LA RIVOLUZIONE RUSSA 12a parte di 14
La Siberia Russa dei Francesi e la Francia dei contadini russi
L'ILLUSTRATION 12 novembre 1938 La spedizione in Siberia del battaglione coloniale di Hanoi | ||
Il 3 marzo 1918, una pace separata che esclude gli alleati, è stata firmato a Brest-Litovsk tra la Germania e la Russia dei bolscevichi. Questa pace separata, che libera le potenze centrali sul loro versante orientale, ha l'effetto immediato di inviare decine di divisioni tedesche nelle trincee del fronte occidentale, soprattutto contro i nostri coraggiosi soldati. Queste divisioni consentono l'offensiva tedesca della 2° battaglia della Marna che Ludendorff e Hindenburg preparano per la primavera. Si allineeranno infatti 192 divisioni, 20 in più rispetto alle nostre. Da quel momento, l'idea di sostenere le forze anti-bolsceviche, o eventualmente di intervenire direttamente a est si fa strada nelle cancellerie alleate. Nelle segrete dello Stato Maggiore Francese ad Hanoi i rumors di alcune ambasciate straniere o le lettere non sono così rilassanti come quelli che sentiamo nei salotti o ristoranti eleganti della capitale del Tonchino. Le notizie dalla Siberia e soprattutto dalla Russia, hanno sollevato timori di movimenti rivoluzionari. Per questo motivo all'inizio di luglio, la cittadella militare è in allarme. Ordini sono arrivati da poco da Parigi. Lo staff si sta preparando ad inviare alcuni elementi in regioni in cui di solito non vanno. Il Reggimento di Hanoi, il 9 ° di Fanteria coloniale, è stato messo in allerta. Il suo comandante di Battaglione Mallet è designato al comando delle prime truppe francesi in Siberia. Questi forma un gruppo di due compagnie fucilieri e due sezioni mitragliatrici del 9 ° RIC. Una volta pronto, il battaglione ha cominciato a muoversi verso il porto di Haiphong. Il 4 agosto, il piroscafo francese fa scalo in Cina, a Taku, e porta in aggiunta due compagnie del 16 ° RIC e una compagnia degli Zuavi del 3 °. Queste tre sono comandate dal capitano Feneurstein e si inseriscono nel battaglione Mallet del 9° coloniale. Questo raddoppia le forze francesi. Lo stesso giorno, il piroscafo "André Lebon" salpò e si diresse subito in Siberia | traduzione a fianco: Le 3 mars 1918, un traité de paix, séparée des Alliés, est signé à Brest-Litovsk entre l'Allemagne et la Russie des bolcheviks. Cette paix séparée, libérant les Empires Centraux sur leur flanc oriental, a pour conséquence immédiate l'envoi de plusieurs dizaines de divisions allemandes dans les tranchées du front occidental, principalement face à nos valeureux Poilus. Ces divisions permettront l'offensive allemande de la 2° bataille de la Marne que Ludendorff et Hindenbourg préparent pour le printemps. En effet, l'Allemagne va aligner 192 divisions, soit 20 de plus que les Alliés. Dés ce moment, l'idée d'un appui aux forces antibolcheviks, éventuellement suivi d'une ntervention militaire directe des Alliés, commence à faire son chemin. Dans le secret des états-majors à Hanoi, certains bruits d'ambassades ou de courriers étrangers ne sont pas aussi apaisant que ceux que l'on entend dans les salons ou les restaurants huppés de la capitale du Tonkin. Les nouvelles de Sibérie et surtout de la Russie font craindre des mouvements révolutionnaires. C'est pourquoi en ce début de juillet, la citadelle s'agite. Des ordres sont arrivés depuis peu de temps de Paris. L'état-major se prépare à envoyer quelques éléments vers des contrées où il n'a pas l'habitude d'opérer. Le régiment de Hanoï, le 9° Régiment d'Infanterie Colonial, est mis en alerte. Le chef de bataillon Mallet est désigné pour commander les premières forces françaises pour la Sibérie. Il forme un groupement en prenant sous ses ordres deux compagnies et deux sections de mitrailleuses du 9° R.I.C.. Une fois prêt, le bataillon se met en mouvement pour le port de Haïphong. Le 4 août, le vapeur français fait de nouveau escale en Chine, à Takou, et embarque deux compagnies du 16° R.I.C. et une compagnie du 3° Zouaves. Ces trois compagnies forment groupement et sont commandée par le capitaine Feneurstein. Ces éléments sont également incorporés au bataillon du 9° Régiment d'Infanterie Colonial. Cela double les effectifs français. Le jour même, le vapeur "André Lebon" lève l'ancre et se dirige maintenant droit sur la Sibérie. Dans la nuit finissante, le vapeur "André Lebon" arrive en vue de Vladivostok. Ce 9 août à 6 heures du matin, il accoste et se met à quai. Peu après, c'est une force de 1136 hommes exactement, sous commandement du chef de bataillon Mallet, que l'on voit descendre la passerelle du vapeur "André Lebon". | |
Nella notte calante, il piroscafo "André Lebon" arriva a
Vladivostok. Il 9 agosto alle 06:00, ha attraccato una forza di 1136
uomini, appunto, sotto il comando di Mallet, che vediamo scendere lungo
la passerella del piroscafo "André Lebon". La raccolta avviene sulle
banchine. Il battaglione coloniale francese della Siberia è così
composto. Al personale di B.C.S. il Comandante Battaglione Mallet come
vice capitano Dunant, un aiutante di campo il tenente Tosse, poi i
medici Jouvelet e Guerneray. Le compagnie del II/9 ° R.I.C. sono la 6a,
forte di 226 uomini agli ordini del tenente Deseille e l’8a, 226 uomini
capitano Schill e suo vice il tenente Rivette. A questi due compagnie si
aggiungono le sezioni di mitragliatrici. Le compagnie del 16 ° R.I.C.
sono costituite da l’ 8a, 230 uomini, comandata dal capitano Feneurstein
e luogotenenti Fumk e Brauenstein e l’11a sempre 230 uomini, comandata
dal capitano de Vaux, con i luogotenenti aggiunti Basail e Seguinel. Gli
Zuavi la 5a compagnia, 202 uomini, comandata dal capitano Pauzon
luogotenenti Gadars e Bies e sottotenente Jeffrey. Gli uomini del 16 ° Reggimento Fanteria Coloniale, comandati dal capitano Feneurstein sono di origine Alsaziana e Lorenese. In effetti, c'era un'alta percentuale d’Alsazia e Lorena nei reggimenti coloniali. Una ragione di ciò è che il Ministero della Guerra francese voleva tenere lontano dal fronte questi uomini che se cadevano nelle mani dei tedeschi venivano considerati traditori o "disertori" e fucilati immediatamente (naturalmente si trattava di fuorusciti). Non appena riunito, al battaglione coloniale francese è stato ordinato di raggiungere l’Ussuri (fiume) a Kraevsky, dove già si trovano i bianchi di Siberia. Il Mallet ha diviso la colonna in due gruppi: => Il primo sotto il capitano Schill con cp del 9 RIC e due sezioni di mitragliatrici, => Il secondo capitano Feneurstein con due cp del 16 ° RIC e quella del 3 ° zuavi. |
Le rassemblement se fait sur les
quais. Le Bataillon Colonial Français de Siberie est ainsi composé. A l'État-major
du B.C.S. le Chef de bataillon Mallet a comme adjoint le capitaine
Dunant, un officier adjoint le lieutenant Tosse, puis les médecins-major
Jouvelet et Guerneray. Les compagnies de combats du 2/9° R.I.C. se
composent des 2 compagnies. La 6° compagnie, forte de 228 (229?)
marsouins, commandé par le lieutenant Deseille et la 8° compagnie, forte
de 226 (228?) marsouins, commandé par le capitaine Schill qui a pour
adjoint le lieutenant Rivette, à ces deux compagnies s'ajoutent les 2
sections de mitrailleuses. Parmi les marsouins du 2/9° R.I.C., on compte
277 tirailleurs tonkinois. Les compagnies de combats du 16° R.I.C. se
composent des 2 compagnies. La 8° compagnie, forte de 230 marsouins,
commandé par le capitaine Feneurstein, qui a pour adjoints les
lieutenants Fumk et Brauenstein et la 11° compagnie, forte de 230
marsouins, commandé par le capitaine de Vaux, avec pour adjoints les
lieutenants Basail et Seguinel. Le 5° Zouaves fournit sa 5° compagnie,
forte de 202 zouaves, commandée par le capitaine Pauzon qui a pour
adjoints les lieutenants Gadars et Bies et le sous-lieutenant Jeffrey.
