Rivoluzione Russa 11 parte di 14

Kronstadt 1921

Lo storico può simpatizzare con i rivoltosi di Kronstadt e tuttavia riconoscere che i bolscevichi erano giustificati nello stroncare la ribellione. Ammettere questo, significa cogliere tutta la tragedia di Kronstadt.
Paul Avrich

Nota del sito: La seconda rivoluzione russa, quella conosciuta come la Rivoluzione d’Ottobre (e che pose fine all’esperimento Kerensky), mise in affanno le potenze occidentali perché sicuramente nel breve sarebbe addivenuta ad una pace separata coi tedeschi. Ciò avrebbe comportato sicuramente dei guai seri sia in Russia che in Occidente. Ma soldati e gente (volontaria) disposta a continuare la guerra non ce n’era, anzi stavano tutti organizzando piccole rivoluzioni locali o antirivoluzioni disinteressandosi dei Tedeschi (o approfittandosi dei tedeschi). Sui Cosacchi del Don, soldati dello zar non c’era molto da sperare. Le loro terre erano pesantemente presidiate da reparti dell’armata rossa, non per niente il bacino del Don è carbonifero e il carbone manda avanti anche la rivoluzione (come il petrolio).

 

ascolta l’inno sovietico dal sito comunista http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/rivoluzione_bolscevica/index.htm

 

Alexei Maximovich Kaledin

Il 30 novembre 1917 l'ambasciatore Buchanan comunicava a Londra che senza appoggio finanziario il generale Kaledin non si sarebbe mai mosso. Il Ministro della Guerra inglese fece pressioni sul capo dell'ambasciata russa Nabokov, che aveva rifiutato di riconoscere il potere dei soviet e stava parteggiando per le forze reazionarie. Il 3 dicembre lo stesso ministro ordinò a Buchanan d'impedire coi mezzi ritenuti opportuni che la Russia giungesse a una pace separata con la Germania, avendo aderito ad un armistizio in attesa della conferenza di pace (la pace di Brest-Litovsk verrà stipulata il 3 marzo 1918). Le direttive erano precise: contattare Kaledin, Alexeev e i loro seguaci, fornire ai cosacchi e agli ucraini tutti i fondi ritenuti necessari, creare un blocco di potere tra caucasici, cosacchi, ucraini e rumeni, insediare un governo sufficientemente stabile, nella certezza che chi controllava il carbone, il petrolio del caucaso e il grano dell’Ucraina e della Romania avrebbe poi controllato tutta la Russia. Erano dichiarazioni impegnative, che andavano giustificate di fronte al parlamento inglese e l'escamotage fu trovato, al solito, nella formula dell'impegno antigermanico. Quanto agli aiuti finanziari (10 milioni di sterline), essi andavano gestiti dall'intermediario della missione inglese in Romania. I consigli furono parzialmente accettati. Il colonnello Jack, poi il generale de Canddles e il capitano Noel s'incontrarono precipitosamente a Novocherkassk col colonnello francese Guchet e il console americano Pull, per vedere insieme come aiutare militarmente Kaledin e Alekseyev le cui fortune militari erano molto esili ed effimere.  

(12 October 1861 - January 29, 1918 suicida )

 was a Russian Full General of Cavalry who led the Don Cossack White movement in the opening stages of the Russian Civil War. Kaledin opted a policy of welcoming the exiles and permitted them to organise themselves into an anti-Bolshevik Army. It was therefore inevitable that the Bolshevik government should despatch a force to re-establish control in the Don region and to destroy Kaledin's independent army. In the wake of a succession of military setbacks and with diminishing Cossack support, Kaledin was obliged to flee Taganrog towards the close of January 1918

La morte di Kaledin: Così la raccontava l'americano John Reed in  "i 10 giorni che fecero tremare il mondo" Longanesi 1966

- On November 27th a committee of Cossacks came to Smolny to see Trotzky and Lenin. They demanded if it were true that the Soviet Government did not intend to divide the Cossack lands among the peasants of Great Russia? "No," answered Trotzky. The Cossacks deliberated for a while. "Well," they asked, "does the Soviet Government intend to confiscate the estates of our great Cossack land-owners and divide them among the working Cossacks?" To this Lenin replied. "That," he said, "is for you to do. We shall support the working Cossacks in all their actions.... The best way to begin is to form Cossacks Soviets; you will be given representation in the Tsay-ee-kah, and then it will be your Government, too....The Cossacks departed, thinking hard. Two weeks later General Kaledin received a deputation from his troops. "Will you," they asked, "promise to divide the great estates of the Cossack landlords among the working Cossacks?" "Only over my dead body," responded Kaledin. A month later, seeing his army melt away before his eyes, Kaledin blew out his brains. And the Cossack movement was no more....
Il 27 novembre una commissione di Cosacchi venne allo Smolny a Pietrogrado per vedere Trotzky e Lenin. Domandarono se era vero che il Governo dei Soviet intendeva dividere le terre dei Cosacchi fra i contadini della Grande Russia. « No », rispose Trotzky. l Cosacchi discussero un poco fra loro. « Bene», risposero, « è vero che il Governo dei Soviet intende confiscare le proprietà dei grandi possidenti cosacchi e dividerle tra i lavoratori cosacchi? ». Lenin rispose: « Questo tocca a voi farlo. Noi daremo il nostro appoggio ai lavoratori cosacchi nella loro azione... Meglio di tutto per cominciare dovreste formare un Soviet Cosacco; mandereste il vostro rappresentante al Tsay-ee-kah e poi vi sarebbe anche il vostro governo ... ». i Cosacchi tornarono via riflettendo profondamente. Due settimane dopo il generale Kaledin ricevette una deputazione delle sue truppe. « Volete promettere », gli domandarono, «di dividere le grandi proprietà dei possidenti cosacchi fra i lavoratori cosacchi? ». «Dovrete passare prima sul mio cadavere », rispose Kaledin. Un mese dopo, vedendo l'esercito sciogliersi davanti ai suoi occhi, Kaledin si fece saltare le cervella. E non vi fu più nessun movimento cosacco ...

