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Stato Pontificio. Rimane legato, per la lotta contro il protestantesimo, alla
Spagna (ottiene l’annessione di Ferrara nel 1598 ("espropriata" agli Este) dopo aver già ottenuto la
sottomissione del Ducato di Camerino nel 1545, ma non quello d'Urbino (1625) ).
Il papato in seguito si appoggerà per la difesa agli Austriaci poi ai Francesi a metà
800
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Granducato di Toscana. I Medici, sono rientrati a Firenze per merito di Carlo V
11(1500-1558) imperatore di Germania.
ll duca Cosimo I (poi granduca) conquista la Repubblica di Siena nel 1555 ma la Toscana a poco a poco decade
dai fasti del rinascimento.
Gli Asburgo-Lorena governeranno la Toscana dal
1737 al 1859)
Pietro Bianchi "Storia d'Italia" - Dopo il sacco (1527) Roma era
ridotta da 85.000 abitanti a circa metà: ma il danno maggiore proveniva
dai riflessi politici della rivolta luterana e dalla perdita di grandi
risorse finanziarie. Più tardi le miserie italiane e lo stato infido
delle cose politiche indurranno molti accorti mercanti e banchieri
toscani a portare a Lione la sede degli affari. Si trattava di una crisi
acutissima che tendeva a spostare l'asse economico d'Europa dall'area
del mediterraneo verso le sponde dell'atlantico
(scoperta americhe rivoluzione epocale).
1 e
d’Austria, Spagna, Napoli, Sardegna,
Sicilia, Olanda, Belgio, Milano e delle colonie spagnole e olandesi con asservaggi dei Savoia, della Svizzera (diceva:Sono padrone di
un Impero su cui il sole non tramonta mai).
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Repubblica di Lucca,
3 (dalla piantina) Stato sorto all'inizio del XII secolo si mantenne
indipendente, salvo brevi periodi di occupazioni fiorentina e pisana nel XIV
secolo, fino al 1799. De facto da allora sotto l'ala austriaca asburgica che la
trasforma in Ducato. Annesso il 4 ottobre 1847 al Granducato di Toscana
poi al Regno d'Italia.
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Repubblica di Genova. É legata per ora alla Spagna fin da quando
Andrea Doria, ammiraglio di Carlo V, s’impadronisce della città. Alla sua morte
Genova decade lentamente (la Corsica verrà venduta alla Francia nel 1769 per
ripianare debiti con
diritto a riscatto).
- Ducato di Modena e Reggio.
Nicolò III marchese, bastardo di Alberto I d'Este, gli succedette
nel 1393 e morì nel 1441: riuscì nel 1409 a riprendere Reggio (Emilia),
compiendo così la restaurazione estense nell'Emilia e integrandola
coll'aggiungervi i vicariati di Garfagnana e coll' ottenere nel 1433
dall'Imperatore Sigismondo III, una formale investitura di sovranità.
Anche a Nicolò III, succedettero l'un dopo l'altro, tre suoi figli: Leonello, sino al 1450, principe umanista e gentil poeta d'amore;
Borso,
creato duca di Modena e Reggio dall'Imperatore Federico III nel 1452 e
poi duca di Ferrara da Pio II nel 1471, l'anno stesso cioè della sua
morte (quest'ultima investitura avrà dei pesanti contraccolpi ed un
esito imprevisto); ed Ercole I che nel lungo governo durato sino al 1505 sostenne
una infelice guerra con Venezia. Per tutto il secolo XVI il principato
estense svolse la propria azione nella capitale Ferrara, come uno degli
elementi più cospicui della vita pubblica italiana. Alfonso I, il marito
di Lucrezia Borgia, tenne il ducato dal 1505 al 1534, orientando verso
la Francia la politica di Casa d'Este: entrato nella lega di Cambrai
contro Venezia, col fine prossimo di riconquistare Rovigo, vi restò
contro il divieto di Giulio II che voleva staccarnelo; conseguenza
immediata di ciò fu l'occupazione pontificia di Modena, la quale durò
dall'agosto 1510 al giugno 1527. Questo periodo di dominazione
pontificia, illustrato in una dotta monografia da Tommaso Sandonnini, va
segnalato specialmente per la ferma e retta amministrazione del
governatore Francesco Guicciardini, il grande storico, il quale,
rimovendo abusi inveterati e frenando le violenze dei facinorosi, seppe
affezionare alla Chiesa la popolazione Modenese in modo che questa fu
sorda ai tentativi di Alfonso I, per riprendere la città. Tentativi che
andarono però a buon fine in coincidenza del sacco di Roma del 1527.