Les marsouins du 16° Régiment d'Infanterie Colonial, sous les ordres du
capitaine Feneurstein, sont originaires d'Alsace et de Lorraine. En
effet, il y avait une forte proportions d'alsaciens et lorrains dans les
régiments coloniaux. Une des raisons à cela est que le ministère de la
Guerre les éloignait du front français, leur évitant ainsi de tomber
dans les mains des armées allemandes qui les déclaraient "déserteur" et
les fusillaient aussitôt. A peine rassemblé, le bataillon colonial
français reçoit l'ordre de rejoindre le front de l'Oussourik (Oussouri?)
à Kraïevsky, où sont déjà positionné des éléments alliés et Blancs de
Sibérie. Le commandant Mallet divise ses troupes en deux groupes: Aprés le repas de midi, les marsouins du B.C.F.S. sont regroupés et en rangs se dirigent vers la gare de Vladivostok en traversant la ville. |
|
Dopo pranzo le truppe sono inquadrate e a ranghi stretti si dirigono per la stazione ferroviaria di Vladivostok dall'altra parte della città. Arrivati in stazione i due gruppi salgono sui vagoni e si dirigono alla loro destinazione però su due diversi treni. Il gruppo Schill va verso Doukovskoïe vicino Kraievsky, per fermare l'avanzata bolscevica. Poco dopo, il gruppo Feneurstein per le loro zone assegnate. Le posizioni sono raggiunte alle 13 quando sulla linea sono già posizionati elementi alleati che operano intorno al nodo ferroviario di Doukovskoïe. Ma è una festa popolare locale? scariche nutrite di fucileria sovietica li accolgono. Infatti, il battaglione ha subito la sua prova di fuoco con coraggio, ma senza perdite. Le forze di Stati Uniti e Giappone raggiungono circa 25.000 uomini. L'unica forza militare è dunque costituita da queste sole truppe che potrebbero costituire la forza d'attacco Alleata. Ma mai i giapponesi si sono avvicendati al fuoco e gli Stati Uniti fanno vita da caserma a Vladivostok!. I bolscevichi naturalmente reagiscono e da 15 al 20 agosto attacchi violenti vengono lanciati contro le truppe francesi. Il battaglione francese è sotto il fuoco dell'artiglieria, intervallati da manovre dilatorie e scaramucce, forse volendoli scoraggiare. Ma una notte un colpo di mano sovietico con cosacchi dello Zar su un posto di blocco tenuto da una dozzina di francesi, ha causato la morte di 4 zuavi. | Arrivés à la gare de chemin de fer, les deux groupes du bataillon colonial grimpent dans les wagons et partent vers leurs positions, mais dans deux trains différents. Le groupe Schill part pour la ville de Doukovskoïe, près de Kraïevsky, afin de stopper l'avance bolchevik. Peu après, le groupe Feneurstein le rejoint et ensemble partent vers leurs secteurs attribués. Les positions sont atteintes le 13, où sont déjà positionné des éléments alliés et où la manouvre générale doit s'articuler autour de la voie ferrée à Doukovskoïe. Mais est-ce un accueil folklorique local? Dés leur arrivée sur le front, les marsouins subissent immédiatement des tirs bolcheviks. En fait, le bataillon subit son épreuve du feu courageusement, mais sans perte. Les forces américaines et japonaises atteindront, à elles deux, prés de 25 000 hommes. La seule force militaire est donc constituée part ces troupes, elles pourraient constituer la force de frappe des Alliés. Mais les japonais ne frapperont jamais en opération de guerre, hormis près de Kraïevsky, et les américains resteront toujours "l'arme au pied" à Vladivostok !! Devant l'importance de cette force alliée débarquant en Sibérie, les bolcheviks réagissent. Du 15 au 20 août, de violentes attaques bolcheviks sont lancées contre les troupes françaises. Le bataillon français subit des tirs d'artillerie, entrecoupés d'escarmouches et de manouvres dilatoires, voulant peut-être dissuader les marsouins. Cependant une nuit, un coup de main bolchevik sur le poste de commandement russe, qui sont des cosaques du Tsar et gardé entre autres par une douzaine de français, provoque la disparition de 4 Zouaves. | |
|
(Krasnojask 18/5/19) - Più di cento treni hanno deragliato. Si sapeva che bande bolsceviche, o meglio dei briganti , facevano scorrerie lungo la linea; ma si ignorava assolutamente numero. Solo da pochi giorni i comandi sanno che più di cinquanta bande sono lungo la Transiberiana, organizzate magnificamente, tutte in comunicazione con il grosso accampato nella foresta. I commissari bolscevichi, che non sono pochi, reclutano di continuo uomini e hanno una fabbrica di munizioni con grandi magazzini di materiale e di viveri: Tutto ciò è sorto di nascosto nell’ immensa foresta trasformata in veri villaggi, dove la banda vive con le donne e i loro figli: La popolazione di Krasnojask è invasa dal terrore: nelle vie non c’è anima viva e tutti sono in casa con le imposte chiuse e le porte barricate. Gianluca Nicoletti (LA STAMPA 4marzo2005) A fianco carta dei campi di prigionia per tedeschi in Russia con il numero probabile dei ristretti |
|
L'estate siberiana è difficile per gli europei. Le zanzare abbondano, acqua e cibo non sono molto buone. Fin dalla loro partenza dall’Indocina, gli uomini non sono ancora abituati al clima del nord-est della Siberia, alcuni non hanno la forza di recuperare. A Doukovskoïe, Vultury Rene, uno dei nostri colpito dalla malattia, è morto il 20 agosto, 1918. Quello stesso giorno, i Reds (rossi) hanno lanciato un attacco violento contro Vladivostok con 30.000 uomini, compresi dei prigionieri tedeschi, sostenuti da cinque treni blindati. L'avanguardia bolscevica si scontra vicino a Kraevsky, con una forza di 4.000 uomini comandati dal Col. Jules Pichon, di cui quattro battaglioni cechi, il battaglione francese di Doukovskoïe, un forte distaccamento di cosacchi e un battaglione inglese che si è appena inserito. Pochi chilometri indietro, il generale Oi controlla una forza molto più grande, giapponese, che non si muove. La lotta che si è ingaggiata è molto difficile. Usando la loro superiorità numerica, i Reds stanno cercando di spingere al centro del fronte alleato. Di fronte alla sua resistenza, i bolscevichi cercano di sfondare all'ala destra delle forze alleate. Curiosamente, in questo giorno di combattimenti e nonostante le richieste del colonnello Pichon, le forze giapponesi rimangono " braccia conserte" pochi chilometri indietro, rifiutandosi di intervenire. Il 25 ° battaglione Middlesex Regiment è stato attaccato da forze troppo grandi e piega sotto l’attacco. Il colonnello Pichon deve ordinare una ritirata generale sul bordo del Doukovskoïe, la posizione di ripiego. Ripiegando gli alleati i giapponesi entrano in contatto il 21 agosto. Inizia così una resistenza passiva tra i belligeranti per tre giorni. La sera del 22 con un colpo di mano vengono presi dei prigionieri. Un comandante bolscevico avvisa Mallet di un imminente attacco con forze stimate in 4.500 uomini. |
L'été sibérien est difficile pour les européens. Les moustiques pullulent, l'eau et la nourriture ne sont pas de très bonne qualité. Depuis leur départ d'Indochine, les hommes ne se sont pas encore habitué au climat du nord-est de la Sibérie, certains n'ont pas retrouvé de forces. A Doukovskoïe, Vultury René, un de nos marsouins atteint par la maladie, succombe le 20 août 1918. Ce même jour, les Rouges lancent une violente offensive sur Vladivostok avec 30 000 hommes, dont des prisonniers allemands, appuyé par cinq trains blindés. L'avant-garde de cette offensive bolchevik se heurte, près de Kraïevsky, à une force de quatre mille hommes commandée par le colonel Pichon, comprenant 4 bataillons tchèques, le bataillon français, positionné dans la ville de Doukovskoïe, un fort détachement de cosaques et un bataillon anglais qui vient de les rejoindre. A quelques kilomètres en arrière, le général Oï commande une force japonaise très importante qui ne bouge pas. Le combat qui s'engage est très dur. Usant de leur supériorité numérique, les Rouges essaient d'enfoncer le centre du front allié. Devant sa résistance, les bolcheviks tentent le débordement en enfonçant l'aile droite du dispositif allié. Curieusement, pendant toute cette journée de combats et malgré les demandes du colonel Pichon, les forces japonaises restent "l'arme au pied" à quelques kilomètres en arrière, refusant d'intervenir. Le 25° Bataillon Middlesex Regiment est assailli par des forces trop importantes et pli sous l'attaque. Le colonel Pichon doit ordonner la retraite générale sur les lisières de Doukovskoïe, la position de rechange. Les éléments alliés s'étant repliés sur leur ligne, les japonais se trouvent au contact le 21 août. Commence alors une résistance passive entre les belligérants durant trois jours, comme s'ils reprenaient des forces avant l'assaut. Dans la soirée du 22, un coup de main des marsouins permet de faire des prisonniers. Un des bolcheviks informe le commandant Mallet de l'imminence d'une attaque avec des forces évaluées à 4 500 hommes. Celle-ci se déclenche le 23 août à 5 h 00 du matin. Le groupe Schill, positionné à l'avant du dispositif, reçoit la première vague d'assaut. Même avertit, il est évident qu'il ne pourra |