 

Gen. Mikhail Vasiliyevich Alekseyev

 (Nov. 3, 1857 - Sept. 25, 1918)

Verso la fine di dicembre gli statisti anglo-francesi convocarono rapidamente a Parigi una conferenza per discutere l'atteggiamento da tenere verso la "questione russa". Il 23 dicembre 1917 fu redatto il trattato sulle zone d'influenza delle due potenze: l'azione diretta della Francia (che sborsò 100 milioni di franchi) doveva svilupparsi a nord del mar Nero (Bessarabia, Ucraina e Crimea venendo dalla Romania); quella inglese invece a sud-est nello stesso mare, contro i turchi, impegnandosi nel contempo nei territori cosacchi e caucasici (Armenia, Georgia) e Kurdistan. Questo piano annessionista fu approvato anche dal governo statunitense (Wilson aveva dei problemi per l’Istria italiana e non ne aveva per territori 1000 volte più grandi !!!). Il 12 gennaio 1918 il console generale inglese telefonava da Odessa dicendo che i bolscevichi stavano facendo grandi progressi in Ucraina. Un mese dopo Kaledin si uccideva !!!. Nel telegramma del 2 febbraio il console concludeva amareggiato che il movimento del Don era alle corde. Tuttavia un nuovo fatto andava imponendosi all'attenzione degli osservatori anglo-francesi: l'occupazione tedesca dell'Ucraina, in seguito alla pace di febbraio con L'Ucraina e di marzo coi russi e con  e il trasferimento del grosso dell'Armata rossa verso il fronte est, aveva fatto sì che quest'ultimo diventasse il principale teatro delle operazioni belliche. In Transcaucasia il potere restava nelle mani dei separatisti borghesi e la cosiddetta "Armata volontaria" che s'era ritirata nel Kuban, poteva riprendere le proprie forze. Il 4 agosto 1918 il corpo inglese del generale Dunsterville entrava a Baku (eldorado del petrolio), chiamato dai partiti borghesi nazionalisti, sotto il pretesto di difendere la città contro i turchi. Sarebbe stato impossibile per gli inglesi dominare il Caspio senza occupare Baku. Senonché, preoccupandosi più di sfruttare le risorse petrolifere che di difendere la città, questa cadde in mano turca il 15 settembre 1918 (vedi capitolo specifico ma tornò subito inglese con la fine della guerra in novembre). Intanto, approfittando dell'apertura degli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, la missione militare del T.Col. Blackwood era in grado di ricongiungersi con le truppe bianche di Denikin, passando attraverso Novorossisk. Tale missione fu seguita da quella del generale Pool. Nel dicembre 1918 la Transcaucasia fu occupata dalla 27a divisione britannica di Tessalonica e dalla 39a brigata proveniente dal nord-ovest dell'Iran, col pretesto di veder assicurate, da parte dei turchi, le condizioni dell'armistizio. Gli inglesi comunque ebbero il loro da fare, sul piano politico, a conciliare il progetto antibolscevico del generale Denikin, che voleva una Russia "una e indivisibile", con le aspirazioni indipendentiste degli strati più agiati della popolazione caucasica (Georgia, Armenia, Azerbajgian e Daghestan), che era in maggioranza non russa e di religione mussulmana o altra non concordante con l’ortodossa. Il funzionario del Foreign Office, Eyre A. Crowe, proponeva di condurre il doppio gioco e di aspettare il corso degli eventi. Grazie agli alleati inglesi e francesi, gli Stati caucasici avrebbero potuto conservare una certa indipendenza nell'ambito dei rapporti federali con la Russia; altrimenti, in caso di destabilizzazione dei poteri russi, potevano aspirare a una completa e definitiva separazione.  

 Imperial Russian Army general during WW I and the Russian Civil War. Between 1915 and 1917 he was Chief of Staff to Tsar Nicholas II, and after the February Revolution, March-July 1917 the commander in chief of the White Movement forces. After the October Revolution, Alekseyev fled to Novocherkassk, where he received the support of the leader of the Don Cossacks, General Alexey Kaledin. On November 15, 1917, he first formed "Alekseyev's Officer Organization", which would become the core of an anti-Bolshevek Volunteer Army. He was joined by General Kornilov, who never forgave him for his arrest in 1917, and the bad relations between the generals threatened to destroy the movement. In December 1917, Kornilov took command of the combat forces within the army and Alekseyev took charge of political and financial matters.A fter the death of Kornilov in April 1918 Alexeyev led Volunteer Army back in the Don region. He was appointed head of the Special Council, which would function as a government under Anton Denikin. However, Alekseyev, sick for some time, died of heart failure in Ekaterinodar in September 1918. He was first buried in the crypt of the Cossack host cathedral, but his family moved his remains to Belgrade, where they remain to this day.

    I CONGRESSI DALLA RIVOLUZIONE IN POI
Fonti: Copyright © 1992, 1998 by Scott Zenkatsu Parker. The author permits the unlimited duplication, transmission, and distribution of this text with the proper citations for academic, educational, and non-commercial use only. http://www-personal.umich.edu/~mhuey/HOME.html  brani tradotti, riassunti o originali ed altri autori segnalati
 

KRONSTADT 1921

 

