PICCOLE STORIE DIARI MINIMI 

Francesco Cicchetti

Bersagliere della Grande Guerra

DECORAZIONI DEL SOLDATO FRANCESCO CICCHETTI
Autorizzato (Padre) a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 15–18 (RD 1241 del 29/7/1920) e ad apporre sul nastrino le fascette corrispondenti all’anno di campagna 1917 (conc. 172663f). Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria (RD del 16/12/1920) (conc. 7278sg).

 

foto di repertorio

Francesco, fratello minore di Raffaele, di Costantino* e Annunziata Salamandra, nato il 19 febbraio 1896 era di statura media (1,69), torace 90 cm, capelli lisci castani, colorito bruno, dentatura sana e sapeva leggere e scrivere. Di professione, probabilmente come suo padre e, certamente, suo fratello maggiore, era contadino.
Soldato di leva di 1° categoria, classe 1896, in forza al Distretto militare di Spoleto venne chiamato alle armi il 24 novembre 1915 e destinato al 14° Reggimento Bersaglieri. Dal suo arrivo in linea il 3 dicembre cambia ulteriormente passando al 17° reggimento Bersaglieri” il 6 febbraio 1917, reparto che in provincia di Padova, nei comuni di Teolo, Bastia e Cervarese Santacroce, si stava costituendo in forze. L’unita’, che entrerà a far parte della III Brigata Bersaglieri (17°-18° reggimento) è composta in massima parte da giovani reclute (’97-’98), cui furono aggiunti provati combattenti di classi anziane come lui, veterani di 2 anni, per dare l'ossatura. La brigata raggiunge il 26 marzo 1917 la Valsugana (attuale provincia di Trento) e le pendici settentrionali dell’altopiano di Asiago. Fino ai primi di luglio non ha luogo alcun avvenimento importante se si eccettuano scontri di pattuglie, bombardamenti pressoché quotidiani ed un inizio d’azione, subito sospesa, del 17° bersaglieri contro il M. Civaron.
Nei giorni 20 e 21 luglio 1917 la brigata si porta a Sagrado sul fiume Isonzo (attuale provincia di Gorizia), da dove si trasferisce nel Vallone sostituendo in linea, nel settore di Castagnavizza, reparti della “Novara”. Dopo breve periodo di riposo, all’inizio della seconda quindicina di agosto su tutta la fronte della 3° armata si riprende l’offensiva per la conquista del gruppo dello Stol, della linea intermedia Temnizza-Voiscizza-Krapenka-q.213 e dell’Hermada. Alla III brigata bersaglieri è affidato il compito di conquistare, in un primo tempo, il caposaldo di q. 346.
Nella notte sul 18 agosto le truppe serrano sotto, completando lo schieramento ed il mattino seguente le prime ondate si allontanano veloci dalle nostre trincee puntando sulla posizione intermedia di q. 315, che viene in breve raggiunta. Ma la violenza del fuoco delle artiglierie avversarie, i continui contrattacchi in forza e la difficoltà di tenere i collegamenti, fanno sì che, dopo una lotta cruentissima durata l’intera giornata del 19 agosto, i nostri sono costretti a ripiegare nei trinceramenti di partenza.
Le perdite sofferte dalla brigata, durante questo episodio, sono ingenti, sommano a 40 ufficiali ed 848 uomini di truppa. Tra questi Francesco Cicchetti, morto in combattimento a Castagnevizza (Atto di morte inscritto al n. 53 del registro degli atti di morte del 17° reggimento Bersaglieri) il 19 Agosto 1917.
 