|
E questo arriva il 23 agosto alle 5 del mattino. Il gruppo Schill, posizionato davanti al dispositivo di difesa, riceve la prima onda d’attacco. Anche avvertito, è ovvio che non può resistere a lungo, la sua posizione è vulnerabile. Gli fu ordinato di ritirarsi alla periferia di Doukovskoïe. Lì, il battaglione ha l'ordine di tenere a tutti i costi. Si moltiplicano gli attacchi nonostante le perdite pesanti. Il fronte non si sta indebolendo. Il Col. Pichon Comandante delle Forze di Spedizione Alleate, chiese al generale Oi l’immediato impiego delle sue truppe per contrastare l'offensiva nemica. Il 24, le forze alleate finalmente supportate dai giapponesi, passano al contrattacco e mettono in fuga le forze dell'Armata Rossa. Questo sarà l'unica operazione militare in cui le forze militari giapponesi saranno impegnate e realmente combattenti in Siberia! L'esito di queste battaglie è di 300 morti per i giapponesi. Le forze britanniche escono illese in questi giorni difficili. La sera, il comandante Mallet conta i suoi uomini. Le perdite sono state pesanti. Louis Le Floch e Moiraud Felix uccisi, quindici erano più o meno gravemente feriti. Il distaccamento francese si porta nelle retrovie. Ai primi di settembre a Doukovskoïe, il battaglione francese si separa dai fucilieri Tonkinesi. Questi sono raggruppati in una compagnia che ritorna a Vladivostok. La loro missione è quella di sorvegliare la zona marittima di Vladivostok, dove arrivano, sbarcano gli alleati, le forniture e le attrezzature necessarie a loro. Buone notizie sono in arrivo: vengono annunciati rinforzi. Tuttavia, cechi e bianchi sono costretti ad abbandonare Samara, la capitale del Kamoutch. La loro ritirata sembra una disfatta. Nonostante l'avanzata dei bolscevichi armati, truppe russe e alleati si stanno muovendo verso la Siberia occidentale !!. Il 9 ottobre i rinforzi francesi arrivano a Vladivostok. Non appena sbarcati, si uniscono con le truppe di BCF a Doukovskoïe. Si tratta di una batteria di artiglieria, 175 uomini forti distaccati dal 4° e 5° Reggimento Artiglieria Coloniale dalla Cina, come i distaccamenti precedenti sono arrivati nel mese di luglio. Una volta riunite, queste truppe si dirigono verso ovest con la ferrovia. A causa dello stato della ferrovia Transiberiana e in particolare in relazione agli eventi, questo viaggio durerà diverse settimane invece di dieci giorni. | tenir longtemps, sa position de pointe le rend vulnérable. Ordre lui est donné de se replier sur les lisières de Doukovskoïe. Là, le bataillon a ordre de tenir coûte que coûte, ce qu'il exécute avec courage. Regroupés, les marsouins du B.C.S. résistent courageusement. Ils multiplient les contre-attaques malgré de lourdes pertes. Le front ne faiblit pas. Le colonel Pichon, commandant du Corps Expéditionnaire Alliés, ordonne au général Oï d'engager immédiatement ses troupes pour brisé l'offensive ennemi. Le 24, les forces alliées, enfin soutenues par les japonais, passent à une contre-attaque générale et mettent en fuite les forces de l'Armée Rouge. Ce sera la seule opération militaire où les forces militaires japonaises s'engageront et combattront vraiment en Sibérie!! Le bilan de ces combats est de 300 morts pour les japonais. Les forces britanniques sont sortis indemnes de ces dures journées. Le soir, le commandant Mallet compte ses hommes. Les pertes ont été très lourdes. Les marsouins Le Floch Louis et Moiraud Félix tués, quinze marsouins ont été blessés plus ou moins gravement. L'affaire étant terminée, le détachement français est relevé et se tient en arrière des lignes. Au début septembre à Doukovskoïe, le bataillon français doit se séparé des tirailleurs tonkinois. Ceux-ci sont regroupés en une compagnie et rejoignent Vladivostok. Ils ont pour mission de garder la zone maritime de Vladivostok où arrivent les détachements alliés, les approvisionnements et matériels nécessaire à ceux-ci. Une bonne nouvelle arrive au B.C.F.S., des renforts sont annoncés et doivent les rejoindre. Cependant, Tchèques et Blancs sont contraints d'abandonner Samara, capitale du Kamoutch. Leur retraite semble une déroute. Malgré l'avance des armées bolcheviks, les troupes russes et alliés se dirigent en direction de l'ouest sibérien. Quelques éléments du bataillon français vont se joindre à eux avec les renforts annoncés. Le 9 octobre, ces renforts français arrivent à Vladivostok. A peine débarqués, ils rejoignent les troupes du B.C.F.S. à Doukovskoïe. Il s'agit d'une batterie d'artillerie, forte de 175 hommes, et détachée des 4° et 5° Régiment d'Artillerie Colonial venant de Chine, comme les précédents détachements arrivés en juillet. Aussitôt réunies, ces troupes se dirigent vers l'ouest par voie ferrée. Du fait des contraintes dû à l'état du chemin de fer sibérien et surtout liées aux événements, ce voyage va durer de plusieurs semaines au lieu d'une dizaine de jours. Le Transsibérien traverse Kharbine, Tchita, Irkoutsk, Krasnoïarki, Tomsk, Omsk, Tchelyabinsk et atteint Ourfa. Durant le long voyage du bataillon français un incident malheureux se produit le 2 novembre 1918. Au cours d'un arrêt dans la petite ville de Blelia, un convoi de munitions explose tuant trois Zouaves parmi nos soldats. | |
La Trans-Siberiana attraversa Harbin, Chita, Irkutsk, Krasnoïarki, Tomsk, Omsk, Chelyabinsk e infine Urfa. Durante il lungo viaggio del battaglione francese, uno sfortunato incidente si verifica il 2/11/18. Durante una sosta nella cittadina di Blelia, un convoglio di munizioni esplode uccidendo tre tra i nostri soldati zuavi. Partendo in qualche modo, il treno ha continuato il suo viaggio e raggiungerà Urfa tre settimane più tardi, senza combattere. Ma intanto, in Europa le forze alleate hanno spinto i tedeschi che chiedono la cessazione immediata delle ostilità. Lo stato di guerra viene però mantenuto dal governo di Georges Clemenceau fino alla firma di un trattato di pace. L'armistizio dell'11 novembre 1918 annulla il trattato di Brest-Litovsk firmato 3 marzo 1918 tra le potenze dell'Asse e bolscevichi. Gli alleati si incontreranno per lunghi mesi di negoziati per stabilire le condizioni per la pace e la mappa della nuova Europa attraverso la creazione di nuovi stati che richiedevano la loro indipendenza. La cessazione dei combattimenti sul suolo francese, dal 18 novembre permette il rilascio e l'evacuazione di 500.000 tedeschi dai territori russi. Questo è l'inizio del ritiro di queste forze ancora presenti nel Caucaso, Ucraina, Polonia e Stati baltici. In questa maniera le forze bolsceviche, privi di qualsiasi pericolo, possono rivoltarsi contro gli eserciti bianchi e gli alleati sia a Nord che a Sud della Russia e degli Urali e della Siberia. Il 21 novembre il battaglione francese arriva a Urfa, senza dover combattere. Poco dopo, tutte le forze francesi in Siberia vengono rinominate "Battaglione Coloniale della Siberia". Questo prende presidio nella città, dove rimase circa due mesi. Nella lontana città di Urfa, alla vigilia del Natale 1918, la temperatura scende sotto i - 40 gradi. Infatti, l'inverno 1918/1919 è uno dei più duri da che si ricordi. Al culmine dell'inverno siberiano, i giorni passano da temperature normali a -20, ma le notti, vanno giù anche -50 gradi allegramente. Nonostante questo nemico mortale, che si aggiunge all’altro, il battaglione francese completa tutte le missioni assegnategli con grande coraggio e senza errori. Lontano dal dolce clima indocinese a cui erano abituati. |
Repartant tant bien que mal, le train
continu sa route et va atteindre Ourfa trois semaines plus tard, sans
combat. Mais entre-temps, en Europe les forces alliées ont repoussées
les allemands qui demandent l'arrêt immédiat des hostilités. La guerre
est gagnée, les poilus ont vaincu aprés quatre années de très durs
combats. 11 novembre 1918. L'Armistice est signé entre les Alliés et les
puissances de l'Axe. 52 mois de guerre, de combats acharnés et
ininterrompus. 1 380 000 morts, 3 500 000 blessés, une ou plusieurs
fois, dont 650 000 amputés ou définitivement handicapés. Mais l'armistice
n'est pas la paix. L'état de guerre des forces militaires françaises est
maintenu par le gouvernement de Georges Clemenceau jusqu'à la signature
d'un traité de paix. L'Armistice du 11 novembre 1918 annule le traité de
Brest-Litovsk signé le 3 mars 1918 entre les puissances de l'Axe et les
bolcheviks. Les Alliés vont se réunir pour de long mois de pourparlers
afin d'établir les conditions de paix et établir la carte de la nouvelle
Europe en créant de nouveaux états qui exigent leur indépendance. L'arrêt
des combats sur le sol français, à partir de ce 18 novembre, permet la
libération et l'évacuation de 500 000 hommes de troupes allemandes des
territoires russes. C'est le début de la retraite de ces forces encore
présentes au Caucase, en Ukraine, en Pologne et dans les Pays Baltes.