L’inizio dei disordini a Pietrogrado

 
Alla fine di Febbraio del 1921 la situazione alimentare e ambientale (freddo) si era fatta insostenibile in città, ma non solo qui. Anche i giornali controllati dal partito non potevano ignorarla per non finire fuori dalla credibilità popolare e in aggiunta complici del regime. "l'Assemblea Costituente non salverà il paese, e nemmeno Dio, e non solo il libero commercio". Ma dai vertici del potere non arrivava nessun segnale distensivo. Molte fabbriche e impianti vennero chiusi per mancanza di energia e materie prime e le assemblee operaie convocate in permanenza chiedevano più libertà, più beni di consumo e un ritorno agli scambi commerciali fuori e dentro il paese. I bolscevichi, pur riconoscendo il carattere inevitabile della situazione, allo stesso tempo non vollero fare concessioni. Viste inutili le proteste, questa si è spostata sul piano politico mettendo in discussione la reale rappresentatività dei Soviet e del Partito comunista e la sua legittimità a governare. "La questione qui è di un difetto ampio e generale nel nostro meccanismo statale”. I lavoratori delle fabbriche scesero in sciopero (24) mentre i bolscevichi sotto la presidenza di Zinov'ev formavano un Comitato di Difesa pronto a smorzare nel sangue la protesta. La guarnigione di Pietrogrado non sarebbe intervenuta contro i dimostranti che in alcune fabbriche avevano già preso il controllo. Delegazioni della Trubochny di Vasilij Island, da dove era partita la rivolta, andarono nelle altre fabbriche. Le prime dimostrazioni erano state contrastate col dispiegamento dei cadetti ufficiali sulla cui obbedienza e distacco dal popolo si faceva più assegnamento. Anche sulle navi si protestava. Si ricordava il 1905 quando la rivolta era partita dal cibo scarso e avariato. Libertà per tutti i socialisti arrestati e dei lavoratori non iscritti al partito, abrogazione della legge marziale, libertà di parola, di stampa e di riunione per tutti i lavoratori; libere elezioni per i comitati di fabbrica, si legge un proclama dei lavoratori del 27 febbraio. Dalle accuse politiche si era passati senza mezzi termini a quelli di ruberie e di voler affamare il popolo per aver più libertà di manovra. Reparti di bolscevichi raccolti dalle campagne vennero mandati in città per reprimere nel sangue la rivolta. Il movimento di simpatia e sostegno per i lavoratori di Pietrogrado è iniziato tra i marinai delle corazzate Petropavlovsk (sopra) e Sebastopoli, ormeggiate a Kronstadt. Nel 1917, queste due navi, insieme alla Respublika, sono state i focolai primari del bolscevismo.
Il 28 da queste navi vennero fatte richieste precise su nuove elezioni a scrutinio segreto in cui i comunisti avrebbero sicuramente perso e le conquiste della rivoluzione avrebbero trionfato

  Sixth Congress of the RSDLP (Bolshevik), Petrograd; July 26-August 3, 1917. adopted the policy of armed insurrection to transfer "All Power lo the Soviets," leading lo the Bolshevik revolution of October 23-24, 1917·
Seventh (.Emergency) Congress of the Russian Communist Party (bolshevik), now RCP(B), March 6-8, 1918; adopted new name of the party, now the ruling party of Soviet Russia; approved the Brest litovsk treaty with Germany, taking Russia out of Wodd War I.
Eighth Congress of the RCP(B), MOSKOW. March 18-23, 1919. (from This time on, all party congresses and conferences were held in Moscow.
Eighth All-Russia Conference of thee RCP(B). Dec. 2-4, 1919.
Ninth Congress of the Rcp(B), Marcb 29-April 5 1920
Ninth All·Russia Conference of the RCP(B), Sept. 22-25, 1920.
Tenth Congress of the RCP(B), March 8-16. 1921; adopted the New Economic Policy (NEP).
Tenth All-Russia Conference of the RCP(B), May 26-28, 1921.
Eleventh All Russia Confercence of the RCP, Dec.19-22, 1921.
Eleventh Congress of the RCP(B), March 27-April 2, 1922; Stalin made "grneral secretary" head of the Secretariat of the party’s Central Committee
Twelfth All-Russia Conference of the Rcp(B), August 4-7, 1922.
Twelfth Congress of the RCP(B), April 17-23, 1923; because of illness Lenin did not partecipate. The first party congress without him since the Bolsheviks came to power.
  PERDITE RUSSE DELLA GUERRA
On the first of March, Kalinin, President of the All-Russian Executive Committee and Kuzmin, Commissar of the Baltic Fleet arrived in Kronstadt. Kalinin was met with military honors, music and banners. After this, a previously scheduled meeting took place on Anchor Square. An announcement of this meeting had been published in the official newspaper of the Kronstadt Soviet. About 16 thousand sailors, soldiers and residents of the town gathered at the meeting. It proceeded with Vasiliev, a Communist and President of the Kronstadt Ispolkom [Executive Committee], presiding. With the report of the crew representatives sent to Petrograd for clarification of the situation there, the resolution passed by the Petropavlovsk on the 28th of February was read. Also, Kalinin and Kuzmin made speeches against the resolution. Their speeches did not meet with success. Kalinin e Kuzmin se ne andarono dissentendo su tutto.
 

RESOLUTION OF THE GENERAL MEETING OF THE CREWS OF THE 1ST AND 2ND BATTLESHIP BRIGADES,  March 1st, 1921 La rivolta degli equipaggi imbarcati
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Having heard the report of the crew representatives, sent to Petrograd by the General Meeting of ships' crews for clarification of the situation there, we resolve:
1. In view of the fact that the present Soviets do not express the will of the workers and peasants, to immediately hold new elections to the Soviets by secret ballot, with freedom of pre-election agitation for all workers and peasants.

2. Freedom of speech and press for workers and peasants, anarchists and left socialist parties.
3. Freedom of assembly of both trade unions and peasant associations.
4. To convene not later than March 10th, 1921 a non-party Conference of workers, soldiers and sailors of the city of Petrograd, of Kronstadt, and of Petrograd province.
5. To free all political prisoners of socialist parties, and also all workers and peasants, soldiers and sailors imprisoned in connection with worker and peasant movements.
6. To elect a Commission for the review of the cases of those held in prisons and concentration camps.
7. To abolish all Politotdels [Political Departments], since no single party should be able to have such privileges for the propaganda of its ideas and receive from the state the means for these ends. In their place must be established locally elected cultural-educational commissions, for which the state must provide resources.
8. To immediately remove all anti-smuggling roadblock detachments.
9. To equalize the rations of all laborers, with the exception of those in work injurious to health.
10. To abolish the Communist fighting detachments in all military units, and also the various guards kept in factories and plants by the Communists, and if such guards or detachments are necessary, they can be chosen in military units from the companies, and in factories and plants by the discretion of the workers.
11. To give the peasants full control over their own land, to do as they wish, and also to keep cattle, which must be maintained and managed by their own strength, that is, without using hired labor.

