
decisione di dedicarsi completamente alla scrittura: la mastodontica opera cui
sta per mettere mano, Il cavallo rosso, non consente nessun'altra occupazione.
Gli undici anni di studio ed elaborazione dell'opera, infatti, assorbono
completamente l'artista: leggendo il libro risulta evidente l'enorme sforzo
storico e documentario compiuto dall'autore per offrire un romanzo che presenti
una assoluta fedeltà agli avvenimenti. Nel 1983 il testo de Il Cavallo Rosso
raggiunge la forma definitiva. Sorgono tuttavia problemi di pubblicazione, di
natura politica ed economica (il manoscritto supera le 1500 pagine). Corti
pertanto si rivolge a Cesare Cavalleri, direttore delle Ed. Ares. Il romanzo
riscuote un grande successo in Italia (finora sono state già pubblicate 19
edizioni) e all'estero, con traduzioni in spagnolo, francese, inglese, lituano,
rumeno e russo. sunto da
http://www.kattoliko.it/Corti/Art_28.htm
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