De ce fait, les forces bolcheviks sont libre de tout danger à l'Ouest, elles peuvent se tourner contre les Armées Blanches ou Alliées des fronts du Nord et du Sud de la Russie, ainsi que de l'Oural et de Sibérie. Le 21 novembre le bataillon français arrive à Ourfa sans avoir eu à combattre. Peu après, l'ensemble des forces françaises en Sibérie prend officiellement le nom de: "Bataillon Colonial de Sibérie". Il prend garnison dans la ville où il y restera deux mois environ. Dans la lointaine ville de Ourfa, en cette veille de Noël 1918, la température descend au dessous des - 40 degrés. En effet, l'hiver de 1918/1919 est l'un des plus rudes que l'on est connu depuis longtemps. Au plus fort de cet hiver sibérien, les jours passent par des températures normale qui "montent" à moins 20, mais les nuits, elles descendent et dépassent allègrement les moins 50 degrés. Malgré cet ennemi mortel, supplémentaire et incontournable, le bataillon français remplit cependant toutes les missions qui lui sont dévolu avec un grand courage et sans défaillance aucune. Bien loin des douceurs climatiques indochinoises dont les marsouins étaient habitués. |
|
Jules Pichon era nato il 31 Ottobre 1877 a Vannes, figlio di
un ingegnere ferroviario colà per lavori. Scuole superiori a Bordeaux
poi a Parigi allo Stanislas College. Di tradizioni marinare in famiglia
e lui in bilico con l'arte (dipinge e disegna) sceglie alfine la
carriera militare a St. Cyr in Fanteria. La Scuola di Guerra gli
fornisce l'opportunità di allargare le sue vedute anche se il fresco
matrimonio lo lega alla famiglia da poco costituita. Un'altra
opportunità gli viene offerta dalla Scuola di Lingue Orientali, dove il
famoso Louis Léger lo introduce alla lingua e alla cultura (e alla
politica) russa proprio nel momento che scoppia la prima rivoluzione
contadina e proletaria del 1905. Dalla Russia passa ai Balcani, Albania,
Serbia e Montenegro (ottomani) poi Bulgaria, dove suo zio, il comandante
Paul Pichon, ha guidato la formazione della nuova Marina Militare.
Conosce i conflitti dei Balcani che scoppieranno di li a poco (1913) e
si salderanno col grande conflitto. Nel 1916 ritorna in Francia in
trincea come comandante di un battaglione di fanteria fino al settembre
1917. Da questo momento in poi vista la sua preparazione la sua vita si
dividerà fra Russia, Siberia, Cina a contatto diretto degli eserciti
Bianchi (novembre 1917-gennaio 1920) e del bolscevismo. Il fronte Russo
cadeva definitivamente davanti ai Tedeschi e l'opera degli alleati non
avrebbe spostato di una virgola i termini di resa: propaganda
rivoluzionaria, il terrore come sistema e le richieste folli di
commissari politici e di comitati di soldati. Dal dicembre 1917 al marzo 1918, la traversata della Siberia che il generale Niessel gli fece fare per fornire informazioni su quanto accaduto in questa provincia e se possibile rintracciare gli Alsaziani francesi arruolati a forza dai tedeschi e fatti prigionieri dai Russi sul fronte orientale. Da marzo a maggio 1918 si tentò invano, in primo luogo dalla Cina e dal Giappone, di creare le condizioni per l'intervento alleato in Siberia. La causa principale (se non unica) per il suo fallimento era la divisione che regnava tra i rifugiati russi anti-bolscevichi in Manciuria, in Cina e Vladivostok. Julius Pichon a questo punto aveva seppellito il suo progetto e pensato di tornare a casa quando la rivolta dei prigionieri cechi coinvolse la Francia. L'intervento alleato in Siberia è diventato, nonostante la riluttanza degli Stati Uniti, improvvisamente possibile. Portare comunque i cechi verso Est anche se questo voleva dire entrare in conflitto coi vari capi della controrivoluzione come l'ammiraglio Kolchak all'indomani della fine della corte dello Zar. Da Gennaio 1919 a gennaio 1920 si è distinto sugli Urali meridionali e deserti del Kazakistan nei ranghi dei cosacchi di Orenburg e Turgai il cui capo, il Dutov Hetman era diventato suo amico. |
Così scriveva alla moglie il 7 gennaio 1919, meno di due mesi dopo l'armistizio: "une guerre nouvelle dont l'aube ensanglante notre ciel . Elle est inévitable si nous laissons faire et ce sera pour des années le désordre partout, malgré tout le bon sens de la France, malgré ce qui, en nous, crie que nous sommes des Français de France et nullement internationaux........Eh bien, je vois tout cela chez nous. Il n'y a pas de "mon bel ami". Cela se fera aussi chez nous si nous n'y prenons garde ! Je ne veux pas voir nos officiers insultés, la foule régnant en maître sanguinaire, nos femmes avilies et nos élites intellectuelles détruites, car les bolcheviques ont fusillé tout ce qui appartient à l'intelligence, et les artistes et les peintres et les chanteurs ! Ainsi donc, j'y vais carrément et sans ménagement. Cette guerre, je la fais pour ma maison, pour ma femme, pour mes enfants, autant et plus que l'autre." |
|
|
Marsouin = Soldat de l'infanterie de marine, officier d'infanterie de marine, soldat de la coloniale, soldat d'infanterie coloniale, fusilier marin 11 novembre 1918. La guerra è vinta, il crucco sconfitto dopo quattro anni di combattimenti molto duri. L'armistizio è firmato tra gli Alleati e le potenze dell'Asse. 52 mesi di guerra senza interruzioni. 1.380.000 morti, 3.500.000 feriti, tra cui 650.000 mutilati o invalidi permanenti. Ma la tregua (l'armistizio) non è la pace. |
|
Il B.C.S lascia Urfa e la Siberia, tornando a est e prendendo guarnigione a Chelyabinsk l’11 gennaio 1919. Durante il suo stazionamento, 6 ufficiali e 543 sottufficiali e truppa sono smobilitati. Dimezzato il battaglione francese deve cessare le sue normali missioni. Oltre a missioni di scorta, ha sostenuto ed educato alla professione delle armi i volontari bianchi. Sembra che il battaglione francese, o quello che è rimasto, abbia lasciato il presidio di Chelyabinsk il 3 Marzo, 1919 a bordo di uno o più treni. La sua missione è quella di scortare i convogli di armi e munizioni sulla Trans-Siberiana nella parte occidentale della Siberia, da Chelyabinsk e Penza a Urfa. Queste missioni sono estremamente pericolose, perché i treni sono gestiti da dipendenti russi, polacchi o siberiani, rossi o bianchi, sotto la supervisione della Legione ceca. Si può solo immaginare le difficoltà con questo clima rigido e la lunghezza indescrivibile di questa ferrovia intercontinentale. A causa della mancanza di strade e la vastità delle regioni, i treni vengono utilizzati per rifornire tutti gli alleati, gli eserciti bianchi dell'Amm. Kolchak, la Legione ceca e vari movimenti anti-bolscevica. In questo caos ci sono tutti i tipi di personaggi che approfittano di questa situazione per organizzare il traffico di valuta, il traffico di cibo e soprattutto il traffico di armi e munizioni che tutti bramano. Bisogna pensare che treni carichi di beni rubati per lo più in città e nei villaggi durante le avanzate o le battute d'arresto dei belligeranti, vengono inviati a Vladivostok per via prioritaria, e