12. We appeal to all military units, and also to the comrade cadets to endorse our resolution.
13. We demand that all resolutions be widely publicized in the press.
14. To appoint a travelling bureau for control.
15. To allow free handicraft manufacture by personal labor.


The resolution was passed by the brigade assembly unanimously with two abstentions.
Petrichenko, President of the Brigade Meeting
Perepelkin, Secretary

  Russia's Losses in the Brest Peace as Published in the "Stockholms Aftontidningen" of July 28, 1918
The Russian paper, Petrogradski Golos, gives a statistical summary of the losses in area, state income and industrial factories which Russia has suffered through the Brest Litovsk peace. The loss of area is 930,000 square kilometers with a population of more than 56 millions, or 32 % of the whole present Russian population. At the same time rather 1/8 of the whole Russian railroad system is lost. Of 97 million dessiatines wheatland, Russia keeps only 69; and of 700,000 dessiatines rye only 100,000. The iron-mining area is decreased by 78.8 % (si parla della perdita principale e prevalente dell’Ucraina). The loss of coal reaches 1,688 million poods yearly, that is, 89 % of the total production. The countries which in the Brest peace were taken from Russia contain about half of the Russian factory and industrial plants; that is, 1,073 metal-working and machine plants (46.5 %), 615 paper mills (42.8 %), 233 chemical plants (44.4 %), 43 corn-brandy distillation plants (53.1 %), 1,642 alcohol distilleries (56.2 %), 113 tobacco factories (57 %), 574 breweries (57 %), 918 weaving and spinning mills (86 %), 286 raw-sugar factories. There were 1,800 savings banks in the surrendered territories and the state income therefrom reached 842,238,000 rubles, that is, about 40 % of the total income of the whole government of the Tsar. The Russian Council of Peoples' Commissars had no effective power. Everywhere there were risings, and they were completely dependent on the German envoy in Moscow and the German Secret Service, who organised "protection for German war prisoners." Therefore, a supplementary agreement to the Treaty of Brest-Litovsk was signed in Berlin, on August 27th, according to which Russia relinquished also her rights of sovereignty over Estonia and Livonia, keeping only Latgale. Thus the ancient adversaries, Germany and Russia, who periodically changed their roles as friends or foes, were freely slicing the living body of the Latvian nation. Financial agreement of August 1918. In the wake of Russian repudiation of Tsarist bonds, nationalization of foreign-owned property and confiscation of foreign assets, Russia agreed to pay six billion marks in compensation to German interests for their los.
Nota: Come i contadini non vedevano più alcuna necessità nelle confische dei loro prodotti e nell'abolizione del mercato libero, e gli operi reagivano al soggiogamento dei loro sindacati ed alla restaurazione della disciplina di fabbrica, alla direzione personale ed ai tecnici e specialisti "borghesi", così i soldati ed i marinai chiedevano il ritorno dei principi democratici nella vita militare. Nella turbolenta flotta del Baltico l'opposizione al rafforzamento della disciplina, all'abolizione dei "comitati di nave" e la nomina di commissari e di "specialisti militari" in posizione di comando assunse immediatamente dimensioni minacciose. Anzi, gli sforzi dei bolscevichi per liquidare i "comitati di nave" e per imporre l'autorità dei commissari nominati dal centro suscitarono un uragano di proteste. Tornando a casa con le prime licenze i marinai toccarono con mano le meraviglie del "paradiso del proletariato" che si andava costituendo. Vennero a contatto con la politica della requisizione dei cereali e con i metodi violenti che il partito comunista usava per attuarla; alcuni di essi vennero fermati dai distaccamenti che controllavano i blocchi stradali e sottoposti a perquisizione per il timore che trasportassero illegalmente dei viveri; nelle città, invece, videro in tutta la sua estensione la miseria prodotta dalla guerra civile che loro stessi - complici dei bolscevichi - avevano scatenato per impadronirsi del potere assoluto, distruggendo qualunque cosa avesse potuto contrastarli. Dovunque si trovarono di fronte ad una popolazione inquieta e scontenta, soggiogata dai nuovi padroni. Ascoltarono le lamentele dei loro fratelli e parenti, che somigliavano stranamente - in tanti casi - alle proprie ragioni di risentimento nei confronti delle autorità  

Emma Goldman e Alexander Berkman

 http://sunsite.berkeley.edu/Goldman/

Alexander Berkman Aka Sasha, born 21 November 1870, Vilnius (Lithuania), died 28 June 1936, Nice, France.
Emma Goldman born in Kaunas, Lithuania, 29/6/1869 - died 14/5/1939 Toronto (Canada),

[Paul Avrich, Op. Cit., pp. 106-7, pp. 111-2, pp. 126-7, p. 212 and p. 123] If Kronstadt was a White conspiracy then how could the conspirators have been caught unawares?  