da Piume a Nord Est di Antonio Sema ....... Sul fronte della III armata il XXV cda aveva in linea la 4a divisione con la 3a brigata Bersaglieri (17-18° reggimento). Compito della divisione era attaccare su tutta la linea, puntando in direzione Est, spezzare la linea Castagnevizza, e quindi operare per far cadere mediante aggiramento l’importante postazione del groviglio del Hrbci. Il tiro di preparazione iniziò regolarmente alle 07:00 del 18 agosto. Le pattuglie uscirono a verificare i danni alle 12:00 e alle 17:00 e segnalarono che sul fronte della 4 divisione le trincee nemiche apparivano “completamente sconvolte”, mentre sul resto del fronte del C.d.A c’erano varchi solo dinnanzi alla Montagnola e a Sud di Castagnevizza. Davanti alle linee della 14a divisione, però, i varchi risultavano ancora insufficienti; tuttavia si ritenne di poter risolvere la questione concentrando in quel settore il fuoco delle artiglierie pesanti. Nella notte, come era ormai abitudine, venne mantenuto solo il tiro d’interdizione e di disturbo per impedire il riattamento delle difese. Il tiro di distruzione riprese alle 05:00 del 19, e l’attacco delle divisioni 4 e l4 scattò simultaneamente alle 05:33. I fanti della Novara conquistarono quasi subito la Montagnola. La 3a brigata bersaglieri, con i reggimenti 17° (btg. 64/65/66) e 18° (btg. 67/68/69), operava sulla sinistra, con l’incarico di espugnare q. 346, uno dei pilastri del sistema difensivo di Castagnevizza. Per tale motivo la postazione era particolarmente ben difesa con mitragliatrici e cannoncini dissimulati un po’ dappertutto nel terreno. Alla prova dei fatti i bersaglieri della 3a brigata occuparono “tutta la prima linea nemica” e, pur essendo ostacolati dal fuoco “vivacissimo” delle mitragliatrici nemiche appostate su q. 251, proseguirono l’avanzata verso q. 276. L’azione italiana fu dunque determinata, ma pure i contrattacchi I.R (austriaci) furono estremamente violenti. La prima ondata del 17° bersaglieri passò così oltre ben tre linee trincerate, ma poi l’unità fu contrattaccata e infine accerchiata. Avanzò impetuosamente anche la prima ondata del 18°, ma il terreno era disseminato di mine, e il nemico si rivelò quanto mai aggressivo, obbligando il reggimento al ritiro sulle posizioni di partenza dove, nella notte, venne rilevato dalla Barletta. L’azione della 4a divisione, quel giorno, risentì negativamente del mancato concorso della brigata Pinerolo, unità della 14a divisione, e della Tevere della 21a. In particolare, quest’ultima brigata era stata costretta a ripiegare, scoprendo i fianchi della 4a divisione. L’unità fu in tal modo costretta a sostare sulle posizioni raggiunte per consentire l’avanzata dei reparti fiancheggianti. Questa sosta costò parecchie perdite, specie alle unità avanzate che dovettero ripiegare alquanto. Il 66° bersaglieri si trovò isolato nell’abitato di Castagnevizza, e il comandante della brigata bersaglieri ordinò al 65° (17) di avanzare e rinsaldare il centro, spostando poi il 68° (18) a sostegno dell’ala destra della brigata. Poiché le brigate Pinerolo e Acqui non riuscirono a spezzare la resistenza nemica, al calar della sera le unità del C.d.A, “bersagliate incessantemente e logorate dal fuoco avversario”, dovettero ripiegare sulle posizioni di partenza. Alle 21:00, la brigata bersaglieri era attestata sulla linea di osservazione nemica a Ovest di Castagnevizza; infine, nella notte le “provate truppe” della 3a vennero sostituite dalla brigata Barletta e passarono alla riserva del C.d.A assieme a due battaglioni della Barletta. Le perdite furono sanguinose. Il 18° reggimento era ridotto ad appena due battaglioni, e il 17° di Cicchetti, addirittura, a uno solo.

Atto di morte presso il Municipio di Monteleone (anno 1918 sez. C.): “L’anno 1917 alli 19 del mese di agosto a Castagnevizza, mancava ai vivi alle ore [non specificato] in eta’ di anni 21 il soldato Cicchetti Francesco del 17° rgt. Bersaglieri, 11° compagnia n° 2419 di matricola celibe, morto in seguito a combattimento, sepolto a [non specificato] come consta al verbale di morte mod. 147 compilato e firmato dal C.te interinale dell’11° compagnia Aspirante Ufficiale Turchiaruto Giovanni”.

Nella notte sul 20, rilevati dalla “Barletta”, i resti dei due reggimenti, si trasferiscono sulla cosiddetta linea delle quote, per una prima riorganizzazione resasi necessaria per le gravi perdite subite. Successivamente, in conseguenza dell’offensiva austriaca che ha provocato la rotta di Caporetto, il 27 ottobre la brigata ripiega su Perteole, poi, con marcia ordinata raggiunge il 29 la sponda sinistra del Tagliamento, ove si dispone a difesa del ponte di Madrisio ed a protezione delle truppe della 3° armata che defluiscono oltre il fiume. La III brigata Bersaglieri guadagna l'argento il 17 dicembre 1917 quando sul Piave, a Ca Lunga, ferma gli austriaci a costo di gravi perdite. Dal sito Monteluco di Spoleto (il brano è stato rinvenuto off line e non è stato possibile identificare il Webmaster e/o l'autore ed ottenerne una preventiva autorizzazione)

*Costantino sposò il 24.7.1881 Annunziata Salamandra che morirà nel 1923 a 67 anni. La casa avita è quella dietro S. Antonio. Sono stati rintracciati undici suoi figli. A parte i due caduti in guerra e cinque morti piccolini, tra gli sfortunati ci sono anche Edoardo, nato nel 1885 e morto il 14.11.1918 a 33 anni, e Marianna, nata nel 1889 e prima sposa di Battista Carassai che però morì a soli 29 anni qualche giorno dopo il fratello Edoardo (nel registro il 17.11.1918 Spagnola ?). Rimangono dunque solo due figli: Giovanna del 1887 (che sposa Raffaele Di Biagio) e soprattutto Isidoro, che sposò nel 1922 Caterina Di Cesare.

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