spesso a scapito dei convogli di munizioni che sono in difetto alle truppe a contatto con i bolscevichi. In questo vortice è il più forte che detta legge e vince. Quindi i problemi si moltiplicano per attacchi ai convogli da parte delle forze bolsceviche e altre fazioni locali senza legge. Nonostante tutti questi parametri negativi, le missioni continuano correttamente. Durante questo periodo molto difficile le autorità francesi hanno deciso di sciogliere il "Battaglione Coloniale della Siberia" (BCS). Tuttavia le lunghe distanze, le difficoltà di comunicazione, lo spostamento continuo impediscono l'annuncio di questa decisione. In mancanza di notizie, il battaglione coloniale continua la sua missione fedelmente e finalmente una buona notizia nel paese nel caos. Il "BCS", che mantiene il suo nome, con ordinanza del Ministro della Guerra, datato 30 aprile 1919 ottiene una menzione all’ordine dell'esercito. | Le BCS quitte Ourfa et, revenant vers l'Est, prend garnison dans la ville de Tchelyabinsk le 11 janvier 1919. Durant son stationnement, 6 officiers et 543 sous-officiers et marsouins sont démobilisés et quittent le Bataillon Colonial de Sibérie pour l'Indochine. Amputé de la moitié de ses hommes, le bataillon français n'en poursuit pas moins ses missions. En plus des missions d'escortes, les marsouins prennent en charge et instruisent au métier des armes les volontaires des armées blanches. Il semble que le bataillon français, ou ce qu'il en reste, quitte la garnison de Tchelyabinsk le 3 mars 1919 pour embarquer à bord de trains ou convois ferroviaires. Il a pour mission l'escorte de convois d'armes et de munitions sur le Transsibérien, dans la partie occidentale de la Sibérie, de Tchelyabinsk à Ourfa et Penza. Ces missions sont extrêmement dangereuses, car les convois sont dirigés par des employés russes, polonais ou sibériens, rouges ou blancs, sous la surveillance de la Légion Tchèque. Quant on connaît le rude climat sibérien et ajouter à la longueur de cette voie ferrée à travers tout un continent, on ne peut qu'imaginer les difficultés. Par suite du manque de routes et l'immensité de la Sibérie, les trains servent à l'approvisionnement de tous, des Alliés, des Armées Blanches de l'amiral Koltchak, de la Légion Tchèque et des divers mouvements antibolcheviks. Dans cette Sibérie livrée au chaos et à l'anarchie, il y a toutes sortes de personnages qui profitent de cette situation pour organiser des trafics de devises, d'immenses trafics de denrées alimentaires et surtout trafics d'armes et de munitions que tous le monde convoite. Il faut prendre en compte les trains entiers de biens le plus souvent pillés dans les villes et villages aux cours des avances ou reculs des belligérants et qui sont acheminés vers Vladivostok en priorité, et souvent aux détriments des convois de munitions qui font tant défauts aux troupes au contact des bolcheviks. Dans ce tourbillon de l'histoire et loin de toute civilisation, le plus fort fait la loi et l'emporte. D'où les difficultés multipliées par les attaques de convois par des forces bolcheviks et autres groupuscules locaux sans foi ni loi. Malgré tout ces paramètres, les missions du bataillon français sont fermement mais correctement remplies. Durant cette période très difficile, une décision des autorités françaises décide de la dissolution du "BCS". Cependant les troubles graves, les longues distances, les difficultés de communications, les déplacements continuels empêchent l'annonce de cette décision. Dans l'ignorance de cette nouvelle, le bataillon colonial continue fidèlement sa mission. Dans cet enfer russe, ce chaudron du diable, une bonne nouvelle atteint finalement les marsouins du bataillon dans ce pays en désarroi. Le "BCS", qui maintient son nom, par ordre du ministre de la guerre en date du 30 avril 1919 obtient une Citation à l'Ordre de l'Armée. Cette distinction remonte le moral des marsouins. | |
Questa onorificenze tira su il morale. Questo dimostra il loro
coraggio la disciplina e la lealtà nelle molteplici missioni in ambienti
ostili e in condizioni militari e politici molto difficili. Sette
settimane dopo la citazione del "Battaglione Coloniale della Siberia" è
inserita nella Gazzetta Uff. 24 giugno 1919. La bandiera del
Battaglione ora porta le date della campagna in Estremo Oriente dopo la
Grande Guerra, "1914-1919" (vedi sopra). 28 giugno 1919 Versailles. Nella stessa sala degli Specchi, che ha visto la nascita del Sacro Romano Impero del Kaiser Guglielmo I, gli Alleati ed i plenipotenziari tedeschi hanno firmato un trattato di pace. Questo trattato ufficialmente pone fine a una situazione di conflitto armato tra la Francia e la Germania. Si mette fine allo "stato di guerra" degli eserciti francesi che duravano dalla mobilitazione del 2 ago 1914. La rimozione dello stato di guerra, consentirà il rilascio di molti soldati sotto le armi. In Siberia, il colonnello Pichon lascia il comando delle Forze di Spedizione Alleate dopo la firma del trattato di Versailles. In Crimea, i combattimenti non cessano. Le armate bianche premendo forte sui bolscevichi, erano già ovunque. 30 giugno le armate bianche sotto il comando del generale Wrangler prendono Caricyn (Stalingrado). Per contro, la situazione militare si deteriora più rapidamente in Siberia nel mese di luglio. I Rossi hanno rioccupato dagli Urali alla Siberia e gli eserciti bianchi stanno mostrando segni di disgregazione sempre più evidente. Per evitare di cadere nelle mani dei sovietici e privi ormai dell’appoggio dei bianchi, al battaglione siberiano coloniale fu ordinato di ritirarsi a Vladivostok il 15 luglio. Il viaggio sarà lungo e pericoloso come al solito, perché caotico e pieno di avventure e durerà per due lunghi mesi invece di una quindicina di giorni. Ma questo non scoraggia i nostri che hanno visto di peggio. Dopo diverse settimane, la città di Vladivostok è finalmente raggiunta il 14 settembre. Rimosso dal fronte dell'Estremo Oriente, il Battaglione di Coloniale Siberiano (BCS) non sarà più impegnato militarmente. Trovata po' di pace prendono acquartieramento nel grande porto siberiano dove ritrovano i fucilieri Tonkinesi ancora lì. Qui rimarranno fino a metà-inverno 1919/1920. Nel mese di ottobre, i bolscevichi avanzano decisivamente e Omsk è direttamente minacciata dalla 27a divisione dell'Armata Rossa. Le Missioni Militari Alleate iniziano i preparativi per le evacuazioni. Alla fine di questo mese, tutti hanno già abbandonato la città di Omsk, prendendo la via d'Oriente, mentre i bolscevichi sono già arrivati a meno di 60 chilometri dalla città. In Siberia si annuncia una tragedia. Questo è l'inizio della debacle vera dell’ammiraglio Kolchak. Prima della fine rapida degli eventi in Russia, gli alleati iniziarono a evacuare le loro truppe dalla Siberia interna. Per diverse settimane, i treni a poco a poco riportavano i distaccamenti di russi bianchi, inglesi e altri a Vladivostok. |
Cela démontre leur bravoure, leur