Kronstadt è una cittadella situata sull'isola di Kotlin nel golfo di Finlandia, concepita dallo zar come una sorta di fortezza contro un possibile attacco dal mare alla capitale Pietrogrado.  Nel 1921 dei primi rivoluzionari non rimanevano che poche figure ma inspiegabilmente le idee furono le stesse che finirono per scontrarsi con quelle autoritarie bolsceviche risultato di 7 anni anni di guerra di cui 4 di rivoluzione

Decades later historian Paul Avrich did discover an unsigned hand written manuscript labelled "Top Secret" and entitled "Memorandum on the Question of Organising an Uprising in Kronstadt." However, reading the document quickly shows that Kronstadt was not a product of a White conspiracy. Avrich rightly rejects the idea that the "Memorandum" explains the revolt, arguing they had "no time to put these plans into effect." The "eruption occurred too soon, several weeks before the basic conditions of the plot . . . could be fulfilled." It "is not true," he stresses, "that the emigres had engineering the rebellion." The revolt was "a spontaneous and self-contained movement from beginning to end." Moreover, revolt "caught the emigres off balance" and that "[n]othing . . . had been done to implement the Secret Memorandum, and the warnings of the author were fully borne out."
La situazione di Kronstadt era stata percepita a Mosca da mesi se era vero che già a dicembre erano state fatte richieste di miglioramento delle razioni e che il partito comunista aveva visto dimezzare i suoi aderenti. Furono inviate ai primi di marzo delle delegazioni che scomparvero e fu a questo punto che, non potendo indire elezioni per lo stringere dei tempi, Petricenko formò un comitato rivoluzionario. Tutti i forti, le batterie e le navi da guerra riconobbero l'autorità del Comitato rivoluzionario; e già di primo mattino copie della risoluzione della Petropavlovsk erano state inviate sulla terraferma e distribuite ad Oranienbaum, Pietrogrado ed altre città vicine. Nel pomeriggio la squadra aerea navale di Oranienbaum riconobbe il Comitato rivoluzionario e inviò, attraverso il ghiaccio, dei rappresentanti a Kronstadt. La rivolta aveva cominciato ad espandersi. Il giorno dopo, 3 marzo, il Comitato rivoluzionario provvisorio cominciò a pubblicare un quotidiano, le «Isvestia Vremennogo Revolutsionnogo Komiteta Matrosov, Krasnoarmeitsev i Rabocikh gor. Kronsctadta» ("Notizie del Comitato rivoluzionario provvisorio dei marinai, soldati e lavoratori della città di Kronstadt"), che sarebbe apparso senza interruzione sino al 16, il giorno antecedente all'attacco decisivo contro i ribelli. Le autorità bolsceviche avevano già emesso un editto nei confronti di Kronstadt con scopo palesemente provocatorio, firmato da Lenin e Trotsky. Questo ordine del 2 marzo chiama il movimento di Kronstadt "un ammutinamento da parte dell'ex generale Kozlovsky ". L'ordine si apre con l'affermazione che la rivolta è manovrata dai francesi e dai loro complici i socialisti rivoluzionari. Il 2 marzo, afferma la relazione di Lenin e Trotsky, Kozlovsky (Comandante della artiglieria ed ex ufficiale delle armate bolsceviche) compariva sulla scena nel ruolo di ammutinato. "Con questo", ha detto Lenin e Trotsky, "il senso degli avvenimenti è completamente spiegato. Dietro la copertura dei SR si trova ancora una volta un generale zarista"............. segue
 
General Kozlovsky himself related the following about his role ["Zritel," No 195, p. 2]. "The Communists used my name in order to represent the uprising in Kronstadt in the light of a White Guard conspiracy only because I was the single 'general' located in the fortress. Along with me, they made reference to my aide in the artillery defense of Kronstadt, the officer Burkser, and others of my aides, like Kostromitinov and Shirmanovsky, one of whom was a simple draftsman. They, by their own individual qualities, were unable to play any kind of role in the movement." It is not superfluous to add to this, that when the Provisional Revolutionary Committee was formed, the Commander of the Fortress, a Bolshevik, fled. By the existing regulations, his duties were to be fulfilled by the Commander of the Artillery, that is, by General Kozlovsky. In view of the fact that he declined, considering that since the Revolutionary Committee was now in control the former regulations were no longer valid, the Committee, having considered the matter, named from among the body of officers Solovianov as Commander of the Fortress. Kozlovsky was assigned to direct only the technical work of the artillery, as a specialist. Traduz.  "I comunisti hanno usato il mio nome in modo da rappresentare la rivolta di Kronstadt, come una cospirazione delle Guardie bianche solo perché ero il solo generale che si trovava nella fortezza" Non è superfluo aggiungere a questo, che quando il Comitato Rivoluzionario Provvisorio è stato formato, il Comandante della Fortezza, un bolscevico, è fuggito. Con i regolamenti esistenti, doveva subentrare il comandante delle artiglierie, che era appunto Kozlovsky. In considerazione del fatto che lui rifiutò, Kozlovsky venne assegnato al lavoro tecnico delle artiglierie, come specialista e sostituito da un altro. http://bataillesocialiste.wordpress.com/1921-03-pourquoi-nous-combattons-insurges-de-cronstadt/  

Lenin febbraio del 1921: Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la dura realtà. Il partito è malato, il partito è scosso dalla febbre; e a meno di riuscire a curare in modo rapido e radicale la propria malattia si verificherà una rottura che potrà rivelarsi fatale per la rivoluzione. (Lenin, opere complete, vol. 32o, pag. 31)

“Izvestija” Kronstadt 3 marzo 1921: Il Partito Comunista, padrone dello Stato si è staccato dalle masse e si è dimostrato incapace di far uscire il paese dalla confusione. Il partito non conta più nulla dopo le agitazioni verificatesi a Pietrogrado e a Mosca, le quali dimostrano chiaramente che esso ha perso la fiducia delle masse operaie. Il partito non tiene più conto delle rivendicazioni operaie, poiché crede che queste agitazioni abbiano origine da intrighi controrivoluzionari. Ma si sbaglia profondamente.