Alfonso I seppe cogliere l'opportunità venendo ad occupar Modena senza
quasi incontrare resistenza: Carlo V. con la celebre sentenza del 1530
riconobbe solennemente la legittimità della dominazione estense su
Reggio e su Modena. Tommaso Casini
Modena
sostituisce Ferrara come capitale quando questa viene "espropriata" dal
papa (Il 27 ottobre 1597 morì il duca Alfonso
II, che non aveva avuto figli legittimi e che aveva designato per testamento il
cugino Cesare come suo erede e successore (ma non venne riconosciuto da
papa Clemente VIII che riteneva Cesare a sua volta discendente illegittimo di
Alfonso I !!!)). Cesare d'Este, compresa l'inutilità di ogni
resistenza alle intimazioni papali e alle minacce (per tutto il 500 gli
Este avevano avuto scontri militari col Papa), lasciò definitivamente
Ferrara, feudo "non" imperiale: pur riconoscendo di fatto la presa di possesso pontificia, ben
si guardò dal dichiarare la propria rinuncia formale, tenendo così
diplomaticamente aperto il discorso non solo in merito al diritto di
conservare i beni allodiali, cioè propri privati e della famiglia ma
anche i suoi diritti di un possibile futuro reintegro. Ercole III d'Este nel
'700 non ha figli
maschi e la figlia Maria Beatrice Ricciarda sposa nel 1771 Ferdinando
Carlo figlio di Maria Teresa d'Austria portando il casato al rango d'Austria-Este. A
questa data si fa tradizionalmente decadere la casata.
-
Ducati di Parma e Piacenza sotto i Farnese e Mantova sotto i Gonzaga
1-2
che cessa di esistere come ducato nel 1708 (col ramo Nevers) con la sua appendice
Piemontese Monferrina (Casale*** in calce). Parma passerà
poi nel 1814 alla moglie di Napoleone I Bonaparte, Maria Luigia, nata
Asburgo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_successione_di_Mantova_e_del_Monferrato ).
La linea Gonzaga Nevers s'era formata
dal matrimonio fra Ludovico Gonzaga (1539-1595) (terzogenito, quindi
lontano dalla linea successoria, di Federico II Gonzaga, duca di Mantova
e marchese di Monferrato, e di Margherita Paleologo di Monferrato) e
Enrichetta di Cléves (1542-1601), duchessa di Nevers e Rethel. Al
servizio militare di Francia e per la Francia Ludovico viene fatto
prigioniero dagli spagnoli nella battaglia di San Quintino mentre
combatteva per Enrico II di Francia. Il figlio di Lodovico, Carlo I
(1580-1637) alla morte del cugino italiano Vincenzo II Gonzaga (1627),
ultimo discendente della linea diretta, subentrò nel diritto di
successione al Ducato di Mantova incontrando l’opposizione dei Savoia,
dell'Impero, della Spagna e di Venezia (ognuno a vario titolo e
interesse e anche per altri eredi).
Dalla discesa dei lanzichenecchi
svizzero tedeschi dell'Imperatore per l'assedio di Mantova si originò la
peste manzoniana del 1629 che quasi dimezzò le popolazioni del Nord
Italia più colpite (città).
“....Passano i
cavalli di Wallenstein, passano i fanti di Merode, passano i cavalli di
Anhalt, passano i fanti di Brandeburgo, e poi i cavalli di Montecuccoli,
e poi quelli di Ferrari; passa Altringer, passa Fustenberg, passa
Colloredo; passano i Croati, passa Torquato Conti, passano altri e
altri; quando piacque al cielo, passò anche Galasso, che fu l’ultimo. Lo
squadron volante dé veneziani finì d’allontanarsi anche lui;......”
XXX
capitolo dei Promessi Sposi
STATI INDIPENDENTI
-
Repubblica di Venezia: decadenza sotto la pressione dell’impero ottomano che
occupa la penisola balcanica e le isole del Mediterraneo già veneziane. Pur vittoriosi a
Lepanto cedono Cipro e Creta. L'impresa Napoleonica ne decreterà la fine. Nel
1495 Venezia riuscì ad espellere Carlo VIII dall'Italia grazie alla
battaglia di Fornovo, respingendo il primo di una serie di assalti
francesi. Temporaneamente ad inizio del XVI secolo furono venete
Cremona, Forlì, Cesena, Ravenna, Comacchio, Monopoli, Bari, Barletta,
Trani ecc. Con tale espansione i veneziani entrarono però in conflitto
con lo Stato Pontificio per il controllo della Romagna a cui
rinunciarono solo con la pace di Bologna del 1530.