courage, leur discipline et la fidélité au cours des multiples missions
en milieu hostile et dans des conditions militaires et politiques très
difficiles. Les marsouins n'en poursuivent pas moins leurs missions avec
le même courage et conscience. Sept semaines après son attribution, la
citation du "Bataillon Colonial de Sibérie" est insérée au J.O.R.F. le
24 juin 1919. Le fanion du Bataillon Colonial de Sibérie porte désormais
les dates de cette campagne en Extrême-Orient issue de la Grande Guerre:
"1914-1919". 28 juin 1919 Versailles. Dans la même galerie des Glaces qui a vu la naissance de l'empire germanique du Kaiser Guillaume I, les Alliés et les plénipotentiaires allemands signent un traité de paix. Ce traité met fin officiellement à un situation de conflit armé entre la France et l'Allemagne. Il met fin de "l'état de guerre" des armées françaises qui a duré de la mobilisation le 2 août 1914 à ce 28 juin 1919. La suppression de l'état de guerre va permettre la libération de nombreux poilus encore sous les armes. En Sibérie, le colonel Pichon quitte le commandement du Corps Expéditionnaire Allié après la signature du traité de Paix de Versailles. En Crimée, les combats ne cessent pas. Les armées blanches exercent une forte pression sur les bolcheviks, ceux-ci reculent de toutes parts. Le 30 juin, les armées blanches placées sous les ordres du général Wrangler s'emparent de Tsaritsyne (Stalingrado). Par contre, la situation militaire se dégrade de plus en plus rapidement en Sibérie à partir de juillet. Les Rouges ont réoccupé tout l'Oural et les armées blanches sibériennes donnent des signes de désagrégation de plus en plus évidents. Afin d'éviter de tomber sur des forces très importantes et ne pouvant compter sur les armées blanches, le Bataillon Colonial de Sibérie reçoit l'ordre de se replier sur Vladivostok le 15 juillet. Le voyage s'annonce long et périlleux comme à l'habitude, très pénible car chaotique et plein de péripéties et qui va durer deux longs mois au lieu d'une quinzaine de jours. Mais cela ne rebute pas nos marsouins qui en ont vu bien d'autres depuis une année terrible. Après plusieurs semaines d'un long voyage, la ville de Vladivostok est enfin atteinte le 14 septembre. Retiré du front extrême-oriental, le Bataillon Colonial de Sibérie ne serra plus engagé militairement. Retrouvant un peu de calme, il prend garnison dans le grand port sibérien, retrouvant ainsi les quelques tirailleurs tonkinois encore là. Il y demeurera jusqu'au milieu de l'hiver 1919/1920. Dans le courant du mois d'octobre, l'avance bolchevik est devenue décisive, Omsk est menacé directement par la 27° division de l'Armée Rouge. Les Missions Militaires alliées commencent leurs préparatifs d'évacuations. A la fin de ce mois, toutes ont déjà abandonnées la ville de Omsk, prenant la direction de l'Est, alors que les bolcheviks sont déjà arrivé à moins de 60 kilomètres de la ville. En Sibérie, une tragédie s'annonce. C'est le début d'une véritable débâcle des armées de l'amiral Koltchak. Devant la tournure rapide des événements en Russie, les Alliés commencent à évacuer leurs troupes de la Sibérie. Durant plusieurs semaines, des trains rapatrient progressivement des détachements de russes blancs, britanniques et autres vers Vladivostok. Dans un froid glacial, que l'on ne connaît que dans les hivers sibériens, le bataillon colonial français embarque sur un vapeur le 14 février 1920. Ils abandonnent ces immenses terres où la misère et la mort, plus que la vie, règnent en maître en ces temps troublés. |
|
|
In un freddo glaciale, che lo potete provare solo qui,
il BCS francese a bordo di un battello a vapore lascia
la Russia il 14 FEBBRAIO 1920. Essi abbandonano queste terre vaste, dove
la miseria e la morte più della vita, regnano in questi tempi difficili.
Dal 9 agosto 1918 al 14 febbraio 1920 sono 19 mesi.
Du 9 août 1918 au 14 février 1920: 19 mois. Ce sont 19 mois de combats, de souffrances physiques et morales, 19 mois où les marsouins et bigors ont tant donnés et souffert avec courage et discipline, 19 mois de gloire pour nos couleurs présentent sur ce front de Russie orientale, ce lointain théâtre d'opération de Sibérie bien oublié de la mère patrie. Peu après, le vapeur largue les amarres et quitte Vladivostok et la Sibérie, emmenant avec lui le Bataillon Colonial de Sibérie. Sorti du port russe, le navire, aux membrures chargés de givre, met la barre au sud en direction de la Chine. 19 mesi di combattimenti, di sofferenza fisica e mentale, 19 mesi in cui gli uomini hanno dato tanto e sofferto con coraggio e disciplina, 19 mesi di gloria per i nostri colori sono su questo fronte della Russia orientale, completamente dimenticato dalla madrepatria. Lasciata Vladivostok e la Siberia la nave drizza la barra verso il sud della Cina. |
|
Fine del "Battaglione Coloniale della Siberia". Dopo diverse settimane di viaggio, all'alba del 4 marzo 1920, il piroscafo raggiunge il porto cinese di Tianjin, dove inizia ad attraccare. Gli elementi di ciò che resta del battaglione fanno scalo in questa città e si dirigono ai loro 'accantonamenti. Con una adunata nel cortile si viene a sapere che il battaglione coloniale è sciolto. Per loro, la guerra è veramente finita. Dopo l'ultima chiamata, gli anziani del "Battaglione Siberiano Coloniale" sono staccati dalle loro rispettive unità: 9 ° RIC, 3 ° zuavi, 4 e 5 RAC, per essere uniti al 16° reggimento di fanteria coloniale (RIC). Con rammarico, il primo del nono reggimento fanteria coloniale non vedrà la cittadella di Hanoi. Ma sono ancora in “famiglia” nel vasto impero coloniale della Cina. Secondo la storia del 9° R.I.C.- le perdite di "BCS" sono pesanti. Nei combattimenti sono morti in 5, 5 dispersi, 21 feriti, cinque moriranno a causa delle ferite. Bisogna aggiungere 6 morti di malattia e 26 casi di congelamentoai piedi. In totale a 21 morti e 42 feriti. (non sono nulla rispetto a una vera battaglia della Marna) - EPILOGO Questa campagna della Siberia chiude uno degli episodi misconosciuti dell'esercito francese che ha operato in tutto il mondo. Queste estensioni della guerra in Europa centrale e 'Estremo Oriente sono state la conseguenza della Rivoluzione russa del 1917 e il Trattato di Brest-Litovsk nel 1918, che hanno sbilanciato le forze. Rivoluzioni e trattati di pace separati le cui conseguenze sono state quasi un disastro contro gli Alleati. Ma coraggio e eroismo dei nostri incredibili poilus non ci hanno mai fatto sospettare di non arrivare alla vittoria. Perchè la bandiera di B. C. S. porta le date 1914-1919 “, e non " 1914-1920 ", anno del suo ritorno da una missione in Siberia ?. possibile spiegazione: 1919 è l'anno delle ultime operazioni militari della BCS prima di tornare a Vladivostok. "1914-1919" sono i cinque anni di "stato di guerra", dove si trovava l'esercito francese sotto le armi fino alla firma trattato di pace di Versailles, 28 giugno 1919. |
Fin du "Bataillon Colonial de Sibérie".