     
Subito dopo la rivoluzione menscevica di febbraio 1917, il Soviet di Kronstadt si era messo in evidenza per il suo radicalismo e per la sua insubordinazione. Quando il governo provvisorio di Kerenskij chiese un giuramento di fedeltà ottenne la seguente risposta: «Non spetta al popolo prestare giuramento al governo, ma piuttosto al governo prestare giuramento al popolo». Insomma, i marinai scavalcano a sinistra, menscevichi, socialisti rivoluzionari e addirittura i bolscevichi, che in quelle fasi iniziali della rivoluzione sostenevano il governo borghese di Kerenskij. «Nasce così la leggenda della Repubblica di Kronstadt, territorio autonomo della rivoluzione»

L'isola di Kotlin (a 30 km da Pietrogrado) è lunga 12 km e larga al massino 3. A Kronstadt oltre all'arsenale, opificio per la marina, erano di stanza gli equipaggi imbarcati e i fanti di marina. Tutt'intorno 19 isole fortificate. The fortress used to be considered the most fortified fort in the world (Encyclopedia Britannica) and it is made up of 19 island forts and batteries that make up the Kronstadt fortress. Sulla terra ferma a sud ovest dell'isola Krasnaja Gora e più a sud Lissj Nos. A Kronstadt oltre ai soldati vi abitavano i civili operai all'arsenale e le loro famiglie.
 

     
............ segue  Il mattino del 3 sulla terraferma, a Oranienbaum, nelle caserme della aviazione giunse un distaccamento di comunisti con un treno blindato che circondò i rivoltosi. 45 uomini vennero portati via e fucilati: tra essi vi erano il comandante dell'aviazione navale Ed il presidente del Comitato rivoluzionario appena costituito. Come dice Avrich si fecero sorprendere come ingenui bambini colti col dito nella marmellata cosa ben diversa da una rivolta preparata da tempo e da agenti stranieri. La cosa che sorprende di più in politica, in tutte le politiche è la quantità di bugie che viene propinata al popolo e da questo bevuta. La storia poi non si occupa di queste cose e si tende a far pesare sui dittatori più gli errori che la credulità del popolo. Come i ribelli della terraferma i marinai se ne restarono sulla loro isola (le navi non si potevano spostare per il ghiaccio) anziché spingersi fino a Pietrogrado dove gli appoggi sarebbero stati diversi. Il 5 marzo i bolscevichi lanciarono l'ultimatum alla guarnigione di Kronstadt, minacciando di "massacrarla come pernici" (espressione attribuita a Trotskij), dopodiché le autorità di Pietrogrado ordinarono l'arresto - come ostaggi - dei familiari dei ribelli. Il sistema degli ostaggi era stato inaugurato da Trotskij durante la guerra civile.  

Stepan Petricenko «ciò che accadeva a casa nostra mentre noi eravamo al fronte o sul mare ci è stato nascosto dalla censura bolscevica. Quando tornammo a casa i nostri genitori ci chiesero perché combattessimo per gli oppressori. E questo ci fece riflettere».

L’ATTACCO
Tutta la costa venne bloccata dai comunisti e il 7marzo e le batterie costiere aprirono il fuoco verso i fortini dell’isola mirando ad indebolirne le difese per favorire il successivo assalto della fanteria. L’unica risposta venne dalla corazzata Sebastopoli. L'articolo di apertura 'Izvestiia' dell’ 8 marzo fa la seguente analisi di questo fatidico "primo colpo". "Hanno iniziato il bombardamento di Kronstadt. Bene, così sia;. Siamo pronti a misurarci". Il giorno dopo, all'alba, fu sferrato il primo attacco della fanteria sovietica, che venne però impedito dall'improvviso cedere della lastra ghiacciata del Golfo di Finlandia colpita dai proiettili esplosi. Molti soldati non abituati allo scenario abbandonarono il campo comunista .
"Over the course of the entire night of the March 10th," reads the Summary of Operations, "the Communist artillery bombarded the fortress and forts with intensive fire from the southern and northern shores, meeting from our side an energetic repulse. Around 4 A.M., from the southern shore, Communist infantry made the first attack, but was repulsed. Communist attempts to attack continued until 8 A.M., but all were repulsed by the artillery and small arms fire of our batteries and garrison units." These short lines raise to the eyes a terrible picture of night and early morning attacks, by units driven by the Communists to slaughter on the ice of the Gulf of Finland. The day of March 11th passed quietly. "Thick fog interfered with firing," says the summary for the 11th. All the same, in exchanges of artillery fire that day, Kronstadt retained superiority. On that day, the Provisional Revolutionary Committee published a touching order, "to all comrade sailors, soldiers and workers, participating in the repulse of Communist attacks from March 8th through 12th."
Saturday the March 12th was the day of celebration of the Great Revolution of 1917. 'Izvestiia of the Provisional Revolutionary Committee,' went out under the banner headline: "Today is the Anniversary of the Overthrow of Autocracy, and the Eve of the Fall of Commissarocracy." And in the wonderful article, "Stages of Revolution," the people of Kronstadt advanced their favorite idea, the Third Revolution. In the night from the 12th to the 13th, the Communists attacked from the South. Again the night attacks, again the white overalls, and again was repulsed the wild storm of fresh units, ever newly arrived from provincial officer academies, from Communist regiments, from selected alien detachments. On the 14th, Kronstadt was, as before, cheerful, strong and self-assured. And this despite the terrible, sleepless nights, when it was necessary to repulse the attacks of enemy forces, moving like specters in white shrouds over the snowbound ice surrounding the fortress and forts. Guard duty on the ice. Rounds, patrols, pickets on the ice. In storm and blizzard, and horrible cold. What a terrifying picture...
And there on the shore, "Bloody Fieldmarshal" Trotsky and Commander of the Army Tukhachevsky gathered ever new units. They exchanged the unreliable red army soldiers for the devoted cadet oprichnina, for specially selected detachments, for Bashkir and alien regiments. There on the shore were woven thick nets of lies and deceptions, intended to seperate Kronstadt from the entire world. In important centers abroad, Riga, London, Rome and Warsaw, Soviet agents stooped to any abasement, any concession, in order to gain the aid of the Entente governments. And they wished to use this aid, from the very Entente with which the Bolshevik authorities accused Kronstadt of having relations, to blockade a free town, and prevent food from being brought it. Kronstadt, a handful of heroes, a town lost in ice in the middle of the sea, was none the less strong and cheerful. It believed in its own rightfulness, and in the inescapability of a gigantic, all-Russian explosion. "We are the shock troops of the Revolution," it said. And it felt a wave of energy and cheerfulness go out from itself in all directions, like a gigantic electric discharge.
 