La dominazione Veneziana alle
porte di Milano …. Dopo alterne vicende Lodi passò ai Visconti (1335) e,
morto Filippo Maria (1447), passò a Venezia (ma vi rimase pochissimo),
poi alla Repubblica ambrosiana (1448) e infine a Francesco Sforza. Dalla
Pace di Bologna (1529) fu assegnata a Francesco II Sforza, con
reversibilità all’Impero. Da allora la città seguì le sorti del Ducato
di Milano. Con la Pace di Lodi (1454) passava definitivamente a Venezia
il circondario di Crema. Con i patti del 1454 e del 1456 fu stabilito
che Casaletto Ceredano fosse definitivamente concesso a Venezia e furono
stabiliti i confini tra le giurisdizioni di Crema e di Cremona. E'
opportuno anche ricordare che i domini di terraferma della Serenissima
si erano in gran parte concretizzati nel XV secolo. Dal 1404 al al
1428 la "Dedizione" atto di spontanea sottomissione che evitava la
pesante "manu militari" aveva interessato questi principali centri
della Pianura Veneto-Lombarda: Vicenza, 28 aprile 1404 -- Belluno, ,
18 maggio 1404 -- Bassano, 10 giugno 1404 -- Feltre,15 giugno 1404 --
Altopiano Asiago 20/2/1405 -- Polesine (Rovigo no Adria e il territorio
sottostante fino al Pò che restava agli Estensi) 25/3/1405 --
Verona, 24 giugno 1405 -- Padova, 22 novembre 1405 -- Rovereto, 23
agosto 1418 -- Friuli (Udine),19/6/1420 --Carnia, 16 luglio 1420 --
Cadore, 31 luglio 1420 -- Brescia, 20 novembre 1426 -- Bergamo, il
9 maggio 1427 -- Istria 1420 -- Spalato, Brazza Curzola, 1420 -- Val
Camonica 1427
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Ducato di Savoia. Emanuele Filiberto (1559-1580), il vincitore di S. Quintino,
ritornato nel ducato di Savoia, a lui restituito dalla Francia dopo la pace di Chateau Cambrésis getta le fondamenta della futura potenza del Piemonte,
riorganizzando l’esercito ed italianizzando il ducato con spostamento della
capitale da Chambéry (Savoia) a Torino. Aree svizzere nel Vallese ricadono ancora sotto
il controllo dei Savoia. Il suo successore Carlo Emanuele I (1580- 1630)
recupera il Marchesato di Saluzzo**. Dopo la sua morte, il ducato dei Savoia cade
sotto l’ingerenza francese, da cui lo solleva definitivamente Vittorio Amedeo Il
Savoia (regna dal
1675-1730) primo Re di Sardegna e Piemonte. Nei moti insurrezionali del 1821
Carlo Felice sarà rimesso sul trono dalle armi austriache.
Terre italiane non comprese nella piantina
in alto contee Gradisca/Gorizia e Trentino (Principato Vescovile) in
piantina sottostante per l'epoca
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FEUDI IMPERIALI (tedeschi)- TORRIGLIA - PONTREMOLI - AULLA - PODENZANA -
VOGHERA - BOBBIO -
MASSERANO (FEUDO PONTIFICIO)
Con il termine feudi
imperiali venivano convenzionalmente indicati tutti i singoli territori
soggetti - fino all'invasione napoleonica - al Sacro Romano Impero. In
Italia, il termine è utilizzato per definire storicamente una serie di
minuscoli stati, residui di antiche signorie feudali, che sopravvissero
fino al XVIII secolo, disseminati lungo i confini di Liguria, Piemonte e
Toscana.
A seguito della Congiura dei Fieschi del 1547 contro la repubblica
genovese, e soprattutto contro la famiglia Doria, Torriglia fu, a partire
dal 1547, assoggettato a quest'ultimi che lo elevarono a feudo col
titolo di marchesato fino al 1760 e a principato fino all'invasione del
Bonaparte del 1797. Nel 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così
come stabilirà il Congresso di Vienna del 1814.
Il gruppo più orientale dei feudi imperiali appenninici era quello della
Lunigiana (Pontremoli) assorbiti dal Granducato di Toscana o il
marchesato Di Aulla e Podenzana
assorbito dal Ducato di Massa.
Una posizione di parziale autonomia continuarono a godere le cosiddette
"giurisdizioni separate dell'Oltrepò", entrate a far parte delle
province sabaude di Voghera e di Bobbio nel 1748;
La natura di feudo pontificio, direttamente dipendente dalla Santa Sede,
faceva invece del Principato di Masserano un'entità statale di fatto
indipendente. Solo nel 1753 il Re di Sardegna Carlo Emanuele III riuscì
ad ottenere da papa Benedetto XIV la cessione del feudo e il 20 marzo
1767 la rinuncia di ogni diritto sovrano da parte dall'ultimo principe,
Vittorio Filippo, che si trasferì in Spagna. Nel 1833, estinti i
Ferrero-Fieschi con la morte a Parigi del principe Carlo Ludovico, il titolo di Principe di Masserano
(ormai privo di
giurisdizione), passa al ramo collaterale dei Ferrero della Marmora
nella persona di Carlo Emanuele, primo dei figli maschi dei La Marmora. Ma questo riconoscimento
viene però contestato dalla sorella del principe Carlo Ludovico, la
vedova Rafelis de Saint-Sauveur, che apre un conflitto giuridico che si
risolverà 3 anni dopo. Il 24 marzo 1836 per sentenza della regia Camera
di Torino (come contemplato nelle adozioni già fatte dai Fieschi e
confermate dalle bolle del 1517 di Leone X) il titolo di principe di
Masserano passerà al figlio di Carlo, Tommaso, che sarà l’ultimo a
portarlo.
http://www.lamarmora.net/la-forma-del-nome-la-marmora.html
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