ÉPILOGUE |
|
SOLDATI RUSSI IN FRANCIA | ||
L'ammutinamento delle truppe russe al campo di La Courtine durante l'estate del 1917 rimane ancora oggi uno degli episodi meno noti della Prima Guerra Mondiale. I primi segni premonitori apparvero quando si diffuse la notizia della rivoluzione di febbraio (17): questa rivolta è stato un evento unico e straordinario sul fronte occidentale, sia per il suo carattere "rivoluzionario" che per il numero di soldati coinvolti, nonché per la feroce repressione che la fece terminare. La rivolta fu una diretta conseguenza della prima rivoluzione russa (quella borghese) e del crollo dell'esercito imperiale zarista sul fronte orientale in faccia a Tedeschi e austriaci. L’evento è anche da collegarsi col diffuso malcontento che serpeggiava nelle trincee francesi (e anche italiane) per la conduzione della guerra e per gli alti costi umani e sociali che richiedeva. L’annuncio della discesa in campo degli Usa (lo avevano già fatto economicamente) non era però a tempi certi e vicini. Passerà un anno prima di vedere in trincea i soldati statunitensi, mentre nel frattempo le divisioni spostate da Est a Ovest provocheranno da noi la rotta di Caporetto. In Francia il malcontento era cresciuto dopo l’offensiva generale di Primavera proposta da Robert Nivelle (vedi a fianco). La Russia, con le sue risorse umane apparentemente grandi, avrebbe mandato già dal 1916 carne da cannone "selezionata", come dicevano, mentre la Francia avrebbe ricambiato con munizioni e altri rifornimenti. I francesi speravano in 400.000 uomini, ma alla fine ne ricevettero solo 40.000 (ca) divisi fra il fronte Francese (1a e 3a brigata e quello greco (2a e 4a). La Stavka (la sede generale del comando russo) si era impegnata ad inviare uomini 'veramente d'élite’, truppe accuratamente selezionate da cui le 'teste calde' erano escluse. Due unità erano state create per combattere sul fronte francese. | riassunto da Wikipedia: L'offensiva Nivelle fu un attacco francese del fronte occidentale durante la prima guerra mondiale (aprile 1917). Nonostante fosse stato pianificato di far terminare, con questo attacco, la guerra entro 48 ore e con perdite che si sarebbero assestate attorno alle 10.000 unità, questa offensiva non riuscì a raggiungere nessuno degli obbiettivi. L'elevato numero di perdite che fu registrato causò, tra l'altro, una vasta diserzione tra le file dell'esercito francese e portò a un cambio ai vertici dello Stato Maggiore Generale Francese. Quando Robert Nivelle prese il posto di Joseph Joffre in qualità di comandante in capo delle truppe francesi nel dicembre del 1916, dopo le sanguinose battaglie di Verdun e della Somme, sostenne che un grande assalto alle linee tedesche avrebbe portato il paese a vincere la guerra in 48 ore. Il piano fu messo in azione il 16 aprile 1917, dopo aver ottenuto il benestare del primo ministro Alexandre Ribot e nonostante tutti gli altri alti ufficiali dello Stato Maggiore l'avessero disapprovato.L'offensiva di Nivelle fu condotta su larga scala, coinvolgendo unmilioneduecentomila uomini e 7.000 pezzi di artiglieria (dall'altra parte la metà ma in difensiva). Il 15 maggio, sei giorni dopo la fine della battaglia, Nivelle fu sollevato dal suo incarico, ponendo fine alla sua carriera. I Francesi avevano contato di perdere 10.000 uomini e, alla fine della "strage", le strutture mediche francesi erano al collasso. Le perdite provocarono numerosi episodi di ammutinamento. Addirittura, mentre l'offensiva stava rallentando, la 2a divisione francese arrivò sul campo di battaglia con gli uomini ubriachi e privi delle loro armi. Si stima che rimasero sul campo almeno mezzo milione di persone in totale, di cui la metà morte o moribonde (il resto gravemente ferite (25%)). Gli inglesi persero 160.000uomini e i russi 5.183 russi. I vuoti maggiori li causò la mitragliatrice portatile tedesca MG8 progenitrice delle attuali MG42. | |
|
|
|
La
prima brigata presa tra riservisti e reclute (mai andati al fuoco) di Pietrogrado, Mosca e Kazan (Volga). La terza brigata si era invece
formata attraverso l'aggregazione di unità prelevate direttamente dalle
trincee con dei veri veterani della guerra contro il Giappone (di 10
anni prima!!) ma anche dei riservisti. Per dirigere queste truppe, il
comando russo nominava il vecchio generale Palitsilin, leader veterano
dello S.M. dal 1905 al 1909, che in tale veste era stato il principale
responsabile della repressione scatenata contro la popolazione russa
all'indomani della Rivoluzione del 1905. Dopo un'odissea straordinaria
della durata di tre mesi, attraversando in treno le distese della
Siberia, poi su vapori sovraffollati da Dairen, in Manciuria, al
Mediterraneo, passando per Saigon, Singapore, Colombo, Gibuti e Suez, la
prima brigata arrivò finalmente a Marsiglia a metà aprile del 1916.
L’altra, la III arrivava da Arkhangelsk (Arcangelo) via nave su Brest. Accolta da
ovazioni dalla gente locale e manciate di petali di fiori lanciati
contro di loro, i russi hanno sfilato per le strade di Marsiglia e, il
14 luglio (festa nazionale di quelle di Parigi. Le truppe arrivarono in mezzo a grandi cerimonie sul suolo celeste di Francia', scrive Henri Barbusse ironicamente: 'ovazioni, inni e la Marsigliese a bizzeffe. Folle estatiche. Ai soldati vengono date sigarette e cioccolatini, mentre le donne patriottiche ed eccitate hanno abbracciato i più belli e giovani. La stampa non si stancava mai di lodare la 'scuola russa', che ha sviluppato le 'qualità così preziose in un soldato: la devozione senza limiti, la cieca obbedienza, l'infinita pazienza, la fedeltà allo zar, che rappresenta Dio, la fedeltà al loro comandante, che rappresenta lo Zar, e la lealtà verso i loro ordini, che sono le promesse dello zar ". Questa 'Elite’ tratta dalle migliori formazioni viene subito subissata dalla propaganda comunista dei fuoriusciti. Già nell'agosto del 1916, una unità russa in partenza per Salonicco uccise il tenente colonnello Krause, che, fino a quel momento, aveva imposto una disciplina di ferro sui soldati. Un agente zarista, che aveva distribuito tra i soldati, un numero della rivista Nashe Slovo (Il nostro mondo), pubblicato a Parigi da un gruppo di rivoluzionari russi, ha dato al governo (regime) francese il pretesto di vietare la rivista ed espellere Trotsky, che era stato tra i suoi principali collaboratori. Lev Davidovic era Francia dove scriveva per il "Pensiero di Kiev" per mantenersi, e per il Golos e il Nashe Slovo per finanziare la cellula rivoluzionario. La sua permanenza parigina venne quindi interrotta nel settembre 1916, quando i francesi, anche dietro richiesta dello zar (ma anche per sedare il vento rivoluzionario fra i soldati), chiusero i giornali socialisti in lingua russa e scortarono Lev Trotsky alla frontiera spagnola. Rifiutato anche dalla Spagna, Lev venne imbarcato su un bastimento il 13 gennaio 1917 per raggiungere il porto di New York due mesi più tardi. Trad. libera - Secondo un vecchio ufficiale russo, verso gennaio '17, 'la maggior parte dei soldati russi in Francia avevano fatta propria la convinzione che erano stati "venduti" ai francesi in cambio di munizioni, e non avevano alcuna simpatia per i loro “maestri e acquirenti ". Dopo alcuni mesi trascorsi al fronte, dove avevano subito la crudeltà dei loro ufficiali (erano state reintrodotte le punizioni corporali) l 'obbedienza' e la 'fedeltà' di questi uomini era andata in frantumi ancor di più con l’annuncio della Rivoluzione di marzo tenuta nascosta per diversi giorni. I soldati procedevano ad eleggere propri comitati e ad espellere gli ufficiali più invisi. Di tornare in trincea non se ne parlava proprio. Il 16 aprile 1917, quando venne scatenata l’offensiva Nivelle, in linea c’erano però anche loro forse in una ultima speranza di riguadagnare la via di casa con la vittoria come ipotizzava Nivelle. Nessuno però poteva immaginare il bagno di sangue che ne sarebbe scaturito. Nel sanguinoso massacro del 16 aprile, contando tutti, morti e feriti, i Russi hanno perso quasi 6.000 uomini. Per tutto il tempo che sono stati in Francia non hanno mai cessato di richiedere il loro rimpatrio. Il 1 ° maggio, secondo il calendario russo, le truppe fischiano i loro comandanti e inalberano bandiere rosse con su scritto bilingue, 'Liberté', 'Egalité' e 'Fraternité'. Da parte sua, il governo provvisorio Russo ha continuato ad esortare i soldati a seguire i loro ordini e a combattere per la Francia, fino alla vittoria finale. Per evitare qualsiasi contatto tra francesi e le brigate russe, dichiarate “infette”, come diceva Petain, le autorità militari procedevano ad isolare i russi in campi lontani dal fronte e dalle zone più calde di questo; la regione meridionale dei Vosgi all’incrocio dei confini Francese, Svizzero e Tedesco. Ma l'agitazione non ha mostrato alcun segno di cedimento. Il 3 giugno, il generale Castelnau è giunto alla conclusione che 'comitati' di soldati, che in precedenza avevano cercato di ristabilire l'ordine, sono stati sconfessati proprio dagli uomini che li avevano eletti. I comitati erano più attivi nelle retrovie e negli ospedali militari che in qualsiasi altro luogo. Anche il rimpatrio sarebbe diventato un problema e per ora non si vedeva altra alternativa che spostarli in luogo più sicuro, controllabile e “gestibile” (vedremo come). Il governo francese ha quindi deciso di spostarli al campo di La Courtine, sulla Creuse al centro della Francia nel Limosino da anni base francese dell’esercito su una superficie di 6200 ha (luglio 17) |
la 1ère Brigade Russe
Spéciale, composée de 2 régiments le premier formé à Moscou, le 2ème à
Samara (sur la Volga). Les brigades sont formées essentiellement par des
bataillons de réserve, c'est-à-dire des hommes n'ayant pas subi leur
baptême du feu, ce qui était probablement une erreur. Le ler régiment
est composé essentiellement d'ouvriers d'usines, le 2ème de paysans, ce
qui explique certains événements ultérieurs. Les régiments sont à 3
bataillons de 4 compagnies, en outre, chaque régiment a 3 compagnies de
mitrailleuses (12 par compagnie), une unité de liaison et une section de
services. Le bataillon de réserve est à 6 compagnies. Les effectifs de
la 1ère brigade, commandée par le Général Lokbvitzky, comprend 180
officiers et 8762 sous-officiers et hommes de troupe. La brigade a une
collection d'effets d'habillement en double : chaque compagnie a sa
cuisine roulante. La dotation en matériel est à la charge de la France.