Petricenko indicato dalla freccia

Paul Avrich - Kronstadt 1921

Alexander Berkman The Kronstadt Rebellion

http://www.marxists.org/reference/archive/berkman/1922/kronstadt-rebellion/index.htm

rifiuta le bugie degli anarchici

http://www.icl-fi.org/english/esp/59/kronstadt.html

Il nuovo cannoneggiamento, decisivo, ebbe inizio alle due pomeridiane del 16 marzo e continuò per tutto il giorno: proiettili caddero a Kronstadt nei pressi del cimitero dove erano in corso i riti funebri e sulle navi. Muovendo da Oranienbaum, alle quattro del mattino del 17 marzo, colonne di uomini dotati di mitragliatrici ed artiglieria leggera avanzò contro il porto militare di Kronstadt. Era ancora buio quando le punte degli assalitori giunsero sotto i cannoni. Anche se dotati di proiettori gli attaccanti non erano visibili per la nebbia e per le tute bianche che indossavano. Diverse ridotte vennero conquistate poi la lotta al sorgere del sole si fece violenta. Prima del tramonto i cannoni degli attaccanti erano nelle vie di Kronstadt. Verso mezzanotte era tutto finito. Alla sera del 17 marzo, quando tutto appariva perduto, undici membri del Comitato rivoluzionario (tra cui lo stesso Petricenko) si rifugiarono, attraverso il ghiaccio, a Terijoki (in alto nella piantina). Anche Koslovski, Solovianov che lo aveva sostituito, e altri "specialisti militari", fuggirono. Poco prima di mezzanotte circa ottocento fuggiaschi, tra i quali il nerbo dei dirigenti della rivolta, raggiunsero la costa finlandese (che comprendeva la Carelia alle”porte” di San Pietroburgo). Durante le 24 ore successive un fitto flusso di fuggiaschi, in massima parte marinai, attraversò le frontiere finlandesi." In totale, fuggirono circa ottomila uomini, più della metà delle forze ribelli. Circa quattrocento cavalli vennero portati attraverso il ghiaccio, e duemilacinquecento fucili abbandonati vennero raccolti lungo la costa dalle guardie di frontiera finlandesi. È stato osservato che i bombardamenti comunisti, sebbene fossero continuati, sia pure a intervalli, per undici giorni, avevano prodotto danni sorprendentemente insignificanti alle difese di Kronstadt. Ma ora i ribelli, ritirandosi, con un ultimo gesto di sfida, portarono via gli otturatori dei cannoni dei forti e delle batterie, e distrussero le dinamo, i proiettori, le mitragliatrici e il resto dell'equipaggiamento. Nei forti settentrionali solo poche tra le armi erano in grado di funzionare al ritorno dei comunisti." Nella notte del 17 marzo i comandanti della Petropavlosk e della Sevastopol diedero ordine agli equipaggi di bruciare le navi, ma gli uomini, apprendendo che i loro capi erano fuggiti, si rifiutarono di eseguire l'ordine. Al contrario, arrestarono gli ufficiali e fecero sapere al comando sovietico che erano pronti ad arrendersi.

Alle 23:50 di sera il quartier generale comunista di Kronstadt fu in grado di inviare al comitato di difesa di Pietrogrado un messaggio di vittoria: «I nuclei controrivoluzionari sulla Ptropavlovsk e sulla Sevastopol sono stati liquidati. Il potere è in mano ai simpatizzanti del governo sovietico. A bordo della Petropavlovsk e della Sevastopol è cessata ogni azione militare. Si stanno prendendo misure urgenti per catturare gli Ufficiali che sono fuggiti verso le frontiere finlandesi».

Per la sua 'ferocia la battaglia di Kronstadt eguagliò gli episodi più sanguinosi della guerra civile. Le perdite furono elevate da entrambe le parti, ma i comunisti, costretti ad attaccare attraverso i ghiacci i difensori saldamente trincerati, ebbero di gran lunga la peggio. Nel periodo dal 3 al 21 marzo, secondo informazioni ufficiali della sanità, gli ospedali di Pietrogrado ospitarono oltre quattromila uomini feriti, o in preda a choc, mentre altri 527 morirono nelle corsie per le ferite riportate. Queste cifre, naturalmente, non comprendono il gran numero di morti in combattimento. Dopo la battaglia, i corpi sparsi sui ghiacci erano così numerosi che il governo. finlandese invitò quello di Mosca a rimuoverli per timore che, al momento del disgelo, avrebbero potuto rappresentare un pericolo di epidemie, una volta spinti a riva dalle acque.Stime diverse fanno ascendere i morti a diverse migliaia e si considera la più attendibile quella di Harold Quarton, il console americano a Viborg che parla di circa diecimila uomini: il che appare un calcolo ragionevole, se si tien conto dei morti, dei feriti e dei dispersi. Circa quindici delegati al X congresso del partito comunista perdettero la vita nella battaglia. Insieme con gli altri bolscevichi caduti, vennero tumulati con gli onori militari in un funerale in massa che ebbe luogo a Pietro grado il 24 marzo. Le perdite dei ribelli furono minori, ma niente affatto trascurabili. Non esistono cifre attendibili, ma una notizia afferma che il numero dei morti fu di seicento uomini, quello dei feriti oltre un migliaio, mentre i prigionieri catturati in combattimento ammontarono a circa duemilacinquecento. Tra i morti, una buona parte venne massacrata nei momenti finali della battaglia. Una volta penetrati nella fortezza, le truppe attaccanti si vendicarono, in un'orgia di sangue, dei compagni caduti. Una misura dell'odio sorto durante l'assalto è offerta dal rincrescimento espresso da un soldato che gli aeroplani non venissero usati per mitragliare i ribelli che fuggivano in Finlandia attraverso i ghiacci. Trotskij e il suo comandante in capo, S. S. Kamenev, avevano approvato l'impiego dei gas asfissianti contro gli insorti, e se Kronstadt avesse resistito più a lungo sarebbe stato attuato un piano per lanciare un attacco di gas mediante proiettili e palloni, elaborato dai cadetti della scuola chimica militare superiore. Le notizie della repressione si diffusero rapidamente, suscitando diverse reazioni nei vari ambienti. Nell'Europa occidentale gli emigrati russi ne furono desolati. Essi deplorarono la propria incapacità di portare aiuto ai ribelli e denunziarono la Gran Bretagna per aver firmato il trattato commerciale con i bolscevichi nel bel mezzo della battaglia. Un giornale degli emigrati, tuttavia, non si unì al coro delle lamentele. In un editoriale su La lezione di Kronstadt dichiarò che la lotta per la liberazione della Russia sarebbe continuata sino alla vittoria. I marinai giudicati incolpevoli vennero sparpagliati per la Russia. Gli stessi soldati che avevano partecipato all’attacco subirono la stessa sorte. Nessuno dei ribelli catturati ebbe un pubblico processo.  