La formation de 3 autres brigades russes est entreprise peu après. En raison de la situation difficile, la 2ème brigade est envoyée à Salonique où elle arrive début Août 1916. La 3ème brigade est formée à Ekaterinenbourg et à Tcheliabinsk, en partie avec des compagnies des régiments en campagne, en partie de bataillons de réserve; elle est envoyée en France en août 1916. Enfin, la 4ème brigade arrive à Salonique en novembre de la même année. Ainsi, au cours de l'année 1916, malgré l'offensive, énorme par son étendue et par ses pertes, du Général Broussilloff sur le front germano-autrichien, le Haut Commandement peut former 4 brigades spéciales, soit mettre à la disposition de la France 745 Officiers et 43 547 Hommes de troupe. La formation des 5ème, 6ème, 7ème et 8ème brigades n'est pas terminée au moment de la révolution. According to an old officer from the expeditionary corps, towards January 1917, ‘the majority of the Russian soldiers in France were already voicing their belief that they had all been “sold off” to the French in exchange for ammunition, and they had no sympathy whatsoever for their “masters and buyers”’. After several months spent at the front, where they had endured the cruelty of their officers – corporal punishment, reintroduced in the Russian army in 1914, was used against these two Russian brigades – the ‘obedience’ and ‘loyalty’ of these men was shattered with the announcement of the fall of the autocracy, news which had been deliberately delayed for a fortnight inside the camp. The soldiers then elected committees, expelled certain officers, and decided that the spring offensive would be their last action. In the bloody massacre of 16 April, counting all the dead and wounded, the Russians lost close to 6,000 men. All the while, they never ceased to demand their repatriation. On 1 May, according to the Russian calendar, the troops booed their commanders and displayed red flags on which they wrote, both in French and in Russian, ‘Liberté’, ‘Egalité’ and ‘Fraternité’. For its part, the Provisional Government continued to urge the soldiers to follow their orders and continue to fight for France, until the final victory. ‘To avoid any contact between French troops and the two Russian brigades, who have been infected by the cancer of revolutionary committees’ propaganda’, as Pétain put it, the authorities moved the Russians in the direction of Neufchâtel, in the Vosges region. But the unrest showed no sign of abating. On 3 June, General Castelnau reached the conclusion that the soldiers’ committees ‘who had previously striven to restore order’ were, by now, irretrievably ‘overcome and already disowned by the men who had elected them in the first place’.Meanwhile, in the Mailly camp, where the garrisons of the two brigades were quartered, incidents against the officers were growing by the day. The committees were at their most active in the rearguard, in the military hospitals. In the hope of being able to send these ‘undesirable’ troops back to Russia in the near future, and in an attempt to give the Russian officers the chance to regain control over their men, the French government then decided to move them to the camp of La Courtine, in the Creuse. |
|
Sono 16.000 uomini (3oo ufficiali) che portano ancora l’armamento
individuale, compreso le mitragliatrici, che non vengono tolte per non
insospettirli. Il 12 settembre i civili vengono evacuati in tutta fretta
e segreto e nei punti strategici vengono posizionate mitragliatrici e
più indietro cannoni. Alla luce di questi preparativi, pure i ribelli
scavano posizioni di combattimento per le loro armi, mitragliatrici, 37
cannoni e mortai. Il 14 settembre il comandante dei francesi ordina la
resa entro 2 giorni. Rifiuto e conseguente ingaggio dei francesi
spalleggiati da alcuni reparti russi già sganciatisi che non condividono
l’estremismo dei “comunisti”. Tuonano i cannoni a cui rispondono i russi
al canto della marsigliese e della marcia funebre di Chopin suonata
dalla banda reggimentale. Ed è proprio a loro nel cortile che arriva un
colpo di cannone che genera il fuggi fuggi dentro i fabbricati.
"L'héroïsme de l'infanterie russe est entré dans les annales de l'histoire française", a annoncé François-Xavier Coquin, professeur à la Sorbonne. |
Le canon tonne seulement toutes les heures, pour laisser
aux rebelles le temps de relever leurs blessés et de se rendre. Le tir
dure jusque 20 heures, mais aucune reddition n'intervient, à l'exception
de quelques hommes qui s'enfuient sous les tirs de leurs ex-camarades.
Le lendemain à 10 heures, les coups de canons, plus rapides, reprennent.
À 14 heures la véritable reddition commence. Jusqu'au soir ce sont plus
de 7 500 hommes qui se rendent à l'église de La Courtine, sans armes et
en agitant des drapeaux blancs. Les mutins ont jusque là 3 tués et 36
blessés. Il reste toutefois les irréductibles, environ 500 hommes. Le 18
septembre 1917, soutenus par l'artillerie, les troupes russes loyalistes
investissent le camp ; mitrailleuses et fusils crépitent. Près de 150
soldats sont tués et un certain nombre réussissent à s'échapper, d'autres
continuent à résister. Le 19 septembre vers 10 heures, les derniers
mutins, dont Afanasie Globa, au nombre d'une cinquantaine se rendent.
Da wikipedia ... le 8 juillet 6 000 hommes de la 3e brigade et 400 de la 1re quittent le camp en bon ordre avec armes et bagages aux accents de la Marseillaise et en compagnie d'officier. Ils s'établissent sous des tentes au village de Felletin à 25km de La Courtine. Le retour immédiat en Russie est à présent réclamé.Le camp de La Courtine devient alors un camp autogéré par les hommes de troupe et des sous-officiers, près de 10 000 soldats qui exigent du gouvernement provisoire de rentrer en Russie. Ils désignent eux-mêmes leurs chefs. Après Baltaïs, qui négocie sans résultat avec les émissaires de Kerensky leur retour en Russie. Après son arrestation le 25 juillet, c’est un ukrainien, Afanasie Globa, qui prend la tête des rebelles....Effrayé par l'intransigeance des soldats et du risque de contagion sur les soldats français, l’état-major français décide d'acheminer dans la nuit du 3 au 4 aout 9 compagnies d'infanterie, 4 sections de mitrailleuses, 3 d'artillerie de 75 et 3 pelotons de cavalerie pour isoler le camp de La Courtine. Les consignes sont strictes : utiliser la force pour réduire la rébellion. Une compagnie d'artilleurs russes est également envoyée sur place. Les interventions du commissaire militaire du Gouvernement Provisoire Soviétique Isidore Rapp demeurent sans effets. Le 5 aout sous le commandement de camarades, les mutins manoeuvrent pendant 2 heures. Le 10 aout, 15 trains emmènent la 3e brigade au camp du Courneau près de Bordeaux, car il n'est pas question de les ramener au front, qu'ils se tiennent tranquille au moins. A la mi-aout, une solution semble se dégager. Une brigade d'artillerie russe, forte d'environ 1 500 hommes, [3]destinée à l'Armée d'Orient, sous le commandement du général Belaiev, et composé d'éléments fidèles est de passage en France. Ces forces renforcées par 2 000 hommes sélectionnés au sein de la 3e brigade, seront chargées de rétablir l'ordre. Cette force d'intervention se concentre d'abord à Aubusson et à partir du 4 septembre, au Mas d'Artige. De leur côté les Français, sous le commandement du général Brezet complètent leur dispositif sous l'autorité du général Comby. Le 12 septembre, la population civile est évacuée de la périphérie du camp et des tranchées, renforcées de barbelés,creusées au point stratégiques. Au vu de ces préparatifs, les mutins creusent également des emplacments de combat et disposent leur armement, mitrailleuses, canons de 37 et mortiers de tranchées. |
|