Already on February 13, 1921 a telegram from Helsingfors, dated February 11, appeared in the Paris newspaper Le Matin, reporting that a sailors’ revolt against the Soviet power had broken out at Kronstadt. The French counter-intelligence service [sic] had only slightly anticipated events. Within a few days the events expected, and undoubtedly also prepared, by the French counter-intelligence service actually began. White-Guard leaflets appeared in Kronstadt and Petrograd. In the course of arrests some notorious spies were detained. At the same time the Right SRs began an intense agitation among the workers, exploiting the difficult situation where food and fuel were concerned. On February 28 disturbances began on the vessel Petropavlovsk, continued on March 1. The same resolution was passed by a general meeting. On the morning of March 2 the group of the former General Kozlovsky (commanding the artillery) already appeared openly on the scene. Ex-General Kozlovsky, together with three officers whose names have not yet been established, came out openly as mutineers. Under their leadership the commissar of the Baltic Fleet, Comrade Kuzmin, was arrested, along with the chairman of the Kronstadt Soviet, Comrade Vasilyev, and a number of other officials. Thus, the significance of recent events was made quite clear. Behind the SRs, this time too, stood a Tsarist General. In view of all this, the Council of Labour and Defence decrees that:
1.Ex-General Kozlovsky and his accomplices are pronounced outlaws,
2.the city and province of Petrograd are placed under a state of siege, and
3.all power in the Petrograd Fortified Area is transferred to the Defence Committee of the City of Petrograd.
Moscow, The Kremlin, March 2, 1921 - Pravda, No.47

Tra gli oltre 2.000 prigionieri catturati nel corso della battaglia ne furono scelti 13, quali capi della rivolta, che furono "processati" a porte chiuse. Per montare un processo per cospirazione controrivoluzionaria, la stampa sovietica si preoccupò di sottolineare le loro origini sociali: cinque erano ex Ufficiali di famiglie nobili, uno un ex prete e cinque di origine contadina. I loro nomi non hanno particolare rilievo: nessuno di loro apparteneva al Comitato rivoluzionario, quattro membri del quale - Valk, Pavlov, Perepelkin e Verscinin - erano stati arrestati dai bolscevichi, o era membro del gruppo di "specialisti militari" che aveva avuto funzione consultiva nel corso della rivolta. In ogni caso, i tredici "capi" vennero "processati" il 20 marzo e puntualmente condannati a morte. Emma GoldmanDei restanti prigionieri, parecchie centinaia vennero immediatamente trucidati a Kronstadt; gli altri furono trasportati dalla Ceka [la polizia politica da cui poi nascerà l'NKVD e quindi il KGB] nelle sue carceri sulla terraferma. A Pietrogrado le prigioni erano piene oltre misura, e per parecchi mesi centinaia di ribelli furono portati via e fucilati a piccoli gruppi. Tra questi vi fu Perepelkin, che prima di essere ucciso scrisse un resoconto della rivolta, poi scomparso negli archivi sovietici. Altri vennero inviati nei campi di concentramento, quali la tristemente nota prigione di Solovki sul Mar Bianco, da cui nacque il sistema concentrazionario del gulag. Qui i lavori forzati, uniti alla fame, all'esaurimento ed alle malattie completarono l'opera di eliminazione pianificata da Lenin. In qualche caso le famiglie degli insorti subirono la stessa sorte. Ad esempio, la moglie ed i due figli di Koslovski, che erano stati presi come ostaggi ai primi di marzo, furono inviati in un campo di concentramento: solo la figlia di undici anni venne risparmiata. Per quanto invece riguarda i fuggiaschi in Finlandia, circa 8.000 si salvarono attraverso i ghiacci e vennero internati nei campi per rifugiati di Viipuri, Terijoki e Ino. Quasi tutti erano marinai e soldati, con una percentuale minima di civili: la Croce Rossa inglese ed americana li rifornì di cibo e vestiario, alcuni trovarono lavoro nella costruzione di strade o in altre opere pubbliche, ma non si adattarono mai alla vita nei campi. I bolscevichi, intanto, richiesero il loro rimpatrio con le armi che avevano portato con sé, e molti fuggitivi - ingannati da una promessa di amnistia e nonostante tutto convinti della bontà di quella causa comunista in nome della quale avevano combattuto e massacrato - rientrarono in Russia, dove vennero prontamente arrestati e spediti nei campi di concentramento siberiani. Nei mesi di giugno e luglio del 1921 gruppi di questi passarono per le prigioni sovietiche, sulla via di un futuro di lavori forzati e di morte prematura. Petricenko rimasto in Finlandia alla firma del trattato di pace con la Russia gli venne consegnato. Sparì nei lager.  

http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo/rivoluzione_russa/

 

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